"Questo saggio racconta il mio lungo
percorso di vita e di lavoro: ne emergono gli interessi e le iniziative verso
le quali sono stata da sempre attratta, iniziative che hanno, per me, un grande
valore etico." Così Rita Levi-Montalcini sintetizza i temi e le
riflessioni che Giuseppina Tripodi, da oltre quarantanni sua fidata
collaboratrice, ha intrecciato in questo libro narrando la storia, l'altruismo,
gli insegnamenti, le scoperte e le battaglie accorate. All'inizio della sua
attività, Rita Levi-Montalcini voleva andare in Africa e curare i lebbrosi, e
nel corso della sua lunga vita è rimasta idealmente fedele a questo scopo, che
è poi riuscita a realizzare grazie alla sua Fondazione da sempre orientata a
difendere il ruolo della donna, elevare il livello culturale femminile e la
consapevolezza dei propri mezzi. "Il suo impegno sociale" scrive la Tripodi "contagia le
persone, le motiva a confrontarsi con il mondo circostante e a muoversi in una
realtà in costante mutamento, senza più confini se non quelli determinati dalle
distanze sociali e culturali." La lezione di Rita Levi-Montalcini, oltre a
fornirci un ritratto inedito e sincero della grande scienziata, ci restituisce
il senso più profondo della sua vita, "la centralità della persona e il
fine ultimo del concetto della ragion d'essere", per dimostrare che anche
la più straordinaria scoperta sarebbe sterile, se non fosse rivolta al
miglioramento della vita dell'umanità, e in particolare di coloro che soffrono.
Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
lunedì 31 dicembre 2012
domenica 30 dicembre 2012
Vittoria Coppola a Overeco Academy a Lecce il 4 gennaio 2013
Vittoria Coppola è da poco più di
un mese tornata nelle librerie di tutta Italia con un nuovo romanzo intitolato
“Immagina la gioia” edito da Lupo editore. L’autrice sarà ospite, il 4 gennaio
2013 ore 18,00 di Overeco Academy and Workshop in via Casetti 2 a Lecce. L’appuntamento
promosso da Overeco Agenzia (http://www.overeco.it/)
e dall’Ordo Equestris Templi Arcadia di Lecce (http://ordoequestristempliarcadia.it/),
vedrà coinvolti l’artista Paola Scialpi che dialogherà con l’autrice ed una
performance musicale di Andrea Caputo che per l’occasione eseguirà la Sonata n.3 opera 2 di
Antonio Vivaldi trascritta per viola.
L’autrice è stata la vincitrice con “Gli occhi di mia figlia” (Lupo
editore/EdizioniANordest) del concorso del 2011 indetto dalla rubrica del Tg1
(Rai), che ha decretato il suo libro come il più bello dell’anno, dopo averlo
selezionato proprio come “Libro sotto l’albero”. È stato un anno, quello
trascorso dal Natale del 2011
a oggi, in cui Vittoria Coppola ha avuto modo di
incontrare i suoi lettori in decine e decine di presentazioni, organizzate in
tutta la penisola, continuando a essere apprezzata per la sua scrittura e
coltivando la sua grande passione, che l’ha portata a scrivere un romanzo
maturo, degno di attenzione, che sta ottenendo già ottimi giudizi da parte dei
lettori.
“Immagina la gioia” (Lupo Editore) – La trama
L’inquietudine fa di Eva una
giovane donna schiva ma curiosa del mondo, abituata ad esprimere la propria
creatività nella scrittura e a mascherare la fragilità sotto l’abbigliamento
colorato che sceglie con attenzione quasi maniacale. Cresciuta nella adorata
Mira e nel calore di una famiglia siciliana, tra le marmellate di nonna Annina
ed esperienze di viaggio, a dispetto di tali certezze Eva nutre un’intima
lesione affettiva che la rende gelosa di Pietro, il fratello minore che – dieci
anni dopo di lei – ha allietato i genitori con la sua attesissima nascita.
