Roberto Cotroneo ha dedicato un suo libro a lei, e alla storia della sua libreria voluta fortemente con il marito Edo. Dice Roberto Cotroneo in un’intervista rilasciata a Sandra Petrignani sul numero di Panorama del 7 febbraio 2006: “Edo era un ex calciatore che amava i libri e voleva aprire una libreria. Anna insegnava. Gli diede lezioni private perché lui voleva prendere il diploma liceale. Si conobbero così. Insieme aprirono la libreria Palmieri, nel centro di Lecce. Io lei l'ho conosciuta entrando nel suo negozio. Mi colpì la sua storia, che in città conoscono in molti”.
In occasione dei quaranta anni di attività della Libreria Palmieri,ho voluto dedicare ad Anna Palmieri una piccola grande mostra dal titolo “ In punta di libro ....”, dodici opere grafico – pittoriche che danno corposità al libro come vero protagonista delle nostre vite e delle società che s’impegnano, liberamente ispirate ad opere di autori tra gli altri come Italo Calvino, Alberto Moravia, Dacia Maraini.
La mostra è dedicata a tutti coloro che come Anna Palmieri amano veramente il libro, che sono ancora capaci di emozionarsi dinanzi ad un bel romanzo e comunque dinanzi alla buona scrittura.
Qualcuno ha detto “ la bellezza ci salverà “ e la cultura è il miglior veicolo per la salvezza.
Come avrete potuto notare sino al 15 dicembre 2008 esporrò alcune mie opere all’interno della rassegna “The Portable Show” curata da Stefania Carrozzini alla rinomata galleria d’arte Broadway Gallery di New York (USA).
Mostra grafico- pittorica
6-19 dicembre 2008
Libreria Palmieri
Via Trinchese, 62 - Lecce
Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
domenica 30 novembre 2008
venerdì 28 novembre 2008
mercoledì 26 novembre 2008
Le mie opere alla Broadway Gallery di New York
The Portable Show curated by Stefania Carrozzini at the BROADWAY GALLERY
December 1 to December 15, 2008
PATRONAGE: FONDAZIONE D’ARS OSCAR SIGNORINI ONLUS PRODUCTION AND ORGANIZATION: I AM. (INTERNATIONAL ART MEDIA) Milano – New York City – Beijing
Artists: NATALIA BERSELLI, ALESSANDRA COCCHI, ADRIANA COLLOVATI, MARCELLO DIOTALLEVI, ANNA GHISLENI, LIVE ART, SILVA NIRONE, ANNALISA PICCHIONI, PAOLA SCIALPI, KARL STENGEL
Broadway Gallery is pleased to announce the exhibition The Portable Show curated by Stefania Carrozzini and organized by I AM. (INTERNATIONAL ART MEDIA) from December 1 to December 15, with an opening reception on December 4, 6 p.m.
The exhibition features ten artists from Italy. For the show the curator contributes a text called Art Travels in Time and the Space of Creation. “Art travels and its vectors are physical and mental. It expands on the net; it dematerialises, yet at the same time it does not abandon substance and takes shape in all living forms; it maintains an outer layer, a shape that is perceivable in the real spatial and temporal dimension. Everything is in constant movement, things, ideas, people. They leave traces of energy in space. Time, in the game of creation, unites them in a unique design.”
Digital art has upset the traditional aura of the work of art and its physical immanence and the perceptive categories that we are used to. However, there is still a question to be asked. Why do artists continue to covet the tangible object, matter? Why do they insist on working on canvases, on marble, on paper, on the environment? Why not all take refuge in the virtual? Why not give themselves wholeheartedly to the cause of the immaterial? The temporal dimension that we are immersed in imposes its limits, freedom of movement, too. Should the idea inevitably take shape in matters such as searching for the most suitable body in which to reveal itself to the physical world, so as not to be shipwrecked in this ocean of images one has to manage and equip oneself as best as one can? A bit like in the film Cast Away in which Zemeckis, the main character played by Tom Hanks, a professional forwarding agent, an expert on national and global travel, tries to makes sense of his life and to resist the void that engulfs him. For the shipwrecked Zemeckis, the survival of symbols is more important than the material, more urgent than eating or sleeping, and for this reason he does not build a house; he does not give birth to a second universe that reminds him of his normal life. Nothing of all that. His fetish, his security blanket on the desert island, is a ball on which he has drawn a woman’s face in blood. It is this object that helps him hold on to a will to live. Perhaps destiny and the sense of art is just this: to nourish with symbols the body of the imaginary, establishing an ongoing effective relationship with reality. It is an attempt to heal, a need for redemption from the ontological loneliness within the subject itself, that which is anyway innate.
