Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
sabato 30 aprile 2011
Syusy Blady con il suo Patrizio Roversi torna con Misteri per caso edito da Rizzoli
venerdì 29 aprile 2011
L'ultima lettera di Sarah Blake (Mondadori)
giovedì 28 aprile 2011
Un filo d'olio di Simonetta Agnello Hornby (Sellerio)
mercoledì 27 aprile 2011
Media: la versione delle donne. Indagine sul giornalismo al femminile in Italia. Il Saggio Pop di Daniela Gambino (Effequ)
“Se si cercano su internet le parole “giornaliste italiane” appaiono una sequela di titoli come Le dieci giornaliste più belle (la bruna Ilaria D’Amico in testa), Giornaliste tv sogno proibito degli italiani (fonte: Movieplayer) e ancora Giornaliste più sexy delle pornostar, così come sostiene il quotidiano La Stampa in un articolo (frutto di un sondaggio) datato 16 luglio 2007. In ultimo, il numero di ottobre 2010 del mensile Maxim dedica un servizio fotografico al tema Giornaliste a bordo campo: la classifica delle 20 più belle. Ma proseguendo nell’indagine sul web e sostituendo semplicemente la frase precedente con “grandi giornalisti”, dal motore di ricerca vengono fuori titoli e nomi che potremmo dire più ortodossi, su tutti Enzo Biagi.” Marina Terragni, Anna Longo, Raffaella Cosentino, Laura Larcan, Claudia Lovisetto, Daniela Ubaldi, Anna Maria Crispino, Sandra Rizza, donne con storie diverse, età diverse, incarichi diversi, che hanno in comune la professione: sono giornaliste. Da una parte il giornalismo, dall’altra la vita di tutti i giorni, ma come coniugano professione e impegni familiari le firme italiane? In epoca di Rubygate ed escort le giornaliste sono chiamate a scrivere e parlare del corpo delle donne mentre in Italia si torna a parlare di questione femminile e si scende di nuovo in piazza per ribadire diritti che si davano per scontati. Il Saggio Pop Media: la versione delle donne. Indagine sul giornalismo al femminile in Italia, risponde a queste e altre domande. “Forse le giornaliste, in questo momento, sono chiamate più che mai, per il loro ruolo mediatico, a essere il trait d’union fra donne reali e donne rappresentate. Sono chiamate a sommare esigenze professionali e personali, e tornare a discutere di un nuovo modo di affermare e concepire il femminile, chiamate a puntare il dito e sensibilizzare l’opinione pubblica in un contesto che non sembra aver compreso del tutto il massiccio ingresso delle donne nel mondo del lavoro”.
L’autrice: Daniela Gambino ha scritto i romanzi Cosa ti piace di me? (Castelvecchi 2000), Bukowski e babbaluci (Ed. Interculturali) Abbi cura di te (Barbera 2008), il saggio Macho macho, le guide 101 cose da fare in Sicilia almeno una volta nella vita e 101 storie sulla Sicilia che non ti hanno mai raccontato (Newton Compton ed.).
La collana: I Saggi Pop sono volumi tascabili, leggeri nella forma e nel contenuto, ma che non rinunciano alla sostanza, mai banali o superficiali, testi che aiutano a riflettere e offrono risposte immediate, pratiche, curiose sulla storia, il costume e la società. Un'attenzione alla leggerezza, che si riflette anche sul portafogli.
Media: La versione delle donne - Indagine sul giornalismo al femminile in Italia di Daniela Gambino, Effequ, pp.128, euro 7,50
martedì 26 aprile 2011
Ricette del sottopiatto di Marina Pizzi (Besa editrice)
Marina Pizzi è nata a Roma nel 1955, dove tuttora vive. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia, molte delle quali sono state tradotte in persiano, inglese e tedesco. Tra i suoi ultimi libri: Dallo stesso altrove (Roma 2008), L’inchino del predone (Piacenza 2009), Il solicello del bosto (Roma 2010). Attualmente cura sul web i blog di poesiaSconforti di consorte, Brindisi e cipressi, Sorprese del pane nero.
