Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
giovedì 30 giugno 2011
mercoledì 29 giugno 2011
Nuotando verso la luna di Luisa Colombo (Youcanprint)
La protagonista, dopo momenti di amarezza e delusione, troverà il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle e di seguire la scia luminosa che la condurrà verso una nuova esistenza, con il conforto di non essere più sola, perchè una nuova vita sta sbocciando nel suo grembo. Un romanzo avvincente, dallo stile agile e fluido, che trascinerà il lettore con colpi di scena fino alla fine, ambientato nella cornice della magica Lisbona, con i suoi squarci mozzafiato, i languori del fado e gli assolati paesaggi dell'oceano portoghese".
martedì 28 giugno 2011
L'anello di ferro di Ornella Albanese (Leggereditore)
lunedì 27 giugno 2011
Katy Perry - Firework
Official music video for Katy Perry's "Firework" off her album 'Teenage Dream'. Director: Dave Meyers. Producers: Robert Bray & Danny Lockwood. On Youtube/Vevo
Get 'Teenage Dream' here: http://bit.ly/kpTDdelEX (explicit) http://bit.ly/kpTDdel (clean)
sabato 25 giugno 2011
Daniela Pispico consiglia Cannes Lions con Marco Cantalamessa
È in corso e terminerà oggi 25 giugno prossimo la 58esima edizione del “Cannes Lions”, Festival Internazionale della Creatività di Cannes, da sempre il più importante e prestigioso concorso pubblicitario al mondo. Basta nominare alcuni dei vincitori delle precedenti edizioni per farsi un’idea dell’importanza del riconoscimento: Ikea, Unilever, Volkswagen, Procter & Gamble, Adidas, Sony Computer Entertainment, BMW AG, Nike, Swatch Group, Sony Corporation e Virgin Group.
Tra le poche presenze per l’Italia segnaliamo, nella shortlist dei primi sette classificati per la categoria MEDIA LIONS/Best Localised Campaign, l’art director Marco Cantalamessa, di origine marchigiana ma salentino d’adozione (nella foto), che riceve questa nomination per la campagna pubblicitaria per il noto marchio di abbigliamento Diesel realizzata come art director dell’agenzia milanese BCube (gruppo Leo Burnett).
La campagna è stata giocata su elementi volutamente legati al territorio; infatti le affissioni che hanno campeggiato in tutta Italia declinavano una storia con slogan dialettali, nessuna regione esclusa. Marco Cantalamessa è attivo a Lecce, dal marzo scorso, insieme all’art director salentina Annalisa Martinucci e al direttore clienti Lorenzo Martinucci, con Rebel Comunicazione, una nuova agenzia pubblicitaria con sede a Lecce. I due direttori creativi, dopo un’importantissima esperienza di più di dieci anni di lavoro presso autorevoli agenzie pubblicitarie milanesi, curando clienti del calibro di Coca-Cola, BMW, Mini, Barilla, Feltrinelli, hanno deciso di creare un progetto proprio, animati dalla voglia di portare tutto il proprio bagaglio tecnico sul territorio salentino. L’agenzia si vuole porre sul mercato come un’alternativa in grado di fornire una consulenza completa e professionale, sempre attenta alle novità di un settore in continua evoluzione. Nel frattempo Cantalamessa, insieme ai suoi soci, si gode il notevole posizionamento al Festival Cannes Lions e spera di essere uno dei vincitori.
Info:
http://www.canneslions.com/work/media/entry.cfm?entryid=20398&award=99
venerdì 24 giugno 2011
Il Uomini da mangiare di Christine Leunens traduzione di Maurizia Balzelli (Meridiano Zero)
Rinchiusa nella dispensa, la piccola Kate fissa con astio le ombre dei prosciutti appesi. Sua madre, un’irascibile vedova lituana, la rinchiude lì per costringerla ad abbandonare la sua innata avversione per il cibo. Nella penombra maleodorante di umidità e cipolle, Kate strizza forte gli occhi finché il buio comincia a respirare e a muoversi come una nuvola di farfalle: le tenebre sono vive, e danzano per lei. Nell’oscurità riesce a sentire il battito del suo cuore e può abbandonarsi a complicate fantasie. La mente di Kate è fervida e impaziente, ma nessuno si preoccupa di rispondere alle sue domande sul mondo, e così lei si crea delle idee tutte sue su quello che gli uomini e le donne fanno quando sono soli. Gli innamorati si mangiano. Affamati gli uni degli altri si staccano morsi di frutti proibiti che crescono sotto i loro vestiti. Per questo Kate ha paura di mangiare. I suoi occhi sgranati una volta hanno visto un uomo e una donna preda della passione: si consumavano a vicenda sulle lenzuola di un letto, come se fosse una tavola apparecchiata. C’è un’intera cosmogonia nel mondo di Kate: forse tutto l’universo è commestibile. Forse mangiare ed essere mangiati è il solo prodigioso modo di perpetrare la vita. Ma è nel giorno della sua prima comunione che tutto le appare finalmente chiaro. Sentendo sciogliersi in bocca quel fragile velo di pane, Kate inizia per la prima volta ad aver fame; proprio quando il suo corpo sta diventando quello di una donna e l’adolescenza la sospinge verso i segreti chiusi nelle bocche degli adulti. Christine Leunens, penna ironica e torrenziale, dà vita a un trasgressivo romanzo di formazione, in cui le metafore dell’inconscio si materializzano, si condensano e restituiscono intatte le nostre tentazioni primordiali.
