Parigi 1944. Dominique Lapierre
ha tredici anni e ogni notte, insieme agli eroi dei suoi libri, scappa dalla
città occupata dai nazisti per andare alla scoperta del mondo: Costantinopoli,
Gerusalemme, Damasco, i deserti della Siria e dell'Iraq, gli altipiani
dell'Afghanistan... Da sotto le coperte prega il dio della guerra perché
nessuna allerta lo costringa a interrompere i suoi sogni. Che si avvereranno
tutti, ma ancora non lo sa. L'anno dopo scopre gli spazi sconfinati
dell'America, dove tornerà per frequentare l'università, e sarà solo l'inizio. Si
sposa e si imbarca per una luna di miele intorno al mondo; parte per la Corea insieme alle Nazioni
Unite. Da inviato di "Paris Match" viaggia sui fronti più caldi
dell'attualità: attraversa la
Russia in piena Guerra Fredda, a Napoli si presenta a Lucky Luciano,
in un kibbutz nel deserto del Negev, Ben Gurion gli racconta le settimane
cruciali della nascita di Israele. Poi l'incontro con l'India, e niente sarà
più lo stesso: "Tutto quello che non viene donato va perduto" gli
insegna Madre Teresa. Comincia per Dominique una seconda vita immerso nella
realtà incredibile della "Città della gioia": ogni sua giornata, ogni
sua parola, tutta l'esperienza e la capacità di scrittore e di comunicatore che
ha accumulato nei suoi anni di successi vengono poste al servizio degli ultimi
della terra. In questo libro abbraccia l'intera avventura della sua vita, e
riflette sui paradossi del mondo contemporaneo con l'umiltà di chi pensa di non
avere nulla da insegnare.
Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
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