lunedì 25 aprile 2011
Secondo natura. Impariamo a vivere bio di Sveva Sagramola (Mondadori)
domenica 24 aprile 2011
D/battiti fra le righe (AcmeLab) con Luisa Ruggio
sabato 23 aprile 2011
Antonella Falangone espone a Cibus Mazzini
Antonella Falangone, giovane artista originaria di Nardò, specializzata in decorazione presso l’Accademia delle Belle Arti di Lecce, sarà ospite, con le sue opere, a CIBUS MAZZINI, dal Domenica 24 Aprile e fino a Venerdì 29 Aprile 2011, giorno conclusivo della sua mostra vedrà impegnata l’artista in un vernissage aperto al pubblico. Già dalle sue primissime opere, emerge una forte componente cromatica mediata attraverso l’impiego di varie tecniche e sperimentazioni che lentamente ne delineerà un percorso di maturazione espressiva. La costruzione progettuale del disegno preparatorio viene a un certo momento della sua produzione accantonata con l’impiego immediato del colore puro, dove la materia che dà la forma e comanda lo spazio. Tutto varia in ogni istante nel dipinto, sorprendendo anche l’artista, in ogni singolo gesto tutto avanza con veemenza e creatività, il colore ancora una volta domina nelle figure inedite e nella struttura dilatata, senza tempo, in una ricerca spasmodica, emotiva e incessante. Nella serata di venerdì 29 aprile 2011, vernissage e introduzione critica della personale a mia cura con ingresso libero dalle 22.00. Nella stessa serata performance musicale a cura Stefano Pellegrino Trio.
Info: Cibus Mazzini, via Lamarmora, 4 (Piazza Mazzini) - Lecce
Tel. 0832.289501
venerdì 22 aprile 2011
Avevo solo voglia di scrivere di Marianna Iandolo (Edizioni Creativa)
Minerva aveva bisogno di scrivere. Diceva che fosse una voglia, lo diceva perché non poteva capire, non ancora. Poi vide che la vita era un racconto fatto di parole e frasi, di lettere scritte e non sempre spedite. Un lungo racconto popolato da volti, visi, storie. Questa è la storia di Minerva, quasi un romanzo di formazione. Per chi vuole ascoltare.
giovedì 21 aprile 2011
Carla De Angelis A dieci minuti da Urano (poesie di tentata conquista). Pubblicato da Fara editore
Prefazione di Stefano Martello e una suggestione di lettura in postfazione. Segnalato al Premio “Civetta di Minerva”
“Mi vestirei di fiume / per vederti nel cerchio // di un sasso lanciato per sfida”; “Restano incisi quei baci / che strappano la vita”; “Non è la conoscenza è / l’assenza di verità che uccide”… Ci sono periodi della vita in cui Urano (Il cielo, anche con la C maiuscola) è bello ma distante, oppure è tragicamente vicino con le tempeste che costringono o limitano fortemente il nostro cammino. Altre volte è invece vicinissimo, addirittura in noi, perché nelle tempeste ci sono anche i lampi, paurosi sì ma “illuminanti”, folgori che squarciano il buio, aprono la mente, indicano nuove strade. Anche se carica di una tensione trattenuta, razionalizzata, ponderata nel ritmo, nelle immagini, nel suono, la forza di questa raccolta è dirompente: quelle che sembrano dimesse preghiere si rivelano assai simili all’Urlo di Munch; la quiete che a volte la natura e gli affetti sanno infonderci è messa costantemente in gioco dallo sguardo laterale e modernamente leopardiano di Carla De Angelis. Come ben osserva Stefano Martello nella Prefazione: “La poesia di Carla (…) non si attorciglia nella fretta di comunicare qualcosa, ma filtra le tante cose utili e meno utili, ed alla fine, in quelle dieci, quindici parole ritrovi l’essenza.” Sì, questa è un’opera matura, scritta con umiltà e pazienza, ripiena di una saggezza emotiva vissuta, verificata (la bellezza non è mai infatti disgiunta dalla verità) e condivisa. Il lettore è invitato ad immergersi in una poesia asciutta e vibrante, meravigliata e spiazzante: “ti lascio la parte migliore // a me solchi sul volto e nel corpo / a te altro”; “Serro la pazienza fra le dita / in borsa la realtà di un’ombra”.