"— Tu! Mangia!
— Ma non va giù…
— Solo metti in bocca e inghiotti! — urlò mia madre. Mi cacciai in bocca un altro centimetro di banana lebbrosa e pregai perché la smettesse di fissarmi in quel modo. Il boccone raggiunse la riserva stagnante che spostavo da destra a sinistra per convincerla dei miei sforzi.
— E niente castania, per favore.
La castania cui mia madre alludeva era la sacca guanciale dove immagazzinavo gli alimenti indesiderati. Lei mi pizzicò la guancia e la strizzò finché il cibo, ammorbidito dalla saliva, slittò sotto il palato.
— Quanto ci vuole?
— Sto masticando.
— Vuoi che conto fino tre?
Aveva deciso che non c’era niente da masticare. Secondo la sua logica e le leggi della fisica, quel pus da lebbrosi poteva scivolare con facilità lungo qualsiasi piano inclinato. Avrei preferito che al posto del mio tubo digerente ci fosse stato lo scarico del lavandino.
— Uno. Due…
Infilai il dito nella polpa e cominciai a togliere le parti scure e molli che qualcuno aveva avuto la grande idea di paragonare a dei lividi, e intanto facevo del mio meglio per smettere di immaginare che la banana fosse l’avambraccio di Miriam e quelle che rimuovevo le piaghe purulente sotto le sue croste. Quelli che io consideravo lividi, per mia madre erano mangiabilissima polpa. La banana mi fu strappata di mano e se non avessi girato la testa in tempo me la sarei presa in faccia. In meno di una settimana, camminavo dritto quanto un marinaio ubriaco. Andai a lamentarmi da mia madre; lei soppesò le mie gambe e mi disse di mangiare di più. Stavo portando in casa la spesa quando caddi sul vialetto d’ingresso e mi scheggiai un incisivo. Lei mollò papaia, finocchi e pacchi di farina integrale a metà prezzo e corse a controllare le mie vaccinazioni della polio. Il dottore mi premette un bastoncino da ghiacciolo sulla lingua, mi visitò gli occhi e le orecchie con una luce. Mi disse di star ferma e con un arnese molto appuntito estrasse dal mio orecchio una cosa giallastra che a me pareva pus secco.
— Mi spiega come diavolo ci è finita la banana qui dentro?!
Di solito la gente quando si arrabbia strizza gli occhi; il dottor Kreushkin invece li spalancò, mettendo in mostra i bordi rosati delle palpebre inferiori, che mi hanno sempre fatto pensare
al prosciutto.
— Oh, questa bambina fa tutto per non mangiare. Mi farà invecchiare prima di tempo.
Mia madre fece spallucce, poi si riaggiustò il fazzolettino tra i seni. Chissà perché, le gocce di sudore sul labbro le davano meno fastidio. Il dottor Kreushkin abbassò gli occhi su di me con mal celato disgusto. Io increspai il mento e ingoiai il mio amor proprio. Non avevo il permesso di contraddire mia madre, vale a dire che in pratica dovevo mentire."
giovedì 23 giugno 2011
Christine Koschel, Nel Sogno in bilico (Mursia)
È stato pubblicato in questi giorni il volume di Christine Koschel, Nel sogno in bilico, a cura di Amedeo Anelli, per i tipi di Mursia, nella collana Argani diretta da Guido Oldani. La nostra redattrice Christine Koschel è fra i maggiori poeti tedeschi del Secondo Novecento; nel risvolto di copertina Guido Oldani scrive: «Si vive con un dizionario di alcune decine di parole. Tutto al contrario per Christine Koschel; lei sa che il poeta è una piccola isola in un oceano di termini, da cui pescarne pochi, e ad uno ad uno, con la fatica della lenza, usando per esca il proprio animo, perché il cesto si colmi lentamente, apertis verbis, e solo quando occorra veramente. Una poetessa inestricabile dalla sua biografia, il cui lavoro poetico è quasi scambiabile vicendevolmente con la sua persona o personalità, così appartata e il cui parlarne richiede quasi già una certa violazione. L’infanzia della piccola Christine è segnata dalle drammatiche conseguenze della Seconda guerra mondiale. Giovane poetessa, emigrerà in controtendenza, verso sud, a Roma, dove l’amicizia con Ingeborg Bachmann e con Cristina Campo – unitamente alla sua vocazione intrinseca – la terranno al riparo dalla sterile agevolata salotteria e, fino ad oggi, dall’attenzione di troppa editoria. È un «poids égoûtté» la scrittura della Koschel, fra i più significativi poeti del nostro tempo, con anche momenti come di residualità tutta europea dell’esperienza, dove ogni parola in più appesantirebbe vanamente il bagaglio del pellegrinare della poesia. Se dovessi fare qualche eventuale riferimento italiano ai suoi versi, penserei a certi vociani o al riservatissimo Roberto Rebora, nipote del più noto Clemente.Ma si sa, la Koschel ha avuto anche a che fare con il fecondo Gruppo 47, in Germania. Viene a mente allora, per i suoi testi, la delicatezza di un cespuglio invernale; non ha senso ricercarvi una ricchezza floreale. Pure, una gelata improvvisa fa sbocciare, da quei segni di matita, una delicatissima galaverna. Ne viene un imprevedibile giardino di bianco, sia di concretezza che di avvolgente sognabilità».
