Il volume presenta il pensiero di Giuseppe Rensi e analizza, in particolare, la tematica relativa allo “Scetticismo e religiosità” all’interno del contesto storico-culturale del primo Novecento italiano.Pensatore inquieto, controcorrente, dissacratore spietato di miti, distruttore radicale di tutte le idolatrie, Rensi ha sempre, orgogliosamente, rivendicato il diritto di contraddirsi, di cambiare posizione. È stato un maestro inquieto del Novecento italiano. Le sue polemiche antidogmatiche, la sua fede in una filosofia intesa come lezione da utilizzare nella concretezza del vissuto di ogni uomo, lo propongono, ancora oggi, come intellettuale impegnato a mettere in crisi i fondamenti dogmatici di tutte le branche del sapere: dall’etica all’estetica, al diritto, alla filosofia.
Se fosse vivo sarebbe ancora all’opposizione e, mentre l’assurdo non è ancora scomparso e prospettive non meno assurde ci minacciano, ripeterebbe i suoi sarcasmi contro gli illusi credenti nella storia retta dal Logos.
Se fosse vivo sarebbe ancora all’opposizione e, mentre l’assurdo non è ancora scomparso e prospettive non meno assurde ci minacciano, ripeterebbe i suoi sarcasmi contro gli illusi credenti nella storia retta dal Logos.
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