Alcune
parole delle Sacre Scritture sono state lette e rilette per più di duemila
anni, eppure sono state quasi sempre fraintese, male interpretate o non
comprese fino in fondo. Nella storia solo pochi eletti hanno saputo svelare il
mistero di quelle parole. E comprendere che costituiscono in realtà un enigma,
risolto il quale si apre davanti ai tuoi occhi un nuovo mondo. In "The
magic", Rhonda Byrne intende svelare questo sapere, spiegando come
trasformare la propria quotidianità grazie a queste conoscenze.
Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
sabato 30 giugno 2012
venerdì 29 giugno 2012
CRISTIANI E MUSULMANI, UNA SOLA MANO. L'Egitto di Piazza Tahrir dal dialogo alla democrazia di ELISA FERRERO (EMI)
A un anno
dalla rivoluzione egiziana nata in piazza Tahrir, questo volume ripercorre una
catena di avvenimenti che stanno cambiando un'ampia area del mondo arabo. La
base del libro è costituita da un diario che, oltre agli eventi finiti in prima
pagina, racconta sentimenti, speranze e paure della genta comune. L'esito
finale della rivoluzione è ancora incerto. Il libro non contiene quindi un
finale rassicurante ma ricostruisce in presa diretta un processo politico largamente
inattesto. La "democrazia all'improvviso", potremmo dire, pensando
soprattutto ai sogni dei primi protagonisti della primavera egiziana: i giovani
di Facebook e di Twitter, una generazione che ha messo da parte le vecchie
ideologie - nazionalismo, fondamentalismo, socialismo - per misurarsi con la
grande sfida di un radicale cambiamento nel mondo arabo. Ma potremmo anche dire
i "paradossi della democrazia", pensando che i veri beneficiari delle
lotte di piazza oggi appaiono partiti attraversati da ideologie che di
democratico hanno ben poco. Questo è stato il vero tema di fondo della
rivoluzione, molto più che le contrapposizioni tra cristiani e musulmani o tra
"moderati" e "fondamentalisti", tra filoccidentali e
filoarabi. Abbiamo ora di fronte uno scenario instabile, nel quale diverse
spinte culturali, politiche e religiose cercano nuovi equilibri. Anche in
questa fase sarà utile continuare ad ascoltare le voci di piazza Tahrir.
"SLA : per conoscerla ed affrontarla...insieme. Realtà e prospettive"
Si terrà il prossimo sabato 30
di giugno ore 20,00 presso la Sala
Polifunzionale Open Space di Palazzo Carafa a Lecce l' incontro-dibattito
" SLA : per conoscerla ed affrontarla...insieme. Realtà e
prospettive" organizzato da Associazione culturale "Viva Mente"
insieme ad AISLA Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica con il
patrocinio del comune di Lecce, la manifestazione è supportata dall' "Ordo
Equestris Templi Arcadia" e "Liberrima". Per sensibilizzare
l'opinione pubblica su questa malattia così invadente e invalidante .Aprirà la
serata Roberto Mello, rappresentante dell' Ass. cult. "Viva Mente" e
la Dott.ssa. Orietta De Pascali referente provinciale AISLA, A seguire il Dr
Fabio Falco specialista in neurologia con l'argomento "Sclerosi laterale
amiotrofica: dalla diagnosi alla gestione multidisciplinare" e la Dr.ssa
Georgia Riezzo Fisioterapista con l'argomento "Trattamento conservativo
nella SLA e l’aiuto del terapista nella qualità della vita”. Inoltre Dott.ssa
Lucia Campobasso Operatore nel campo della ricerca con l'Argomento “Il
contributo del laboratorio nella diagnosi di SLA” per capire gli sviluppi della ricerca in
questo settore. Il Sig. Vincenzo De Luca Socio dell’Ass.Cult. “Viva Mente”,
familiare di un paziente affeto da SLA con l'argomento “ Il ruolo della
famiglia nella gestione della SLA”, per gestire la vita dei pazienti SLA e la
loro qualità.
Gli intermezzi, con lettura di
brani tratti dal volume “Un medico, un malato, un uomo” di M. Melazzini, sono
curati da Rosanna De Nigris, Direttrice del Laboratorio Teatrale “Viva Mente” -
alla chitarra Dr. Sergio la Tegola. Sponsor unico dell'incontro "SANITARIA
VILLA BIANCA".
giovedì 28 giugno 2012
LA GRANDE CASA DI NADA MALANIMA (BOMPIANI)
Elke Richter appartiene a una
ricca famiglia. I genitori l'hanno portata fin da bambina in Italia, sul
litorale di Corielba, ed è qui che Elke torna, adulta, con un passato doloroso
alle spalle, per cominciare una nuova vita. Per questo rileva una vecchia
fornace e la trasforma in una villa, anzi nella sua piccola grande utopia: una
Grande Casa, un luogo per persone che amano il silenzio e lo cercano. Fra
queste c'è Gemma, che parla con gli alberi, ha in sé l'energia dell'universo ed
è di esempio a tutti. Poi c'è Emilia: rimasta orfana, è andata dalle suore e ha
trovato il conforto paterno di un bidello di scuola, prima di perdersi nel
miraggio di diventare una ballerina famosa. La Grande Casa è la
storia dell'amicizia di queste tre donne speciali e del destino che le ha fatte
incontrare. Accanto a loro, gli altri ospiti della Grande Casa: visionari
incompresi, artisti, solitari, che nel ricovero di Elke trovano finalmente se
stessi sconfiggendo l'indifferenza che li avevano posti ai margini della vita
sociale. Sullo sfondo di una Natura che pare ribellarsi con alluvioni,
terremoti, malattie e catastrofi alla scriteriata volontà di dominio degli
uomini, Nada Malanima racconta le vicende di un piccolo gruppo di personaggi
indimenticabili. Insieme, essi sapranno ricostruire una convivenza diversa,
fatta di passione, di sensibilità quasi medianica, di rispetto per le forze
segrete del cuore nella loro corrispondenza con quelle, ancora più forti e
segrete, del mondo.
mercoledì 27 giugno 2012
LA LETTERA SCOMPARSA DI MARY CLARK HIGGINS (SPERLING AND KUPFER)
Jonathan Lyons, famoso esperto di
storia biblica, è convinto di essersi imbattuto nella più sensazionale delle
scoperte: una lettera, l'unica mai conosciuta, presumibilmente scritta da Gesù
a Giuseppe d'Arimatea. La più rara delle pergamene, che si credeva perduta,
sottratta in realtà alla Biblioteca Vaticana nel 1400. Impegnatosi a non far
trapelare la notizia, Jonathan consulta alcuni colleghi che confermano la sua
tesi. Tuttavia, lo studioso rivela a un amico il terribile sospetto che
qualcuno di cui si fidava stia tramando per vendere il preziosissimo documento,
avendo mostrato un interesse eccessivo al suo valore economico. Nel giro di
pochi giorni, Lyons viene trovato nel suo studio con una pallottola in corpo. E
la moglie, Kathleen, affetta dal morbo di Alzheimer, è a fianco del cadavere,
farneticante e con l'arma del delitto ancora in mano. La donna, nonostante la
malattia, era al corrente di una lunga relazione extraconiugale del marito...
