Una storia di grande
poesia alla “Harold e Maude”, il celebre film di Hal Ashby girato nel 1971. Non
basta una buona trama a fare un libro, serve soprattutto il rispetto per le
parole, bisogna saperle maneggiare con cura, altrimenti ti si rivoltano contro
fino a sciupare la storia che avresti tanto voluto raccontare. Questo è il
talento manifesto di Elena Mearini, la sua istintiva capacità di scegliere le
parole giuste per dire, raccontare, immaginare (...) L’utile di questo libro,
che ad alcuni potrà risultare necessario, risiede proprio nelle parole, come
accade nella poesia, quando è davvero poesia. Dalla prefazione di Elisabetta
Bucciarelli
Il libro - Gioele è un
ragazzo che vive in un mondo tutto suo, fatto di emozioni e fantasia. Si
entusiasma per il colore giallo, o per il rombo di un motore. Ma questo suo
“essere speciale” non trova spazio nella realtà. Gioele viene ricoverato in un
istituto che cura il disagio mentale, e lì resta fino a quando sul suo cammino
irrompe Maria, una donna anziana, ricca di cuore e saggezza contadina. I due
intraprendono un viaggio visionario, zigzagando per le strade della Lombardia a
bordo di un curioso Maggiolone giallo. Saranno i ricordi di Maria e le
avventure di un tempo che fu a condurre Gioele fuori dal guscio di chi si sente
diverso e lontano da tutti. Piano piano, come briciole di pane sparse, le
parole di Maria indicheranno la strada di una rinascita. Una storia alla Harold
e Maude,__ un incontro tra generazioni, storie e temperamenti lontanissimi tra
loro, che finiranno per regalare a entrambi i protagonisti uno sguardo nuovo
sulla vita.
Dal romanzo - La signora
Maria è più brava di tutti quanti i dottori dell’Istituto messi assieme.
Dovrebbe starci lei, dietro la scrivania di ciliegio e pelle verde, a compilare
ricette per la cura di noi altri picchiati in testa. Infuso di erba matta al
posto del Seropram. Pane e salame invece che il Lexotan. Sì, perché alla mia
malattia hanno sempre attribuito nomi con il suono della latta, un rumore vuoto
e magro, che alla carne non è mai andato a genio. Autismo ad alto
funzionamento. Nevrosi ossessiva. Disturbo della personalità. Tutte definizioni
stonate al corpo, capaci solo di stordire il sangue. Che appena il dottore le
pronunciava, a me partiva il capogiro alle vene e la vista doppia al cuore. La
verità aveva i contorni rotti, era informe e fuori fuoco. Il dottore si sbagliava,
e il mio cuore vedeva l’errore.
L’autrice - Elena
Mearini è nata nel 1978 e vive a Milano. Lavora per diversi anni per una
compagnia che si occupa di teatro ragazzi. Conosce poi la realtà del disagio
occupando di laboratori in carcere e comunità. Nel 2009 esce il suo primo
romanzo 360 gradi di rabbia, edito da Excelsior 1881 e vincitore del premio
Gaia Mancini; nel 2011 pubblica per Perdisa Pop il romanzo Undicesimo
comandamento, con cui vince ancora il premio Gaia Mancini, vince il premio Unicam
– Università di Camerino, il Premio Perelà 2013 ed è finalista al premio Maria
Teresa di Lascia.
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