A portare in italiano i suoi traduttori storici in un’opera corale che dà il senso del lavoro dialogico di ascolto e interrelazione fra culture che il tradurre stesso rappresenta. Le traduzioni intrecciano generazioni di germanisti: Maria Teresa Mandalari, Maura Del Serra, Anita Raja, Silvio Aman, Daniela Marcheschi, Enrico Piccinini, Paola Quadrelli; raccolgono accanto a nuove traduzioni i testi usciti nelle riviste «AC», «Kamen’», “«Poeti e Poesia» ed in altri luoghi.
Christine Koschel è nata a Breslavia, in Slesia, nel 1936. Finiti gli studi ha lavorato a Monaco come aiuto regista teatrale e cinematografico. Nel 1961 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Den Windschädel tragen. Trasferitasi a Roma nel 1965, ha collaborato ad antologie e riviste italiane e internazionali e ha curato con Inge von Weidenbaum l’opera di Ingeborg Bachmann in quattro volumi per la casa editrice Piper di Monaco. Tra le sue raccolte poetiche, Pfahlfuga (con una nota di Ilse Aichinger, 1966), Zeit von der Schaukel zu springen (1975), Das Ende der Taube (1992), Ein mikroskopisch feiner Riss (2002), L’urgenza della luce (a cura e con un saggio introduttivo di Amedeo Anelli, traduzione di Cristina Campo, 2004), Einen Lidschlag offen (2009).
Christine Koschel, Nel Sogno in bilico,
a cura Amedeo Anelli
MURSIA, pp. 66 - € 15,00
mercoledì 22 giugno 2011
Nozze per passione di Francesca Pesce (Youcanprint)
martedì 21 giugno 2011
Loredana De Vitis: viene dal Salento uno dei più bei racconti del 2011
Loredana De Vitis, giovane autrice salentina nata nel 1978, è una delle vincitrici dell’edizione 2011 del concorso Subway Letteratura, dedicato ai racconti inediti. Il racconto della De Vitis, "rossella e andrea. e Rossella e Andrea" (con prefazione di Massimo Cacciapuoti e copertina di Margherita Morotti) insieme ad altri nove racconti vincitori (per un totale di oltre 5 milioni di copie), verrà pubblicato e distribuito gratuitamente presso le fermate della metropolitana delle maggiori città italiane. Subway Letteratura è il concorso che da dieci anni premia il meglio dei racconti italiani under 35. Il premio nasce dieci anni fa da un’idea di Davide Franzini e dell’editor per la narrativa di Garzanti editore, Oliviero Ponte di Pino. Le selezioni e votazioni dei racconti effettuate durante ‘il percorso’ dalla giuria insieme alla formula della pubblicazione e diffusione in tutte le maggiori città d'Italia, fanno di questo concorso un vero e proprio trampolino di lancio e vetrina per giovani autori. Per tutta la durata del concorso, giunto alla sua decima edizione, i racconti inviati vengono sottoposti a una giuria composta da personaggi di spicco e importanti professionalità del mondo della letteratura che, dopo diverse letture e votazioni, giungono alla designazione di una prima rosa di finalisti. È tra questi che verranno scelti i dieci autori, bravi e fortunati, degni di essere pubblicati in un volume di Subway Letteratura. Il tutto, durante il periodo che va da febbraio a giugno di ogni anno, può essere seguito direttamente sul blog di Subway Letteratura. Scrive nella prefazione al volume Massimo Cacciapuoti: “Mai come in questo racconto struttura, o meglio stile, e significato combaciano. In una prospettiva che non cede nulla alla sostanza. Tutto il superfluo si accentra in un gesto liberatorio. Nella precisazione del significato dei segni. Nella parola piena. Nel gesto. Nell’unico abbraccio universale che trasforma la parola scritta, il segno grafico, in vita. Pulsante. Piena. Reale.” Loredana De Vitis sfrutta gli strumenti espressivi della forma-racconto per restituire al lettore uno spaccato autentico della realtà dei rapporti tra uomini e donne. L'autrice trasferisce nel racconto vincitore una continua ricerca stilistica, frutto di un’elaborazione già presente nel suo libro d’esordio “Storie d’amore inventato”, pubblicato sulla piattaforma IlMioLibro, disponibile su Feltrinelli.it. Il libro di racconti della De Vitis vanta tre edizioni in meno di otto mesi dalla sua pubblicazione ed è sicuramente uno dei frutti più interessanti, per quanto riguarda la recente narrativa di marca pugliese.