Lyons è dunque morto sotto i colpi della moglie, preda di un attacco di
incontrollata gelosia, come sostiene la polizia, o il delitto è invece legato
alla scoperta della pergamena? Che ora, con sconcerto di tutti, risulta
introvabile? Toccherà alla figlia Mariah, sconvolta ma decisa a salvare la
madre dalla prigione, cercare di svelare l'intricato mistero che sembra
nascondersi dietro la morte del padre, in un'indagine inquietante dai risvolti
imprevedibili.
martedì 26 giugno 2012
DANIELA PISPICO CONSIGLIA: TYPOS 0.2 – CARTABIANCA DI GUIDO SGARDOLI (FANUCCI)
In
una società dove l’informazione quotidiana è una menzogna, gli agenti Typos
sono spacciatori di verità. Una volta scoperta non puoi più farne a meno. I
ragazzi della squadra Typos devono scoprire cosa si nasconde dietro ai
miracolosi semi transgenici prodotti dai laboratori AgroGen. I semi sembrano in
grado di sviluppare piante anche nei terreni compromessi dall’invasione del
misterioso fungo nero, un microbatterio che ha gettato sul lastrico migliaia di
agricoltori e fatto precipitare la
Borsa. Le indagini li portano nell’arido deserto di Dos
Passos, dove ha sede la
AgroGen. Qui proveranno a introdursi nei segretissimi
laboratori utilizzando le doti di Morph e di Gipsy. Ma ogni tentativo sembra
vano; senza contare che a mettere loro i bastoni tra le ruote c’è il terribile
Cartabianca, l’uomo senza volto. Quando però sembra che la verità possa
trionfare, giunge un fatto inaspettato e sconvolgente...
Guido
Sgardoli, nato a San Donà di Piave nel 1965, vive e lavora a Treviso. Laureato
in Veterinaria, ha coltivato anche la passione per il disegno, l?animazione e
la scrittura. Dopo l?esordio con Salani nel 2004, ha scritto numerosi
titoli di narrativa dedicati al pubblico dei bambini, dei ragazzi e degli
adolescenti con i più importanti editori italiani. Molti suoi libri sono stati
tradotti all?estero. Ha vinto il Premio Bancarellino 2009 con Eligio S. I
Giorni della ruota (Giunti) e l?Oscar della narrativa per ragazzi, il Premio
Andersen 2009, come miglior autore; il Premio Cento 2012 con Due per uno (Nuove
Edizioni Romane) e il Premio LiBeR 2012 con The Frozen Boy (Edizioni San
Paolo), romanzo con cui è stato selezionato dalla International Board on Books
for Young People Italia (IBBY) come miglior scrittore nella Honour List 2012.
Con Fanucci Editore ha pubblicato anche La grande avventura di Geremia Smith,
nella collana Collezione Tweens.
DANIELA PISPICO CONSIGLIA: TYPOS 0.1 VERITÀ DI PIERDOMENICO BACCALARIO (FANUCCI)
In
una società dove l’informazione quotidiana è una menzogna, gli agenti Typos
sono spacciatori di verità. Una volta scoperta non puoi più farne a meno. La
squadra Typos è in allarme. I mercenari della K-Lab battono la città. Una
simile operazione in grande stile deve nascondere qualcosa di grosso. Secondo
l’indicazione di un anonimo informatore, dietro il presidente di uno Stato
africano si cela in realtà un terribile dittatore che abusa degli aiuti
internazionali: da vero signore della guerra, perpetra violenze e soprusi
acquistando armi invece di costruire scuole e ospedali. A breve ci sarà un
concerto di beneficenza nella Millenium Arena, a Maximum City, e il ricavato
andrà a finire nelle tasche di quell’uomo. I ragazzi di Typos si organizzano
per impedirlo, cercando anche di svelare l’identità del misterioso personaggio.
Ma le cose non vanno come previsto e solo un’ardita mossa permetterà loro di
concludere la missione.
Pierdomenico
Baccalario, nato ad Acqui Terme nel 1974, è autore di romanzi di avventura e
fantasy per ragazzi di enorme successo, che hanno venduto oltre 2 milioni e
mezzo di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in 25 Paesi, come le
serie Ulysses Moore e Century. Fanucci Editore ha pubblicato nella collana
Teens i romanzi Pesci volanti (vincitore del premio White Ravens 2007) e Amaro
dolce amore, scritti con Elena Peduzzi, e nella collana Tweens La bambina che
leggeva i libri.
lunedì 25 giugno 2012
Rosita Roveda presenta il Mini club del suo LOFT “Il Gambero Rosso Ristorante” di Lecce
Il LOFT “Il Gambero Rosso Ristorante” di Lecce in
via Marino Brancaccio 16 (Vico Dei Verardi, trav. Viale Lo Re) anche
quest’estate parte con il suo “Miniclub” dedicato a tutti i bambini a partire
dai 4 anni. Il Mini club del LOFT “Il Gambero Rosso Ristorante” di Lecce è il
luogo più idoneo alla diffusione della cultura del gioco e dell’intrattenimento
per bambini, unico nel suo genere perché permette alle famiglie di restare
nelle ‘vicinanze’ dei propri figli godendo a propria volta di un’atmosfera
tranquilla e al contatto con i gusti della cucina mediterranea ‘rivistata’
dallo chef Ivan Vergari. Uno staff di animatori specializzati, infatti, lavora
per garantire ai bambini ospiti il massimo del divertimento, e la sicurezza per
i genitori che vogliono trascorrere momenti di intimità a cena, che i loro
figli si divertono in tutta serenità. Il servizio gratuito del Miniclub offerto
dal LOFT “Il Gambero Rosso Ristorante” di Lecce viene svolto all’interno dei
locali del ristorante, in uno spazio confortevole dotato di tavoli, sedie, a
misura di bambino, strumentazione multimediale, e spazio wi-fi gratuito. È
previsto su prenotazione, per i bambini ospiti, il Menù Mini Club, studiato
appositamente per loro. Nell’ambito della attività ludico-ricreative del Mini
Club, il LOFT “Il Gambero Rosso Ristorante” di Lecce lancia il concorso di
disegno “Il mondo è bello perché …” dove nei giorni 20 e 21 di luglio quanti
tra i bambini hanno mandato le proprie adesioni entro e non oltre il 13 e il 14
luglio 2012, potranno usufruire dei colori e dei fogli da disegno messi a
disposizione dal LOFT “Il Gambero Rosso Ristorante” di Lecce per realizzare il
proprio elaborato. I migliori lavori selezionati verranno esposti in una mostra
allestita con i bambini da due rinomati artisti salentini della durata di dieci
giorni. Il LOFT “Il Gambero Rosso Ristorante” di Lecce oltre a essere un
rinomato ristorante grazie alla cucina sopraffina dello chef Ivan Vergari, è un
luogo ideale per l’organizzazione di feste e piccole cerimonie ispirate al
tipico “PARTY ALL’AMERICANA” all’insegna di buffet ricercati e scenografici,
drink, dolci, spumanti e tanto divertimento e per gli amanti della tradizione
“la mise an place” con servizio all’italiana.
