Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
giovedì 31 ottobre 2013
mercoledì 30 ottobre 2013
"Nigredo" libro dell'anno per questo 2013 per l'editore I libri di Emil
Nigredo, di Stefano Delacroix è
il romanzo della collana Composizioni ( I libri di Emil) che ha maggiormente
attirato l'attenzione di lettori e critica nel corso del 2013.
“Si respira, nell'aria, l'aspro
odore della Rivoluzione. Lungo le buie strade di Poitiers, nella Francia
centrale, il lusso ostentato sovrasta la miseria delle genti del popolo. Occhi
iniettati di sangue, assetati di potere, amanti del piacere delle carni, della
gloria”. (Valeria Mingolla – Nuovo Quotidiano di Puglia)
“L’autore offre forbite
descrizioni storiche al lettore che si intrecciano con una trama interessante,
tetra e misteriosa come gli intrugli e le pozioni magiche che si trova a
preparare Vincent perchè vuole diventare un guaritore o come molti del suo
quartiere parigino lo definiscono l’esorcista. Vuole fare il mestiere del
padre, a differenza del padre però guadagnare soldi ingannando poveri bisognosi
d’aiuto e senza speranze con preparazioni di medicine naturali. Insomma un
ciarlatano dei nostri tempi: guaritore di se stesso più che del male, se pur si
professi come Bernardo di Chiaravalle un abile guaritore. Si susseguono episodi
tipici di un romanzo noir e storico con riferimenti senza dubbio coinvolgenti e
attualizzabili nel nostro presente. È singolare ed è apprezzabile la scrittura
di Delacroix colta e mai superficiale nel raccontare il districato destino di
Vincent. Bellissimi i riferimenti a Voltaire, Diderot, Montesquieu - i grandi
illuministi del 700 francesi e a Rousseau che cita spesso richiamando il
concetto di iniquità più che di giustizia e uguaglianza. Eh si è un imperativo
che incombe in “Nigredo”: è l’iniquità della vita e della morte, della povertà
che alberga nei quartieri parigini e nelle morti disumanizzanti di vittime
colpite da malattie dalle quali non si può sfuggire neanche con preparati di
erbe e intrugli che sembravano avvelenassero corpi già martoriati.” (Alessandra
Peluso – Affari Italiani)
Grande successo di critica e di
pubblico per il nuovo libro di Stefano Delacroix dal titolo “Nigredo”edito da I
Libri di Emil.
Il libro - Vincent Fernand
Daudet, guaritore e realizzatore di pozioni della salute, è un uomo dal passato
oscuro, orfano d’arte (il padre era un uomo ‘vissuto pericolosamente’ a metà
tra la medicina e l’alchimia esoterica), trafugatore di cadaveri, frequentatore
di bettole, avvezzo a miasmi e sollazzi nei postriboli di una Parigi mefitica e
pestilenziale, salvatore di fanciulle pudiche, amante di donne fedifraghe,
amico di ladri e impostori. Il destino che Vincent ha cucito addosso è quello
iniziatico dell’alchimia e dei sentieri esoterici dello spirito. Uno spirito
che combina elementi di chimica, fisica, astrologia, medicina, misticismo e
religione. L’obiettivo del protagonista è la conquista dell’onniscienza e la
creazione di un rimedio a tutte le malattie. E la vita eterna…”
L’autore - Stefano Delacroix è
nato a Taranto nell’agosto del 1966, da genitori leccesi. Dopo una lunga
militanza giovanile con la band The Act, prodotto da Mimmo Locasciulli pubblica
tra il ’94 e il ’97 due album solisti, Ribelli e La Legge Non Vale (ed. Hobo,
distribuzione Sony Music). Dedicatosi alla letteratura, pubblica nel 2007
Peristalsi (ed. Il Foglio) e La Memoria del Mare (ed. La Riflessione), nel 2009
Il Sesto (Lupo Editore), raccolta di racconti noir uscita in seconda edizione
nel 2012.
Info
I libri di Emil
martedì 29 ottobre 2013
RADICAL CHIC DI MINO DE SANTIS NELLA NUOVA COMPILATION REALIZZATA DA PUGLIA SOUNDS E XL DI REPUBBLICA
In uscita giovedì 31 ottobre in
allegato a XL di Repubblica - Il brano “Radical Chic” di Mino De Santis, tratto
dal suo recentissimo album “Muddhriche”, edito da Ululati, etichetta
discografica di Lupo Editore, è stato selezionato per la nuova compilation
realizzata da Puglia Sounds e XL di Repubblica, che sarà in edicola giovedì 31
ottobre in allegato gratuito al numero di novembre 2013 della rivista musicale.
La compilation, distribuita in tutte le edicole italiane, contiene 17 brani
selezionati da Luca Valtorta, direttore di XL, tratti da dischi di artisti
pugliesi pubblicati negli ultimi 12 mesi. La scelta di “Radical Chic” non è
casuale, infatti, il brano si caratterizza per un testo dai tratti ironici e
pungenti, nel quale il cantautore salentino non esita a mettere alla berlina un
certo intellettualismo sterile, che a volte caratterizza una certa sinistra.
Emerge così una critica, senza mezzi termini, a quanti “uomini e donne liberi
dal bisogno, con le spalle sempre coperte da papà”, “gente distinta e raffinata/figli di una
sinistra acculturata/che mangia, parla, beve, scrive e fa opinione ma aspetta
il popolo per la rivoluzione” disquisendo per ore “sui mali della terra, sulla
miseria, sulla povertà”, come della “Palestina, la vivisezione, e poi il
buddismo la contro religione. L’islam, la pace, i clandestini”, ed immancabile
“poi la buona cucina”. “Radical Chic” è un esempio, dunque, di come il
songwriting di Mino De Santis, partendo dalle radici della cultura salentina,
si sia aperto verso un immaginario poetico e critico orientato verso temi di
rilevanza sociale e politica.
Muddhriche, il disco
“Chi si nutrirà di queste
muddhriche, che lascio qui? Non sono gli avanzi, non sono gli scarti della
vita, queste note. Sono il dono di chi mi ha cresciuto, mi ha allevato, mi ha
librato nell’aria. “T’aggiu crisciutu cu lu pane e senza pane, muddhrica
muddrica. Ti ho tirato su con tutto lo zelo possibile”. Risuona ancora nelle
mie orecchie. Perché queste sono le briciole, ma sono anche il mio nutrimento, sono
ciò che mi ha insegnato ad accontentarmi e godere delle cose piccole e belle.