Nata a Roma nell’ottobre del 1944, Carla De Angelis ha pubblicato i primi versi nel 1962. È Cavaliere al merito della Repubblica Italiana dal 1995. Sue poesie sono presenti in diverse antologie edite da Aletti, da Perrone e da Estroverso. Con Fara ha pubblicato la raccolta di poesie Salutami il mare, il libro dialogato con Stefano Martello Diversità apparenti (i due libri sono stati vincitori e finalisti in vari premi) e, sempre con Martello, a curato il libro di testimonianze Il resto (parziale) della storia. Sue sillogi sono inserite nelle antologie Il silenzio della poesia (2007) e in Poeti profeti? (2008). Altri suoi versi sono stati recentemente pubblicati in Demokratica (Limina Mentis, 2010). Fa parte della redazione di Kolibris, casa editrice di Chiara De Luca.
mercoledì 20 aprile 2011
Sequenza di dolore di Rosa Elisa Giangoia (Fara editore)
«Pagina dopo pagina si dispiega il diario di un dolore vissuto con dignità sapiente, capace di avvertire il fuoco dell’assenza e sentire proprio in quello il segno di una presenza differente tutta da scoprire e ricercare pur nelle nubi di una conoscenza criptata da decifrare nel desiderio e nella speranza che si alimentano reciprocamente. Fino a quando – cogliendo il limite sul lato del visibile, / nella giusta distanza / della compassione e dell’immaginazione – l’amato non si fa misteriosamente inconoscibile, fino a quando lui è ancora e per sempre «tu», ma nella forma dell’assenza. L’accompagnamento si fa muto scambio di comprensione interiore: io ti guardavo / e tu vedevi che io ti guardavo / e io capivo che tu te ne rendevi conto / e io vedevo che tu capivi che io ti guardavo / e io volevo oltrepassare lo sguardo, / finché tu vedesti il ricapitolarsi / del tuo vivere nel suo perdersi / e poi nessuno dei due vide più nulla, / con gli occhi della vita, / più nessun riflesso dei riflessi. In questa manciata di versi densissimi che non lasciano al lettore la clemenza di una pausa, di un respiro, di una lacrima di commozione, accade tutto (…)»
(dalla Prefazione di Antonio Spadaro)
Rosa Elisa Giangoia è insegnante, scrittrice e saggista. Collabora a riviste letterarie e di didattica anche on line. Ha ideato e cura (dal 2001) la newsletter Lettera in Versi nell’ambito del progetto culturale BombaCarta (www.bombacarta.com). Ha pubblicato manuali scolastici, tre romanzi (In compagnia del pensiero, 1994; Fiori di seta, 1989; Il miraggio di Paganini, 2005), un prosimetron (Agiografie floreali, 2004), un saggio di gastronomia letteraria A convito con Dante (2006) e un’edizione delle Bucoliche di Virgilio con annotazioni in latino (Accademia Vivarium Novum, 2008).
Ha realizzato con Laura Guglielmi la collana (10 voll.) Liguria terra di Poesia (1996-2001) e con Margherita Faustini i volumi Sguardi su Genova (2005) e Notte di Natale (2005).
Fa parte di diverse giurie di Premi letterari. Sue poesie sono presenti in numerose antologie. Ha vinto vari premi letterari. È impegnata nella diffusione del Latino con il “metodo-natura” del linguista danese H.H. Ørberg.