Info e contatti
tel. 392.43.93.973
rosita.roveda@gmail.com
info@gamberorossolecce.it
MALINATI DI ANGELA BUBBA (BOMPIANI)
Benvenuti in Calabria, paese di Spartani e
Africani sfrattati, delle arance di sangue e dei corpi dimenticati. Il paese
delle badanti e dei raccoglitori stranieri, il luogo dei morti bianchi e dei
morti neri. Benvenuti nel paese della solitudine. Nel posto della ’ndrangheta e
dell’anonimato, delle strade d’arsenico e del passato affondato. Nella terra
degli ospedali assassini e dello Stato invisibile, e dove nessuno sembra poter
arrivare. Dove tutto si può dimenticare. Benvenuti in una disperazione bianca,
nel paese che non ha più miti e che non ha più le parole. Nella più fonda notte
dell’Italia, in un’oscurità chiamata Calabria. Benvenuti.
Angela Bubba è nata a Catanzaro nel 1989. Nel 2009 ha pubblicato La casa
(Elliot edizioni). Questo è il suo secondo libro.
domenica 24 giugno 2012
Il libro dell’oppio di CATERINA DAVINIO, puntoacapo, Novi Ligure (Al), presso Universal Book, Rende, 2012. Intervento di Alessandra Peluso
«Agisci in modo da considerare l’umanità sia
nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come fine, e
mai come semplice mezzo». Crolla la massima dell’imperativo kantiano e il
sistema nella quale poggia la libertà, il rispetto, l’autonomia di se stessi
quando vince nella vita un altro tu devi, dunque puoi: drogarti. La droga, un
male che sovrasta la ragione umana: rifugio per alcuni, gioia per altri. Questo è il tema ne Il libro dell’oppio di
Caterina Davinio, artista, autrice e scrittrice di poesie che riguardano la sua
essenza ed esistenza. È insita in ogni trama l’eroina, ma non è sola,
s’intreccia con la vita, la morte, la natura, l’amore, la noia, la
solitudine. La raccolta narra le vicende
vissute da Davinio con le sue “cattive compagnie” dal 1971 al 1997, divorata,
accecata dalla droga. Senza dubbio, leggendo tali poesie non balza l’intenzione
di dare un giudizio o avere un pregiudizio, immersi dai versi bellissimi,
musicali, strutturati in modo magistrale. Pertanto, scevra da ogni
sovrastruttura e qualsivoglia ipocrisia, mi sono accostata allo studio attento
di versi sorprendentemente disarmanti, onirici, che narrano un dramma
tutt’altro che fantastico: tormento, logorio di psiche e corpo, spesso morte.
Emerge «l’insopprimibile / desiderio / di assomigliare / a Dio» (p. 16) e la
percezione appare «un mondo chiuso / una monade / incalzata / dal senso / di
irrealtà» (p. 23). Sono maledettamente poetici i versi: « [...] una ragazza
triste / che coglie una margherita / una foto ingiallita in un arco di fiori /
un debole sorriso, arrendevole / alla nostalgia del male / e vivere clandestina
nel mondo dei grandi. / E rimarrà triste / lei che coglie / una margherita in
città, tra le case, / aspettando un giovane sensibile / un principe dal cuore
gentile, / che si ubriachi con lei, / che faccia a pugni con lei». (p. 30). Si
scorge il disperato bisogno di avere qualcuno accanto, di condividere la
solitudine. Così come tetra è la
quotidianità che si cela nella poesia: «Mentre aspetto / la mia polvere sotto
il sole. / Gocciola stupita la canicola / e stupite vene hano fame. [...] ».
(p. 36); mentre i versi risplendono di luce, colori, suoni, poesia. Con sorpesa
si scorge l’amore, soffocato dal bisogno di procurarsi la droga e si
legge: «Nel tuo corpo / c’era tutto il
mondo / e a me piaceva / sentirmi piccola / tu mi trascinavi / con quel pizzico
di violenza per una strada / che non avrei voluto percorrere / ma seguivo i
tuoi passi / come un cane affettuoso / come cerchi di fumo / come un felice
riflesso / su quell’asfalto lucente / della città notturna! [...] ». (p. 43). A
tal punto, non posso non far riferimento a Baudelaire e in particolare, alle
parole che scrive su di lui Sartre: «Baudelaire non accetterà mai la felicità,
poichè essa è immorale. [...]. Baudelaire ha scelto di soffrire, il dolore,
dice, è la nobiltà». (J.-P.- SARTRE) E come non richiamare De Quincey, citato
non a caso anche dall’autrice, e le sue Confessioni di un mangiatore di oppio,
considerato uno dei capolavori della letteratura inglese della prima metà del
XIX secolo. Al centro della narrazione di De Quincey come di Davinio, vi è
l’oppio: idolo e demone. Eppur tuttavia, la poetessa non segue lo stesso
intento dei letterati Charles Baudelaire e Thomas De Quincey; mentre, infatti,
costoro inneggiano all’oppio come sostanza benefica, vivificatrice, che acuisce
le potenzialità del genio, stimola al sogno, suscita immagini fantastiche, che
la utilizzano per scrivere, non è così, ahimè, per Caterina Davinio che non sa
di usarla, si lascia usare e dominare e sottomettere al suo potere. «Sì. / Ti
dico di sì. / Fino all’ultimo stadio del male / delizioso». Una volta libera da questo demone perverso,
adotta il linguaggio poetico per raccontare l’esperienza della droga con
distacco senza moralismi, con sottile ironia, lanciando un messaggio ad ogni
lettore chiaro e forte, che scaturisce dall’intera raccolta di poesie: “la vita
è degna di essere vissuta in qualsiasi modo lo si voglia, ma vissuta e aver la
possibilità un giorno di raccontarla a qualcuno, o magari scriverla”. È un inno alla vita paradossalmente questo
libro che in un primo istante può sembrare doloroso e drammatico. Davinio ha creduto di essere felice, di
vivere in compagnia della sua droga - compagno fedele - che non l’abbandona
finchè non sarà Caterina a deciderlo. E
si leggono i versi ritmati, che incalzano seguendo il loro metronomo: «Nubi
dove le lame / ipodermiche / dell’infinito / affondano / nella pelle /
addolorata / e grata. / [...] / luminosa / notazione, / segnatura. / (Lunga
discesa) / Droga secreta / nei labirinti / della ragione». (p. 65). Così come
«Rumore secco / di una porta / che si chiude. / Cade la pioggia / ticchettìo /
tintinnìo / scroscìo, / finché / l’orchestra / del quotidiano / la afferra / di
nuovo». (p.82). Così concludo con i
versi: «Ho in cuore / tutto il male / di un capitolo chiuso / di un universo da
dimenticare / ho in cuore / il male / di un pomeriggio di alcool e di noia / e
avido di morte / come solo sanno darla / l’alcool e la noia. [...]» e in un
“abisso senza fari e senza sponde” «Tremai / Incominciai a dire: / “Padre
nostro che sei nei cieli” ... / e gatto mi rispose / - che sei nei cieli, che
sei nei cieli - / le pupille verdi, / le sue pupille verdi / erano una foresta
di fantasmi». (p. 131). Ad un passo dalla fine la poesia sembra l’unica
espressione, l’unico mezzo in grado di organizzare e dare una forma credibile
ai fantasmi edenici dell’uomo (C. BAUDELAIRE, I paradisi artificiali). La poesia
come forma sublime della vita straripa come un fiume in piena da una non-vita,
ricordo oramai di un tempo lontano.