The technological deluge we are subjected to has not banished our desire to establish a concrete relationship with the object. Rather, it has filled it with even more expectations, symbolic references, whether one refers to an aesthetic or constructive dimension of the works of art. Beyond the means with which we express our need to give voice and substance to the imaginary, there remains the will of the human being to witness the power of thought and that which moves the law of the Universe and the process of creation. The exhibition is composed of 60 artworks, small-sized, mixed media, digital photographs, paintings, and drawings.
lunedì 24 novembre 2008
Maria Viteritti, Al di là del muro. A cura di Francesco Sasso
La purezza dell’invenzione e la verosimiglianza dominano la struttura del romanzo. La trama è congegnata con abilità. La scrittrice gioca le sue carte con maestria, inserendo anche sottili osservazioni sui lati oscuri e impenetrabili della mente umana.
Ambientato in un tempo non molto lontano da noi, Al di là del muro non convoca pseudorealtà né pseudoprofezie, ma percorre la strada di una realtà possibile.
Riporto la nota di copertina:
Tecnologie avanzatissime elaborate dal dottor Leibnitz rendono possibile trasferire la vita da un individuo all’altro; Giorgio, pupillo dell’illustre ricercatore, è quotidianamente all’opera per incontrare i donatori ed organizzare l’appuntamento che spegnerà un’esistenza per risvegliarne un’altra, congelata nell’attesa.
Ma questa routine viene ad un tratto turbata e il cinico “spettatore” della vita e della morte si trasforma in un giovane medico agitato da inquietudini e domande angosciose.
Frammenti di ricordi spezzano la sua freddezza, mentre il pianto notturno proveniente dalla casa accanto lo obbliga ad interrogarsi, lo spinge verso una tentazione d’amore, fino a rivelazioni sconvolgenti.
Una storia scritta magistralmente, capace di coinvolgere il lettore in una vicenda che al sapore dell’oggi mescola terribili ipotesi di domani. [...]
La storia è narrata con equilibrio. L’ordine cronologico della vicenda è continuamente sconvolto da brevi intromissioni di flash-back in cui la voce narrante, che passa dalla prima alla terza persona, lentamente ci svela alcuni brandelli della vita del protagonista che tanta parte hanno nella vicenda. Insomma, il romanzo è portato avanti con equilibrio.
Infine, lo stile è piacevole e limpido. La medietà della lingua è tipica di tanta letteratura di consumo. Buon romanzo d’esordio.
francesco sasso (www.retroguardia2.wordpress.com)
Bio-bibliografia
Maria Viteritti nata a Faenza, dal 2004 è giornalista pubblicista. Nel 2006 ha pubblicato il libro, tratto dalla sua tesi di laurea, La fabbrica dei sogni. L’immaginario infantile nel cinema di Tim Burton - Effatà, Cantalupa, Torino, 2006, vincitore del premio Carver. Nel 2008 i romanzo d’esordio Al di là del muro - Lupo editore, Salento, 2008
[Maria Viteritti, Al di là del muro, Lupo editore, 2008, pag.176, € 13.00]
sabato 22 novembre 2008
mercoledì 19 novembre 2008
Nancy Motta ... il mondo in un click!