Contrariamente alla sorella, il ragazzo ha un carattere solare, sostenuto da
una sfrenata passione per il calcio e arricchito dal primo amore
adolescenziale. Forse è anche la percezione di questa sua forza interiore a
suscitare in Eva un bisogno quasi competitivo di riscatto, il desiderio di
riuscire a completare il suo romanzo, a trovare il colpo di scena, il finale
perfetto che convinca un editore a pubblicarlo. È nella casa avita di Sciacca,
su suggerimento di nonna Annina, che la ragazza cerca la giusta ispirazione per
portare a termine la sua fatica. Ma la vita spariglia le carte e nel giro di
pochi mesi la realtà si impone sulle fantasie e sul tranquillo scorrere del
tempo, mentre nuove presenze e vecchi segreti spuntati da cassetti polverosi
aprono gli occhi e il cuore di Eva. Dall’autrice di Gli occhi di mia figlia
un’altra storia familiare, una vicenda di unione autentica, fatta di parole non
dette e verità dolorose che fanno crescere.
Vittoria COPPOLA. Ha 26 anni,
vive a Taviano (Le). Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Comunicazione
Linguistica Interculturale (Università
del Salento, luglio 2010). Attualmente lavora come receptionist presso un
albergo di Gallipoli (Le). La passione assoluta che muove le sue giornate è la
scrittura. Di questo dice: “Lo scopo che mi prefiggo nel momento in cui inizio
a riempire pagine di parole e sentimenti, è quello di emozionare, regalando a
chi mi privilegia “leggendomi,” attimi personalissimi di evasione dalla realtà,
ma anche, perché no, arricchimento della stessa. Confido sempre nella bellezza
dei sentimenti e perciò, quando qualcuno reputa banale il parlare d’amore, io
sorrido, e vado avanti per la mia strada”.
Info
Lupoeditore.it
sabato 29 dicembre 2012
Tutto bene di Paolo Ruffini (Tea)
Per tutta la vita Stefano ha evitato di
prendere impegni, di assumersi responsabilità. Non ha mai voluto nulla che
fosse "per sempre": né tatuaggi sulla pelle, né tantomeno legami
personali. Si è limitato a galleggiare in una duplice esistenza. Davanti alla
macchina da presa è "Steve" Nigiotti: attore brillante in rapida
ascesa, disinvolto, esuberante. La sua vita di tutti i giorni, invece, è
piuttosto squallida, solitaria e minata da ricorrenti attacchi di panico che lo
paralizzano. Una sera qualcuno suona alla sua porta, ma non è la ragazza che
Stefano stava aspettando: grandi occhi azzurri, faccino serio e trolley di
Hello Kitty al seguito, Sara ha sette anni ed è... sua figlia. Peccato che lui
non ne avesse idea. Non aveva mai nemmeno sospettato che dalla sua storia di
una notte con la cubista Michi+ fosse nata una bimba, perché lei l'aveva sempre
tenuto all'oscuro di tutto. Ora però Michi+ è finita in un guaio più grosso di
lei, e qualcuno deve occuparsi della piccola Sara: tocca a Stefano. Per lui
niente sarà più lo stesso: Sara prima gli metterà sottosopra la casa e la vita,
poi lo rimetterà in riga con la sua saggezza di bambina abituata a prendersi
cura dei "grandi" un po' incasinati che la circondano. Giorno dopo
giorno, tra nuovi arrivi e il ritorno inaspettato di vecchie conoscenze,
Stefano e Sara impareranno a vincere le rispettive paure e a volersi bene come
mai avrebbero immaginato. E Stefano imparerà che "per sempre" può
avere un suono meraviglioso.
venerdì 28 dicembre 2012
Il codice del traditore di Andrew Swanston (TRE60)
Inghilterra, 1643. Battaglie, saccheggi e
distruzioni sconvolgono il regno, funestato da una cruenta guerra civile.