In copertina: Caterina Davinio, elaborazione
digitale su un autoritratto fotografico del 1979
DANIELA PISPICO CONSIGLIA: DANZE DI NERVI di GIANLUCA CONTE A GALUGNANO
In occasione del decimo anno di vita dei Presidi
del libro, lunedì 25 Giugno 2012 alle ore 20.30 in Piazza Vittorio
Emanuele a Galugnano (LE) verrà presentato “DANZA DI NERVI” di Gianluca Conte
edito da Lupo Editore. Dialogherà con l’autore: Stefano Donno, scrittore e
poeta. Modererà l'incontro: Giuseppe Zilli, responsabile del Presidio del Libro
di San Donato di Lecce
“Gianluca Conte ricorda, a chi dimentica
l'origine del raccogliere versi, quell'andare a costituire una 'raccolta
poetica' come gesto che presuppone una semina antecedente alla scrittura.
Questa 'danza di nervi' oscilla tra Mondo e Terra, dove il Mondo è inteso come
la rete di rapporti sociali che sono un furto dell'esistenza 'vera' e la Terra è il nostro luogo di origine,
il luogo dove siamo destinati a tornare, "[...] mi copro d'argilla e
ferro/per non dimenticare/che appartengo alla terra/ma strizzo l'occhio al
cielo". Il rapporto lacerante tra l'individuo e le convenzioni sociali è
uno dei temi più ricorrenti, la finzione della maschera che ricopre la
vita(torneranno come "Facce sciolte di cera"), è la stessa di
"Un ordito fatto male, indossato come a caso,/un vestito cucito addosso
senza ben misurare/la distanza che passa tra il tuo cuore e l'infinito."
Dopo “Insidie” e “Il riflesso dei numeri”, la conferma di un percorso poetico
che fonda la sua concretezza nell'equilibrio tra lirismo poetico e impegno
sociale.” [Luciano Pagano]
GIANLUCA CONTE - Nato a Galugnano (Le) nel 1972.
Laureato in filosofia, è poeta, scrittore, operatore culturale (il suo sito
personale è http://glucaconte.blogspot.com/). Con il Centro Studi Tindari Patti
ha pubblicato la silloge Il riflesso dei numeri (2010), finalista al concorso
nazionale "Andrea Vajola". Con Il Filo Editore, ha pubblicato Insidie
(2008). Ha partecipato a diversi concorsi letterari ottenendo vari
riconoscimenti. Ha fondato, insieme a Michela Maria Zanon e Tiziana Pezzuto,
l'associazione artistico-culturale 'Eterarte', con cui svolge una continua
attività di ricerca sul territorio, interagendo con realtà nazionali e
internazionali. Con la Zanon
ha dato vita al gruppo di lavoro 'Apotema', col quale porta avanti progetti
culturali di ampio respiro. Da alcuni anni lavora a "Madri a Est",
uno studio sulla situazione postbellica in Croazia e nelle aree limitrofe, nato
dai soggiorni dell'autore in terra balcanica; dal materiale di questa
esperienza in progress sono tratti degli scritti inediti, alcuni dei quali
diventati letture sceniche. L'autore collabora con diverse figure artistiche,
tra cui Giuseppe Zilli, Sefora Cinzia Zippo, Alessandra Sessa, Luciano Pagano,
Astragali Teatro, Università Popolare Aldo Vallone.
Info:
sabato 23 giugno 2012
CONSIGLIO: Byron Donalds
Byron
Donalds is running for U.S. Congress because he still believes in the power of
the American People and the future of the American dream. Byron is an
experienced leader, a servant of his community and church, and a devout family
man. He and his wife Erika have three sons. He believes that the best path to
create a better future for his children is a limited government that values
individual liberty and encourages both entrepreneurism and economic growth.
Byron is concerned about the unsustainable debt that is being passed to future
generations. Rising from humble beginnings in Brooklyn,
New York, Byron Donalds earned a degree in
Finance from Florida
State University.
As an independent thinker, his passion for history and truth ultimately led him
to embrace Constitutional Conservatism; the political philosophy that embraces
a restrained federal government in order to secure individual liberty and
economic freedom and which results in a society that allows all people to
improve their lot in life and seek their own interests. Byron's career
experience has been in long term cost analysis and containment. As a Commercial
Credit Officer in banking and as a Portfolio Manager in financial services,
Byron's primary focus has been providing additional certainty and reducing
risk. He will use this experience to help solve the nation's current debt and
spending problems. Byron has consistently invested in his community. He serves
as a youth leader in his church, coaches little league, and volunteers on
various service/non-profit boards and committees in Southwest
Florida. He serves as Chairman of the Board for Child Evangelism
Fellowship of Collier County. Concerned about the state of our debtor nation,
Byron joined the Naples Tea Party in 2008 and became a member of the Naples Tea
Party Leadership Council. Byron is dedicated to standing with the citizens of Southwest Florida and to restoring the founding
principles that made our country great.”
