Una dimensione lirica dove stabili sono solo i punti di partenza, i nervi sono tesi e i sensi all'erta. Il poeta è un io narrante senza talenti che si muove vacuo in una superficie barocca, vuota. È qui che eremita, l'autore disintegra qualsiasi tipo di rapporto e di relazione intima. Persa la dimensione di lotta sociale e di attacco globale, che ha caratterizzato la produzione precedente del poeta, "Dermica per versi" salta l'ostacolo del mondo reale e dei suoi contatti fallaci. Entra in una dimensione asettica, in cui sopravvivono solo, come punti cardinali, pochi oggetti quotidiani. Sono quelli di un alter ego femminile cercato e voluto a deposito di rassegnazione e sconfitta. La catarsi è verbo di solitudine e desolazione stremata. Lo sguardo asettico racconta la realtà di una condizione umana blindata per una scrittura amara, lacerante, lacerata.
Non toccare nulla ti prego
non sfiorarmi nemmeno ti supplico
quel che è rimasto di noi
è un disordinato museo dei tempi andati
dove ho imparato ad attendere
in religioso silenzio ogni tuo cenno
riordinando per ore le spazzole per capelli
i cosmetici, gli orsacchiotti di peluche, la tua biancheria.
Non toccare nulla ti prego
non costringermi a soffocare il mio cuore
a dimenticare quelle grida
cresciute come gonfiori in petto
mentre persino la primavera
ingorda del nostro sangue
divora financo le ombre più nere
e altro non mi resta che toccare
con la punta delle dita una quiete ottusa
all'albeggiare del tuo sorriso.
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