Persino il re non è più al sicuro. Avvisato di un complotto ai suoi danni,
Carlo I abbandona la capitale e si stabilisce a Oxford, eppure niente sembra
fermare la mano del nemico: il crittografo di corte, infatti, viene brutalmente
assassinato, lasciando così vacante una posizione delicatissima. Senza di lui,
il governo di Sua Maestà è impotente. E c'è solo una persona che può prenderne
il posto: Thomas Hill, un pacifico libraio di provincia che, grazie a una
prodigiosa intelligenza matematica, è in grado di decifrare anche i codici più
complessi. Convocato a corte, Thomas ha subito la sensazione che Oxford non sia
più il tranquillo centro dove, anni prima, lui aveva completato gli studi,
bensì un luogo in cui serpeggiano violenza, intrighi e tradimenti. E, quando il
suo vecchio mentore gli rivela che tra la cerchia del re si nasconde un
traditore, il timore diventa certezza: nessuno può considerarsi al sicuro e
tutti sono sospettati. Specialmente adesso che è stato intercettato un
messaggio di cruciale importanza, composto in un codice ritenuto inviolabile,
che rivelerebbe l'identità della spia nemica. Thomas è l'unico che può tentare
di decifrarlo, tuttavia il prezzo da pagare sarà altissimo...
giovedì 27 dicembre 2012
Domani 28 dicembre a Santa Caterina (Nardò, Lecce) Ambrogio Sparagna e il libro “Il tempo del bambino e della stella” di Giandomenico Curi (Kurumuny Edizioni
Per la “Magia del Natale” , la Pro Loco di Santa
Caterina di Nardò ha organizzato, per domani 28 Dicembre alle ore 20.30, nella
suggestiva piazzetta della marina il Concerto di Natale con la presenza del
Maestro Ambrogio Sparagna, direttore
dell’Orchestra popolare Italia dell’Auditorium Parco della Musica di
Roma e il suo ansamble: Annarita Colaianni – voce – Erasmo Treglia –
ciaramella-ghironda-torototela – Marco Tomassi – Zampogna gigante – Ambrogio
Sparagna – voce, organetto e zampogna. Canti provenienti dal cuore della
cultura di tradizione orale dell’Italia centromeridionale le cui musiche,
ispirate alle forme della tarantella, sono state elaborate e composte
direttamente dal maestro Sparagna con l’Orchesta Popolare Italiana. Un ritmo ternario vertiginoso , arricchito da
strumenti tipici della tradizione musicale popolare italiana:zampogna,
ciaramella, organetti, tamburelli, mandolini, ghironde, torototela. Un universo
musicale che scandisce l’universo esistenziale: sarà una vera e propria festa che riuscirà ad animare la bella piazzetta di
Santa Caterina e a far saltare al ritmo dei balli popolari. Un grande
spettacolo di voci e strumenti musicali che coinvolgerà e affascinerà il
pubblico. Il Maestro Sparagna ha diretto dal 2004 al 2006 il Festival La Notte della Taranta dando
vita a spettacoli straordinari a cui prendono parte decine di migliaia di
spettatori. Ha cantato con i più grandi cantautori italiani ed ha portato i
suoi spettacoli in giro per il mondo. Ha inoltre al suo attivo un’intensa attività
concertistica internazionale realizzata in numerosi paesi europei ed
extraeuropei. L’evento sarà preceduto dalla presentazione del libro “Il tempo
del bambino e della stella” come cantavano gli Italiani il Natale di
Giandomenico Curi (Kurumuny). Interverranno il direttore editoriale Kurumuny
Luigi Chiriatti, il consulente Culturale Ist.Diego Carpitella Sergio Torsello e
il Maestro Ambrogio Sparagna e l’autore. In caso di pioggia lo spettacolo si
sposterà nell’auditorium della parrocchia di Santa Caterina.