Come gli uccelli, che vivono un’esistenza intera appagati dai manuzzuli, così
ho imparato a far tesoro di quello che la storia mi ha voluto regalare. Ci
hanno lasciato le briciole, dice qualcuno, ma noi, uomini del sud, tanimu lu
coriu tostu e de le muddhriche nde facimu pane”. Mino De Santis
Ogni qual volta si ascolta Mino
De Santis, si hanno ben chiare le sue radici, la sua storia, le origini
musicali e i suoi ascolti al juke box. La voce e l'ironia amara di De Andrè, ma
anche l'impegno di Stefano Rosso o la compostezza di Paolo Conte. Ma per non
abbandonarsi a facili semplificazioni, bisogna fermarsi un attimo e rimettere
play.
Mino De Santis è a tutti gli
effetti un fuoriclasse, unico nel suo genere perché ama ancora raccontare e lo
fa come potrebbe fare un fotografo con le sue istantanee, un pittore
impressionista nel fermare tutto su una tela o il saggio del paese nel riferire
vizi e virtù della sua gente. Con dovizia e ironia.
Anche in questo terzo album
"Muddhriche" prodotto dall'etichetta Ululati (Lupo Editore) si
raccolgono piccoli momenti di vita quotidiana, come fossero proprio molliche
minute ed essenziali, messe insieme per farne pane e nutrimento. Ci sono le "macchiette",
i personaggi del paese: "Lu prete" scaltro e smaliziato o la "La
bizoca e la svergognata", apparentemente diverse ma "le stesse e
l'hanno sempre saputo".
C'è la bellezza e la malinconia
degli "Anni" passati tra casa, chiesa e sogni di libertà ma anche il
sud amaro dei "Pezzenti"(feat. Nando Popu / Sud Sound System), quegli
immigrati trattati come animali tra "patruni e capurali", senza
diritti o assistenza, pagati venti euro alla giornata me definiti lo stesso
invasori.
E tra mandolino e fisarmonica, si
continua a raccontare di quei "Radical chic", quelli bravi a dare
definizioni, che hanno così poco da dire ma tanto da parlare.
A poco a poco le
"Muddhriche" compongono il quadro di un uomo che, come ben
rappresentato dalla copertina del disco, dall'alto, osserva, riconosce, cerca
di individuare quelle briciole, le piccole cose che continuano a dargli
godimento. È un carnevale di personaggi e situazioni, dove si respira a pieni
polmoni l'aria scanzonata di un bonaccio che ama quello che compone perché è il
suo modo di continuare a credere al sogno di anarchia.
Tracklist
1.Anni - 2. Fiche cu le mendule - 3. Radical chic - 4. Sutta ‘na
chianta te chiapperu - 5. Lu preute - 6. Porta verde - 7. La pizzoca e la
sbergugnata - 8. Ieu fazzu gezz - 9. Certi culi - 10. Pezzenti (feat. Nandu
Popu) 11.Arbulu te ulie (bonus track)
Mino De Santis, note biografiche
Mino De Santis - La poesia di
Fabrizio De Andrè, il ritmo di Paolo Conte, l’ironia “eretica” di Giorgio
Gaber, il racconto disincantato di Stefano Rosso, una passione per la big band
alla Renzo Arbore. Tutto questo in un solo cantautore: Mino De Santis. Molti di
voi si stanno chiedendo certo chi sia
mai costui. I programmi televisivi non lo ospitano e le radio commerciali
nazionali non trasmettono le sue canzoni
eppure stiamo parlando di un artista di valore eccezionale. Quando si racconta
la biografia di un artista spesso si comincia dicendo “da giovane fece il
minatore”, come Tom Jones, oppure “ha lavorato in fabbrica”, per Mino De Santis
bisogna usare ancora il presente indicativo e dire: quando non fa concerti fa
l’imbianchino oppure il contadino, accettando un po’ tutti i lavori che ha
sempre fatto per vivere. Mino non è un ragazzino, è un quarantenne che ha
sempre scritto canzoni principalmente per se stesso, per i suoi amici, per quel
irrefrenabile bisogno di “raccontare la vita” che ogni vero artista sente
bruciare dentro. Solo 3 anni fa fa ha
prodotto il suo primo cd “scarcagnizzu”, venduto solo attraverso i suoi
concerti, passato di mano in mano mentre le sue canzoni era possibile
ascoltarle su you tube. A distanza di un
anno nel 2012 esce l'album
"Caminante" accompagnato dal
videoclip di 8 minuti ( quasi un corto) "Lu ccumpagnamentu" diretto
dal Regista Gianni De Blasi. A luglio 2013 esce "Muddriche" ed è la
seconda produzione della nuova etichetta "Ululati" di Lupo editore,
anche in questo caso è stato prodotto un videoclip con la partecipazione di
Alessandro Haber e Nandu Popu dei Sud Soun System per il singolo "pezzenti"
.
Un florilegio critico
“Un artista da seguire…”
(Vincenzo Mollica, DoReCiackGulp! RaiUno)
“E’ un carnevale di personaggi e
situazioni, dove si respira a pieni polmoni l’aria scanzonata di un bonaccio
che ama quello che compone perché è il suo modo di continuare a credere al
sogno di anarchia” (Raffaella De Donato)
“Allo sguardo di De Santis nulla
sfugge, non un gesto, non una parola” (Raffaele Gorgoni, Tg3)
“Mino De Santis si fa notare per
la sua verve ironica, da Gaber saletino” (Tommaso Ricci, Tg2)
“Attraversarsi le note come
spettatore disincantato tra parole abusate e “tipi” di ogni giorno. Cerchi una
briciola che nutra e la trovi nelle parole-musica, nei treni in partenza, nei
colori di un fiore antico, nella voce calda, in un amore” (Sandrina Schito)
"Il Salento trova nuove
parole, quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per
tener desto l'animo e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e
fa riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero.
(Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che
il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che
arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella
memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e
Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di
canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida
prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un
linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato,
rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con
il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la
chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un
materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca)
Autoironico e impietoso … lo
definirei un "verista" per come descrive la realtà sociale e
soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la
realtà e di declinarla in versi. E' un sognatore ingenuo e intellettualmente
onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha
l'anima libera e resta anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una
singolare genialità, un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi
accomodante musicalità "popolare" oggi cosi volgarmente e
insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis)
LUPO EDITORE
Via Monteroni Esterna, CP 93
73043 Copertino (Le)
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lunedì 28 ottobre 2013
domenica 27 ottobre 2013
Fucine Letterarie, in collaborazione con la Libreria Il Ghigno di Isa de Marco e Nicola Rotondella presenta oggi “Corde” (Lupo Editore) di Dario Bellucco
Fucine Letterarie, in
collaborazione con la Libreria Il Ghigno di Isa de Marco e Nicola Rotondella,
presenta, Domenica 27 Ottobre 2013 alle ore 19.00, “Corde” (Lupo Editore), il
primogenito del giovanissimo e talentuoso Dario Bellucco, una raccolta di
racconti degna di rappresentare con alta qualità letteraria un ambito
antropologico: quello dei ventenni italiani, presso la libreria Il Ghigno sita
in via Salepico n.47 a Molfetta. L’azione letteraria sarà curata da Roberta
Dalessandro.