CONSIGLIO: Nasce l’Osservatorio Italiano sull’Editoria Digitale
Teseo Research, Istitutuo di ricerca specializzato in Indagini e Consulenze
di tipo qualitativo e quantitativo applicate allo studio della evoluzione
socio-culturale dei target, in partnership con Youcanprint.it, uno dei più
importanti self-publishing italiani, è felice di annunciare il lancio di
un’indagine sul mondo dell’Editoria digitale. Obiettivo della ricerca è mettere
in atto un osservatorio permanente sull’editoria digitale che, con cadenza
trimestrale, restituisca il punto di vista dell’utente sui temi fondamentali
implicati nel fenomeno; in particolare, vengono indagati:
- La soddisfazione percepita dall’utente riguardo alla sua esperienza con i
libri in formato elettronico
- L’elasticità del prezzo: costo dell’eBook rispetto ai libri tradizionali,
soglie di accettabilità, prezzo ottimale dal punto di vista dell’utente.
- La qualità percepita per quanto riguarda le principali librerie online
- Vantaggi e limiti legati all’utilizzo di un device specifico (eBook
reader, tablet, PC)
Il questionario richiede all’incirca 10 minuti. Tutte le opinioni saranno
trattate in forma anonima e contribuiranno a sviluppare un osservatorio
peramente su questi temi.
Per poter partecipare alla ricerca e compilare il questionario clicca qui.
(http://teseoresearch.osservatorio-ebook.sgizmo.com/s3)
Per avere maggiori informazioni sulla ricerca e il progetto scrivere a
ufficiostampa@youcaprint.it .
Per avere maggiori informazioni su Teseo Search, visita il loro sito
http://www.teseo-research.it/
venerdì 22 giugno 2012
Martha Argerich
Martha Argerich, piano Gewandhausorchester Leipzig Riccardo Chailly, conductor
ROBERT SCHUMANN Piano Concerto in A minor, Op.54 00:31 I. Allegro affettuoso 15:35 II. Intermezzo 21:23 III. Allegro vivace Recorded live in Leipizg, on 1 and 2 June 2006
giovedì 21 giugno 2012
Gli esorcisti del Vaticano. La guerra contro il diavolo nel XXI secolo di Tracy Wilkinson (Edizioni L’Età dell’Acquario)
Si tratta di uno dei riti più antichi, arcani e, per alcuni, più
imbarazzanti della Chiesa cattolica. Eppure la domanda di esorcismi – e di
esorcisti qualificati – cresce di anno in anno vertiginosamente. Per Tracy
Wilkinson, corrispondente del «Los Angeles Times», la «disintossicazione dal
diavolo» è diventata una vera e propria industria, con i suoi sostenitori, i
suoi congressi internazionali e, naturalmente, i suoi aspri detrattori.
L’autrice ci presenta alcuni tra i principali protagonisti: da padre
Gabriele Amorth, l’energico ottuagenario strenuo difensore dell’esorcismo, al
«ribelle» Emmanuel Milingo, il prelato africano che con i suoi comportamenti
provocatori ha creato più di un imbarazzo nelle alte sfere del Vaticano; per
giungere alla nuova generazione di esorcisti, più cauta nel valutare i casi in
cui è davvero auspicabile la pratica del «rito di liberazione».
L’inchiesta della Wilkinson pone poi alcune domande basilari: quali sono le
responsabilità individuali degli individui posseduti? Dietro la cosiddetta
possessione non si nascondono problemi che richiederebbero una terapia
psicologica o psichiatrica? Perché la maggioranza delle persone che si
sottopongono agli esorcismi sono donne?
Per trovare una risposta a questi e ad altri interrogativi l’autrice ha
effettuato una estesa e impegnativa ricerca «sul campo», intervistando
sacerdoti, psichiatri, intellettuali, raccogliendo la testimonianza diretta di
tre donne possedute e assistendo a due esorcismi. Il risultato è un viaggio
avvincente, e spesso sorprendente, fra credenze, ossessioni, paure, rituali,
demoni reali o immaginari. Un viaggio alla scoperta del posto e del ruolo del
diavolo nella società del XXI secolo.
TRACY WILKINSON dirige la sede di Roma del «Los Angeles Times». È
responsabile delle notizie dall’Italia, dal Vaticano, dalla Spagna, dalla
Turchia, dalla Grecia e dall’area del Mediterraneo. È stata insignita del Polk
Award for Foreign Reporting per il lavoro svolto in Bosnia e in Kosovo negli
anni ’90.
martedì 19 giugno 2012
SIMULAZIONI ALL'ACAYA GOLF CLUB
Nella splendida cornice
dell’Acaya Golf Club (Strada Comunale di Acaya Km 2) dal 20 giugno al 12 luglio
2012 ci sarà una prestigiosa mostra d’arte che vedrà coinvolti alcuni tra i più
prestigiosi artisti contemporanei viventi salentini di fama nazionale e
internazionale: Raffaele Capraro, Fabio De Donno, Sandro Greco, Corrado
Lorenzo, Cosimo Marullo, Antonio Massari, Piero Paladini, Paola Scialpi.
L’appuntamento che ha il titolo emblematico di “Simulazioni” nasce da un’idea
della fotografa leccese Ornella Cucci, e aprirà al pubblico con
un’inaugurazione prevista per il 20 giugno alle 19,30. Ciascun artista seguendo
il proprio percorso di ricerca è intervenuto pittoricamente sulle foto della
Cucci, trasformando un immagine fotografica in un ibrido foto-pittorico di
grande impatto emotivo ed evocativo.
Ogni immagine foto-pittorica presentata offre un modello di esistenza altro, e
consente al fruitore di osservare lo svolgersi dinamico di una serie di eventi
che attingono alla quotidianità più pura, ovvero si parte da azioni e contesti
che ciascuno può vivere giorno dopo giorno e che necessitano di un salto logico
per comprenderne il simbolo, la bellezza e la forza della vita. Il progetto a
cui hanno aderito Raffaele Capraro, Fabio De Donno, Sandro Greco, Corrado
Lorenzo, Cosimo Marullo, Antonio Massari, Piero Paladini, Paola Scialpi su invito di Ornella Cucci non è una
trasposizione logico-matematica-procedurale di un "modello
concettuale" della realtà ... anzi è un percorso d’emozione che inchioda
il pubblico a riflettere attraverso le immagini su ciò che è veramente conta
INFO
DOUBLETREE BY HILTON ACAYA GOLF RESORT
Strada Comunale di Acaya Km 2
Cap: 73029
Città: ACAYA–FRAZ. DI VERNOLE
Prov.: LECCE
E - mail: info.acaya@hilton.com
Tel.0832/861385 - fax:0832/861384
SULLE ORME DI IDRUSA ALL’EX CONSERVATORIO S.ANNA DI LECCE
Mercoledì 20 giugno 2012 alle
18:00 presso l’Ex Conservatorio S.Anna di Lecce in Via G. Libertini nell’ambito
della personale di Silvana Bissoli “Quello che gli ulivi ci dicono...” è prevista la presentazione del volume “Sulle
orme di Idrusa” di Wilma Vedruccio edito da Kurumuny. Ci sarà un’azione di lettura con voce
narrante di Wilma Vedruccio con l’accompagnamento alla fisarmonica di Rocco
Nigro.