Info
Telefono: 0832801528 / Cellulare: 3299886391
Fuochi, di Pietrangelo Buttafuoco (Vallecchi). Intervento di Nunzio Festa
Fascista eretico in quanto mussoliniano,
nazista senza cedere alle sirene del razzismo, Pietrangelo Buttafuoco, siculo
di sicula scuola (politicamente missina, tra l’altro), legato idealmente e
quindi tragicamente alla figura del barone anti-rosso, Von Ungern-Sternberg,
come a una serie d’ameni personaggi dell’attualità che non faranno mai vera
Storia, da Berlusconi al console Vattani, enormemente c’affascina;
“stranamente”, Buttafuoco, sa ammaliarci. E, di certo, non possiamo che correre
al riparo, ovvero nelle convinzioni d’un Ugo Maria Tassinari per comprendere
che quando la zona nera è coperta da personalità alla Buttafuoco: è semplice
che gli intellettualmente onesti mostrino rispetto verso penne che non
condividono. “Fuochi”, raccolta di scritti del giornalista che avrà sulla
coscienza pure il neo d’aver applaudito in mutande al Silvio Berlusconi
dell’altro ieri ma che sa attirare ‘simpatie’ da destra e persino sinistra –
non solamente la nostra -, volume comunque imperfetto perché non riporta date e
testate delle prime uscite degli scritti che propone, se da un lato applaude a
Bobbio, Scalfari e Montanelli, dall'altro demolisce i vari piccolissimi Gianni
Riotta e Fabio Fazio. Senza dimenticare di far l’analisi del sangue,
ovviamente, alla Trinacria. Pesandone debolezze e punti di forza. Fuochi, in
più, legge la destra odierna. Da destra, evidentemente. Sparando sulla destra
devastata dall’ala estrema che pare scimmiottare il regime. Sparando sulle
nuove versioni di Fini, e finisti di contorno al nostro tempo. Il libro è
suddiviso in sezioni. Epperò il cunto è unico. Come unica è la voce. Che
incanta persino nel parlare di CasaPound – che ne vuole, sic -, dove non
condividi manco una parola eppur rimani a legger argomentazioni fortificate dal
tocco che è, in pratica, stilettata su stilettata. Siam contenti, diciamo senza
eufemismi, di poter apprezzare un giornalista politico reazionario. Che sa
farci arrabbiare forte, con la sua ironica invettiva. L’articolo più bello, che
sarebbe perfino il più puntuale, a nostro modesto avviso, è quello su Fazio.
Perché in diversi criticano questo conduttore dell’Italietta condotta alla
fine, ma pensiamo che la critica di Buttafuoco possa esser catalogata fra le
migliori in assoluto. Non solo, per esempio, di sfuggita Pietrangelo Buttafuoco
riscrive la televisione. Il giornalista, in più, scrive che Fazio ce lo
meritiamo esattamente come ci siam meritati altri mostri che assai ci
somigliavano. E’ vero o no?
mercoledì 26 dicembre 2012
Micro di Michael Crichton (Garzanti)
Honolulu, Hawaii. In un buio stabile di
periferia, ufficio di un piccolo avvocato del luogo, regna il silenzio. Tutto
sembra in ordine. Se non fosse per tre cadaveri stesi sul pavimento. Sul loro
corpo non ci sono segni di lotta, solo dei tagli piccolissimi ma profondi e
letali. L'unico indizio trovato sul luogo del delitto è un minuscolo robot,
quasi invisibile all'occhio umano, dotato di lame affilatissime. La polizia
brancola nel buio. Quello che tutti ignorano è che la Nanigen
Micro-Technologies, una società che si occupa di
microtecnologie mediche, nella foresta hawaiana nasconde una base segreta, dove
mette alla prova apparecchiature finora ignote alla comunità scientifica. Qui è
in corso un'operazione rivoluzionaria dai finanziamenti occulti, tesa a
studiare le infinite forme di vita di cui brulica il sottobosco per sfruttarne
le risorse a scopo medicinale. I dirigenti della Nanigen sono pronti a uccidere
chiunque metta i bastoni tra le ruote a questo investimento miliardario. Ma per
i loro laboratori hanno bisogno di reclutare nuovi, ignari scienziati: un
gruppo di dottorandi dell'università di Harvard capitanati da Peter Jansen,
esperto di veleni, e Karen King, aracnologa. I sette giovani, una volta
approdati alle Hawaii, si trovano catapultati di persona in un pericolosissimo
esperimento scientifico, e costretti a fronteggiare una natura
sorprendentemente ostile e sconosciuta.