Nancy Motta nata a Brindisi il 13 aprile, vive a Bologna dal 1983, nel1992 inizia la sua professione di fotografa come free-lance, seguendo la vita dei profughi dell’ex Jugoslavia nei campi di accoglienza dell'Emilia Romagna e la realtà sommersa dei senza fissa dimora, partecipando alla nascita della rivista "Piazza Grande" che segue sino al 1996.
In in questi anni collabora con le redazioni dei quotidiani e settimanali quali: La Repubblica e L'Unità, Panorama, Famiglia Cristiana, L'Espresso. Realizza servizi e per enti pubblici e privati, una collaborazione dal 1996 con la CGIL e la FIOM la porta sempre più a ritrarre il mondo del lavoro.
Dal 1992 iniziano i suoi reportage esteri, dall'area dei Balcani: Albania ex Jugoslavia Montenegro Macedonia e Kossovo, dove si è recata più volte.
nel 1994 è in Iraq dove realizza servizi fotografici su l'embargo e la diversità religiosa vi torna poi nel 2003 per raccontare la caduta del regime di Saddam Hussein, seguono reportage in Siria per documentare la vita dell’etnia Curda nelle comunità clandestine, in Israele Cisgiordania e Gaza con diversi viaggi dal 1999 al 2005, è Ciapas nel 2003 per un lavoro sulle comunità indigene, in Armenia nel 2004, in Togo nel 2005 e in diversi paesi e città europee.
In Italia continua a lavorare come fotografa di cronaca , segue eventi della politica nazionale e su incarico di enti pubblici, privati e organizzazioni nazionali è distribuita dalle agenzie Olimpia e successivamente Emblema .
Nel 2005 lascia l’agenzia e intensifica l’attività su propri progetti, collaborando con organizzazioni non governative, realtà industriali, ed enti locali.
Partecipa alla nascita dell’associazione culturale UFO unione fotografi organizzati, per la diffusione della fotografia attraverso corsi di formazione e organizzazione di mostre fotografiche incontri sulla fotografia
Al suo attivo la pubblicazione di libri fotografici:
Nel 2000 " Otranto Albania Kossovo 1999/1992 un viaggio a ritroso" pubblicato dall'editrice Argo, con il patrocinio dell’UNHCR, il libro racconta momenti di vita dei cittadini di etnia albanese dagli sbarchi a Otranto indietro alle frontiere di Macedonia Montenegro e Albania passando per l'inizio della guerra in Kossovo nel 1998 la crisi albanese nel 1997 sino al 1992
Nel 2002 "Terra" pubblicazione fotografica realizzata per la regione Puglia, edita da Mosaico. Le immagini riguardano la vita degli agricoltori dei pescatori dei pastori una realtà lavorativa difficile ma ricca di saperi e cultura e che rischiano di perdersi con la modernità
Nel 2003 "Iraq la guerra continua" il libro racconta l' Iraq dal 1992 sino al dopo Saddam volume edito per l'Arci di Ravenna
Nel 2005 “Harmattan tutta la complessità dell’africa nel piccolo stato del Togo” editrice Mandragora di Imola
Nel 2006 “ Acqua, una risorsa di vita e di pace” il volume realizzato con il GVC (un ONG di Bologna)e la Comunità Europea per la visibilità dei progetti sull’acqua in Israele e nei Territori Palestinesi
Nel 2006 “ Infanzia senza Diritti Umanità senza Futuro” realizzato per il comune di Anzola per la giornata sui diritti dei minori
Nel 2007 riedizione del voluma “ Infanzia senza Diritti Umanità senza Futuro” per il comune di Minerbio
Nel 2008 “ Brindisi un altro sguardo” realizzato per il Comune di Brindisi in occasione della visita del Papa
In in questi anni collabora con le redazioni dei quotidiani e settimanali quali: La Repubblica e L'Unità, Panorama, Famiglia Cristiana, L'Espresso. Realizza servizi e per enti pubblici e privati, una collaborazione dal 1996 con la CGIL e la FIOM la porta sempre più a ritrarre il mondo del lavoro.