Info:
www.subway-letteratura.org (per leggere il racconto) "rossella e andrea. e Rossella e Andrea"
lunedì 20 giugno 2011
Luigina Carlucci dirigerà La Feltrinelli Point a Lecce
Da oggi la libreria Icaro chiude i battenti, si trasferisce e assume una nuova insegna per diventare una nuova libreria, rinnovata nel look e nella struttura organizzativa. Oggi la vecchia Icaro diventa una Feltrinelli Point. Al suo interno un ricco assortimento di libri di tutti i generi, di tutte le sigle editoriali, per tutti i gusti e le esigenze, integrato da un reparto dedicato all’home entertainment e da un settore di cartoleria di qualità. La direzione della libreria sarà affidata a Luigina Carlucci, che proseguirà anche l’intensa attività di incontri e presentazioni. La Feltrinelli Point è la nuova insegna del gruppo, che raccoglie librerie in franchising in tutta Italia, offendo a librai-imprenditori già esperti e radicati nel proprio territorio l’insieme di competenze, servizi (dagli ordini speciali per i titoli non direttamente presenti in negozio a tutti i vantaggi della Carta Più Feltrinelli, all’integrazione con il sito di vendita online lafeltrinelli.it) ed economie di scala di una grande catena nazionale. Apre dunque La Feltrinelli Point a Lecce ... ed ha già una sua storia!
Orari di apertura:
Lunedì / Venerdì: 09.00/21.00
Sabato: 09.00/23.00
Domenica: 16.30/23.00
Via Felice Cavallotti 7/a
Telefono 0832331999
domenica 19 giugno 2011
sabato 18 giugno 2011
Nessuno mi crede di Mary Higgins Clark (Sperling & Kupfer)
venerdì 17 giugno 2011
Daniela Pispico consiglia ... Zazoom!
Zazoom qui
giovedì 16 giugno 2011
Lettera d'amore a Bertrand Cantant, di Francesca Mazzucato (Giraldi). Intervento di Nunzio Festa
mercoledì 15 giugno 2011
La guardiana dei pagani di La Guardiana dei Pagani di Rosanna Guaitoli (Youcanprint)
martedì 14 giugno 2011
EroticNotes. Frammenti di Francesca Mazzucato (Delirium edizioni/Youcanprint)
lunedì 13 giugno 2011
Cristina Caiulo dello Studio Aerrekappa e Laura Cinquarla di iGuzzini a "Il Risparmio energetico dai micro ai macrosistemi"
Nuovo appuntamento del Forum Convergenze Possibili con lo Studio AERREKAPPA di Lecce, che si terrà il 16 giugno 2011 alle ore 19.30 presso “Cibus Mazzini” in via Lamarmora 4 a Lecce, e che avrà per titolo “IL RISPARMIO ENERGETICO DAI MICRO AI MACROSISTEMI AMBIENTALI”.
Parteciperanno l’Ing. Laura Cinquarla, Responsabile Formazione di “iGuzzini Illuminazione” dalla sede centrale di Recanati, il Dott. Federico Ambrosanio, Area Manager di “iGuzzini Illuminazione” dalla sede centrale di Recanati, l’Arch. Cristina Caiulo dello Studio AERREKAPPA da Lecce, l’Ing. Stefano Pallara dello Studio AERREKAPPA da Lecce, Vander Tumiatti di Sea Marconi Technologies da Torino. Modererà il Dott. Gianluca Pasca dell’Ass. Kalos Manfredi Pasca da Lecce.
IL FORUM - Il tema del risparmio energetico e della riduzione dell’inquinamento mediante l’utilizzo delle energie rinnovabili è un tema affascinante ma spinoso. Affascinante perché gli elementi con i quali si lavora sono le forze della natura che consentono la nostra vita sulla terra, e che l’uomo sapeva utilizzare con grande maestria e rispetto in epoche passate, ma che oggi sfrutta senza ritegno con le conseguenze ben note. Spinoso perché non basta la parola per essere davvero “sostenibili energeticamente”, non dimentichiamo che anche il metano che brucia nelle nostre caldaie è un prodotto “naturale” ma i residui della sua combustione sono nocivi se emessi in grande quantità e concentrati nell’aria che respiriamo. La stessa cosa si può dire per gli impianti fotovoltaici o per quelli eolici, che sono di forte impatto sul territorio e devono essere progettati con cognizione di causa. Il nostro campo di azione come progettisti si concentra sulla piccola scala come obiettivi e interventi, ma con benefiche ricadute anche su larga scala come effetti. Il nostro impegno in tal senso inizia subito, ancora prima della fase progettuale, con uno studio approfondito delle caratteristiche ambientali nelle quali andiamo ad operare. L’utilizzo di energie pulite e rinnovabili viene attentamente valutato, sia dal punto di vista dell’ottimizzazione sia da quello del risparmio non solo energetico, e il filo conduttore di tutte le nostre scelte è il miglior rapporto qualità-prezzo.
Con soluzioni molto semplici da mettere in opera ma raffinate dal punto di vista progettuale, il nostro contributo al rispetto dell’ambiente comincia dalla nostra casa, dal luogo più prossimo a noi, per poi estendersi al contesto che la circonda in una vera e propria osmosi, mediante un processo che considera la casa un organismo vivente. Infatti anche l’ambiente che ci circonda è la nostra casa, e questo ritrarsi da una dimensione di condivisione collettiva dei problemi, caratteristico dei nostri tempi individualisti, ha provocato la deriva ambientale di cui sperimentiamo ogni giorno gli effetti, con i rifiuti per strada e sulle spiagge, il traffico impazzito, gli eventi climatici stagionali che si trasformano in catastrofi per l’impermeabilizzazione del terreno dovuta alla cementificazione selvaggia, la mistificazione della speculazione edilizia che ci vende la casetta a schiera unifamiliare come autonoma ma ubicata all’interno di un condominio (orizzontale), e così via. Problemi ai quali non si riesce a dare una risposta soddisfacente, a causa senz’altro della indiscutibile complessità del mondo contemporaneo, ma anche perché abbiamo lasciato che la città crescesse liberamente all’interno di una fitta trama di leggi e norme servite solo a fissare i limiti da superare. Purtroppo ad un certo punto è come se la riflessione profonda sulla città e sull’architettura, e sul risparmio energetico in generale, che non si è mai fermata tra gli addetti ai lavori, sia stata amplificata dai media solo su di un piano formale e superficiale.