martedì 25 dicembre 2012
I Led Zeppelin dalla A alla Z. La guida definitiva ai pionieri dell'hard rock di Jack Richard M. (Tsunami)
“Led Zeppelin dalla A alla Z”, una guida
imprescindibile per tutti i fan ed appassionati del leggendario gruppo rock
inglese. In questo libro l’autore riunisce in un unico volume, ordinandoli in
modo rigorosamente alfabetico, tutti gli eventi, i personaggi, i luoghi che
hanno segnato, nel bene e nel male, la carriera della storica band. Completa il
libro una nutrita serie di appendici che includono: la discografia completa
degli album, arricchita da una notevole quantità di recensioni dell’epoca;
l’elenco dei singoli; l’elenco di tutti i concerti suonati dal gruppo; la
discografia completa della Swan Song; i comunicati stampa dell’Atlantic Records
all’epoca della firma del contratto con il gruppo.
lunedì 24 dicembre 2012
KURUMUNY A BALLATI! TE JERNU il 26 dicembre al Circolo Arci Freak Out di Parabita (LE)
Quest’anno Ballati te jernu, un evento a cura di Dilinò e
Mascarimirì_Scola, ospiterà la presentazione delle ultime due produzioni di
Kurumuny: le Salentine, le originali e uniche carte da gioco salentine, un
intero mazzo disegnato a mano, ideato da B22 in collaborazione con Kurumuny che
ha curato la produzione, e firmato dalla prestigiosa azienda “Modiano S.p.a.”,
che ne conferma l’eccellenza qualitativa; e il booklet con CD audio allegato Il
tempo del bambino e della stella Come cantavano gli italiani il Natale, che
raccoglie alcuni dei canti più rappresentativi da Nord e Sud, dal Trentino al
Salento, passando anche per Sicilia e Sardegna, raccontando i rituali e le
tradizioni che da secoli accompagnano questa festività tra le più importanti da
un punto di vista religioso ma anche laico e prima ancora pagano.
L’appuntamento è previsto per il 26 dicembre 2012 alle 20,00 al Circolo
Arci Freak Out di Parabita (LE)
PROGRAMMA
SPECIFICO
Ore 20.00
APERITIVO/DISCUSSIONE: “Tamburello o Tamburreddhu?” Intervengono i costruttori
Vito Giannone e Biagio Panico. Introduce: Claudio “Cavallo” Giagnotti
(Mascarimirì). *Si discuterà sull'argomento “Tamburello o Tamburreddhu?”
insieme ad un ricco aperitivo che il circolo Arci Frek Out preparerà per
l'occasione. A seguire: - Presentazione "Le Salentine - carte da
gioco" a cura di B22 e Kurumuny.
- Presentazione
"Il tempo del Bambino e della Stella - libro con cd" Edizioni
Kurumuny. Intervengono Luigi Chiriatti e Giovanni Chiriatti. A seguire
intervento musicale con zampogna di Giulio Bianco.
Ore 22.30
– CONCERTO con Mascarimirì con GITANISTAN LIVE ..a seguire Festa finale “Pizzica
in Dance Hall Party” con ospiti della tradizione Salentina.
Mascarimirì
Claudio
“Cavallo” Giagnotti
Voce, Fiati
etnici, Tamburreddhu, Tamburi a Cornice
Cosimo
Giagnotti
Voce, Tamburreddhu,
Chitarra Acustica
Vito
Giannone
Voce, Mandolino
Elettrico,Tres
Alessio
Amato
Synth,
Programmazioni
pagina
facebook. Originalmascarimiri
info Dilinò : 0836/341153 – 3480442053
info:Arci FreKout info@arcifreakout.com tel: 349
0866131
INGRESSO SOTTOSCRIZIONE € 3 .
Per la presentazione de “le Salentine”
intervengono: Alessandro Sicuro e Francesco Cuna (B22)
Per la presentazione del volume,
Il tempo del bambino e della stella. Come cantavano gli
italiani il Natale
di Giandomenico Curi
Intervengono Giovanni e Luigi Chiriatti
A seguire intervento musicale alla zampogna di Giulio
Bianco
e la Strina
eseguita dalla famiglia Giagnotti
LE SALENTINE
L'IDEA
Le salentine nascono dal desiderio di creare un mazzo di carte da gioco legato al territorio e alla sua storia pur mantenendo una giocabilità pari a quella delle carte regionali napoletane, a cui si ispirano e di cui conservano la peculiarità dell’aspetto cromatico. Il mazzo è composto da quattro semi che si richiamano alla tradizione e ne diventano sintesi simbolica: le brocche (per le coppe), i lecci (per i bastoni), le tarante (per i denari) e le zappe (per le spade). Le figure del nove e del dieci sono di nuovo impianto: al posto del cavallo e del re ci sono l’asino e il santo. Il retro di ogni carta è una sintesi grafica del soffitto della cattedrale di Otranto. Gli abiti delle figure dell’otto e del nove di tutti i semi sono ispirati alle illustrazioni dei costumi tradizionali salentini. Queste carte sono certamente uno strumento di gioco ma anche un biglietto da visita per i turisti perché la simbologia riprodotta offre cenni e riferimenti ai riti e miti, all’arte, ai costumi che poi trovano un ulteriore approfondimento sul sito dedicato: www.cartesalentine.it. Le salentine sono state disegnate interamente a mano, realizzate e prodotte in Salento da B22 e Kurumuny.