"E' troppo duro cercare un cuore caro
sotto la freddezza liscia
del marmo della lastra
e poter lasciare solo un fiore di seta
per dire l'affetto:
consola sentire che le parole più belle
ancora ce le dobbiamo dire"
martedì 19 aprile 2011
La parigina. Guida allo chic di Ines De La Fressange e Sophie Gachet (L'Ippocampo)
lunedì 18 aprile 2011
Volevo essere una gatta morta di Chiara Moscardelli (Einaudi)
domenica 17 aprile 2011
Eliana Eunjoo Park al Paisiello di Lecce oggi per Tramontalba
Oggi 17 aprile (ore 20.30) il Teatro Paisiello di Lecce ospiterà Tramontalba, serata di lirica e poesia organizzata dall’Associazione Culturale Nubes e Lupo Editore in collaborazione con Paul Gilcrist, con il patrocinio del Comune di Lecce e l'intensa attività organizzativa del dott. Gianluca Pasca, uno dei collaboratori personali del Sindaco Paolo Perrone. Un concerto-spettacolo inedito che condurrà il pubblico in un viaggio fatto di musica e parole con brani che attingono a piene mani non solo al repertorio della lirica ma anche a quello popolare. Protagonista della serata è il tenore Salvatore Cordella accompagnato da Eliana Eunjoo Park, soprano coreana al suo debutto e dal poeta e scrittore Pierluigi Mele che leggerà brani tratti dai suoi libri “Ho provato a non somigliarti”, “Tramontalba” e “Da qui tutto è lontano”. Sul palco i maestri Eliseo Castrignanò e Vincenzo Rana curatori degli arrangiamenti, Matteo Spedicato (percussioni), Antonio Mariano (chitarra) e Salvatore Mariano (chitarra).
Tramontalba è anche un’occasione speciale per presentare l’anteprima del tour mondiale Pietro e Lucia - The Requiem for 20th Century, rock-opera in due atti firmata Dusan Rapos e realizzata con il patrocinio del Ministero della Cultura della Russia, in cui Salvatore Cordella è protagonista insieme al soprano Doriana Milazzo. Lo spettacolo, che ha debuttato al Tesla Arena di Praga lo scorso dicembre 2010, è ispirato al romanzo “Pierre et Luce” di Romain Rolland, umanista francese nobel per la letteratura nel 1916. Pietro e Lucia racconta la storia sofferta di due innamorati tragicamente colpiti dal primo conflitto mondiale, una relazione che diventa il pretesto per raccontare una società in cui i contrasti sociali impediscono il fiorire di quell’amore che Rolland definiva “puro”, una storia che è inevitabilmente tragica forse anche a volerla immaginare in assenza di una guerra così cruenta. Nel “Pietro e Lucia” di Dusan Rapos non c’è solo un tentativo di porre le basi per una riflessione sul senso della guerra e più in generale sulla sofferenza dell’uomo ma c’è soprattutto l’anelito alla riconciliazione, al superamento dei conflitti e la speranza in un nuovo millennio di pace. Dopo l’anteprima italiana il tour farà tappa in Russia e da qui toccherà moltissimi teatri europei per poi arrivare in Cina, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e concludersi nel 2012 in Sud America, Stati Uniti e Canada.
(la tournée e tutte le informazioni sull’opera sono visibili sul sito www.pietroelucia.com) Ingresso per invito fino alle 20,15 - Libero dopo le 20,15 fino ad esaurimento posti
giovedì 14 aprile 2011
La voce del ventre di Giovanna Politi (Aletti)
Sono infatti soprattutto le sensazioni del corpo a descrivere la scoperta di un’alterità in ciò che appare più prossimo e scontato. L’amore, gli affetti, la solitudine, la passione, la femminilità sono spesso scoperti con i cinque sensi, sempre pronti a cogliere le vibrazioni tra coscienza e mondo.