Dario Bellucco è nato il 30 gennaio del 1992 a Taranto. Dopo una
breve esperienza bolognese, scrive alcuni di questi racconti. Attualmente vive
a Lecce, dove studia Lettere e Filosofia. È autore della collana Incipio, curata
da Michelangelo Zizzi per Lupo Editore, nella quale confluiscono i migliori
autori dei corsi di scrittura creativa tenuti da Fucine Letterarie in tutta la
Puglia.
“Corde” è un libro sommosso e
inquieto, ma anche di serena ambizione: quella di trovare tra scene di
comparaggio, festini, consumo di alcol e droga, il significato di una lealtà
umana e di una affettività che sia ignara di ogni broglio retorico.
Con elaborato e già prezioso
stile letterario, sebbene asciutto, visivo e certamente cinematografico, sono
passate in rassegna tutte le pose e le modalità di una gioventù viziata e
speranzosa insieme, alla ricerca dell’amore e disillusa dalla generazione dei
padri e dal mondo in generale. Come nel campo d’agone o nel ring, i racconti,
per quanto difformi, rimandano all’unica evenienza della richiesta di senso e
di riconoscimento. Difatti i 14 racconti narrano, su base esperienziale e per
nulla funzionale, quelle che sono le aspirazioni alla felicità di una gioventù
che vede bruciati gli idoli delle ideologie politiche e delle grandi tradizioni
sacrali.
Opportunità di lavoro
Opportunità di lavoro -
Multinazionale americana cerca personale da formare e inserire nel proprio
organico come distributore dei suoi prodotti. Offresi provviggioni e ottime
possibilità di carriera. E' richiesta esperienza professionale maturata nel
settore medico-sanitario e del benessere. Contattare solo se interessati
Per info
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sabato 26 ottobre 2013
IL LIBRO DELL’AMORE PROIBITO DI MARIO DESIATI (MONDADORI). In libreria!
Francesco, detto Veleno, timido e
solitario, fino ai quattordici anni è vissuto immaginando vite eroiche e
ammirando i coetanei più intraprendenti. Il suo universo quotidiano, nel paese
pugliese dove vive, è quello della scuola, con regole e muri che sembrano fatti
per essere invalicabili, non certo per nascondere gioie proibite. Fino
all’incontro con Donatella Telesca, professoressa di Educazione tecnica. Lei ha
il doppio degli anni di Veleno, eppure veste in modo più simile a lui e ai suoi
amici Mimmo e Nappi che alle altre insegnanti. Ha la pelle candida, ma nasconde
un’ombra che agisce come una calamita sui suoi giovani allievi, siede tra i
banchi, ascolta i ragazzi, li guarda come nessuno ha mai fatto prima. Nasce
un’attrazione irresistibile, destinata a essere scoperta nel clamore dello
scandalo. Veleno scopre allora una solitudine più profonda, l’isolamento di chi
supera la linea d’ombra dei sentimenti leciti, e contro la famiglia, contro la
norma che gli impedisce di amare, costruisce il suo onore, il futuro, la sua
legge che non umilia né separa. Veleno saprà aspettare, costruirà tutto intorno
al silenzio dell’attesa, e con gli occhi rinnovati dal desiderio si accorgerà
di essere circondato da amori che sono tali proprio perché proibiti... Scritto
per frammenti affilati come gli spigoli d’ombra che si stagliano nel sole del
Sud, rapsodico ed emozionante come la memoria di una stagione perduta, Il libro
dell’amore proibito è un romanzo sul desiderio, sugli amori impossibili e la
cieca, folle fedeltà a un sentimento che non ha barriere
MARIO DESIATI (1977), è cresciuto
a Martina Franca e vive a Roma. Ha pubblicato la raccolta di poesie Le luci
gialle della contraerea (Lietocolle 2004, Premio Viareggio per l'opera prima).
Come narratore ha esordito nel 2003 con Neppure quando è notte (peQuod) e ha
pubblicato in seguito, con Mondadori, Vita precaria e amore eterno (2006), Il
paese delle spose infelici (2008) e Ternitti (2011, finalista Premio Strega).
COLLANA Omnibus italiani
PAGINE 200
PREZZO 17,50 euro
venerdì 25 ottobre 2013
AMORE E MARCHETTE di Massimo DONNO alla Feltrinelli Point di Lecce il 27 ottobre 2013
Libreria Feltrinelli Point Lecce - Via
Cavallotti 7/a – Lecce, domenica 27 ottobre 2013, Start ore 19,00
Nelle undici tracce che
compongono l'esordio di Massimo Donno c'è il segno di un cantautore che conosce
la materia umana, e che ama mescolare l'ironia e la poesia alla quotidianità
surreale dell'amore, fino a includere non solo le atmosfere - in un dialogo
costante - ma anche le voci del passato prossimo di Pier Paolo Pasolini (nel
brano "Tango") o del grande Alberto Sordi (in "Bologna A.D.
2012"), mescolandole al presente delle sue suggestioni autobiografiche,
come fa ad esempio nella traccia dal titolo "Il mio compleanno". Un
cantautore, Massimo Donno, che non ha paura di guardarsi e, soprattutto,
guardarci dentro con il ritmo di una musica leggera e ironica. "Amore e
marchette", nuova produzione dell'etichetta Ululati, vanta, tra le
collaborazioni di eccellenza, quelle con Massimo Geri (presente anche nel video
del singolo "Amore e Marchette", realizzato dal talentuoso regista
Gianni De Blasi), Nilza Costa (nel brano "Il bianco ed il nero") e
Guido Sodo, nel brano intitolato "La colpa".