domenica 12 giugno 2011
Una scommessa per amore di Jennifer Crusie (Leggereditore)
Un romanzo che mescola situazioni comiche al limite delle lacrime, un ex geloso, uno psicologo testardo, la teoria del caos, un gatto estremamente astuto, il tutto condito da una giusta dose di romanticismo. La Kirkus reviews l’ha definito “Irresistibile”. Minerva Dobbs è la nuova Bridget Jones, alle prese con una dolorosa ma necessaria rinuncia ai carboidrati, con l’uomo che aveva accuratamente selezionato per il matrimonio, che decide di mollarla a tre settimane dall’evento, e con una scommessa di cui si ritrova a essere il premio. Attraverso situazioni esilaranti e al limite dell’incredibile, la protagonista ricomporrà i pezzi del suo cuore, accettando la sfida più pericolosa: quella di guardare negli occhi il Vero amore.
“C’era una volta, pensò Minerva Dobbs mentre si trovava in piedi al centro di un chiassoso locale yuppie, un mondo pieno di uomini interessanti. Poi guardò il volto attraente dell’uomo che aveva scelto come accompagnatore per il matrimonio di sua sorella e pensò: Bei tempi andati. «Questa relazione non funziona» disse David. Potrei piantargli questo stuzzicadenti da cocktail nel cuore, pensò Min. Non l’avrebbe fatto, naturalmente. Lo stuzzicadenti era di plastica, e non abbastanza appuntito. Inoltre non è così che si comporta la brava gente nel sud dell’Ohio. Un fucile a canne mozze sarebbe stato più appropriato. «Il motivo lo conosciamo entrambi» proseguì David. Probabilmente non conosceva neanche i motivi della sua arrabbiatura. Magari credeva di comportarsi in modo pacato e maturo. Almeno io so di essere furiosa, pensò Min. Lasciò che la rabbia la pervadesse e le scaldasse il corpo, che era più di quanto David avesse mai ottenuto. Un suono squillante provenne dall’ampio bancone a forma di roulette, situato all’estremità opposta del locale. Un altro punto a sfavore di David: la stava scaricando in un locale a tema. L’Azzardo. Avrebbe dovuto intuirlo dal nome. «Mi dispiace, Min» disse David. Non era vero. Min incrociò le braccia sulla giacca a scacchi grigia, per impedirsi di dargli uno schiaffo. «Tutto questo solo perché ho deciso di non venire a casa tua stasera? È mercoledì. Domani devo lavorare. E anche tu. Il cocktail l’ho pagato io.» «Non si tratta di questo» rispose un offeso David, mostrando la nobile superiorità del bel tenebroso. «Non fai alcuno sforzo per far funzionare le cose, il che vuol dire...». Il che vuol dire che usciamo da due mesi e non sono ancora venuta a letto con te.”
Jennifer Crusie ha scritto 15 romanzi, tradotti in oltre 20 paesi. I suoi libri sono apparsi nelle classifiche di New York Times, USA Today, Publishers Weekly, Wall Street Journal, Bookscan, e Barnes & Noble. Le sue storie esplorano in profondità l’universo femminile, restituendoci una visione poliedrica e in movimento delle donne d’oggi e delle situazioni che affrontano. Con questo romanzo, Una scommessa per amore, esordisce finalmente anche in Italia.
sabato 11 giugno 2011
William. Lascia lei e sposa me! di Barbara Beckam (Fazi)
Mia Monelli è una quindicenne piena di energie e sogni nel cassetto. Il più grande ha un nome: William d’Inghilterra, al quale sente di essere stata predestinata. Quando da internet e dai tabloid giunge la notizia del suo fidanzamento ufficiale con Kate Middleton, Mia si pone un unico, pressante obiettivo: impedire il matrimonio del secolo e incontrare il ragazzo dei suoi sogni. Parte così alla volta del Regno Unito, con un gruppo di amici e una zia incline ad assecondare le sue “follie”, con in testa un piano preciso: incontrare William e convincerlo che è lei la donna della sua vita. Divertente e frizzante, questo Bridget Jones in salsa teen coinvolge il lettore con la sua trama spumeggiante, piena di colpi di scena e situazioni esilaranti per una storia di sogni a occhi aperti e amicizia destinata a lettrici giovanissime in cerca del principe azzurro.