Ma se la prima caratteristica di questi scritti è la bella descrizione sensoriale, la seconda è quella di trattare con stile i temi di un’esistenza vissuta con grande intensità. Raccolti nell’arco di tempo di due decenni, i brani sembrano scandire il tempo di una vita intensa, dolorosa, felice. Per questo motivo, la poetica di Giovanna Politi dà la sensazione di essere vera, dove la verità, com’è qui intesa, non può essere detta ma solo mostrata. E così, alla fine, ne vien fuori una poesia che prima accarezza, con la sua attenzione ai sensi, e poi lascia il segno dentro, con una chiusura forte, delegata di solito alle ultime graffianti parole conclusive. Infine, tra i luoghi abitati dalle suggestioni dell’autrice, è il mare a regalare le più profonde introspezioni: nelle parole di Solitudine, tra il rumore delle onde, ognuno può ritrovare un po’ di se stesso. E qui, ad esempio, tra l’empatia suscitata da quelle righe che La Voce del ventre può diventare un canto.
Antonio Alemanno dalla Prefazione
martedì 12 aprile 2011
Un gioco proibito di Nancy Citro (Edizioni Creativa)
Vite che si rincorrono, si perdono e si ritrovano in un complicato intreccio di rinascite, voli interrotti, identità nascoste, misteriose notti di promiscuità e dolore. Sandy, deturpata, umiliata, strappata alla sua infanzia e segnata dal più grande degli orrori tenta di riprendere la sua vita, cercando nell’amore, in tutte le sue forme, anche quelle più perverse, di trovare la forza per potersi guardare allo specchio e finalmente riconoscersi.
Una storia profonda ed intensa, una presa di coscienza, un guardare in faccia una realtà che il più delle volte tentiamo di nascondere, ma che, pagina dopo pagina, viene sviscerata completamente. Giovani anime spezzate, vittime e carnefici delle loro scelte, vivono le loro storie in maniera apparentemente distante. Solo alla fine del romanzo si riuniranno in un crocevia che, tra morte e agghiaccianti consapevolezze, aprirà la strada verso la speranza di poter rinascere. Ancora una volta. (Pag. 173)
sabato 9 aprile 2011
Chiara Fabbri Colabich, Stefania Faccio e Ketty Formaggio per Dylan Dog
Avranno un tocco più delicato, forse... ma non per questo meno micidiale! Stiamo parlando di quello delle mani delle "femmes fatales" che hanno scritto e disegnato le pagine del sesto Dylan Dog Color Fest, in edicola dal 27 aprile. Quattro storie sceneggiate, illustrate, colorate e letterate da autrici che hanno dimostrato di conoscere bene l'inquilino di Craven Road 7 e di saperlo raccontare sotto una luce un po' diversa dal solito: quella che fa risplendere l'"altra metà del cielo". Passando in rassegna i nomi delle "colpevoli" di questa impresa, partiamo da quello di Laura Zuccheri, solitamente a suo agio tra le vie di Garden City in cui si muove Julia e qui in veste di copertinista. Ad aprire le danze con la prima storia dell'albo troviamo Vanna Vinci, che il suo esordio bonelliano lo aveva già fatto ai tempi di Legs Weaver e che ha poi proseguito realizzando numerosi volumi per Kappa Edizioni, dai più intimisti quali "Ombre" ai più divertenti come quelli dedicati alla "Bambina filosofica". È l'autrice sarda ad accompagnarci ne “La villa degli amanti”, un luogo in cui sta per compiersi una terrificante tragedia annunciata. Si prosegue, poi, varcando la soglia de “La camera chiusa”, "costruita" da Rita Porretto & Silvia Mericone e "arredata" grazie alle tavole di Simona Denna, un nome non certo nuovo in Casa Bonelli, avendo disegnato tante storie del mondo del futuro in cui si muovono la già citata Legs e Nathan Never. L'unica veterana di Dylan Dog (e immancabile “madrina” dell’iniziativa) è Paola Barbato, scrittrice di tante memorabili avventure dell'Indagatore dell'Incubo, che ci presenta “La predatrice”, affascinante quanto letale creatura alla quale hanno dato vita le matite di Lola Airaghi, disegnatrice che ha esordito su Legs per poi divenire una delle colonne di Brendon. Una debuttante assoluta nel mondo del fumetto, ma già autrice di un romanzo per ragazzi edito da DeAgostini, è invece Chiara Caccivio che fa vivere a Dylan una spiazzante avventura che lo vede negli insoliti panni di impiegato modello e felice padre di famiglia. “Tagli aziendali”, questo il titolo del racconto, è visualizzato da Valentina Romeo, proveniente dallo staff di Nathan Never. A completare la squadra "in rosa" ci sono le coloriste Chiara Fabbri Colabich, Stefania Faccio e Ketty Formaggio, nonché la nostra bravissima "calligrafa" Marina Sanfelice, per un totale di tredici "dark ladies": tutte impegnate a confezionare un albo per niente tenero, ma inconfondibilmente e fatalmente femminile!