"Massimo Donno è un gatto
che salta sui tetti della canzone d'autore italiana prendendosene la parte più
nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista per poi graffiarci quando
meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le parole tra surrealismo e
neorealismo. E' una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo un bacio e
uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su fragili
vascelli" Oliviero Malaspina
Info
IL GIOCO DELL’INGANNO di Adele Vieri Castellano (Leggereditore). In libreria dal 31 ottobre - €10 (ebook – data da definirsi)
Venezia, 1796. Lorenza, la
giovane figlia del barone Marianin, sa che la attende un matrimonio senza amore
e vuole concedersi un’ultima giornata di libertà tra le calli invase dalla
folla colorata e festante del Carnevale. Bellissima e spavalda, non sa che la
frenesia e la confusione nascondono grandi pericoli per una ragazza sola e sta
per essere vittima della violenza di due uomini mascherati. Ma in suo soccorso
arriva la più fosca e sinistra delle maschere: la baùta. Chiunque si nasconda
dietro quel volto di cartapesta, ha negli occhi e nella voce il fascino della
notte che è insieme rifugio dei briganti e covo delle stelle. Aristocratico o
spia, la baùta non vuole rivelare il suo nome, trincerandosi dietro la sua
fermezza elegante e decisa. Lorenza sa che non riuscirà a dimenticarlo, senza
immaginare che poco tempo la separa dall’incontrarlo di nuovo… L’uomo
misterioso è un’ombra tra le ombre che si muovono nella fitta rete di inganni
della politica veneziana, in cui Lorenza sarà presto coinvolta in un crescendo
di rivelazioni fatali e infuocata passione.
giovedì 24 ottobre 2013
Anima Sarda, linguaggi della scrittura e della creatività Libri, spettacoli, laboratori per le scuole e un convegno finale Tra proposte e speranze, gli editori sardi alla XIII Mostra del libro di Macomer
Ventisei presentazioni di libri, tre spettacoli,
quattro film, laboratori, incontri per le scuole e un convegno finale. La
sintesi della presenza Aes alla Mostra del libro, che si aprirà a Macomer il
prossimo 23 ottobre, è in questi dati significativi che rimarcano l’importanza
del ruolo rivestito dagli editori sardi nell’ambito di un evento che presenta
ogni anno l’eccellenza del panorama editoriale sardo.
L’Associazione
editori sardi, presieduta da Simonetta Castia, sarà in mostra in rappresentanza
di trentaquattro case editrici che,
in collaborazione con l’Alsi (Associazione librai sardi indipendenti), Il
Centro servizi culturali e il Comune di Macomer, hanno allestito un bel
cartellone di appuntamenti per una cinque giorni che si preannuncia
particolarmente ricca.
La location
principale, divenuta da anni sede della Mostra, dopo un’attenta operazione di
restyling, sarà l’area delle ex Caserme Mura: in particolare, il padiglione Filigosa,
ospiterà gli incontri con gli autori, i dibattiti, gli spettacoli e i film.
I laboratori per
bambini, adulti e gli incontri con le scuole, invece, avranno una dislocazione
diversa, distribuita tra le scuole della città, gli spazi della biblioteca
comunale e il padiglione Tamuli, che ospiterà l’esposizione
libraria delle 34 case editrici.
C’è da dire
subito che l’evento di Macomer, giunto alla tredicesima edizione, prosegue
idealmente l’azione progettuale portata avanti dall’Aes negli ultimi anni.
Già il tema
della Mostra, “Anima Sarda. Linguaggi della scrittura e della creatività”,
evidenzia l’esistenza di un filo conduttore che riporta, in terra sarda, le
esperienze ispiratrici della partecipazione AES all’ultimo Salone
Internazionale del Libro nei contenuti e nella definizione di una rete di
azioni che aveva coinvolto, in modo dinamico, diverse realtà operanti nel mondo
del libro e della cultura del territorio. Logica che si è tentato di far
prevalere anche a Macomer, con proposte culturali forti esito di condivisioni.
Il titolo del tema di questa edizione
allude alle potenzialità catartiche dei libri e di tutti i linguaggi della
creatività compresi a pieno titolo nel variegato mondo dell’editoria globale:
dai saperi delle “scritture” identitarie antiche, alla “non scrittura” “dei
libri a cielo aperto”, dalla poesia estemporanea agli audiolibri fino alla
lettura ad alta voce.
In apertura, il
23 ottobre, la terza edizione del premio internazionale per l’illustrazione
“Ennio Zedda” a cura del Centro internazionale del fumetto di Cagliari, in
collaborazione tra l’Aes, il Comune di Macomer e l’Alsi.
Le ultime novità
editoriali saranno presentate nelle sezioni previste dal programma Tra
isola e mondo, luogo ideale in cui i lettori avranno l’opportunità di
incontrare gli autori e assistere ai dibattiti incentrati sulle opere in cartellone.
Ricca anche la
sezione degli spettacoli: in evidenza Anima Sarda, viaggio emozionale alla
scoperta della vera anima sarda nei libri e nell’oralità estemporanea, con
Sante Maurizi, Battista Giordano e i poeti estemporanei della Sardegna, Nicola
Farina e Salvatore Scanu.
Il confronto tra
l’isola e le altre realtà sarà invece il focus di Cari autori vicini e lontani,
un cartellone di incontri, allestito con l’intento di proporre un confronto tra
le realtà editoriali sarde e quelle della penisola, con il progetto “I libri
aiutano a leggere il mondo”, IV edizione 2013, a cura
dell’associazione Malik, attivo
sodalizio, che opera tra Gavoi e Cagliari, composto da giovani donne e la
partecipazione dell’autore fantasy Francesco Falconi.
Oltre agli
incontri e ai laboratori con le scuole, per la sezione Adotta un libro sardo, si segnala, tra le attività
collaterali, in particolare, quello dedicato alla panificazione tradizionale,
intitolato “Pane e libri”, coordinato da Luisa Monne.
Ampio spazio al cinema con Cineforum sardo (allestimento
di una mini rassegna cinematografica dedicata agli scenari e ai paesaggi sardi)
e la proiezione per le scuole dei film “Treulababbu” di Simone Contu, e
“Rapsodia sarda” di Remo Branca e Gibba (Francesco Maurizio Guido) con dibattiti
finali affidati, rispettivamente, al regista Simone Contu e all’editore Dario
Maiore.
In chiusura di manifestazione, la domenica
mattina, 27 ottobre, proiezione del filmato “Cagliari e la guerra”, a cura
della società “Umanitaria Sassari” e, la sera, la proiezione del film muto
“Cenere”, con commento musicale dal vivo di Gesuino Deiana e di Michael Heupel.
Grande attesa
per il convegno finale: Oltre i festival. Cultura,
comunità, territorio: nuove idee e nuovi progetti per affrontare la crisi,
che vedrà il confronto tra la sociologa Antonietta
Mazzette (Università di Sassari), Cristiano
Erriu, presidente dell’Anci nonché sindaco di Santadi, Dolores Lai, assessore alle Culture del Comune di Sassari, Dolores Melis, direttore della
Mediateca del Mediterraneo, Rita Marras (libreria
Odradek Sassari), Tiziana Marranci
(libreria Messaggerie sarde Sassari), gli editori Mario Argiolas (Cuec), membro del direttivo Aes e Carlo Delfino, editore associato Aes.