Dal 1992 iniziano i suoi reportage esteri, dall'area dei Balcani: Albania ex Jugoslavia Montenegro Macedonia e Kossovo, dove si è recata più volte.
nel 1994 è in Iraq dove realizza servizi fotografici su l'embargo e la diversità religiosa vi torna poi nel 2003 per raccontare la caduta del regime di Saddam Hussein, seguono reportage in Siria per documentare la vita dell’etnia Curda nelle comunità clandestine, in Israele Cisgiordania e Gaza con diversi viaggi dal 1999 al 2005, è Ciapas nel 2003 per un lavoro sulle comunità indigene, in Armenia nel 2004, in Togo nel 2005 e in diversi paesi e città europee.
In Italia continua a lavorare come fotografa di cronaca , segue eventi della politica nazionale e su incarico di enti pubblici, privati e organizzazioni nazionali è distribuita dalle agenzie Olimpia e successivamente Emblema .
Nel 2005 lascia l’agenzia e intensifica l’attività su propri progetti, collaborando con organizzazioni non governative, realtà industriali, ed enti locali.
Partecipa alla nascita dell’associazione culturale UFO unione fotografi organizzati, per la diffusione della fotografia attraverso corsi di formazione e organizzazione di mostre fotografiche incontri sulla fotografia
Al suo attivo la pubblicazione di libri fotografici:
Nel 2000 " Otranto Albania Kossovo 1999/1992 un viaggio a ritroso" pubblicato dall'editrice Argo, con il patrocinio dell’UNHCR, il libro racconta momenti di vita dei cittadini di etnia albanese dagli sbarchi a Otranto indietro alle frontiere di Macedonia Montenegro e Albania passando per l'inizio della guerra in Kossovo nel 1998 la crisi albanese nel 1997 sino al 1992
Nel 2002 "Terra" pubblicazione fotografica realizzata per la regione Puglia, edita da Mosaico. Le immagini riguardano la vita degli agricoltori dei pescatori dei pastori una realtà lavorativa difficile ma ricca di saperi e cultura e che rischiano di perdersi con la modernità
Nel 2003 "Iraq la guerra continua" il libro racconta l' Iraq dal 1992 sino al dopo Saddam volume edito per l'Arci di Ravenna
Nel 2005 “Harmattan tutta la complessità dell’africa nel piccolo stato del Togo” editrice Mandragora di Imola
Nel 2006 “ Acqua, una risorsa di vita e di pace” il volume realizzato con il GVC (un ONG di Bologna)e la Comunità Europea per la visibilità dei progetti sull’acqua in Israele e nei Territori Palestinesi
Nel 2006 “ Infanzia senza Diritti Umanità senza Futuro” realizzato per il comune di Anzola per la giornata sui diritti dei minori
Nel 2007 riedizione del voluma “ Infanzia senza Diritti Umanità senza Futuro” per il comune di Minerbio
Nel 2008 “ Brindisi un altro sguardo” realizzato per il Comune di Brindisi in occasione della visita del Papa
martedì 18 novembre 2008
Ogni luogo è buono per leggere
Il Salento e altre storie
“OGNI LUOGO E’ BUONO PER LEGGERE”
Biblioteca Comunale
Venerdì 21 novembre ore 18,00
nella Casa di Borgo San Nicola con le donne, nel carcere di Caterina Gerardi.
Interventi di Francesca Conte, avvocato penalista, Elisabetta Liguori, scrittrice, Luigi Tarantino, giudice di sorveglianza.
Info:
BIBLIOTECA COMUNALE
via Risorgimento, 19 – Tel. 0833 596235 / 596235
e-mail bibliotecamica@comune.tuglie.le.it
Referente: Franco Sperti
SERVIZIO CIVILE
Tel. 0833 / 596521
e-mail: urp@comune.tuglie.le.it
Referente: Piero Rocca
domenica 16 novembre 2008
Elisabetta Bucciarelli ... più pop di così si muore!
Il primo racconto di narrativa risale al 1989, si intitola:L'arte è morta, evviva l'arte!, è inserito nell'antologia Crimine pubblicata da Stampa Alternativa, Marcello Baraghini Editore.