venerdì 8 aprile 2011
Karen Marie Moning. Highlander: amori nel tempo (Leggereditore)
“L’alba sorgeva dall’oceano, oltre le scogliere, con un’impazienza violacea che tingeva le mura di Dalkeith di un color porpora scuro. Nel suo studio, Hawk scrutava la notte filtrare attraverso le porte aperte sul versante occidentale. Lei se ne stava sul ciglio della scogliera, immobile, con la mantella di velluto che svolazzava nel vento. A che cosa pensava, mentre guardava nel vuoto, in direzione del mare? Erano passate settimane da quel giorno alla fucina, settimane rigogliose con giorni fragili e albe delicate, notti vermiglie e temporali estivi. E nei giorni che passavano, quei gioielli delle estati scozzesi, c’erano mille vedute che voleva condividere con lei. Lei era tutta la sua vita. Non aveva modo di tornare da qualunque posto fosse venuta! Lui le avrebbe dato tutto quello che voleva. Tutto, ma lei non doveva lasciarlo. Quello mai. La sua esistenza aveva le sembianze di un inferno dorato e lui non ne trovava l’uscita.”
Per lei supererà le barriere dello spazio e del tempo, perché nulla potrà impedirgli di conquistarla, di stringerla a sé in un abbraccio eterno. Hawk è un predatore leggendario, invincibile sul campo di battaglia quanto nelle camere delle dame di tutto il Regno. Nessuna donna è in grado di ignorarne il fascino, ma mai nessuna è riuscita a scalfire il suo cuore... Fino a che un mago assetato di vendetta trasporta Adrienne de Simone dalla Seattle dei giorni nostri alla Scozia medievale. Prigioniera di un secolo troppo distante da lei, con la sua intraprendenza e i suoi modi diretti, Adrienne diverrà la sfida più ardua che Hawk abbia mai affrontato. E quando i due vengono costretti a sposarsi, Adrienne si ripromette di tenerlo a debita distanza... Ma lui le ha sussurrato che presto non potrà fare a meno di pronunciare il suo nome nel buio della notte, e questa volta lei dovrà ricredersi, perché anche nel più duro dei predatori può celarsi la promessa di una felicità sconfinata. Per assaporarla insieme dovranno vincere le ultime resistenze che stringono i loro cuori.
Karen Marie Moning è nata in Ohio. Dopo aver esercitato per anni la professione di medico legale, ha deciso di intraprendere la carriera dei suoi sogni: quella di scrittrice. Dopo quattro tentativi non andati a buon fine, il romanzo Highlander. Amori nel tempo è stato pubblicato da Bantam, ed è stato nominato a due RITA Award. La sua fortunata serie sugli Highlander ha scalato le classifiche più prestigiose: New York Times, Usa Today, Publishers Weekly. I suoi romanzi hanno ricevuto diversi riconoscimenti ufficiali, e sono stati pubblicati in numerosi Paesi, fra cui Germania, Francia, Inghilterra, Spagna. Romanticismo, suspense e passione, per il primo titolo di una serie che vi farà sognare, scuotendo ogni vostro atomo, dalla prima all’ultima pagina.
giovedì 7 aprile 2011
mercoledì 6 aprile 2011
Un altro finale di Lorenza Caravelli (Edizioni Creativa)
Questo racconto è un viaggio nel passato. L’autrice costruisce la storia scorrendo le tappe di una vita attraverso l’osservazione di sette fotografie, spunto e partenza di un cammino a ritroso nei ricordi, sulle quali si innesta un percorso di fantasia, un’alternativa impossibile eppure cara. Una consolazione, un omaggio.