Protagonista del racconto di Wilma
è Idrusa, personaggio di donna otrantina creata da Maria Corti e trasfigurata
dalla storia nel mito. Quella raccontata da Wilma è quasi un’epopea e Idrusa ha
la potenza di un’eroina della classicità: è senza età, non è soggetta alle
categorie del tempo e dello spazio, incarna l’archetipo di donna proviene dal
passato e si proietta indomita nel futuro.
Idrusa ci riporta alla mente il
ricordo di donne eccezionali, dotate di una straordinaria e inquietante
personalità che si esterna nei rapporti interpersonali o che emerge a livello
della coscienza individuale. Idrusa ha la stessa forza di Didone innamorata,
che per amore mette in discussione il suo ruolo di regina e sempre per amore
decide di uccidersi sulla spada di quello che è stato il suo uomo pur di non
rinunciare a nulla di se stessa. Ogni scelta di Idrusa sembra scaturire da un
sentimento di inadeguatezza, dalla percezione del divario incolmabile tra lei e
la realtà circostante: Idrusa si ribella alle convenzioni della sua intera
comunità, stretta tra esigenze razionali e istanze emotive. Ma Idrusa non cede
il suo cuore, non si rassegna, rivendica la sua anima e la sua intelligenza,
resiste fino a incontrare l’amore e la passione sfrontata, che stravolge il
cuore e imprime una svolta decisiva e irreversibile alla sua esistenza.
Al libro è allegato il CD con il
racconto di Idrusa letto da Wilma, che ci porge la sua voce con il giusto
pudore, senza pretese attoriali, ma lasciandosi trasportare, come è naturale
per l’autrice, dal desiderio del racconto.
La musica di Rocco Nigro segue
con grande sensibilità il disegno di Wilma, amplifica le emozioni, sa
allontanarsi fino a farsi bordone, oppure sa far danzare a fianco della voce il
proprio tema. Personaggi del libro sono anche Otranto, il profumo del mare, i
colori di certe albe, gli odori delle erbe, il Salento dei tratturi e delle
pietre parlanti, civette dagli “occhi dolci come lampade a petrolio”.
lunedì 18 giugno 2012
ANNA CHIRIATTI CONSIGLIA: SCIROCCHI BAROCCHI RACCONTI MERIDIANI DI AMORE E RANCORE di GIUSEPPE RESTA e con la prefazione di Livio Romano (KURUMUNY)
Bozzetti, istantanee, schizzi, novelle, documentari, registrazioni e
cartoline non illustrate provenienti dal profondo sud-est della penisola. Un
viaggio nel presente e nel recente passato, tra personaggi e interpreti del
Salento di ieri e di oggi. I racconti, alternandosi tra commedia e tragedia, si
sviluppano intorno a quella pulitica
intesa dai vecchi salentini come dignità civica, come rigore etico,
presentabilità sociale. Un ritratto ironicamente impietoso, e senza
infingimenti, su di una realtà sociologica sciroccata. Da un rapporto d’amore
contrastato con questa terra, la riflessione su come eravamo e come siamo
diventati, così da ripartire per migliorarci.
I racconti, molto diversi tra loro ma accomunati da un irrefrenabile spirito
savonaroliano sono scritti in una lingua sincera, potente e sfrenata che è
anche cifra stilistica che pervade l’intero volume. Resta mette in scena frammenti
di realtà paesana, attuali e antichi, appunti di viaggio, notarelle nostalgiche
sulla propria e altrui esistenza: costantemente animato dall’indignazione,
animata da un forte sentimento etico-politico ma anche dal rimpianto per valori
antichi che sembrano essere stati spazzati via dalla massificazione prima,
dalla globalizzazione poi. In molti dei pezzi di questo collage, risuonano
parole come “onore”, e si avverte, inconfondibile, una basilare scelta di campo
che è quella di raccontare le storie degli uomini dal punto di vista della
storia della lotta fra le classi. Ed è così che scorrono istantanee di vita
giovanile degli anni Settanta, scritte con lingua mimetica e contaminatissima,
e pagine di minuziosi ricordi d’infanzia in cui la personale madeleine
dell’autore si incarna nella sessula, sorta di paletta per raccogliere i legumi
da un sacco di juta. Gente che si arricchisce, gente che fallisce miseramente,
donne virtuose e donne sfrontate, figli che crescono “con pane e senza pane” e
monumenti zurighesi all’emigrante e resoconti di vita quotidiana che devono
tutto alla propagazione orale e, per questo, via via più contraffatta. In un
quadro d’insieme in cui la fiducia per il futuro è assai tenue: come scrive
Resta, nel dialetto salentino non esiste il tempo futuro, ma siamo pieni zeppi
di passati remoti, c’è ancora spazio per l’incanto dorato di un bagno
purificatore in questo nostro mare amato non meno che deturpato di Così cambia
la vita.
GLI OROLOGI DEL PAESE DI ZAULù di Carla Saracino (Lupo editore)
Nel paese di Zaulù gli orologi improvvisamente smettono di
funzionare: è l'occasione per entrare in un mondo antico abitato da creature
curiose che hanno il coraggio nel cuore, la sfida dell'impossibile nelle vene,
la promessa della bellezza sugli occhi. Dieci fiabe per dieci avventure che
passeggiano sulla corda dell'immaginazione: dal capriccioso Orologaio, un
orologiaio al contrario che invece d'aggiustar orologi li distrugge, a Benblù,
eroe per caso chiamato a salvare l'amore di una caraffa ballerina, passando per
ombrellai, ginepri parlanti, mercanti, Re e Principesse, fabbricanti di
Destini, fornai scalzi, fantasmi di vescovi e impavide ragazze. Sullo sfondo
luoghi riposti nelle scatole degli incantesimi, sopravvissuti alle eccedenze
della modernità, scenari di grandi sentimenti ma anche di minuscoli dettagli in
grado di trasformare la morte in vita e la vita in un sogno perfetto. Un libro
di cartone che può essere letto tanto dai bambini quanto dagli adulti e che
invita a riflettere sulle responsabilità della parola e dei suoi poteri
visionari.
Carla Saracino - Nasce nel 1980 a Maruggio (Taranto).
