mercoledì 12 aprile 2017

Siamo un popolo di frustrati? Intervento di Paola Scialpi



Avete fatto caso come un italiano medio si trasformi da dottor Jekyll in mister Hyde quando entra nella sua auto e mette le chiavi nel cruscotto? E' proprio così. Sembra quasi che aspetti  il momento di scorrazzare con la sua auto, magari di grossa cilindrata per affermare lo status symbol, per fare emergere  la proprio supremazia. Non conta che quotidianamente ci ricordino il rischio di incidenti per l'uso di telefonini in auto, non conta che il pedone quando sta sulle strisce ha tutto il dovere di essere rispettato. Ma queste sono regole, sono imposizioni dettate dal buon senso e dalla legge e noi italiani vogliamo essere trasgressivi. Addirittura raccontava Franco Di Mare a Uno mattina nello splendido spazio "Sarò Franco" che un italiano all'estero si riconosce perchè è l'unico che ringrazia quando qualche automobilista si ferma per farlo passare pur essendo sulle strisce pedonali. Sembra che abbiamo tutti fretta, ci infuriamo con chi non è lento ma prudente. Io alla guida non sono stata mai lenta, anzi sempre prudente, eppure un giorno sono stata anche io vittima, per così dire del bullismo automobilistico. Un signore con affianco un bambino ha ritenuto lenta la mia guida e per sollecitarmi mi ha salutato alzando il dito medio. Ovviamente ho fatto finta di niente per non innescare chissà quale miccia. Ma pensavo quale esempio ha dato quel genitore al proprio figlio? Anche questi comportamenti degli adulti favoriscono il fenomeno del bullismo.

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