martedì 3 novembre 2009

Un mio ricordo di Alda Merini

In quella calda serata di agosto l’andai a trovare nella sua casa di Milano. Mi colpirono subito i suoi occhi di una dolcezza e profondità disarmanti. Parlava sempre come un soffio come se le parole dette ad una più alta voce fossero per tutti .Invece dovevano coglierle solo chi sapeva volare come lei e come lei sapeva guardare oltre. Mi aprì il suo medico mentre lei mi attendeva in una stanza fatta di tutto, di tanto caldo e di tanta vita .Sfogliò il catalogo della mia mostra e parlando dei miei rossi li definì pieni di forza .L’ incontro era stato preceduto da alcune telefonate e come sempre ogni giorno erano diverse .Un giorno era come se parlasse ad una amica un altro giorno si scusava perché era stanca. Scambiammo poche parole perché non stava bene ma furono attimi molto intensi e non ebbi l’ impressione di trovarmi dinanzi ad una donna fragile ma dinanzi ad una donna che aveva fatto dell’amore , forse più spesso dato che ricevuto la sua ragione di vita. Conserverò per sempre il ricordo di quell’incontro e quando sfoglierò le pagine di qualche suo libro mi sembrerà di sentirla canticchiare anche questo come un soffio per le orecchie di pochi.

Paola Scialpi

1 commento:

Carla ha detto...

Molto sentito questo ricordo alla grande Alda Merini. Nutro "una sana invidia" per non aver avuto questo piacere. :-).Avrei voluto pure io "volare" con Lei ed assaporare le sue parole trasmesse sommessamente dalla sua voce...una musica soave e pacata.
Carla