Autrice in versi, ha pubblicato I milioni di luoghi (Lietocolle, 2007, Premio
Saba Opera Prima). Sue poesie sono apparse su Nuovi Argomenti (Mondadori),
Specchio di La Stampa,
l’immaginazione (Manni), Tabula rasa (Besa) e su varie antologie, tra cui
quella curata da Giuseppe Goffredo, Poeti Circus (poiesis). Ha partecipato a
diverse rassegne e letture di poesia, in particolare a quelle del teatro Out
Off e a quelle della Casa della Poesia di Milano. Nel febbraio 2009 è uscito il
suo libro di fiabe “14 fiabe ai 4 venti” (Lupo editore). E’ stata finalista al
Premio Cetonaverde Poesia. Insegna Lettere a Milano.
domenica 17 giugno 2012
CONSIGLIO: IL PASSO DELLA NOTTE DI ELIO RIA (LUPO EDITORE)
«La notte mesce il vino della poesia»: inebriante e
carezzevole. Privilegiato luogo della poesia, essa si lascia interrogare dai
poeti, apre con loro un colloquio, ne accoglie ansie e trasalimenti, accorda il
suo al loro canto. L’intesa tra i poeti e la notte è profonda esaltante. Anche
nello svelare gli inganni della vita e della società in cui siamo immersi.» (Luigi
Scorrano)
Elio RIA - Nato in 1958. È nato a Tuglie (Lecce) nel 1958. Ha pubblicato La mia
solitudine (2007), La maledizione del tempo (2008). Frequenta la facoltà di
filosofia dell’Università del Salento. È l’ideatore e il curatore della rubrica
La lente di Elio, spazio internet dedicato alla poesia. Collabora con la
redazione del sito web de “La
Mente e il Cuore”.
DANIELA PISPICO CONSIGLIA: In libreria dal 21 giugno 2012 L’ermellino di porpora di Pierre Borromée. Traduzione di Valentina Pasquali (Time Crime – Fanucci)
L’ermellino di porpora, opera prima, è stato coronato dal
Prix du Quai des Orfèvres 2012. L’autore scrive sotto pseudonimo, ed è un
avvocato di quarant’anni che vive e lavora nella provincia francese. La
scrittura misurata e solida, l’accurato ritratto di una provincia che amplifica
e inasprisce inimicizie e frustrazioni, la caustica ricostruzione dei rapporti
di potere che oppongono autorità giudiziaria e forze dell’ordine e un intrigo
che sfida il lettore ad ogni svolta investigativa candidano l’esordio di Pierre
Borromée a divenire un classico del noir francese contemporaneo.
Villecomte, Borgogna. Il cadavere di una giovane donna,
Juliette Robin, affonda tra le lenzuola insanguinate del proprio letto: il
ventre è stato squarciato, decine di colpi di martello le sono stati inflitti
sul viso. I sospetti cadono inizialmente sul marito, Pierre Robin, un avvocato
piuttosto rinomato nella regione. C’è un elemento inspiegabile che aggrava la
posizione dell’uomo: incredibilmente, dopo cinque anni di matrimonio, la
vittima era ancora vergine. Polizia e tribunale sono costretti a collaborare,
in un ginepraio di scontri e veleni, per tentare di scoprire il colpevole. Il
procuratore incarica dell’inchiesta il commissario Baudry, un poliziotto
all’antica, ruvido e scaltro, che inizia a indagare nella vita della coppia. Le
piste, nel frattempo, si moltiplicano: sette anni prima è stato compiuto un
altro terribile omicidio, il cadavere mutilato di una quindicenne è stato
ritrovato nei pressi di un paese vicino. I due crimini portano forse la stessa
firma, e l’assassino potrebbe colpire di nuovo…
Pierre Borromée è lo pseudonimo di un avvocato quarantenne
che vive e lavora nella provincia francese.
L’ermellino di porpora, opera prima, è stato coronato dal prestigioso
Prix du Quai des Orfèvres 2012, la cui giuria, presieduta da Christian Flaesch,
direttore della polizia giudiziaria della prefettura di Parigi, è composta da poliziotti, magistrati e
giornalisti.
«Mi hanno chiesto come abbia fatto a descrivere con tale
esattezza e realismo l’ambiente giudiziario. Semplice : è un ambiente che
conosco dall’interno. Quello che racconto è un mondo con il quale mi confronto
e mi scontro ogni giorno.» Pierre Borromée.
sabato 16 giugno 2012
DANIELA PISPICO CONSIGLIA: 11-12 Luglio 2012 – Asfalto Teatro presenta: LE BAGATELLE DI MISTER MACBETH. Da Shakespeare a Céline. Lecce, Teatro Paisiello
TEATRO PAISIELLO – Lecce 11 e 12 Luglio 2012 –
ore 21.00. Regia: Aldo Autieri. Aiuto
regia: Davide Morgagni. Con: Aldo Augieri, Mariela Cafazzo, Andrea Cariglia,
Toto’ Del Popolo, Davide Morgagni, Maria Chiara Provenzano, Manuela Tondo. Scenografia: Daniele Sciolti e Antonio
Cazzato. Costumista: Fiamma Benvignati.
Luci: Musiclub. Rumoristica: Andrea Cariglia. Tecnico del suono: Emanuele
Autieri. Trucco: Bianca Sitzia.
Note di regia: L’OPERAZIONE BAGATELLA, VERA E
PROPRIA OPERAZIONE CHIRURGICA SUL CORPO CADAVERICO DEL TESTO SHAKESPEARIANO,
NASCE DAL DESIDERIO DI VOLER MASSACRARE I FLUSSI MALEFICI E INCANTATORI CHE
IMPRIGIONANO IL CORPO SCENICO – CHE LO CONDANNANO ALL’ESECUZIONE E ALLA
RAPPRESENTAZIONE SOCIALE DEL SENSO E ALLA SUA VOLONTÀ DI CONSENSO
– CHE COS’È UN CORPO CADAVERICO??
– CHE COS’È UN CORPO ATTRAVERSATO DA UNA CRISI
INFINITA??
– E ANCORA COSA C’È DI PIACEVOLE NELL’IMBOCCARE
UN VICOLO CIECO??
LA TRASFUSIONE DI SANGUE CÉLINIANO NEL CORPO
SHAKESPEARE, È TRASFUSIONE RITMICA, ELETTRICA, CHE SCUOTE E LIBERA
L’ATTORIALITÀ DAL SONNAMBULISMO DISPOTICO DEL LINGUAGGIO E DAI SUOI MECCANISMI,
DAI SUOI COMPLOTTI, CHE NE AMPLIFICA LE POTENZE PARANOICHE DEL FARNETICO,
RENDENDO VISIBILI LE FORZE DEPRESSIVE CHE LO GOVERNANO.
INFO
cell. 338.24.33.222 – 329.97.41.727
asfaltoteatro@libero.it
Prevendite presso:
Museo del Teatro Romano, via degli Ammirati, tel.