Per info
www.cartesalentine.it (online dal 21 dicembre)
Alessandro Sicuro 3289683018
IL TEMPO DEL BAMBINO E DELLA STELLA COME CANTAVANO GLI
ITALIANI IL NATALE
Il Natale con il suo rituale è soprattutto una festa
popolare, proprio a cominciare dai canti che raccontano le storie della nascita
di Gesù. Molte testimonianze sono state affidate alla tradizione orale e
popolare, altri documenti hanno trovato il conforto e la protezione del testo
scritto, dell’armonizzazione di maestri appassionati, e poi fondamentale per la
trasmissione di tutto questo patrimonio è stata la pratica esecutiva, il fatto
cioè che molti canti continuano a essere riproposti di anno in anno, per cui
oggi si continua a cantare Tu scendi dalle stelle, un testo composto e
musicato da sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Il Cd audio allegato al libro contiene 20 tracce sonore: 15
brani sono riproposti da artisti come Nando Citarella, Ambrogio Sparagna, Elena
Ledda e molti altri; 5 invece sono registrazioni d’archivio fatte durante la
ricerca sul campo.
domenica 23 dicembre 2012
Quando suonavo il jazz di Carmela Formicola (Florestano Edizioni)
Alla sua
prima esperienza con il genere romanzo Carmela Formicola, con un’acuta
sensibilità e il ritmo di un cronista, riesce raccontare la storia di
Sebastiano Mariani, “Seb”, un ex jazzista finito a suonare il karaoke in un
locale americaneggiante nella periferia barese. La sua vita si consuma nel caos
disperato, nella variopinta fauna metropolitana, nelle canzoni improbabili
cantate ogni sera da maldestri cantanti dell'ultima ora, e nel rimpianto della
sua vita perduta, quando suonava il pianoforte nei migliori club d'Italia. Ma
cosa lo ha strappato al jazz? I ricordi piovono giù a valanga, come le note di
Bill Evans e Beethoven, che sono la vera colonna sonora della sua vita, dei
suoi sogni infranti, anche per una improvvisa malattia. La malinconia e la voglia
di rivincita di Seb conquistano il lettore, che partecipa ai suoi momenti
d’insoddisfazione per la vita e al suo desiderio di riscatto. Un inaspettato
ingaggio e un nuovo progetto di vita, ridanno speranza al jazzista che non
vuole rassegnarsi al karaoke. Dopo una lunghissima notte di Capodanno passata a
riannodare i fili del passato, con tutti gli imprevisti del destino in agguato,
arriva il lieto fine, con una vena di amarezza.
sabato 22 dicembre 2012
Sotta ‘na chianta te chiapparu ovvero Mino De Santis a Teatro. Con le riflessioni di Salvatore Cosentino e con lo special guest Tonino Zurlo*
Due appuntamenti speciali per
Mino De Santis il 5 e il 6 gennaio 2013 al Teatro Paisiello di Lecce in Via
Giuseppe Palmieri, 72 a
partire dalle 20,30. “Sotta ‘na chianta te chiapparu” è l’occasione per
percorrere le sonorità del suo ultimo lavoro “Caminante” edito da Lupo editore
nella collana Ululati, ma anche per
presentare il suo nuovo singolo dal titolo appunto “Sotta ‘na chianta te
chiapparu”. Ad aprire la serata le riflessioni del magistrato Salvatore Cosentino.