Barbara Beckam per anni ha pensato di sposare Simon Le Bon, ma un giorno ha incontrato il suo vero principe: un ingegnere con centinaia di camicie – rigorosamente azzurre – da stirare. Tra un colpo di ferro e l’altro, Barbara trova il tempo per dedicarsi, oltre che al lavoro, anche alla scrittura e a lunghe chiacchierate con la sorella, sua prima lettrice e fan.
giovedì 9 giugno 2011
Un eremo non è un guscio di lumaca di Adriana Zarri (Einaudi)
«Qualcuno dice che mi sono "ritirata" in un eremo; e io puntualmente reagisco. Un eremo non è un guscio di lumaca, e io non mi ci sono rinchiusa; ho solo scelto di vivere la fraternità in solitudine. E lo preciso puntigliosamente per rispondere all'obiezione che concepisce questa solitudine come un tagliarsi fuori dal contesto comunitario. E invece no. L'isolamento è un tagliarsi fuori ma la solitudine è un vivere dentro». È questo un libro da leggere in silenzio. Con la schiena ben dritta e gli occhi che guardano avanti mentre esplorano il mondo nei suoi dettagli: fiori, piante, frutta, animali. Così tutto ciò che vedi ti parla di sé e insieme di altro, degli altri, di quello che è fuori, diverso e straordinariamente unico. Se ti abbandoni a queste pagine, se le esplori e le ascolti, scopri che le stagioni della natura sono quelle dell'uomo e della vita, di un'età che si compie e si arricchisce ad ogni passo e sguardo. Scopri che una scelta di silenzio contemplativo è un modo per parlare forte e meglio a tutti. Che la solitudine può essere un luogo fecondo di incontro, una condivisione e un dialogo duraturo. Che una gatta (pardon, una micia), può anche scaldarti il cuore e che per difendere e proteggere ciò in cui credi vale ancora la pena di affrontare battaglie e sacrifici. Adriana Zarri, teologa, scrittrice, eremita, donna libera, prima di morire a novantuno anni compiuti, ha condotto tante battaglie e ha appoggiato, anche in aperto contrasto con le posizioni della chiesa cattolica, le iniziative a favore del divorzio e dell'aborto e le discussioni sul celibato del clero. Con la sua voce sottile, eppure vibrante e sicura, ci guida in un mondo antico e nuovo che è poi il nostro. Diverso e nuovo è il modo in cui lei va incontro al mondo. E diverso e nuovo è il modo di dirlo, usando con consapevolezza, e assaporandola, la potenza della parola: una parola meditata a lungo e coccolata, a volte stridente e scomoda, a tratti polemica, ma sempre affascinante e coraggiosa nella sua poetica esattezza. Nelle pagine di Erba della mia erba, pubblicate per la prima volta nel 1981 e qui riproposte, così come negli Altri resoconti di vita, narrazioni nuove e inedite, la propria esperienza di silenzio e di un vivere appartato è raccontata (senza essere mai testimoniata) nel suo farsi concreto, nello scorrere quotidiano e inconsueto di gioie, incontri, speranze e paure. Il proprio eremo, che sia l'amata cascina isolata del Molinasso oppure Cà Sàssino con il suo giardino pieno di rose, è sempre un luogo della vita e dell'anima dove racconto e realtà convivono e si contaminano, dove lo studio e la riflessione sono impastati di vita. E dove l'ospitalità, l'amicizia, la meditazione, la natura, la libertà e il dialogo non possono che essere momenti indispensabili alla vita e alla sua complessa bellezza.
martedì 7 giugno 2011
Ave Mary di Michela Murgia (Einaudi, Stile Libero)
«Immaginiamola questa ragazzina sedicenne che riceve la piú misteriosa delle visite, e si sente dire che presto avrà un figlio. È un annuncio che si fa al padre o allo sposo, invece il messaggero sceglie Maria e Maria sceglie di rispondere. Il Dio che ha rovesciato i potenti dai troni e innalzato gli umili fa di una ragazza la massima complice della salvezza del mondo».
“Dovevo fare i conti con Maria, anche se questo non è un libro sulla Madonna. È un libro su di me, su mia madre, sulle mie amiche e le loro figlie, sulla mia panettiera, la mia maestra e la mia postina. Su tutte le donne che conosco e riconosco. Dentro ci sono le storie di cui siamo figlie e di cui sono figli anche i nostri uomini: quelli che ci vorrebbero belle e silenti, ma soprattutto gli altri. Questo libro è anche per loro, e l'ho scritto con la consapevolezza che da questa storia falsa non esce nessuno se non ci decidiamo a uscirne insieme. (Michela Murgia)
domenica 5 giugno 2011
3096 giorni di Natasha Kampusch (BOMPIANI)
Natascha Kampusch è stata rapita mentre andava a scuola il 2 marzo del 1998, all’età di dieci anni. Il suo aguzzino l’ha tenuta prigioniera nella segreta di una cantina per 3096 giorni. Il 23 agosto 2006 è riuscita a fuggire con le sue forze. Adesso parla per la prima volta apertamente del rapimento, del periodo di prigionia, del suo rapporto con il rapitore e di come sia riuscita a sfuggire all’inferno. “Ora mi sento abbastanza forte per raccontare tutta la storia del mio sequestro.” Quando la mattina del 2 marzo 1998, mentre si reca a scuola, un uomo la trascina in un furgone bianco, il primo pensiero di Natascha Kampusch è che sarebbe morta di lì a poco. Qualche ora più tardi, quella bambina di dieci anni giace sul pavimento freddo di una cantina in una villetta, avvolta in una coperta. Intorno a lei regna l’oscurità più completa, l’aria è stantia e soffocante. In questa segreta di pochi metri quadrati vivrà per i successivi otto anni e mezzo. Wolfgang Priklopil, il rapitore, è l’unica persona alla quale può affidarsi. Lui la picchierà, la umilierà e cercherà di sottometterla. Fino all’estate del 2006, quando Natascha riuscirà a fuggire come ha pianificato dal primo giorno del suo rapimento. Ora Natascha Kampusch si sente abbastanza forte per raccontare quanto le è accaduto. Apertamente e senza filtri parla della sua difficile infanzia, della prigionia, dei maltrattamenti fisici e psichici subiti. Ma descrive anche come abbia imparato, in quella situazione senza via di uscita, a convivere con l’orrore. La storia vera di una ragazza che ha sopportato l’insopportabile, non si è fatta piegare e ha inseguito il suo sogno di libertà, fino a raggiungerlo.
