David Bowie ci ha
appena lasciati e sarà difficile fare a meno di lui. Forse più di chiunque
altro il «Duca Bianco» è riuscito, nei suoi quasi cinquant’anni di incredibile
carriera, a incidere sul costume, sulla moda, sull’immagine, sull’arte, sulla
cultura e sulla musica dei nostri tempi. Senza mai assumere il ruolo di
rockstar, spiazzando ogni volta il mondo con i suoi mutamenti, David Bowie ci
ha accompagnati come uno strano fratello o come un angelo venuto da un altro
mondo, e con i suoi mutamenti e i suoi esperimenti ha demolito i generi e le
identità sessuali, ha ispirato almeno tre generazioni di musicisti, ha
influenzato le tendenze artistiche, ha anticipato spesso di decenni tutti i
successivi movimenti musicali, esplorando terreni sconosciuti, ma anche
raccontando i sogni e le paure di tutti noi. Scrive Pippo Delbono nella sua
introduzione a questo volume: c’è sempre l’amore nelle canzoni di David Bowie,
come del resto si potrebbe dire che l’amore c’è sempre in tutte le canzoni,
anche nelle canzonette. Ma in Bowie come nei «grandi» della storia l’amore è un
amore che non scappa dalla trasgressione, dalla ribellione. Un amore libero. E
quindi eterno. Sacro.
«Ho sovvertito l’ordine
del tempo, ho messo sottosopra il mondo intero e tutto questo l’ho fatto per
te. Non ti sembra abbastanza generoso?»
Pippo Delbono - Negli
anni 80 inizia gli studi di arte
drammatica in una scuola tradizionale che lascia in seguito all’incontro
con Pepe Robledo, un attore
argentino proveniente dal Libre Teatro Libre (formazione teatrale attiva in Sud
America negli anni 70 che utilizzava la creazione collettiva come mezzo di
espressione e di denuncia della
dittatura in Argentina). Nel corso di un’importante carriera nel mondo del
Teatro Pippo Delbono diviene uno dei più fervidi protagonisti dello spettacolo.
Impossibile riassumere in poche righe la sua biografia, ma ci piace
sottolineare come la sua Compagnia, Delbono, è stata ospite di diversi festival
teatrali internazionali tra cui il Festival di Avignon, che l’ha accolta per
quattro volte co-producendo lo spettacolo Urlo, e come, nel tempo, molti teatri
hanno dedicato retrospettive agli spettacoli della Compagnia, fra questi: il
Théâtre du Rond Point di Parigi, il CCB di Lisbona, il Palais des Beaux Arts di
Bruxelles, il Berliner Festpiele di Berlino, il Festival di Otono di Madrid.
L’Enrico V, è stato rappresentato alla Royal Shakespeare Company di
Stratford-upon-Avon. La Compagnia Delbono ha fatto tappa in più di cinquanta
paesi al mondo rappresentando un caso unico nella storia del teatro italiano.
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