Introduce Simonetta Castia,
presidente dell’Associazione editori sardi, coordina il giornalista Vito Biolchini.
Di seguito,
l’elenco degli editori presenti alla XIII Mostra del Libro in Sardegna -
Macomer 23/27 ottobre 2013 Anima sarda. Linguaggi della scrittura e
della creatività
1. Aipsa – Cagliari
2. Alfa Editrice – Quartu S.
Elena
3. Am&D – Cagliari
4. Angelica Editore – Tissi
5. Arkadia – Cagliari
6. Carlo Delfino Editore –
Sassari
7. Condaghes – Cagliari
8. Cuec Editrice – Cagliari
9. Domus de Janas – Selargius
10. Edes – Sassari
11. Edizioni della Torre –
Cagliari
12. Edizioni Enrico Spanu –
Cagliari
13. Edizioni Fiore – San Gavino
Monreale
14. Edizioni Sole – Cagliari
15. Fabula Editore – Cagliari
16. Phileas – Aggius
17. G. C. Edizioni – Quartu
S. Elena
18. Grafica del Parteolla –
Dolianova
19. Ilisso – Nuoro
20. Imago Multimedia – Nuoro
21. Il Maestrale – Nuoro
22. Iris – Oliena
23. Iskra Edizioni – Ghilarza
24. Magnum Edizioni – Sassari
25. Mediando – Sassari
26. Paolo Sorba Editore – La
Maddalena
27. Papiros – Nuoro
28. PTM – Mogoro
29. Scuola Sarda Editrice –
Cagliari
30. Soter Editrice – Villanova
Monteleone
31. Taphros – Olbia
32. Tema – Cagliari
33. Voltalacarta Editrici –
Sassari
34. Zenìa Editrice – Nuoro
Ufficio Stampa
Antonio Meloni
349.1334965
mercoledì 23 ottobre 2013
martedì 22 ottobre 2013
lunedì 21 ottobre 2013
domenica 20 ottobre 2013
Massimo Sicoli al Road Show 2013 di Sharp
La storia di Copy Center (oggi Sicoli srl)
comincia nel 1980 quando Francesco Sicoli, dopo un’attenta indagine di mercato
sui “Centri Copie” di Lecce e Provincia, sente che è giunto il momento di
creare una struttura in grado di soddisfare la sempre più crescente domanda di
servizi di copiatura di grande formato, utilizzata da professionisti,
ingegneri, architetti, geometri ed imprese di costruzione. Nel 1984 Francesco
Sicoli sceglie la sua famiglia per dare vita ad un grande e promettente
progetto ed è così che coinvolge nella nascente impresa i figli Giuseppe,
Massimo e Maria Rosaria. L’intuizione di
Francesco Sicoli risulta in pochissimo tempo una scelta vincente, tanto che
vengono ampliati i servizi di copiatura e aggiunti servizi come quelli di
vendita e assistenza tecnica. Nel 1996, con l’avvento del digitale, l’azienda
investe in tecnologia e risorse umane, rinnovando il parco macchine e ampliando
il proprio organico con personale qualificato.
Nel mese di ottobre 2013 la
grande multinazionale giapponese Sharp ha
organizzato un RoadShow per presentare in ogni regione italiana una novità
assoluta che permetterà di rivoluzionare il concetto stesso di stampa a colori.
E già perché proprio in questo tour
verranno presentati lo sviluppo
della gamma dei prodotti Sharp nei prossimi 3 anni, ma soprattutto i sistemi di
stampa professionali a colori MX-6500N e MX-7500N. Poche ma fondamentali le
linee guida di questo RoadShow indetto da Sharp: la valorizzazione dei più
pregiati prodotti enologici italiani, e
la presenza dei migliori professionisti del settore della stampa scelti per
ogni appuntamento tra i più qualificati.
E nella tappa del 21 ottobre 2013 a Irpinia Feudi di San
Gregorio Località Cerza Grossa - Sorbo Serpico (AV), una grande ditta salentina
come Sicoli srl di Lecce, sarà presente con Massimo Sicoli, per offrire la sua
esperienza e la sua professionalità come valore aggiunto all’appuntamento
sopraccitato.
GLI INNOVATIVI MODELLI DI SHARP MX-6500N e MX-7500N - Un nuovo
ingresso nel mercato delle soluzioni digitali a colore light production: si
tratta di Sharp, un marchio di riferimento nell’ambito stampanti che diventa un
player a tutto campo nella fascia di alta produzione, grazie ai due nuovi
modelli. I nuovi sistemi sono caratterizzati da plus unici ed un’elevata
competitività nei costi di gestione, oltre alla possibilità di essere
completamente modulari e configurabili in base alle esigenze degli
utilizzatori.
Con l’ampliamento della propria
gamma, Sharp è in grado di offrire al mercato della stampa di produzione due
innovative soluzioni altamente performanti e con una versatilità estremamente
elevata. I due modelli, denominati MX-6500N e MX-7500N, garantiscono una
qualità di immagine elevata ad una produttività rispettivamente di 65 ppm e 75
ppm nel formato A4 e 38 ppm e 42 ppm per l’A3. Il sistema è ideale per la
produzione di opuscoli, depliant, pieghevoli, booklet e altre tipologie di
prodotti commerciale e documentali.
.
PLUS ESCLUSIVI - Grazie alla possibilità di stampa edge-to-edge su
lavori professionali, le nuove configurazioni garantiscono la stampa al vivo
senza margini di un opuscolo in A3, una caratteristica unica in questa fascia
di soluzioni.
Il sistema è dotato inoltre di un
esclusivo dispositivo automatico di tripla alimentazione della carta ad
aspirazione, che assicura la massima affidabilità per la gestione di un’ampia
varietà di supporti, fino ad uno spessore di 300 g/mq e una capacità di 13.500
fogli.
Il potente server Fiery Color
Print MX-PE10 con Command WorkStation è disponibile per lavori complessi e
critici dal punto di vista del colore ed è completamente integrato con il
display touch-screen di Sharp. Questa integrazione consente agli operatori di
gestire e preparare con facilità i lavori ed elimina virtualmente la necessità
di più workstation per la gestione di ogni commessa. Il pannello operativo integra
un tastierino touch-screen con un dispositivo puntatore touchpad per un
funzionamento simile a quello dei PC. Il display stesso ha l’aspetto di un
ampio tablet con funzioni di azionamento flick, tap e swipe.Grazie al
funzionamento a touch-screen, gli utenti possono trascinare e rilasciare lavori
di stampa, selezionare le specifiche di stampa ed eseguire altre operazioni.
