Camminando per strada è
difficile ormai incrociare gli sguardi di chi ci passa a fianco, o sono
distratti o hanno gli occhi incollati al cellulare. Se per caso qualcuno si
permette di salutare con un semplice buongiorno o buonasera pur non conoscendo
l'altro passante non solo non c'è risposta ma veniamo investiti da uno sguardo
truce che sa di: " ma chi ti conosce". Eppure un tempo salutare era
una forma di rispetto verso il prossimo. Un semplice saluto faceva sorridere e
riempire forse un pò di più una vuota giornata per una vecchietta sola. I
giovanissimi non conoscono questa forma del vivere civile e purtroppo nessuno
glielo insegna. Certo la nuova generazione dei genitori è presa dalle mille
difficoltà, il lavoro che a volte c'è a volte no , problemi sentimentali,
separazioni e i figli? Crescono come capita ; se va bene si è fortunati, se ci
sono i nonni ancora meglio altrimenti dilagherà l'aridità, l'isteria galoppante
anche tra i giovanissimi per un paio di scarpe a cui si è dovuto rinunciare o
all'ultimo modello di jeans .Bisognerebbe cercare di ritagliarsi un pò più di
tempo per le cose che contano veramente: il dialogo, l'attenzione verso gli
altri, il rispetto per gli anziani, credere nei valori veri : quelli
dell'anima.Ed il saluto? Anche questo rientra nel percorso educativo. Non
esiste più il saluto, non esiste far passre da una porta una signora se siè
giovani uomini e così via. Io l'altra mattina passeggiando in una viuzza del
centro storico leccese sono passata dinanzi ad un piccolo negozietto di sciarpe
, orecchini ed altri piccoli oggetti. Fuori dalla porta c'era una signora ,
credo indiana o del Marocco ( non ha importanza) Ho salutato, ho detto
semplicemente buongiorno . La signora mi ha guardato come fossi un
extraterrestre e poi vedendo che comunque avevo
le sembianze umane mi ha risposto. Mi ha detto " è il primo saluto
che ricevo oggi". Pensate....erano già le tredici !
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