In Storia sociale
dell’acqua, Paolo Sorcinelli ci fornisce una prova concreta della ricchezza e
del fascino di un modo di fare storia come storia delle culture. L’acqua,
elemento primario della vita, entrando in contatto con l’uomo assume mille
facce e si impregna di mille significati. Diventa lo specchio delle paure e
delle speranze, della ricchezza, della salute e delle malattie, del
divertimento e del dolore degli essere umani. Il pregio di una storia sociale
alla Les Annales, ma tutta italiana, sta nel fatto che vengono attribuiti
meriti anche agli studiosi del Belpaese. Per esempio possiamo constatare che fu
Paolo Mantegazza (1831-1910), nel suo trattato Igiene dell’amore, a fugare ogni
dubbio in merito ai benefici della pulizia, quindi dell’utilizzo dell’acqua,
durante il periodo mestruale. Oppure si pensi a uno dei primi studi che si
occupa in maniera scientifica delle costruzioni idrauliche fluviali e dei
principi di idrometria: Della natura dei fiumi, 1697 del bolognese Domenico
Guglielmini, che costituirà la “grammatica” dell’architettura e dei periti
d’acque del secolo seguente. Ricostruendo questo rapporto millenario
(attraverso fonti documentarie spesso marginali, opere letterarie, quadri e
illustrazioni) si ricompone la storia delle culture e dell’immaginario
collettivo dell’Occidente. Il saggio non è solo una storia sociale dell’acqua,
ma anche della pulizia, della sessualità, del pudore e dei tabù che hanno
caratterizzato la società nel corso dei secoli. Tra convinzioni mediche,
pregiudizi e superstizioni, uomini e donne hanno cambiato più volte il loro
atteggiamento nei confronti dell’acqua, fra paura e diffidenza, sospetto e
fiducia. Dal capitolo dedicato alle Ninfe e alle divinità marine, all’utilizzo
dell’acqua per gli esorcismi fino alla grande paura del mare, un libro ricco
anche di poesia e di spiritualità. Sorcinelli ci riporta indietro nel tempo,
risalendo dai bagni medievali alle abluzioni del secolo dei Lumi e infine alle
città termali e alla villeggiatura in riva al mare, marcando così le varie
tappe che hanno caratterizzato la progressiva e difficile conquista di un
elemento che rimane sfuggente e ostile e al contempo rasserenante e
indispensabile.
Paolo Sorcinelli, già
professore presso l’Università di Bologna, ha insegnato Storia sociale, Storia
del Risorgimento, Storia moderna, Storia contemporanea, nella stessa Bologna e
nelle sedi decentrate di Ravenna e Rimini. Preside del corso di laurea in Culture
e Tecniche del Costume e della Moda nei primi sei anni della sua istituzione,
ha pubblicato una trentina di libri (fra monografie e curatele) con diverse
case editrici tra cui Franco Angeli, Bruno Mondadori, Laterza, Donzelli, Utet e
altre. Oltre all’insegnamento e alla ricerca, ha partecipato a trasmissioni
nazionali tv e radio. Fra il 1999 e il 2009 ha ricoperto il ruolo di assessore
ai Beni e alle Attività culturali presso l’Amministrazione provinciale di
Pesaro e Urbino. Per Odoya ha pubblicato anche La follia della guerra. Storie
dal manicomio 1940-1950 (2016).
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