Nelle note invece ecco un concerto di sensazioni ed emozioni con Emanuele Coluccia, Pantaleo Colazzo, Simone
Nazario, Eleonora Pascarelli, Mauro Semeraro, Pasquale Gianfreda. Lo special guest della serata sarà Tonino
Zurlo. L’appuntamento è promosso e
organizzato da Lecce20, Libreria Liberrima, Città di Lecce, Ululati, Lupo
editore, Teatro Paisiello Lecce
Prevendita presso la libreria
Liberrima (10 euro + 2 euro diritto di prevendita) - Corte Dei
Cicala, 1 73100 Lecce, tel. 0832 242626 http://www.liberrima.it/
Prenotazione dei biglietti anche a booking@lupoeditore.it o info@lupoeditore.com
Testimone di usi e tradizioni del
meridione e del Salento, di storie di vita tra il triste ed il comico, senza
perdere mai l’ironia e la musicalità tipica dei cantautori italiani come De
Andrè o Stefano Rosso, è questo Mino De Santis. Il suo nuovo album “Caminante”,
prodotto e messo in commercio dalla neonata etichetta musicale ULULATI della
Lupo Editore, è un insieme di istantanee di personaggi, vizi e virtù di
un’Italia e un Sud alla continua rincorsa di un’identità. Allora si parte, come
sempre, verso il nord, con il treno delle venti, in cerca di fortuna, emigrando
verso la Lombardia
ricca di gran lavoratori ma povera di bellezza. Basta poco a rifarsi la valigia
per ritornare “al paese” anche se nulla cambia pertanto “resta la sopravvivenza
e la non appartenenza” e la voglia di essere “Sempre in viaggio”. Si ritorna,
quindi, tra strade delle processioni, della falsa disperazione dei funerali,
dell’arsura e de “La zoccula”, una escort che difende il suo lavoro e che, come
la più famosa “Bocca di Rosa”, sconvolge la quiete del paesino mettendo alla
berlina i falsi moralismi a favore della sua genuina passionalità. Un dipinto a
mille tinte a suon di valzer, stornelli e fanfare. È senza dubbio un disco
pieno di poesia, dove il dialetto viene facilmente tramutato in rime e versi
senza mai scadere nell’ingenua poesia popolare. E allora pare di sentire un po’
di Gaber, De Andrè, Bressaine, quei cantanti-poeti che hanno influenzato la
formazione musicale di Mino De Santis. La “Caminante” di Mino gira per i
vicoli, per le strade, tra la gente ed è curiosità di scoprire senza più
sentirsi legata a una cultura famigliare che mozza il suo sguardo. È sud: terra
e bellezza.
UFFICIO STAMPA – OVERECO AGENZIA
“Un’artista da seguire … “
(Vincenzo Mollica, DoReCiakGulp! Rai 1)
"Il Salento trova nuove parole, quelle puntute, del graffio
autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo e l'occhio allo
sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino De Santis è
così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che il tempo e la pratica portano a
metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che arriva e resta. Ma un ondulato
senso di profondità che scolpisce immagini nella memoria e libera l'ascolto
dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del popolo del
Salento che si libera dalla pur splendida prigionia del tamburello,
dell'organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di
dialetto e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in
una nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli.
Musica accattivante, di uno che sa suonare la chitarra, la lascia nei suoi
accordi semplici, quasi ondeggianti come un materassino gonfiabile sulla
bonaccia (Pino De Luca)
Autoironico e impietoso … lo definirei un "verista" per come
descrive la realtà sociale e soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo
modo singolare di vedere la realtà e di declinarla in versi. E' un sognatore
ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non
scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta anarchico anche quando
non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità, un'autentica vena artistica
che differisce da qualsiasi accomodante musicalità "popolare" oggi
cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis)
*Tonino Zurlo è nato a Ostuni nel gennaio del 1946. Si è sempre
occupato di restauro e di antiquariato. A 25 anni inizia a suonare la chitarra,
improvvisando i brani musicali secondo la sua filosofia: ‘non è importante il
ritmo del metronomo, ma quello del cuore’. Tonino inventa canzoni per ‘un mondo
diverso’. Qualche anno dopo, inizia a frequentare il Folk Studio di Roma e,
nonostante il successo, sembra proprio non interessargli quello con la esse
maiuscola. E’ stato ‘scoperto’ solo qualche anno fa e del tutto casualmente, da
Giovanna Marini, con cui ha collaborato in diverse occasioni. Ha suonato nelle
università di Urbino, Parma, Milano, Napoli, Padova, Bari e in altre ancora.