Natascha Kampusch, nata il 17 febbraio 1988 a Vienna, è stata la vittima del rapimento più lungo della storia recente. Nel 2006 ha riconquistato la sua libertà. Da allora cerca di condurre una vita normale. Nella primavera del 2010 si è diplomata. Un best seller mondiale, oltre 1.000.000 di copie vendute a oggi in Europa: oltre 300.000 copie vendute in Germania, oltre 200.000 in Inghilterra e oltre 200.000 in Francia. In corso di pubblicazione in 25 lingue.
sabato 4 giugno 2011
Anna Chiriatti consiglia "Il Paese di dentro" il corso di scrittura creativa di Kurumuny
Sono aperte le iscrizioni, fino al 17 giugno 2011, al CORSO DI SCRITTURA CREATIVA organizzato da Kurumuny Edizioni, che sarà tenuto dallo scrittore e giornalista Antonio Errico. Il corso si struttura in lezioni frontali e laboratori con esercitazioni e momenti di verifica. Il corso è rivolto ad aspiranti scrittori, agli studenti, a chi usa le parole per lavoro o per passione perché «La parola è potente signora: con assai piccolo e inavvertibile corpo realizza imprese degne di un dio». [Gorgia da Leontini.]
Il focus del corso è “IL PAESE DI DENTRO. Raccontare luoghi”. Le lezioni saranno così articolate: un primo incontro di impostazione e conoscenza, della durata di 3 ore. 3 laboratori individuali con invio online al tutor, del materiale elaborato. Un successivo incontro di verifica intermedia della durata di 3 ore. 4 laboratori individuali con invio online al tutor del materiale.
Le lezioni si svolgeranno nella suggestiva cornice di Kurumuny nelle campagne di Martano. Il calendario sarà comunicato ai partecipanti a partire dal 13 Giugno.
Le iscrizioni sono aperte fino all'17 giugno 2011. La pre-iscrizione si effettua compilando l'apposito modulo in formato pdf (disponibile sul sito www.kurumuny.it) e consegnando a mano o anche a mezzo posta presso la nostra sede in via San Pantaleo 12, 73020 Martignano (Le).
I materiali verranno pubblicati su un blog a cura della casa editrice, in forma accessibile ai partecipanti, durante il corso, e poi pubblicamente, permettendo di seguire l’evoluzione del corso da parte di partecipanti e tutor.
venerdì 3 giugno 2011
Confessione di Kanae Minato (Giano editore)
La rivelazione è di quelle agghiaccianti, soprattutto se a farla è una giovane professoressa che ha da poco perso la sua bambina e ad ascoltarla sono i suoi alunni, la classe alla quale Moriguchi Yuko rivolge un discorso di addio: «La mia Manami non è morta accidentalmente; è stata uccisa da qualcuno di voi».
La figlia dell’insegnante di scienze aveva quattro anni quando, un mese prima della fine dell’anno scolastico alla scuola media S, in una cittadina del Giappone, è stata trovata morta nella piscina dell’istituto. A causa di quello che tutti hanno ritenuto un incidente, la madre ha deciso di abbandonare per sempre il suo lavoro. Ma al termine dell’ultimo giorno di scuola, alla classe che ascolta immobile giunge il glaciale annuncio: lí nella I B, presenti in aula, ci sono due assassini.
Freddamente, quasi scientificamente definendoli A e B, la professoressa rende identificabili ai compagni i due ragazzi e rivela la sua scoperta di come essi abbiano premeditato e compiuto l’omicidio di una bambina indifesa. Inoltre, con altrettanta freddezza, l’insegnante comunica la sua decisione: non ha intenzione di denunciare i due assassini alla polizia. Ha invece già messo in atto una personale vendetta, atroce e immediata ma escogitata in modo che le devastanti conseguenze si manifestino lentamente, affinché i giovani criminali abbiano il tempo di pentirsi e trascorrere il resto dei loro giorni sopportando il fardello della colpa di cui si sono macchiati.
Nelle settimane successive, attraverso un diario, un blog, una lettera, appare in tutta la sua spaventosa portata il perché del gesto compiuto da Nao e Shūya, due adolescenti diversi tra loro ma entrambi apparentemente senza problemi. Dietro lo squilibrio psichico e morale dei due ragazzi, emergono le responsabilità delle rispettive famiglie, tra una madre iperprotettiva e una assente, e di una società dove sempre piú il disagio giovanile sfocia in efferati delitti. E ancora, violente e tragiche, affiorano le conseguenze della vendetta subita, non solo e non tanto sul loro fisico, ma soprattutto sul loro già instabile equilibrio interiore. Fino all’erompere di un’imprevedibile e sconvolgente conclusione.
