11 febbraio 2013. Dopo 600 anni
accade in Italia un evento storico di portata mondiale: le dimissioni del Papa.
Nel Vaticano e in tutto il mondo questa notizia
ha lasciato increduli. E senza dubbio parliamo di un evento che destabilizza le
menti laiche e cattoliche data l’eccezionalità del gesto, ovvero il Papa,
Bendetto XVI, si fa da parte per il bene della Chiesa.
Risuona prorompente l’eco di “Il
curatore segreto del Vaticano” (Lupo editore), di Umberto Vitiello -
altroché previsioni Maya – ed è sorprendente come un romanzo carico di intrighi,
complotti e fitti misteri che avvolgono nel presente come nel passato la Chiesa, emergano
impetuosamente spinti da una “profezia” iscritta dall’autore nelle pagine di
questo libro. Non si possono non riportare alcune parole del romanzo che
appaiono come una “visione”, come una possibile realizzazione di una realtà che
contraddice paradossalmente se stessa. E dunque si legge come la
Chiesa che dovrebbe essere serva per ogni essere umano
rischia di apparire padrona, come padre Rodolfo - uno dei protagonisti del
romanzo - evidenzia chiaramente le sue perplessità, ammette di non avere affatto
certezze, ben immaginando gli ostacoli che il pontefice e i suoi stretti
collaboratori dovranno affrontare e superare. Ma sarà il curatore segreto
chiamato dal Vaticano ad informare il papa della vera natura di alcune
operazioni finanziarie in contrasto con i princìpi evangelici affinchè la Chiesa del futuro, unica
per tutti i cristiani, torni ad essere simile a quella dele sue origini.
Un libro decisamente sensazionale
che racconta già da un mese quello che sta accadendo oggi nella Santa Sede!
Il libro - Le aspirazioni, le delusioni, il coraggio di
responsabile e ferma critica, l’impegno paziente e persistente in difesa e
diffusione dei valori evangelici più genuini di tanti teologi contemporanei,
vecchi e giovani, da Hans Küng a Vito
Mancuso, in un romanzo avvincente in cui la Chiesa Cattolica
proiettata nel futuro è alla sua svolta storica più significativa e radicale.
Profeticamente collocata in un domani non molto lontano, la Chiesa accoglie tutti i
cristiani del mondo in una semplificazione teologica che la rende
universalmente accetta, ed è osservata criticamente dal futuro nelle sue tante
contraddizioni presenti e passate, un groviglio di intrighi e connivenze
stroncato a fatica dall’ultimo papa e dai pochi che credono con lui di riuscire
a riportarla ai genuini valori evangelici dei primi secoli. La narrazione segue
i canoni del dissenso intellettuale: un metodo che consente, senza incorrere in
accuse di eterodossia, una visione critica del reale stato in cui versa la comunità
dei cristiani detti cattolici, scrutando le loro delusioni e scoprendone le
aspirazioni, per delineare la configurazione progettuale della Chiesa da tutti
agognata. Tutto si svolge alla vigilia del Concilio Vaticano III, convocato dal
nuovo papa – un convinto “giovanneo” sudamericano – per attuare la
riconciliazione dei cristiani del mondo intero in un’unica Chiesa, degna per la
sua rinnovata natura di accogliere Cristo quando, alla fine dei secoli, farà
ritorno sulla terra. Grande è l’avversione della maggior parte dei curiali che,
difensori della tradizione e dei propri privilegi, non disdegnano di ricorrere
a raggiri e complotti pur di evitare che, con l’ecumenismo realizzato, la Chiesa Cattolica
rinunci alla propria ricchezza e al plurisecolare patrimonio teologico che la
rende del tutto diversa dalle altre comunità cristiane. La storia – (scritta
con la collaborazione di un giovane teologo) - ha inizio con un omicidio
commesso all’abbazia del Santo sul Colleprato che alla fine delle indagini vede
coinvolti alcuni alti prelati e consente al papa di affrettare i tempi
dell’innovazione e della riconciliazione. Ospite dell’abbazia da alcuni anni è
un noto economista, ex professore di Oxford fattosi monaco, personaggio
centrale dell’intera vicenda. Chiamato segretamente in Vaticano, è lui che,
definito “curatore”, informerà il papa della vera natura dei fondi dello IOR e
il modo come liberarsi di questa istituzione e di tutte le operazioni
finanziarie in netto contrasto con i principi evangelici, affinché la Chiesa del futuro, unica
per tutti i cristiani, torni ad essere simile a quella delle sue origini. La
conclusione della storia è nella convocazione del Vaticano III, ultimo concilio
della Chiesa Cattolica e primo della Chiesa di Cristo di tutti i cristiani del
mondo.
Umberto Vitiello, detto “Vadìm”, nato alle falde del Vesuvio, di
fronte all’isola di Capri, laureato con 110 e lode presso l’Università
Orientale di Napoli, ha frequentato un corso post-laurea di specializzazione in
etnologia sociale presso l’Università di Belgrado. Slavista e francesista, ha
soggiornato per studio in vari Paesi d’Europa. Membro di un’Associazione
Umanitaria Internazionale, per otto anni ha contattato ed aiutato alcuni
dissidenti (artisti, intellettuali, religiosi) dell’Unione Sovietica e dei
Paesi dell’Est Europeo. Ha lavorato come traduttore dal russo nel settore
“Studi e Progetti” della Montecatini di Milano, città in cui s’è sposato con
Maria Luisa Magnocavallo, docente di lettere nei licei. Dal matrimonio sono
nati Ermelinda-Vadìm e Luigi-Vadìm. Dedicatosi alla scuola, ha ideato e diretto
importanti sperimentazioni didattiche ed è divenuto preside in istituti medi
superiori. È autore di Parigi (SugarCo Editore, Milano), Il sale di Napoli
(Mursia, Milano), Un secolo da dimenticare (Ego, San Pietroburgo), Amanti oltre
il sesso e la morte, la vera storia di Abelardo ed Eloisa (Booksprint
Edizioni), Mon école (Booksprint Edizioni), e di articoli, saggi e traduzioni,
tra cui Consigli e istruzioni del giardiniere di corte di Caterina la Grande, saggio del ‘700
tradotto dal russo (Sellerio, Palermo). È coautore di un saggio-guida sulla
Francia in due volumi (Calderini, Bologna) e di Parigi 1789-1799: gli Anni
della Rivoluzione (Atheneum, Firenze). Dal 1968 vive a Pesaro.
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