Fucine Letterarie, in
collaborazione con LietoColle Libri e con la Libreria Bookish,
presenta “Poghenos” (LietoColle, 2014) di Antonella Chionna,
Mercoledì 11 Marzo 2015 alle ore 18.00 presso la Libreria
Bookish, sita in via Cesare Battisti 22 a Lecce. L’azione
letteraria sarà curata da Eliana Forcignanò.
L’autrice - Antonella
Chionna (Taranto, 20 Novembre1990) è musicista e cantante; svolge
attività concertistica con diverse formazioni; laureata in Musica jazz, ha la
possibilità di formarsi in Italia e all’estero con docenti di fama
internazionale. Nel 2012 pubblica “Epifanie baritonali”, edito da Lupo Editore.
Nel 2013 pubblica “Adiafora”, il suo primo lavoro discografico, edito da
Dodicilune Edizioni Discografiche & Musicali.
Il suo sito è www.antonellachionna.com.
L’opera - [...]
Poghenos è poema genetico, genomico, incomprensibile nella sua
conduzione a meno di ripensare la nascita come morte e l’azione di vita, come
un più che la vita medesima. Cose che fuoriescono con consistenza, grandezza,
nella Chionna, cose che confluiscono nella periferia del poemetto che ha per
luoghi estremi e di confine, appunto, ‘forma’ e ‘informe’.
[...] Ogni poeta che si rispetti
presenta un Epos, a volte accennato, a volte imponente e formato. Un Epos della
morte, ma anche un Epos della vita. I poeti anche minimalisti vivono l’Epos
come oggetto, seppur oggetto evitato allo sguardo; ha ragione Blanchot: non si
può vedere negli occhi l’opera d’arte, perché è come l’amore impossibile.
La grandezza letteraria della
Chionna, resta, oltretutto e a nostro avviso, nel centrare in una sorta di
minimalismo/massimalista questo aspetto. Del resto Poghenos è
poemetto del dolore del vivere, ma anche dell’accettazione fatale della propria
forma. Opera possente del rifiuto dell’essere nati, dell’accettazione
glorificante dell’essere nati. Per questo è anche opera di felicità, riuscita e
potente. Questa è l’opera che auspica l’informità come stato della felicità
(pre-nascita; elusività rispetto al mondo esterno; rifiuto di conformismi
tramandati), ma che anche si rende alla forma: cristallo, condizione e fato.
Poesia, quindi, che assolve all’imperativo categorico della ricerca,
dell’essere tecnici quanto dell’essere innamorati. [...] Poghenos è
nei suoi effetti e risultati poetici un ossimoro, ma un ossimoro risolto dalla
parte di una passione ghiacciata. Non lontano dalla vera passione che uccide
per troppo amore, quella che bilancia odio e amore, come un’unica cosa
insondabile, qualcosa che sta al fondo di ogni pozzo del ripensare, sentire
poetico. Quasi ora Pessoa: (cit). Antonella Chionna che è anche musicista e
cantante di spessore (e che quindi conosce altre collateralità artistiche
temprate a linguaggi non comuni) è già capace di questo. Capace dico, di
ricreare un’algebra di forme non ordinarie, che però funzionano come
all’interno di un’algebra. Vi leggo, ovviamente, la matematica di Valery,
l’azzardo di Mallarmè; un certo senso di grandezza poundiana; e nella nostra
tradizione dei passaggi somiglianti all’indimenticabile Claudia Ruggeri, per
quel che concerne il ruggente senso di appartenenza poetica ed esistenziale,
come anche delle asciuttezze di scrittura e dei confinamenti del senso che
l’avvicinano a maestri come Saba, Cucchi e Buffoni. Perché la poetessa ha
linguaggio controllato, seppur affilato, sgualcente. A 23 anni, Antonella
Chionna, che ha anche altra pubblicazione con Lupo Editore (‘Epifanie
baritonali’) è già notevole nel nostro panorama. Se vorrà, se continuerà a
fiutare, perseguire, sarà uno dei migliori poeti della nostra nazione (scusate
la minuscola). [Dalla prefazione di Michelangelo Zizzi].
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