Seconda mano.
Piatto vinto.
Ora Dio era lì seduto al tavolo da gioco, nella cantina di una tabaccheria.
Dio fumava una camel ogni tre minuti.
Dio aveva le mani callose e ruvide a causa della pesca.
Dio erano quattro mesi che non vedeva i suoi vecchi.
Ai suoi vecchi Dio non era mai andato a genio e lui forse in fondo in fondo ne soffriva.
Dio aveva vinto un bel gruzzoletto di soldi quel pomeriggio: era indeciso se andarseli a giocare o affittarsi una puttana per una serata.
Come scandita dal ritmico battito di pinne di un pesce, la vita di Rosario, stretta tra la prua della “Speranza” di suo padre e le filastrocche di una fattucchiera, alterna i colori della tavolozza da cui trae l’unico piacere della sua adolescenza difficile e i bianco e nero del rapporto con un padre-padrone più orgoglioso del mozzo dedito al gioco d’azzardo della sua barca, che di quel figlio sensibile e, troppo, sfacciatamente, diverso.
Nel raccontare di una famiglia logorata da ruoli antichi e scricchiolanti sotto il peso dell’apparenza, Chiara Cerri spiega silenzi e gesti di adolescenze tormentate, eccessi di cattiverie familiari e rapporti umani che, troppo spesso, di umano non hanno nulla.
Come si fosse pesci in procinto di annegare.
Chiara Cerri nasce a Viareggio nel 1983 sotto il segno dei gemelli. La sua passione per l'arte è intrecciata a tutti i campi della comunicazione che vanno dalla fotografia alla scrittura. Ha ottenuto riconoscimenti in concorsi di poesia e narrativa. Anche i pesci affogano è il suo primo libro.
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