venerdì 1 marzo 2019

FilosoficaFactory 01 : dalla Scuola di Mileto ai Presocratici (I Quaderni del Bardo Edizioni per Amazon) a cura di Erika Ranfoni
























“Esiste una città interiore in ciascuno di noi. Uno spazio in cui la pelle e l’anima costruiscono trame di senso insieme agli odori delle cose che tocchiamo e alle parole che abitiamo. Una città con un tetto, come dice Maria Zambrano. Materia che protegge ma anche soglia verso l’infinito. Il tetto chiude, ma su di esso si può anche salire per guardare le stelle, per afferrare il rosso di un tramonto, per farsi ferire da un vento di tramontana, che segna il volto nella sua danza. Una città interiore, che possiamo chiamare anima, mente, ragione, spirito,energia. Il nome non è importante. Importante è sapere che essa abita in noi e noi in essa. L’importante è sapere che c’è una porta che ne segna il confine in questo tempo. La porta è segno tanto di presenza quanto di assenza. Può essere un muro oppure un ponte. La porta della nostra città interiore è il luogo dell’ascolto e dell’accoglienza che offriamo a noi stessi e agli altri. Perimetro di ospitalità delle nostre emozioni, del dolore e dell’imprevisto, dell’ineluttabile e del determinato. Siamo noi stessi forse proprio questa porta? Soglie d’intermezzo tra il silenzio e la parola? Tra il detto e il taciuto? Tra un tu e un io? Non è importante saperlo. La porta si apre solo con una chiave. La chiave è la domanda… Saper domandare, avere voglia di farlo, provarne il desiderio è la forza con cui assume un senso il nostro stare fuori o dentro la nostra città, il nostro prendere e ricevere, accogliere e chiudere, il nostro essere Noi e il nostro essere Io. Questa città io la chiamo Filosofia…spazio di incrocio di domande. Luogo in cui la carne si fa pensiero e desiderio. Tempo unico di cura di tutti i sé possibili che lo sguardo può abitare.” (Erika Ranfoni)

La Filosofia è un lavoro manuale. Lo credo profondamente. Basta intendersi su cosa significhi questo aggettivo. Le nostre mani rappresentano la rivoluzionaria sfida dell’evoluzione. La mano afferra, sente, decide, ferisce, cura. Le mani cui mi riferisco sono quelle dell’anima e della mente. La Filosofia è un gesto che custodisce una manualità operosa, capace di sfidare l’opacità del quotidiano. Siamo nell’era del touch, in una rivoluzione 4.0. Quello che conta è oggi cosa scorriamo con le dita, cosa clicchiamo,quanti likes mettiamo. Ma le nostra dita sanno veramente pensare? Questa è la domanda cui nasce il progetto Filosoficafactory, che con i suoi Books vi propone uno storytelling delle maggiori domande che hanno attraversato la storia del pensiero occidentale. Questo primo book è dedicato alla nascita della manualità filosofica, dalla scuola di Mileto ai Presocratici. Una prima guida per entrare nel vivo dell’hardware e nei processi di formazione di un pensare da filosofo 4.0.

“Eccomi qui. Mi presento: sono Erika Ranfoni, una Filosofessa. Dopo la laurea mi sono abilitata come insegnante e parallelamente mi sono formata come Filosofo Consulente presso l’Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica “Phronesis” e come psicologo junior. Le pratiche filosofiche sono diventate il fulcro di progetti, seminari e laboratori su molteplici tematiche: la filosofia della cura, l’etica della salute, l’estetica del gusto, la consulenza filosofica, la Filosofia e l’industry 4.0. Dopo la nascita della mia Alice “Campanellino” ho sentito il bisogno di cambiare, invertire il passo di una vita professionale che sentivo statica, sedentaria, non autenticamente filosofica. Ho capito che lo stupore è davvero la chiave magica che apre tutte le porte. Così ho rivoluzionato la mia professione e mi sono ricominciata come Filosofessa. Pensare è il mio design e lo metto a disposizione di chi voglia avventurarsi nella scoperta della sua stessa pelle, vita, testa. La mia sede operativa è una FilosoficaFactory, una fabbrica di idee, disegnate e immaginate da tutti coloro che scelgono di ascoltare il suono, il senso e la realtà del proprio pensiero “. (Photo by Frederic Köberl on Unsplash / cura editoriale Valentina Sansò)

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