Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
venerdì 31 maggio 2019
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Andromeda di Maria Grazia Palazzo (I Quaderni del Bardo Edizioni)
"'Occhi
umani'. È la prima richiesta che colgo nello scorrere i testi di Maria Grazia
Palazzo, il suo appello a un'umanità che comprende tutti, anche se la silloge è
prevalentemente declinata al femminile e ha un portato di analisi sulla
condizione della donna. Per disegnare e collocare tale condizione, l'autrice
attraversa tempi e luoghi differenti e chiama, invoca, evoca figure diverse di donne
- mitologiche, note o silenti - per formare «un alveare di voci», un nuovo
esercito del dire a cui assegna le parole come armi, non di offesa ma come
strumento di relazione e di consapevolezza: «certe parole lanciate/ non sono
benedette ma colpi di machete» per uscire dallo «stallo dei senza
parola»." (dalla prefazione di Diana Battaggia)
Vorrei mettere il mondo in carta di Giorgia Colucci (I Quaderni del Bardo Edizioni per Amazon)
“Cerco
rime/ per sfuggire/ alla banalità/ (e nulla è più banale che dirlo)”, così
scrive Giorgia Colucci nella poesia che dà il titolo alla sua prima raccolta
poetica. Una scrittura matura quella di Colucci, tesa alla ricerca della rima.
La rima come punto di fuga alla contemporaneità in cui i sogni fuggono in
avanti per non essere ingabbiati da menti vecchie. In Giochi di parole scrive:
“Non siate versi/ tronfi e vanitosi/ che si declamano/ da soli/ a platee
dormienti./ Dite quel che vi pare”. Una riflessione sulla scrittura, sul suo
ruolo salvifico e consolatorio, ancora in Ad Amarante: “Prendo la penna in
mano,/ rendo impermeabile l’inchiostro, la carta/ che cola in rivoli nella
testa,/ senza connessione./ A fiume,/ oppongo fiume/ in una scialuppa di fiume”.
Una scrittura che rimanda al classicismo, ma che vive il suo presente
attraverso le tematiche che affronta, da quelle dei migranti, come in Madina,
fino alle riflessioni sul ruolo femminile. La giovane autrice afferma i suoi
valori nelle poesie dedicate alla famiglia, ai nonni, alla madre. Le sue poesie
hanno una struttura solida, ma ricercata nel linguaggio che si proietta dal
passato al futuro con l’uso dell’apocope, come in Atroce attesa: “Atroce
attesa,/ pigiati nelle carni/ ce ne stiam/ senza difesa./ Respiro su respiro/
Mischiam le ossa,/ volti estranei/ condividono la fossa. (Elisa Longo)
Nata a
Tradate nel 1998, Giorgia Colucci vive a Vedano Olona, nella provincia di
Varese. Appassionata di lettura e di storie sin dall’infanzia, inizia ben
presto a coltivare la passione per la poesia, vincendo nel 2010 un premio
assegnato dal Comune di Locate Varesino per il componimento Questo amore di
animale. Pubblica poi nel 2015 la poesia Ricordo di mia madre per l’antologia
di Sensoinverso Edizioni Nessun dannato orologio. Giorgia inoltre si confronta
con il giornalismo, ottenendo nel 2012 una menzione di merito al premio Severo
Ghioldi. La scrittura è compagna di Giorgia anche durante gli anni al Liceo
Classico Cairoli di Varese, nei quali pubblica poesie e articoli
cinematografici su alcuni blog e sul giornale scolastico. Arricchisce inoltre
la sua esperienza artistica anche come attrice teatrale e aiuto regista,
mettendo in scena con una compagnia di amici diversi spettacoli. Oggi Giorgia
studia Comunicazione, media e pubblicità presso l’università IULM di Milano. Da
inguaribile sognatrice scrive ancora poesie e per il Natale 2018 pubblica il
racconto Un insolito cucciolo nella raccolta, targata i Quaderni del Bardo
Edizioni, XXL Mas. Racconti per un altro natale. Ogni volta che può cerca di
esplorare il mondo con storie o viaggi e continua la sua attività giornalistica
al microfono della radio universitaria, parlando di attualità e di rock’n’roll.
Collabora inoltre con alcune testate d’informazione, sport, cinema e cultura.
Guendalina
Ebelli - Nata a Varese nel 1999, dopo aver concluso gli studi classici
attualmente frequenta il corso di Ricerca biotecnologica in medicina. Coltiva
peró la passione per la fotografia da autodidatta, arricchendo la sua
formazione con un corso base. Nel 2018 é fotografa di scena per il Laboratorio
Teatrale del Liceo Classico Ernesto Cairoli e attualmente collabora con la
compagnia teatrale dell'autrice. (autrice della foto di copertina)
curatela
editoriale Valentina Sansò
Info
link
giovedì 30 maggio 2019
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Puglia Folk di Mario Contino (I Quaderni del Bardo Edizioni)
“Il folklore lascia una
traccia di vita vissuta, una registrazione che solo le menti più aperte possono
riprodurre. Quando ciò accade, l’uomo si ritrova catapultato “indietro nel
futuro” (citando una battuta del noto film Ritorno al futuro), si ritrova,
cioè, in epoche che solo apparentemente rappresentano il passato, in quanto
raggiungendole successivamente alla loro comprensione, decodificazione
simbolica, esse rappresentano effettivamente un futuro, o meglio una
possibilità di crescita in un futuro migliore.”
“Cosa ci insegna quindi
il folklore? A quanti riescono a percepire il suo mistero, al di là del suo
fascino, esso insegna a vivere su questo pianeta accettando la condizione
umana, spiegando come questa possa raggiungere livelli elevati o precipitare
nel baratro più oscuro. Il folklore lascia una traccia di vita vissuta, una
registrazione che solo le menti più aperte possono riprodurre. Quando ciò
accade, l’uomo si ritrova catapultato “indietro nel futuro” (citando una
battuta del noto film Ritorno al futuro), si ritrova, cioè, in epoche che solo
apparentemente rappresentano il passato, in quanto raggiungendole
successivamente alla loro comprensione, decodificazione simbolica, esse
rappresentano effettivamente un futuro, o meglio una possibilità di crescita in
un futuro migliore. Puglia Folklore è un libro che raccoglie questi codici, li
ripropone in un insieme di articoli utili a indicare a voi lettori la porta giusta
da aprire, quella della comprensione di noi stessi. Aprire quella porta spetta
solo a voi, buon viaggio.” (Mario Contino)
Mario Contino, è un
ricercatore e scrittore di origini campane, nato ad Agropoli (SA) nel 1986.
Residente nella magica Puglia, proprio in questa regione ha intrapreso la sua
attività di ricercatore nell’ambito della parapsicologia e del folklore
internazionale. I suoi studi sulla parapsicologia lo hanno condotto, nel 2013,
a fondare e presiedere l’Associazione Italiana Ricercatori del Mistero
(A.I.R.M.), oggi estinta ma le cui attività suscitarono l’interesse dei mass
media nazionali, oltre che consenso di enti pubblici e privati. Nel 2018
Contino ha fondato, come evoluzione degli studi personali sulla parapsicologia
iniziati con l’esperienza A.I.R.M., il Gruppo Italiano Ricerca Psichica
(G.I.R.P.).
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