Nel primo pomeriggio dell’8 agosto 2005, in una strada che non avrei saputo
ritrovare neanche su una cartina, mi sorpresi a guardare il mio sangue
arterioso che allagava l’asfalto. Ayuthaya, Thailandia, 8 agosto 2005. Un
turista italiano è vittima di un terribile incidente stradale. I dettagli del
suo corpo lacerato sono descritti come lo scorrere di un film al rallentatore. È
lucido ma gravissimo, deve essere immediatamente operato a Bangkok. Lì uno staff
di chirurgia vascolare lo attende per l’operazione che potrebbe salvarlo. In
compagnia del solo amico Pietro, in un paese sconosciuto, l’uomo si ritrova a
lottare per la sopravvivenza contro il tempo e le proprie paure. L’uomo è
Silvio Bernelli, l’autore di I ragazzi del Mucchio. Dopo aver narrato il suo
bollente vissuto durante l’epopea dei gruppi hardcore punk, qui cerca di
ricostruire lo svolgimento di una vicenda che lo ha profondamente cambiato,
avvalendosi delle testimonianze di altri autori, da Stephen King a Jon
Krakauer. Un libro dove l’arte letteraria si confronta senza filtri con
un’esperienza sul filo della morte, dimostrando in maniera definitiva che la
scrittura e la vita sono inscindibili.
Silvio Bernelli (Torino, 1965) ha pubblicato il romanzo I ragazzi del
Mucchio (Sironi, 2003), un reportage su Torino in Periferie (Laterza, 2006) e
racconti in diverse antologie. Insegna alla Scuola Holden, collabora con
“l’Unità” e “Il primo amore”. Negli anni ottanta suonava il basso nelle band
Declino e Indigesti, con cui è stato in tour in Europa e negli Stati Uniti.
(Illustrazione di copertina: Andrea Bruno)
Nessun commento:
Posta un commento