0832/279196 (dal lun. al sab., dalle 9.30 alle 13.30)
Shulùq, via Palmieri 37/A, tel. 0832/242284
(tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 17.00 alle 22.00)
Costi biglietti:
Intero 12 €
Ridotto studenti 8 €
Loggione 8 €
(Si informano gli spettatori che il teatro è dotato
di impianto di climatizzazione/aria condizionata)
DANIELA PISPICO CONSIGLIA: In libreria dal 21 giugno 2012 La casa sul fiume di Penny Hancock. Traduzione di Elena De Giorgi (Time Crime – Fanucci)
Esordio noir teso e denso, forte di una bellissima
contestualizzazione in cui l’acqua, il fiume, le correnti sono così presenti da
condividere con Sonia a Jez il ruolo di protagonista. La storia, narrata in
prima persona da Sonia, la protagonista, fa sì che il lettore viva dall’interno
i dissidi, le contraddizioni, i sogni, i ricordi di questa donna che, nella sua
follia, è così disperatamente “normale”, così simile alla moltitudine di mogli
e madri sospese tra la quotidianità di un’esistenza apparentemente senza
scossoni e gli urti di una frustrazione sempre latente che qui, d’un tratto,
diventa tanto urgente da cancellare ogni cosa, famiglia, affetti, equilibrio
mentale. Di più: il contesto più ampio che ruota intorno alla protagonista è
una camera d’echi di tutto quello che sostanzia, da sempre, il dolore
“clandestino” delle donne: un dolore fatto di tutto e niente, di vite spese in
riti sempre uguali, di incomunicabilità mai risolte affogate in piccole e
grandi sbornie solitarie, di figli e mariti e amici sempre presenti e mai
realmente conosciuti.
Greenwich, Londra. In un freddo pomeriggio di febbraio
Sonia, 43 anni, apre la porta di casa (una vecchia, splendida magione che si
affaccia sul Tamigi e che lei ama definire, da sempre, “the River House”) e
lasciando entrare Jez, 15 anni, amico del figlio e nipote di una sua cara amica. Il ragazzo
viene per un motivo qualsiasi (vorrebbe vedere un raro disco di vinile del
marito di Sonia, Greg, che al momento non è in casa), ha intenzione di restare
in casa una mezzora o poco più. Non ne
uscirà più. Con una progressione
geometrica, un passo dopo l’altro, senza che ci sia nulla di prestabilito,
Sonia inizia a far sì che il momento in cui il ragazzo lascerà the River House
venga via via rimandato: inizialmente è una piccola sbornia innocente che si
prendono insieme, poi diverrà una pratica quotidiana fatta di sonniferi sciolti
nelle bevande, di una lunga reclusione nel garage (evidentemente, semi
abbandonato) nel cortile antistante, di legacci che tengono Jez stretto alla
spalliera del letto. Il ragazzo non sa
cosa pensare: Sonia nutre per lui un’attrazione fisica che è ha una forte
componente materna; sostiene di volerlo proteggere, lo coccola, lo nutre con
delizie sempre nuove, continua ad affermare che presto lo lascerà andare, che
il tutto è una specie di gioco a termine. Il ragazzo non ha tuttavia alcuna voglia
di partecipare: ma non ha scelta, Sonia ha fatto sparire il suo cellulare, lui
non ha modo di contattare nessuno, quando il marito e il figlio della donna
sono in casa si ritrova recluso nel freddo e nel buio del garage. Si ammala, rischia di morire; poi, grazie alle amorevoli
(ma ossessive, asfissianti) cure della protagonista, il suo stato di salute
migliorerà. Nel frattempo, le indagini
sulla scomparsa del ragazza si serrano in cerchio intorno alla River House: ma
sarà Helen, la zia di Jez, la sola a pagare per una verità che la donna non ha
ancora messo a fuoco. Un giorno va a trovare Sonia e trova una t-shirt del
ragazzo, realizza cosa sta accadendo, e paga con la vita. Sonia uccide Helen, e
ne fa scomparire il corpo tra le gelide correnti del fiume (un fiume che
conosce bene, che è stato il leitmotiv della sua infanzia lì, in quella casa
che si affaccia sull’argine); ma le indagini continuano, il cerchio si fa
ancora più serrato.
Il finale è sorprendente: tutto lascerebbe pensare che il
ragazzo morirà o verrà liberato in tempo, tertium non datur: e invece Sonia lo
lascerà andare (dopo averne preso un calco in gesso, così da serbarne,
tangibilmente, la memoria), e si
consegnerà poi al suo destino, le accuse, l’arresto, la detenzione in un
istituto psichiatrico. Penny Hancock, logopedista in una scuola elementare di
Londra, vive a Cambridge con il marito e i tre figli. La casa sul fiume, suo
romanzo d’esordio, verrà tradotto in dieci paesi; i diritti cinematografici e
televisivi sono stati acquisiti dalla Festival Films.
«La sola cosa che conta, la sola cosa che vale la pena
raccontare, è l’interiorità dei personaggi, cosa accade sotto la superficie.
Scrivere è un’immersione nel profondo: niente di più e niente di meno.» (Penny
Hancock)
venerdì 15 giugno 2012
DANIELA PISPICO CONSIGLIA: “Angeli dimenticati” (Youcanprint) di Nicola Capecchi
Un
terribile incidente ferroviario. La
Freccia del Nord A 407 proveniente da Setterville e diretto a
Blow City, precipita per cause misteriose in un canyon. Muoiono circa 300
persone. Poco distante dal luogo dell’incidente si trova una piccola cittadina,
Busyville, dove il Tempo pare si sia fermato chissà da quanto. Marc Rosendale,
avvocato in carriera sull’orlo di un forte esaurimento nervoso, torna dopo più
di trent’anni a Busyville dalla sua famiglia, un po’ per ritrovare se stesso,
un po’ per nostalgia. Qui nulla sembra essere cambiato, ma circolano voci, a
causa di una serie di suicidi inspiegabili, che quella città sia un posto
maledetto. Solo voci? Marc intende andare a fondo sulla questione, e quello che
scoprirà andrà oltre i limiti dell’umana comprensione…
“Marc,
su consiglio del proprio psichiatra, si concede una vacanza dal lavoro per
riposarsi. Egli sceglie di tornare al suo paese natale per rivedere i suoi
genitori, che non vede da trenta lunghi anni. Busyville è una piccola città con
pochissimi abitanti, rimasta ferma a trenta anni prima, chiusa al mondo esterno
progredito, per vivere in una voluta e ostinata vecchia cultura. Una cittadina
di gente per bene e caratterizzata da una grande tranquillità. Ma ben presto
Marc si renderà conto che si tratta di una tranquillità del tutto apparente,
quando in città cominceranno a verificarsi strani fenomeni, nei quali si
troverà personalmente coinvolto. Quali misteri si nascondono all’interno di
questa apparentemente tranquilla cittadina? Cosa troverà Marc indagando su
quanto sta accadendo?
Marc
troverà anche l’amore in città, un amore bellissimo, forte e puro, un amore che
andrà oltre ogni difficoltà, un amore che andrà oltre la morte.”
“Angeli
Dimenticati” (Youcanprint) di Nicola Capecchi, Narrativa, pag. 212, ISBN:
9788866185482
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