Conosco bene la futura
Capitale Europea della Cultura, ci sono stata spesso e ne serbo ricordi
indimenticabili. Architettura e natura si fondono a Matera, la sua origine
antichissima è percepibile in ogni scorcio, mai scissa dalla modernità, dalle
sue contraddizioni e da quello che è accaduto, negli anni per conservare,
migliorare, preoccuparsi di intervenire. Forse, a Matera si è fatto qualcosa
che tutta l'Italia avrebbe meritato, nonostante qualche errore, in passato,
qualche scivolamento. Per questo, la designazione a Capitale Europea della
Cultura 2019 è un orgoglio per la città, per la regione e per tutto il paese.
Mi è rimasta dentro, con i suoi panorami difficili, con la terra e gli
elementi, mischiati, con pietre, roccia e ospitalità. Con sorrisi, echi e
misteri.
La collego alla meraviglia dei miei passi su
un selciato riottoso, cammini impervi
che mi chiedevano di sfidarli, sguardi che si perdevano fra strane altimetrie,
cibo e musica da assaggiare, una nota e un boccone, un boccone e una nota. Il
resto era da riprendere. Da fotografare o da scrivere, da vivere e da
respirare. Matera, un treno che non può arrivare, un hotel dalla vista
mozzafiato, parole intense sulla
letteratura, nuovi incontri, un insieme di ricordi, letteratura e teatro, molte nostalgie.
Che
grandiosa singolare scommessa, il suo diventare Capitale nel 2019. L'Unesco la scelse come Patrimonio
dell'Umanità motivando così la decisione:” “L’equilibrio tra intervento umano e
l’ecosistema mostra una continuità per oltre nove millenni, durante i quali
parti dell’insediamento tagliato nella roccia furono gradualmente adattate in
rapporto ai bisogni crescenti degli abitanti”. A
quelle parole è interessante ritornare, imparando a conoscerla.
Rappresenta il rovesciamento di tutti i
luoghi comuni: quello che ti aspetti nel Sud, come pensi che sia un borgo arroccato, una città con una
morfologia particolare.
Ogni volta sono stata
sorpresa dal paesaggio, dagli scherzi della prospettiva, dai panorami di una
bellezza così rude e potente da risultare a tratti insopportabile: Roba da far
venire in mente fughe repentine e la voglia di altrettanti repentini e costanti
ritorni. Il punto cruciale è sempre stato un altro, però, quello che mi ha
sedotto, affascinato. Non l'avrei detto, prima. Matera
mi ha sempre stupito per un'attività culturale costante, vivida, quasi
febbrile che la caratterizza da sempre, non è cosa di adesso, nemmeno degli
ultimi mesi. Premi letterari, incontri, mostre, iniziative, concerti, qualcosa
di nuovo e diverso, sempre. Come se la
sfida morfologica, se la scommessa dell'intorno venisse rinnovata ogni momento.
Come se si fondessero le esigenze e si desiderasse trovare la risposta nella cultura, nell'arte,
nella bellezza. Una risposta da superare, da rendere ibrida, da fare
diventare glocal, ampia, aperta. In fondo, era già Capitale, lo è sempre
stata.
Qualche anno fa
infatti, con Francesco Giubilei, chiedemmo a
Nunzio Festa di scriverla, la sua Matera, di narrarla.
Ho il piacere e il privilegio di essere amica di
Nunzio che è un poeta, scrittore, critico letterario, giornalista; un
intellettuale materano che spazia negli
altrove scomodi, nei lembi di vita, nelle contraddizioni sociali, a guardare
quello che non tutti hanno voglia di
guardare. L'ha sempre fatto e continua, lo fa con la sua poesia, la sua
narrativa, la sua critica letteraria, il suo lavoro editoriale, la sua
lungimiranza. Sa vedere cose che sfuggono, sa stare nell'obliquo, con quella rocciosità
di stile e particolarità di linguaggio- personalissimo, ibrido, colto e
popolare- che non ha molti paragoni.
Così scrisse la sua
Matera. Un gran bel libro, unico, molto apprezzato, raffinato e controcorrente,
come lui, come la sua biografia di poeta e narratore. Con
orgoglio lo riproponiamo in questa
versione rinnovata e attualizzata in vista della proclamazione a futura Capitale Europea della
Cultura . A
pochissimo dalla nomina, ci sembra importante che questa collana riproponga il
libro di Nunzio, aspettando il 2019. Questo libro è
il primo, e ha, una sua speciale
valenza,di cui siamo molto fieri.
Risulterà
fondamentale a chiunque in vista del 2019 vorrà conoscere Matera al di fuori di
tutti gli stereotipi e di tutti gli aspetti già noti. Una narrazione
preziosa, inusuale, impervia e stupefacente, un testo di rara potenza
narrativa, una serie di scatti e di
inquadrature della città dei Sassi e della futura Capitale, con dettagli,
storie e sfumature che sarà difficile trovare altrove.
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