Come un Delitto e castigo contemporaneo, Confessione svela il nichilismo degli adolescenti perduti del Giappone d’oggi, una società nella quale la capacità di agire con distacco, l’autocontrollo sulle proprie emozioni e reazioni, la lucidità nella follia rendono ancor piú inquietante e apocalittico lo smarrimento delle giovani generazioni.
giovedì 2 giugno 2011
L'On.le Giorgia Meloni concede il patrocinio a RECD "A corto di idee" festival europeo dei corti
RECD è secondo numerosi operatori ed esperti del settore, una delle più prestigiose rassegne di cortometraggi e documentari per giovani filmaker in Italia che nasce con l’obiettivo di scoprire, sostenere e promuovere giovani talenti del cinema italiano. RECD "A corto di idee", nasce nel 2007 ad opera di un gruppo di giovani appassionati dell'arte cinematografica. Location della rassegna, è stata da sempre Specchia, comune iscritto nel prestigioso elenco dei Borghi più d'Italia.
PATROCINI. Per l’Edizione 2011 RECD ha ottenuto tre importanti riconoscimenti istituzionali: Il Ministro della Gioventà On.le Giorgia Meloni, la Regione Puglia e l’Apulia Film Commission, hanno concesso il patrocinio per la quarta edizione della Rassegna Europea del Cortometraggio e del Documentario.
RECD, giunta quest'anno alla sua 4° Edizione, ha raccolto dal 2008 un importante numero di opere cinematografica di giovani filmaker italiani ed europei. La selezione è avvenuta grazie al lavoro di esperti ed operatori del settore che hanno fatto parte delle giurie delle varie edizioni della Rassegna.
Un appuntamento dunque di grande valore che ha visto nel corso della sua esistenza (tre edizioni) la selezione, la proiezione, e la promozione di oltre 200 cortometraggi e documentari di giovani registi italiani ed europei.
La 4a edizione della Rassegna Europea del Cortometraggio e del Documentario RECD - ”A corto di idee” si svolgerà a Specchia nei giorni 16, 17 e 18 Agosto 2011, rivolta a giovani filmaker di età compresa tra i 14 e i 35 anni. L'intento è di valorizzare, promuovere e divulgare il Cortometraggio e il Documentario come forme espressive particolarmente valide ed attuali, per sviluppare i linguaggi artistici dei nuovi media, per rispondere alle esigenze di crescita culturale dei giovani registi emergenti che continuano a stupire con il proprio potenziale creativo, e per dare a tutti i Filmaker la maggiore visibilità possibile. Questa edizione non sarà solo un Concorso ma anche un Festival ed una Festa. Mostre fotografiche e di pittura, incontri con autori di libri e con personaggi del mondo del cinema faranno da cornice a questa edizione.
BANDO 2011. Il tema scelto per questa edizione ed al quale ogni autore dovrà attenersi è il seguente: “LE TRADIZIONI”: Raccontare le tradizioni vuol dire parlare delle radici di un popolo, di una terra, vuol dire narrare le sue usanze, i suoi costumi, il suo linguaggio; la tradizione esprime anche cultura, storia, arte. Tradizione come ricordo del passato che non si vuole cancellare o come elemento che può essere modificato? Tradizione vista come qualcosa di statico o come continua trasformazione della cultura?
SCADENZA. L’iscrizione è aperta ai giovani autori (di età compresa tra i 14 e i 35 anni) e scade il 25 Giugno 2011. Ogni opera deve avere una durata massima di 30 minuti. Il bando potrà essere scaricato dal sito www.recd.it.
Ora l’unica cosa da fare è non restare a … corto di idee
Per Info: Sito web: http://www.recd.it - info@recd.it - Telefono: 0039 0833.772652 - Fax: 0039 0833.772652 - Mobile: 333.8856323
mercoledì 1 giugno 2011
Valentina Gravili - La balena nel Tamigi
REGIA E POST-PRODUZIONE:
GIUSEPPE SCARCIGLIA/SERENA GRAVILI
ASSISTENTE DI PRODUZIONE: DANIELA CARROZZO
LUCI: ROBERTO CAIRO/MANUEL
MAKE UP: VALENTINA CARROZZO
E' un video al di fuori dei canoni tradizionali quello che Valentina Gravili ha fatto realizzare per lanciare il suo nuovo singolo e l'album omonimo che lo contiene. Le videostorie della balena nel Tamigi rompono gli schemi del videoclip classico per farsi di volta in volta cortometraggio, teatro, o filmato da videocamera di sorveglianza dove tutto è così reale da apparire,invece,surreale e deformato. Una deformazione dovuta al filtro con cui assistiamo alle scene: il vetro di un acquario esposto nella vetrina di un negozio. Ma la cosa che evidenzia l'assolutà originalita di questo lavoro è il fatto che nelle videostorie la canzone non è quasi mai protagonista ma solo colonna sonora delle immagini che scorrono seguendo un ritmo tutto loro, svincolato da quello del brano