Travestimenti di natale, La Repubblica
Topi d'arte, Il Giornale
La Mora, Inchiostro
Quasi come lei, Inchiostro
Erotic Food, 100 cose, Mondadori editore
Forse esisto, Delitti e Misteri
Adesso è già dopo, antologia Cara Famiglia, Keltia editore
Quadri di fogna, antologia Città violenta, Addictions editore
I Miei migliori amici . Cronache dal fantastico mondo dell'arte, Vegetali Ignoti editore.
La gola del Sarchia, antologia Suicidi falliti per motivi ridicoli, Coniglio editore.
Il paradosso dell'arciere, antologia Uccidere per sport, Todaro editore
Happy Hour è il primo romanzo.
Dalla parte del torto è il secondo.
FEMMINA DE LUXE nella collana diretta da Luigi Bernardi, l'ultimo uscito
Voce di Katarina Frostenson
Mostro, mettiti intorno a me, che cos'è che dovrò
sentire. Grande e inspiegabilmente muta, una coperta di
cavalli Occhio, naso, lobo temporale, la guancia
è coperta la mia bocca,
perchè sei dimenticata Un filo viene messo dentro,
un gusto di
minerali, sale Il piede sale per il passaggio stretto,
bianco e ignoto in me, il tratto giunge E l'aria è
forte, e fredda, e nera e alta Adesso bruco
l'erba del mondo
traduzione di Enrico Tiozzo
fonte fotografica www.pressbild.com
da Poesia, Crocetti editore, n. 232
sentire. Grande e inspiegabilmente muta, una coperta di
cavalli Occhio, naso, lobo temporale, la guancia
è coperta la mia bocca,
perchè sei dimenticata Un filo viene messo dentro,
un gusto di
minerali, sale Il piede sale per il passaggio stretto,
bianco e ignoto in me, il tratto giunge E l'aria è
forte, e fredda, e nera e alta Adesso bruco
l'erba del mondo
traduzione di Enrico Tiozzo
fonte fotografica www.pressbild.com
da Poesia, Crocetti editore, n. 232
giovedì 13 novembre 2008
Il mio Laboratorio di Ricerca sull'arte contemporanea
A Lecce, in via Caracciolo 19, nei pressi della Chiesa del Carmine, il primo Laboratorio di Ricerca sull'Arte Contemporanea, diretto da me. La sede del laboratorio che contiene un centro documentazione sull'arte contemporanea italiana e internazionale, è a disposizione di quanti vorranno attivare un dialogo sulle diverse latitudini e codici dell'arte contemporanea e promuovere personali spunti di ricerca attraverso la consultazione del materiale disponibile.
Il progetto del Laboratorio di ricerca si muove anche attraverso la richiesta, rivolta alle più prestigiose realtà espositive italiane, di un contributo documentativo di qualsiasi formato e supporto, inerente al personale percorso di ricerca espositivo, che confluirà poi, successivamente nella banca dati del laboratorio stesso. In una terra come Il Salento, ricca di contraddizioni, ma anche generosa da sempre nel promuovere incroci e scambi nella produzione intellettuale e artistica, era forse giunto il momento di pensare un luogo, una piccola Biblioteca di Babele, dove la memoria dell'arte e il pensare l'arte anche come servizio sociale, viene non più a cristallizzarsi solo su pochi personaggi di spicco o folkloristici , che quasi come in un filmato a circuito chiuso vengono riproposti ora su questa rivista da un tal critico ora dati in pasto al pubblico in una data rassegna, ma costruisce senso piuttosto, giorno dopo giorno, nella riflessione, nella consultazione, nel libero confrontarsi di idee e percorsi, un pò forse ricordando i laboratori di discussione organizzati nei primi del '900 da Gurdjieff a Mosca come a Parigi. E questo è il mio mondo.
