Carissimo Vito Antonio,
inizio a scriverti con qualcosa che ti riguarda...” Aprii le ali/faticosamente/e più mai le chiusi".
Leggendo il tuo libro” Fuori i secondi”sono stata trasportata spesso in un’atmosfera rarefatta dove natura e uomo si identificano a tal punto che occhi azzurri diventano mare , capelli biondi oro del cielo, chiome inebrianti terre dell’Africa.
E poi i ricordi fatti di odori, profumi in cui perdersi per ritrovare luoghi perduti atmosfere dimenticate o volutamente messe da parte . Allora mi chiedo perché certe immagini le cerchiamo e poi con la stessa intensità le perdiamo, perché se appartengono a quello che poi siamo diventati, quando tornano alla mente ci inondano di malinconia. Già, la malinconia ... che spesso sento impadronirsi dei tuoi versi come qualcosa che appare e fugge dinanzi alla tempestività della quotidianità che ci rapisce ma che non ci fa più volare.
Allora perché chiuderle quelle ali, perché quasi vergognarsi di essere un sognatore, uno degli ultimi romantici. La vita si impadronisce di noi e ci trascina nei grandi magazzini, nella giungla del lavoro ,ci porta a guardare in faccia l’ipocrisia, l’odio, l’indifferenza...... ma se le ali le teniamo bene aperte nessuna cosa potrà intaccare “ L’ultimo cielo “.
Ciao!
Paola Scialpi
1 commento:
...tutto vero, Paola cara, tutto vero,
se non fosse che quelle ali
"più mai le chiusi"
e non
"più che mai le chiusi"
e, questo precisato, grazie di cuore della lettura, delle tue parole e del resto...
con stima e affetto
Vito Antonio
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