Tutto questo offre un controllo più preciso sugli strumenti del flusso di
lavoro.
.
INTEGRAZIONE E AFFIDABILITÀ - I sistemi MX-6500N e MX7500N sono
equipaggiati con la tecnologia Sharp OSA®, che si integra perfettamente nelle
applicazioni di rete e servizi cloud ed è in grado di rispondere a qualsiasi
esigenza aziendale. Inoltre, la tecnologia Scan2 consente la scansione di
documenti fronte-retro in un unico passaggio e in modalità duplex single pass
può scansire fino a 150 pagine al minuto. Grazie alla propria suite per la
sicurezza dei dati nell’ambito MFP, Sharp è in grado di garantire la più
affidabile protezione dei documenti da parte di utenti non autorizzati.
.
QUALITÀ GARANTITA - La qualità è garantita dal dispositivo di
controllo colore Sharp di nuova generazione, in grado di autocalibrarsi e
mantenere costante la tonalità del colore e la densità del toner pagina dopo
pagina. Inoltre, un software esclusivo permette una messa a registro precisa
con possibilità di correzione in produzione. La risoluzione di 1200×1200 dpi
reali con processore 8-bit garantisce immagini nitide anche nei più fini
dettagli, come testi e grafici.
.
UN DESIGN MODULARE - La struttura flessibile e completamente
modulare consente un’ampia varietà di configurazioni: dal sistema di base per
copia e stampa ad alta velocità alla linea professionale più evoluta, in grado
di realizzare booklet e finirli completamente in linea. Il modello MX-7500 Pro
rappresenta una soluzione trasversale, che si adatta alle più svariate
tipologie di service di stampa: da quelli più professionali ai centri stampa
interni (CRD), dai fornitori di prestampa alle tipografie vere e proprie, che
lo scelgono come alternativa all’offset sulle basse tirature. La macchina è
completamente configurabile in base alla esigenze dell’operatore: in questo
senso il sistema coniuga le migliori soluzioni disponibili sul mercato. In
particolare, per la parte finitura, Sharp ha messo a disposizione l’unità di
cucitura MX-FN22 e il rifilatore MX-TM10, che consentono la realizzazione di
booklet fino a 80 pagine. Per una maggiore produttività, è disponibile invece
il sistema Plockmatic Booklet Maker, che produce opuscoli fino a 120 pagine
cucite a sella o con piega a squadra. Altra opzione è il sistema di punzonatura
professionale GBC SmartPunch Pro, che permettono di realizzare fini a 7 stili
di punzonatura comunemente più utilizzati.
Info
SICOLI srl
Via Arditi 4/6 - 73100 Lecce
Tel 0832.332533 - 0832.333663 -
0832.333662
Fax 0832.241640
sabato 19 ottobre 2013
venerdì 18 ottobre 2013
Dei modi del dipingere l’invisibile 24 ottobre – 7 dicembre 2013 - Napoli, Palazzo Reale, AICA|Andrea Ingenito Contemporary Art
Achille Perilli torna a Napoli
con la personale Dei modi del dipingere l’invisibile, che dal 24 ottobre 2013
sarà allestita nell’Ambulacro dell’Appartamento Storico di Palazzo Reale e
continuerà negli spazi espositivi della galleria AICA|Andrea Ingenito
Contemporary Art. L’esposizione comprende le opere pittoriche a partire dagli
anni Cinquanta ad oggi, le ceramiche, chiamate Distorti, e le inedite Tegole
pompeiane, così denominate dal maestro, presentate a Palazzo Reale. Questa
parte dell’esposizione, curata da Patrizia Di Maggio, esporrà in uno dei più
rappresentativi monumenti cittadini.i bassorilievi in terracotta policroma
creati dall’artista nel laboratorio della Fornace Falcone di Montecorvino
Rovella a partire dal 1996. Ispirate agli elementi di copertura delle insulae
degli scavi di Pompei, le tegole, realizzate secondo i più tradizionali procedimenti
artigianali, sono un gruppo omogeneo di piccole e raffinate sculture con le
quali Perilli ha inteso richiamarsi alla storia e alla tradizione archeologica
e artistica di Napoli, al cui fascino il maestro non ha potuto sottrarsi. Il
progetto complessivo della mostra, ideato da Andrea Ingenito, riunisce alcune
delle più interessanti opere dell’artista, del quale intende documentare la
poliedrica produzione, che parte dagli anni fondamentali del Gruppo “Forma 1” (1947) e giunge fino ad oggi:
«un’arte al passo con il tempo, che si evolve e si materializza senza mai perdere
il contatto con la manualità», come lo stesso Perilli ha di recente affermato. La
selezione delle opere ha inteso infatti favorire un dialogo tra la riflessione
sullo spazio, espressa nelle tele, e quella sul tempo delle sculture,
evidenziando l'evoluzione e la molteplicità di interessi di uno dei maestri
dell’arte del Novecento. I dipinti testimoniano quanto lo studio della
costruzione geometrica dello spazio e della sua percezione sia costante e appassionato
nell’arte del maestro: partito dalle rigorose strutture dell’Arte Concreta, ne
ha sviluppato le premesse attraverso l’uso creativo della prospettiva e della
geometria, fino a rendere ogni tela un labirintico spazio pittorico. I Distorti
nascono dalla seduzione esercitata su di lui dall’argilla e dall’atavico
processo di lavorazione e cottura, e trovano un significativo completamento
nella memoria storica e archeologica rappresentata dalle Tegole pompeiane. In
occasione dell’inaugurazione, all’AICA sarà presentata la videointervista
concessa dal maestro nella sua casa studio di Orvieto e realizzata
esclusivamente per la mostra dal videomaker Pasquale Napolitano.
Note biografiche
Achille Perilli (Roma, 1927)
esordisce giovanissimo, nell’immediato dopoguerra, ed è tra i fondatori del
gruppo “Forma 1”,
di cui sottoscrive il manifesto (apparso sul primo numero della rivista
omonima) insieme a Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Antonio
Sanfilippo e Giulio Turcato. Nel 1949 aderisce al MAC (Movimento per l’Arte
Concreta) con Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet. Negli anni
successivi (1957 al 1960) condivide con Gastone Novelli la direzione della
rivista “L’esperienza moderna” e fonda la rivista “Grammatica” (dal 1964 al
1976), a cui aderiscono - tra gli altri - i poeti del “Gruppo 63”.