La foto dell'atrio del mio laboratorio è di Ornella Cucci
Il progetto del Laboratorio di ricerca si muove anche attraverso la richiesta, rivolta alle più prestigiose realtà espositive italiane, di un contributo documentativo di qualsiasi formato e supporto, inerente al personale percorso di ricerca espositivo, che confluirà poi, successivamente nella banca dati del laboratorio stesso. In una terra come Il Salento, ricca di contraddizioni, ma anche generosa da sempre nel promuovere incroci e scambi nella produzione intellettuale e artistica, era forse giunto il momento di pensare un luogo, una piccola Biblioteca di Babele, dove la memoria dell'arte e il pensare l'arte anche come servizio sociale, viene non più a cristallizzarsi solo su pochi personaggi di spicco o folkloristici , che quasi come in un filmato a circuito chiuso vengono riproposti ora su questa rivista da un tal critico ora dati in pasto al pubblico in una data rassegna, ma costruisce senso piuttosto, giorno dopo giorno, nella riflessione, nella consultazione, nel libero confrontarsi di idee e percorsi, un pò forse ricordando i laboratori di discussione organizzati nei primi del '900 da Gurdjieff a Mosca come a Parigi. E questo è il mio mondo.
La foto dell'atrio del mio laboratorio è di Ornella Cucci
martedì 11 novembre 2008
Grafica digitale: la mia diversificazione dell’immagine di Maria Beatrice Protino, in arte Almadressa
“The girl is two girls?”: una donna con quattro braccia e quattro gambe è un’immagine che mi piace definire sintetica perché elaborata mediante computer attraverso una manipolazione digitale. La sua finalità è quella di creare un mini-mondo simbolico; la legittimazione in un suo proprio codice. Si tratta, infatti, di un’immagine-linguaggio, che struttura un proprio universo di simboli utilizzando un procedimento per così dire ‘immateriale’ perché basato su processi logico-matematici astratti quali appunto quelli computerizzati.
Naturalmente, ci muoviamo in un ambiente simbolico che non ha nulla a che fare con l’esperienza perché rappresentazione della mente.
Per fare un esempio pratico, prendo come punto di riferimento la vita dentro il circuito urbano di una metropoli. Se mi limitassi a scattare delle foto o a riprodurre con la matita ciò che vedo, finirei solo per fare una descrizione oggettiva di quell'ambiente. Se, invece, sottopongo quelle foto a degli opportuni effetti grafici digitali dettati dalle mie sensazioni in quel luogo, allora riesco a esprimere la mia interiorità, perché quelle immagini –manipolate- avranno ombre, colori e distorsioni o addirittura saranno riformulare e ricostruite utilizzando un codice che è il mio modo di percepire, del tutto soggettivo.
La rielaborazione di immagini implica, quindi, un processo di trasformazione di un’immagine data per ottenerne una nuova. Spesso detto processo si combina con quello di integrazione, cioè di composizione di una nuova forma, di un nuovo oggetto, utilizzando più immagini date.
Quello che ho utilizzato, allora, non è più, quindi, applicazione legata esclusivamente alle professioni del disegno tecnico o del marketing, i cui effetti possono essere quelli tipici di una cd “creatività di servizio”, di tipo ludico e spettacolare come quella ampiamente utilizzata dalla pubblicità e dal cinema; non più la logica della falsificazione o della duplicazione del reale sotto forma di iper-realtà, alla quale la pubblicità ci ha ormai abituati, ma, finalmente, la creazione di una diversificazione dell’immagine in opposizione all’anonima massificazione mediatica.
Questo ritengo sia il modo nuovo e finalmente radicale per esprimere “la rivoluzione del nostro tempo, prima fra tutte la cibernetica e internet, la cui conseguenza più evidente sul piano sociale sta nel rafforzamento della perversità dei processi di globalizzazione, cioè la diffusione su base planetaria dell’ideologia del capitalismo di mercato e dei principi della democrazia occidentale” (Demetrio Paparoni, L’arte contemporanea e la sua ridefinizione): l’utilizzo degli stessi mezzi che il sistema ha creato per combattere il sistema stesso e fare in modo che l’arte riconquisti un campo d’intervento nuovamente predominante e per lungo tempo perso.