“UN ALTRO FINALE” è un racconto della memoria. Lorenza Caravelli ricorda e rivisita la vita e la morte di suo padre, guardando indietro con la lente dell’amore e della nostalgia
martedì 5 aprile 2011
Cappuccetto rosso sangue di Sarah Blakey-Cartwright (Mondadori)
lunedì 4 aprile 2011
Fino all'ultimo comma di Ivana Tanzi (Edizioni CFR - poiein)
Le liriche sono caratterizzate anche da una profonda sapienza formale, che non è semplicemente apparato stilistico, ma elemen-to sostanziale del pensiero espresso, per cui le scelte lessicali, in particolare degli aggettivi, la presenza di anafore e sinestesie, l’uso di una struttura metrica apparentemente libera da vincoli, ma rispondente di fatto ad una rigorosa logica interna, fanno di questa raccolta qualcosa di raro e prezioso. E allora l’invito al lettore è quello di lasciarsi avvolgere dalle emozioni, di riflettere sul bello e sulle possibilità di realizzarlo, purché lo si desideri veramente, di vivere questo momento magi-co in una sorta di attesa, finché “il vero s’ eterna levandosi al cielo e si fa musica”. (Elena Signorini)
Sia rigoroso il canto// e fermo// ma carnoso e leggero//come foglia d'acanto,//non quella del tempio,//quella vera che inonda//di verde il sentiero (Norme e raccomandazioni)
domenica 3 aprile 2011
Humus di Lucia Cicchino (Edizioni CFR - Poiein)
ancora muti in luglio.
Ibrida estate.
(Silenzio, p.16 tratta da Humus a cura di Letizia Lanza e Annalisa Macchia, edizioni CFR - Poiein)
Raccolta serena e di grande forza morale, scritta come reazione a una grave malattia. La vita e la bellezza della natura sono il riferimento continuo di un verso semplice ed essenziale.
venerdì 1 aprile 2011
"La Passione di Gesù nell’arte” di Ada Scupola (Libellula Edizioni)
Specchia (Lecce) - Sabato 2 aprile prossimo, alle ore 19.30, nella Sala Convegni di Palazzo Risolo, in Piazza del Popolo, sarà presentato il volume “La Passione di Gesù nell’arte” scritto da Ada Scupola, edito da Libellula Edizioni. All’iniziativa culturale che si svolgerà a cura del Comune di Specchia, della Parrocchia “Presentazione Vergine Maria” di Specchia e della Biblioteca Comunale “G. Salvemini”di Specchia oltre alla stessa autrice, interverranno: Don Stefano ANCORA, Parroco di Specchia, il dr. Giampiero Pizza, assessore comunale alla Cultura, la prof.ssa Antonia Preite, dirigente dell’Istituto Comprensivo I° Polo Tricase e il dr. Alessandro De Giorgi, amministratore di “Libellula Edizioni”. L’animazione sarà proposta dagli alunni dell’Istituto Comprensivo I° Polo di Tricase, guidati dalla prof.ssa Gabriella Marchetti, mentre gli intermezzi musicali saranno a cura del sassofonista Maestro Antonio Maisto e la prof.ssa Lorenza Marra leggerà alcuni brani del libro. La dottoressa Tiziana Cazzato così scrive nella presentazione: “In un breve viaggio attraverso il tempo e l’arte Ada Scupola si propone come guida e offre, con generosità e umiltà, la sua preparazione artistica,la sua grande sensibilità di donna e artista, condividendo le sue emozioni e la sua profonda fede in Dio. Un cammino in cui i nostri occhi e i nostri cuori si fermano a contemplare, rapiti dalla bellezza, le opere in cui Leonardo, Caravaggio, Ocampo, Michelangelo (giusto per citare alcuni nomi) hanno raccontato, guidati dalla mano del Signore, la passione di Gesù, rendendo eterno nell’arte il periodo dell’anno più intenso per un cristiano, che continua a sentirsi partecipe e coinvolto in quei momenti in cui Gesù porta a compimento il più grande atto d’amore. Un piccolo gioiello di arte e poesia, in cui la professoressa Ada Scupola, non risparmia di regalare la sua emozione e quella della sua arte di pittrice e poetessa”.