Sempre a contatto con gli
ambienti culturali più all’avanguardia, nel 1971 scrive il Manifesto della
Folle Immagine nello Spazio Immaginario; nel 1972 partecipa alla costituzione
del “Gruppo Altro” dando origine ad una ricerca sul linguaggio “intercodice”
(basato cioè sulla fusione dei tradizionali linguaggi specifici artistici), e
nel 1982 pubblica il manifesto Teoria dell’irrazionale geometrico.
Ha al suo attivo la
partecipazione alle Biennali di Venezia del 1962 e del 1968, e numerose mostre
nazionali e internazionali. Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San
Luca.
Personalità poliedrica, Perilli
intesse da sempre con letterati, musicisti, uomini di teatro e poeti, rapporti
che continuano a contribuire alla straordinaria ricchezza del suo linguaggio.
Partita da composizioni astratte
in continuità con la tradizione della Avanguardie europee, la sua arte è in
continua evoluzione, dalla pittura del segno alle sperimentazioni geometriche,
dalle machinerie ovvero strutture mutanti determinate da una metodologia
irrazionale, alle ceramiche (i Distorti), dalle sculture in terracotta
denominate Argille a quelle in legno dette gli Alberi.
Info:
Napoli, Palazzo Reale,
Appartamento Storico
Vernissage: giovedì 24 ottobre
2013 h. 17.00
Piazza del Plebiscito, 1
80132 Napoli
ingresso: tutti i giorni ore 9 –
19, escluso mercoledì, con biglietto museo
T. +39 081. 5808. 328
Ufficio Comunicazione e Stampa
Soprintendenza BAPSAE per Napoli e provincia
Rosa Romano
Responsabile Annalisa Porzio
AICA|Andrea Ingenito Contemporary
Art
Vernissage:
giovedì 24 ottobre 2013 ore 19.30
Via Cappella Vecchia 8/a
80121 – Napoli
Orari: dal martedì al sabato ore
11-19, Ingresso Libero
Info: T. +39 081 0490829 – M. +39
348 6003820
Ufficio Stampa AICA: Susanna
Crispino
M. +39 380 3310080
giovedì 17 ottobre 2013
mercoledì 16 ottobre 2013
Mannaggia Santa Pupa di Danilo Siciliano (Lupo editore)
Nella “metropoli delle angurie”,
paesone di provincia situato alla fine del mondo, dove il caldo umido e
appiccicaticcio dello scirocco tutto avvolge e sconvolge, nasce e cresce un
ragazzino timido che fa sogni abbastanza banali. Quello di fare il calciatore.
Uno alla Van Basten, il suo mito.
Oppure di diventare una rockstar, pelle abbronzatissima, chitarra al collo e
stuolo di fan al seguito. Invece la vita gli ha riservato un futuro diverso.
Colpa del padre, Silvano il barbiere, che non gli ha mai insegnato a suonare la
chitarra. Colpa della madre Rosaria, la Lumacher con la 126 beige, che lo ha
sviato dalla carriera calcistica. O forse solo colpa del destino. Il
protagonista si abbandona ai ricordi, lasciandosi guidare dal flusso dei
pensieri, raccontando un’infanzia in un mondo che appartiene soprattutto agli
anni Ottanta. Le giornate all’asilo con Suor Realina, le estati a Mondonuovo,
in campagna dai nonni, la salsa fatta in casa, il rosario e gli scherzi
ferragostani, Mescia Nena, la nonna paterna, donna tutta d’un pezzo, che
sembrava essere immortale. E ancora i pomeriggi scanditi dall’attesa del
gelataio Nino e le domeniche dalle partite della squadra di calcio del suo
paese. Paese di una terra magnifica e insopportabile, dove pullulano i cervelli
di cemento armato e dove i vecchi materassi si buttano sui cigli delle strade
di campagna. Una terra che è un caffè sospeso. Ricordi, stati d’animo,
riflessioni, rimpianti, per giungere ogni volta alla stessa conclusione:
“Mannaggia Santa Pupa!”
martedì 15 ottobre 2013
Da Donatello a Lippi - Officina pratese (Skira)
Dedicato all’arte rinascimentale
a Prato, questo volume illustra uno dei momenti magici della storia dell’arte
italiana. Nel Quattrocento infatti la città toscana conobbe la sua stagione
artistica più alta e intorno alla fabbrica della prepositura di Santo Stefano
(poi cattedrale) presero forma imprese memorabili, di cui furono protagonisti
figure come Donatello, Michelozzo, Maso di Bartolomeo, Paolo Uccello e Filippo
Lippi. A loro va aggiunto il figlio di quest’ultimo, Filippino, che da Prato
prese le mosse e a Prato tornò a lavorare ormai anziano. Su tutti però domina
la figura carismatica di Fra Filippo, che fra gli anni cinquanta e gli anni
sessanta del Quattrocento eseguì gli affreschi nella cappella maggiore del
duomo.
Il libro, curato da Andrea De Marchi
e Cristina Gnoni Mavarelli, è anche il catalogo della importante mostra al
Museo di Palazzo Pretorio a Prato, la prima ricostruzione organica della
giovinezza di Paolo Uccello mai tentata finora, un omaggio a Filippo Lippi e
l’occasione per riscoprire quegli artisti che gravitarono attorno all’originale
e inquieto pittore, come il Maestro della Natività di Castello o Fra Diamante,
e che meritano di essere meglio conosciuti.
Prato, Museo Civico, Palazzo
Pretorio
13 settembre 2013 – 13 gennaio
2014
Le attenuanti sentimentali di Antonio Pascale (Einaudi). Intervento di Nunzio Festa
Quando le disgressioni fanno la
trama. Non siamo in grado di dire se, come al contrario è voglioso di fare La
Porta (diciamo riferendoci a un passaggio d'una sua recensione di qualche
giorno fa), con lo 'stile' di "Le attenuanti sentimentali", ultima
opera del provocatorio quanto o perché intransigente Antonio Pascale, l'autore
d'origini casertane indicherà una prospettiva, spiegherà davvero una direzione
alla nostra lettratura; ma di certo siam capaci di sostenere che Le attenuanti
è un libro importantissimo, e lo è almeno come soprattutto per quante e quanti
da anni sono soggiogati dalla superficialità. Tanto da aver dimenticato che il
cosiddetto tarlo del dubbio, la gioia non felice dell'esser irrequieti perché
sempre assillati dal fatto di non aver completamente ragione: è il vero motore
che porta a conoscere sempre di più e, soprattutto, meglio. Allora, per non far
torto allo scrittore (facendo magari finta di copiare la sua estrosità),
partiamo dal personaggio. Dove la marionetta dataci da Pascale è tutt'altro che
un pezzo da teatro. Ché il libro, diciamo intanto, è parecchio calato nelle
acque salate dell'autobiografia; insomma il progatonista Antonio Pascale,
soggetto attivo - nella maggior parte dei casi - e passivo, poche volte, delle
vicende e nonostante quel che sembri è uno scrittore senza trama. Che quindi
decide di metter in crisi la sua insonnia viaggiando nella capitale, di notte e
di giorno, in bici. E praticamente da qui nasce l'idea. "Farò -, dice
all'amica produttrice Paola, Antonio - un documentario su documentario sui
sentimenti, che tu ovviamente produrrai". Tra le rovine delle certezze dei
radical-chic e le rovinate incertezze, mascherate da sicurezza assoluta, dei
Biologici a tutti-i-costi. Tra dialoghi esistenziali con un ex-fidanzata adesso
pittrice e con la reale esistenza d'una regista di film pornografici che
Pascale vorrebbe sperimentare. Con immersioni, ed ecco che siamo alle vere
divagazioni che faranno non da contraltare all'avventura delle pagine ma da
trama del testo, nelle terre difficili di psicologia, biologia evolutiva...