Naturalmente, ci muoviamo in un ambiente simbolico che non ha nulla a che fare con l’esperienza perché rappresentazione della mente.
Per fare un esempio pratico, prendo come punto di riferimento la vita dentro il circuito urbano di una metropoli. Se mi limitassi a scattare delle foto o a riprodurre con la matita ciò che vedo, finirei solo per fare una descrizione oggettiva di quell'ambiente. Se, invece, sottopongo quelle foto a degli opportuni effetti grafici digitali dettati dalle mie sensazioni in quel luogo, allora riesco a esprimere la mia interiorità, perché quelle immagini –manipolate- avranno ombre, colori e distorsioni o addirittura saranno riformulare e ricostruite utilizzando un codice che è il mio modo di percepire, del tutto soggettivo.
La rielaborazione di immagini implica, quindi, un processo di trasformazione di un’immagine data per ottenerne una nuova. Spesso detto processo si combina con quello di integrazione, cioè di composizione di una nuova forma, di un nuovo oggetto, utilizzando più immagini date.
Quello che ho utilizzato, allora, non è più, quindi, applicazione legata esclusivamente alle professioni del disegno tecnico o del marketing, i cui effetti possono essere quelli tipici di una cd “creatività di servizio”, di tipo ludico e spettacolare come quella ampiamente utilizzata dalla pubblicità e dal cinema; non più la logica della falsificazione o della duplicazione del reale sotto forma di iper-realtà, alla quale la pubblicità ci ha ormai abituati, ma, finalmente, la creazione di una diversificazione dell’immagine in opposizione all’anonima massificazione mediatica.
Questo ritengo sia il modo nuovo e finalmente radicale per esprimere “la rivoluzione del nostro tempo, prima fra tutte la cibernetica e internet, la cui conseguenza più evidente sul piano sociale sta nel rafforzamento della perversità dei processi di globalizzazione, cioè la diffusione su base planetaria dell’ideologia del capitalismo di mercato e dei principi della democrazia occidentale” (Demetrio Paparoni, L’arte contemporanea e la sua ridefinizione): l’utilizzo degli stessi mezzi che il sistema ha creato per combattere il sistema stesso e fare in modo che l’arte riconquisti un campo d’intervento nuovamente predominante e per lungo tempo perso.
domenica 9 novembre 2008
Amy Lee splendida dama in nero!
Evanescence, rock band americana da Arkansas, è nato per soddisfare Amy Lee e Ben Moody in un campo a metà degli anni'90. Presto un gruppo costituito attorno al due fondatori e hanno registrato un demo che ha attratto radio locali
sabato 8 novembre 2008
Oksana Zabuzhko e il suo Sesso Ucraino
Fosse ancora viva, Simone De Beauvoir, con molta probabilità, parlerebbe di “Sesso Ucraino: Istruzioni per l’uso” (Besa editrice)come della bibbia del femminismo ucraino anni ’90. In realtà il fortunato bestseller di Oksana Zabuzhko – uscito in questi giorni nell’edizione italiana, a distanza di dodici anni dalla sua pubblicazione in patria – non è opera che si presta a facili analisi e a interpretazioni univoche.
Formalmente un romanzo, il libro della scrittrice di Lutsk colpisce sin dalle prime battute per la complessità della prosa. Una prosa immaginifica, dal ritmo nervoso, inviluppata in un magma lavico stratificato, a tratti autoreferenziale, denso di rimandi e citazioni che ricordano “attitudinalmente” le pagine di Virginia Woolf e Ingeborg Bachmann.Il flusso di coscienza che lo pervade, alternando e mescolando piani e sguardi complementari – memoria/presente, Ucraina/Stati Uniti, prosa/poesia – è strumento efficace per fare riemergere - spesso lasciando poco all’immaginazione, talvolta servendosi proprio del potere dell’immaginazione - un io femminile soffocato da anni di sesso sterile ed igienico.
