Scritto nel 1970, La fortezza è
un potente affresco della città di Sarajevo nel diciottesimo secolo al tempo
delle guerre turco-russe, quando ormai l’impero ottomano iniziava la sua
decadenza. Il giovane mussulmano Ahmet Sabo, dopo otto anni di guerra
combattuta sul Dnestr, torna nella sua Sarajevo con la morte nel cuore. Il
ritorno a casa rappresenta un controcampo della guerra: la famiglia di Ahmet è
stata sterminata, altra gente è stata uccisa dalla peste e dalle malattie. La
città inoltre è preda, dall’esterno, della violenza dei briganti, mentre
all’interno è dominata da uomini crudeli, arricchiti di ogni specie, potenti
commercianti che hanno approfittato della guerra, detentori del potere che
hanno in mano i destini della gente. Un lugubre edificio è testimone del
dominio e della corruzione, la fortezza appunto, luogo da incubo in cui questi
notabili si riuniscono e decidono della vita e della morte di chi si oppone
loro.
Nato in Bosnia nel 1910, autore
di un romanzo classico ingiustamente dimenticato in patria, Il derviscio e la
morte (1960), Meša Selimović contende a Ivo Andrić la palma del piu importante
scrittore della ex Jugoslavia. Il romanzo La fortezza, scritto dieci anni dopo,
è considerato come un altro capolavoro della letteratura serbo-croata.
Scrittore di grande impegno civile, durante la seconda guerra mondiale
partecipò alla lotta di liberazione e fu uno degli intellettuali più importanti
della vita culturale nella Iugoslavia di Tito.
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