L’urlo di euforia, per
me questo rappresenta l’unica cosa vera in grado di ridonare unità al corpo e
all’anima di un guerriero e non solo; con il suo “Serie 1- Euforia ed Estasi del
Guerriero”, l’artista Paride Pino inaugura la sua prima esposizione personale
dall’8 al 15 luglio presso la Fondazione Palmieri di Lecce. L’urlo primordiale
delle opere a carboncino su carta sembra sostare poco nella definizione di
un’espressività conclusa, quasi a voler cercare -subitaneamente e altrove- un
senso abbandonato a terra da un dio sconosciuto e silenzioso, interpretato
nella pura metamorfosi di un’anima che si fa carne, e mai viceversa. Il gesto è
istintivo ed elimina l’equivoco di rievocare ogni formalismo: il neonato scopre
la luce, urla e continuerà a farlo ogni qualvolta sentirà l’esigenza di
comunicare un bisogno, un’emozione, un puro atto del suo esistere al mondo.
Paride Pino afferma: cosa urliamo? Credo, la nostra volontà di lottare per
vivere. L’urlo è di colui che non ha ancora paura di nulla.
“Quando
il bambino viene alla vita, la prima azione che compie è urlare. Certo un urlo indotto da uno
schiaffetto sul sederino, per liberare i polmoni, ma dopo quando urla lo fa per
motivi precisi, il primo, essere nutrito, allattato. Questo urlo è il primo
atto di volontà dell’uomo, il bambino con quel gesto mostra e dimostra la sua
volontà di vivere, di esserci. Quello stesso urlo appartiene al guerriero;
questo non è rivolto contro i suoi avversari, siano essi rappresentati da un
uomo, un animale o una cosa, ma contro un dio, l’unico dio a cui il guerriero
crede. Mi spiego. Il pantheon nordico, come molti altri, è variegato, ovvero diviso
in Asi e Vani. Ora, come nasce la figura del dio? L’ uomo osserva, come ha
sempre fatto, il mondo intorno a sé. Faccio
un esempio: Thor, il primitivo fissa e sente
il fulmine, il rumore del tuono, a cui in seguito attribuisce una
potenza, a questa potenza da un nome, Thor, in questo modo umanizza e dona una
personalità alla potenza, creando la figura del mito. Ecco come Thor con il suo
martello riesce a scagliare il tuono, per puro atto di volontà e di
rappresentazione del mondo fenomenico. Il mitema genera in tal modo la lettura
della mitologia propriamente detta, dunque, ecco ancora una volta come nel
racconto Thor, figlio di Odino, con il suo martello scaglia i tuoni contro i
suoi avversari, i giganti, e abita ad
Asgardh.” (Testo critico di Eliana Masulli). Il vernissage è previsto l’8
luglio (start h 21,00) alla Fondazione
Palmieri, Lecce. Presentano: Stefano Donno, scrittore ed editore Ed. IQdB;
Carlo Alberto Augieri, docente Unisalento; Marco Giannotta, Consigliere
comunale
Contatti Artista Paride
Pino - paridep.pino@gmail.com
Info link - http://www.fondazionepalmieri.it/
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