Il ricordo del freddo amplesso nella dacia, memoria che riaffiora dalla gioventù della protagonista (Oksana stessa?) fotografa emblematicamente la sessualità nella defunta Unione Sovietica.Quella che Joseph Roth in “Viaggio in Russia” chiama “unione sessuale non preceduta da alcun corteggiamento, da alcuna seduzione, da alcun rapimento d’anima”.
La portata provocatoria del libro non sta dunque nella descrizione iperrealista di coiti reali o presunti, desiderati o abiurati, quanto nel suo andare a scardinare quella concezione femminile, trait d’union tra zarismo e stalinismo, già stigmatizzata dallo scrittore galiziano nel 1926. “Sesso Ucraino” è in effetti un libro politico. Prende le mosse da Roth, attualizza la lezione di Kundera in chiave femminile e servendosi di un approccio memore dei gender studies statunitensi – l’autrice ha vissuto e lavorato a Pittsburg come lecturer universitaria – approda fino all’Ucraina, alla disperata ricerca di una propria identità, degli anni ’90.
Le profonde modificazioni politico-culturali intervenute nel Paese negli ultimi dieci anni, oggi sempre più proiettato verso l’orbita europea, ma pur sempre afflitto da un’emigrazione endemica, fanno del libro “oltraggioso” della Zabuzhko una lettura ancora più interessante. Un classico, come sottolinea nella interessante postfazione il traduttore italiano Lorenzo Pompeo.
di Massimiliano Di Pasquale
In foto una mia opera "Traccia di donna n.1"
Paola Scialpi
fonte Affari Italiani (canali libero)
Formalmente un romanzo, il libro della scrittrice di Lutsk colpisce sin dalle prime battute per la complessità della prosa. Una prosa immaginifica, dal ritmo nervoso, inviluppata in un magma lavico stratificato, a tratti autoreferenziale, denso di rimandi e citazioni che ricordano “attitudinalmente” le pagine di Virginia Woolf e Ingeborg Bachmann.Il flusso di coscienza che lo pervade, alternando e mescolando piani e sguardi complementari – memoria/presente, Ucraina/Stati Uniti, prosa/poesia – è strumento efficace per fare riemergere - spesso lasciando poco all’immaginazione, talvolta servendosi proprio del potere dell’immaginazione - un io femminile soffocato da anni di sesso sterile ed igienico.
Il ricordo del freddo amplesso nella dacia, memoria che riaffiora dalla gioventù della protagonista (Oksana stessa?) fotografa emblematicamente la sessualità nella defunta Unione Sovietica.Quella che Joseph Roth in “Viaggio in Russia” chiama “unione sessuale non preceduta da alcun corteggiamento, da alcuna seduzione, da alcun rapimento d’anima”.
La portata provocatoria del libro non sta dunque nella descrizione iperrealista di coiti reali o presunti, desiderati o abiurati, quanto nel suo andare a scardinare quella concezione femminile, trait d’union tra zarismo e stalinismo, già stigmatizzata dallo scrittore galiziano nel 1926. “Sesso Ucraino” è in effetti un libro politico. Prende le mosse da Roth, attualizza la lezione di Kundera in chiave femminile e servendosi di un approccio memore dei gender studies statunitensi – l’autrice ha vissuto e lavorato a Pittsburg come lecturer universitaria – approda fino all’Ucraina, alla disperata ricerca di una propria identità, degli anni ’90.
Le profonde modificazioni politico-culturali intervenute nel Paese negli ultimi dieci anni, oggi sempre più proiettato verso l’orbita europea, ma pur sempre afflitto da un’emigrazione endemica, fanno del libro “oltraggioso” della Zabuzhko una lettura ancora più interessante. Un classico, come sottolinea nella interessante postfazione il traduttore italiano Lorenzo Pompeo.
di Massimiliano Di Pasquale
In foto una mia opera "Traccia di donna n.1"
Paola Scialpi
fonte Affari Italiani (canali libero)
mercoledì 5 novembre 2008
sabato 1 novembre 2008
Io al mio Laboratorio di Ricerca sull'arte contemporanea
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