Quando sono innanzitutto le domande a chiedere spazio. Perché il disordine
delle risposte, comunque perfette, argomentate e puntuali, sempre, manifesta la
fallacità dell'uomo. Dicendo che donne e uomini, quando si presentano in veste
d'intellettuali, cioé quando danno parole e pensieri al senso comune e/o
cercano di modellarlo, cambiarlo, re-inventarlo, inventarlo, dovrebbero come
prima cosa porsi domande e cercare risposte. Altrimenti cosa rimarrà ai figli?
Che ne avranno domani Marianna e Brando? L'irrequieto Antonio, anche quando non
provoca non si lascia abbattere dalle varie maggioranze. A rischio di diventare
noioso e perfino, in certi momenti, antipatico. Tipo nel riflettere sugli
inceneritori oppure giustificare la logica, in un certo senso, dell'adulterio.
Ma lo scrittore continua a insistere. Nel dirci che sempre ovunque e comunque
si deve vivere per la verità. Nel caso contrario definirsi progressisti, tanto
per cominciare, rimane la menzogna più grande. Questo alla fine è il romanzo
irrequieto sulla sicura falsità di noi conformisti.
giovedì 10 ottobre 2013
A Montecatini Val di Cecina (Volterra) l'Ordo Equestris Templi Arcadia apre una nuova commanderia in Toscana e nomina nuovi cavalieri
Quest'anno l'Ordo Equestris
Templi Arcadia apre una nuova commanderia che prenderà il nome di “Etruria” (in
omaggio alla storia e alle antiche tradizioni delle nobili terre di Toscana) e
lo fa ancora una volta fuori Puglia, e precisamente in Toscana a Montecatini
Val di Cecina in provincia di Volterra. Ci sarà pertanto il giorno 13/10/2013 alle ore 11,00 l’istituzionale Cerimonia di Investitura dei
nuovi cavalieri dell’Ordine (e la costituzione ufficiale della nuova
commanderia) attraverso la quale i nuovi membri, dopo un lungo percorso di
noviziato, diventano membri effettivi. Sulle tracce di un antico cerimoniale, i
novizi effettueranno il loro passaggio a Cavalieri di Arcadia, scegliendo di
seguire come principi ispiratori quelli di uguaglianza, carità verso il
prossimo, della giustizia e fratellanza. Saranno presenti Autorità Civili e
Nobiliari nazionale e internazionali come il Dott. Ndiaje Mamadou Moukhtar (Presidente del Consiglio degli stranieri
della Provincia di Pisa).
Arcadia (Ordo Equestris Templi
Arcadia) - L’Ordo Equestri Templi Arcadia nasce nel febbraio del 2008, non con
lo scopo di ricostituire l’antico ordine dei Poveri Commilitoni di Cristo e del
Tempio di Salomone, sospeso amministrativamente nel 1312 con la bolla "Vox
in Eccelso", ma con quello di costituire un gruppo di Persone che unite
dallo Spirito Templare fossero in grado identifcarsi e distinguersi. Arcadia
ricostituisce, al suo interno, l’antica Gerarchia dell’Ordine, e ne segue,
adeguatamente con i tempi, l’antica Regola. Opera in tutti ciò che può portare
un contributo agli altri, dalle attività Religiose alle attività di
Solidarietà, dalla diffusione della Cultura alla diffusione delle Tradizioni,
dalla tutela del Patrimonio alla tutela dell’Ambiente. Ma soprattutto si ispira
ai profondi valori della Militia di Cristo per compiere ogni azione. E’ su
questi valori e su queste caratteristiche che l’Ordo Equestris Templi Arcadia
oggi fonda il Suo Spirito e la sua Moralità, accogliendo tra le sue fila
Persone che li posseggano e siano in grado di trasmetterli, al fine di formare
un'unica Coscienza Spirituale e Morale in grado di rinnovare, nel proprio
piccolo, il mondo. (Valentino
Zanzarella- Gran Maestro dell'Ordo Equestris Templi Arcadia).
La Cerimonia è pubblica, perciò
aperta a chiunque voglia assistervi.
I nuovi cavalieri nominati durante la cerimonia sono: Giuseppe Marando,
Nicola Barone, Sandro Cerri, Pasqualino Buonfiglio, Orazio Pisa.
Interverrano il sindaco do Montecatini Val di Cecina dott.re Sandro
Cerri
Ndiaje Mamadou Moukhtar (Presidente del Consiglio degli stranieri della
Provincia di Pisa).
BURCHIANTI Fabrizio, sindaco di Casale Marittimo (Pi);
MARTIGNONI Loris, sindaco di Pomarance (Pi);
GIANNONI Carlo, sindaco di Monteverdi Marittimo (Pi);
TEDESCHI Fabio, sindaco di Lajatico (Pi);
GIANNELLI Massimo responsabile dell'ufficio tecnico del comune di
Lajatico;
Ing.re MUGELLINI Augusto, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di
Volterra;
Dott.re GHIONZIOLI Giorgio, vice Presidente C.R.V. (Cassa di Risparmio
di Volterra);
GEMOLINI Michele, Commissario Croce Rossa di Montecatini Val di Cecina;
AURIEMMA Francesco, Prsidente ProLoco Montecatini Val di Cecina;
Cap. RUSSO Massimo, Comandante della Compagnia Carabinieri di Volterra;
Mar. SORGENTE Giovanni, Comandante Nucleo Radiomobile Carabinieri di
Volterra.
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