L'Io Dentro Me di Monica Silva. Intervento di Alessandro Di Giacomo
Mercurio Promozioni, agenzia di comunicazione integrata di Sansepolcro e Kemon, azienda leader nella cosmetica professionale per capelli, organizzano l’ultima innovativa mostra fotografica di Monica Silva, L’io dentro me. Nel borgo di Sansepolcro e nella splendida cornice rinascimentale di Palazzo Pichi Sforza (Sansepolcro) quasi quaranta ritratti di persone, comuni e famose, riprese in due scatti. Soggetti ritratti in atteggiamenti e travestimenti diversi, così Monica Silva riflette sia sulla loro personalità che sui fini stessi della fotografia come arte. Da decenni i critici concordano sulla variazione psicologica che porta con sé il ritratto, e in ognuno bisogna considerare la componente psicologica del soggetto, mai del tutto scevra da condizionamenti. Nessuno riesce ad essere completamente naturale di fronte all’obiettivo, anzi, inconsciamente ogni soggetto si modifica in base all’idea che vuole dare di sé, così come la fotografia, da sempre considerata erroneamente la più asettica tra le arti, si sforza di carpire la realtà profonda del mondo. Ne L’io dentro me Monica Silva sottrae il soggetto alla condizione sociale a cui appartiene per restituirlo al suo Io più intimo e naturale. Se Cindy Sherman e Luigi Ontani si travestono per apparire altro da sé, qui i soggetti camuffandosi mettono invece in evidenza un particolare del loro carattere che non possono o non vogliono mostrare in pubblico. Quello della Silva è un relativismo estetico che sprigiona la personalità liberata dal contesto sociale delle persone e dove, con i suoi scatti, le singolarità dei soggetti annullano la tendenza moderna a sentirsi tutti giovani ed uguali. Volti noti come Nicoletta Mantovani, Dolcenera, Filippa Lagerback, Samuele Bersani, Matteo Becucci, Pia Tuccitto, Fiona May, Veronica Maya ritratti su sfondo bianco e ripresi in due versioni opposte, a mezzo busto, con macchina fissa in studio e il risultato delle trasformazioni proiettato direttamente sui muri di una delle sale della mostra, attraverso una serie di proiezioni video, dove l’ego nascosto dei soggetti prende forma tramite grafiche generative. Una mostra interattiva dove lo spettatore è protagonista diretto dell’allestimento, attivando con i suoi stessi movimenti video e suoni curati dal visual e interaction designer Gianluca Macaluso. “Fino a che punto si è disposti ad apparire per i quindici minuti di warholiana celebrità?”, è la domanda che si pone l’artista. Provare a cogliere la loro anima nascosta sviluppandola in due scatti, la sua risposta. Una mostra che ci dà l’occasione di indagare e rivelare anche il nostro Io, liberandolo dal contesto sociale che quotidianamente ci condiziona. E’ proprio ciò che prova a stimolare nello spettatore Monica Silva: indagare sulla psicologia della persona, scavando e svelando i suoi lati più reconditi. Per l’avanguardia del progetto, la fusione di diversi media e tecnologie, gli stimoli che suscita, L’io dentro me è un geniale allestimento non solo dall’indubbia qualità artistica, ma anche dal profondo contenuto etico-sociale, che ribadisce ancora una volta il forte impegno di Mercurio Promozioni e Kemon per l’arte e la cultura. Grazie a questo sodalizio, Palazzo Pichi Sforza ha ospitato grandi mostre di fotografi come Henri Cartier Bresson, Gianni Berengo Gardin, Elliot Erwitt, Robert Capa e Mercurio inizia ora a scommettere su fotografi emergenti di grande talento quali Monica Silva. (www.monicasilva.it)
Alessandro Di Giacomo