Nel 2003 realizza il suo primo CD ‘Jata viende’, per lasciare una traccia nella
memoria. E’ in lavorazione il suo secondo album .Dicono di lui Giovanna Marini
e Moni Ovadia: sento il disco e mi rimangono in mente le parole: ... quando
t'innamori tu senti nel cuore... noi veniamo spennati da vivi... chi ha la
gobba ha qualcosa assai profonda... il mare è agitato e mi fa paura la morte...
l'anima leggera non vuole più parlare... non vuole più fare i conti... se l'amore
è forte il vecchio se ne va in malora... Madonna com'è questo Meridione!... e
qui uno si ferma e riflette. Com'è questo Meridione? Ma nel disco non si parla
di questo, si canta questo. E, come voce che va dal basso all'alto e viceversa,
anche stridula a volte, in una continua preghiera "fatemi vivere
ancora!", è il grido della gente del Sud, dove si può solo mettere tutto
in termini di vita o di morte, perché è così, è essenziale, non c'è altro che
conti. E questo colpisce tanto. Colpisce chi vive in mezzo a mille pensieri
diversi, preso da mille giri a spirale che poi, se si va a guardare, non
portano a niente. Mai ho sentito così forte come in questo magnifico grido
armonizzato, accompagnato, suonato, ripulito, infilato in un CD, il senso della
necessità - "canto sennò me moro" (si dice a Roma). Ho conosciuto
Tonino tanti anni fa, forse più di trenta, e mi ha dato questa sensazione di
necessarietà. Se vogliamo analizzare sul piano musicale le sue canzoni, sono
note che incollano magnificamente sulle sillabe e insieme creano cellule sonore
reiterate, che messe tutte in fila danno emozione. Si entra in un vortice di
emozioni varie e se ne esce solo quando il disco è finito. Ma non Tonino, il
suo bisogno di cantare va oltre un semplice CD. Ha bisogno della gente, ha
bisogno di dirlo agli altri, di dipanare questo groviglio di sillabe e note che
improvvisamente si distende in poesia. Grazie Tonino, e grazie ai musicisti che
ti hanno accompagnato dandoci l'idea di quello che vuoi dire nel profondo,
dandoci il senso che loro per primi ti hanno capito. Giovanna Marini.
La prima volta che ho ascoltato
Tonino è stato più di un quarto di secolo fa. La sua voce e la sua chitarra
uscivano da una cassetta registrata autarchicamente con mezzi rudimentali di
allora e ciò che ha invaso le mie orecchie e la mia anima è stata un'intera
identità della quale sono ospite in quanto straniero e alla quale appartengo in
quanto italiano. Tonino nella sua scarna e sgangherata genialità riassume
iperbolicamente l'energia del popolo del Sud. Dopo che l'hai ascoltato per una
volta non te lo dimentichi più. Poi Tonino l'ho incontrato. Era come le sue
canzoni, la compenetrazione fra il suo modo di essere, di parlare, di vivere,
di cantare accompagnandosi con chitarra sono un unicum urgente e inscindibile.
Sono trascorsi venticinque anni di alluvione della melma consumista, di degrado
televisivo di ogni tessuto culturale, di riduzione dei valori tradizionali e
popolari a strapaese da quiz e talk show dello scannatoio mediatico. Tonino non
è entrato in nessuna moda, in nessun salotto, in nessuna maniera appetibile per
il mercato neppure quello chic della sinistra, neppure in quella radicale. In
questo lasso di tempo ho bestemmiato la mia rabbia perché un così grande e
necessario talento non ha ricevuto l'ascolto e la dignità che gli spettava,
invano. Bisogna rientrarci in qualche maniera, essere furbi, sapersi vendere,
per "esistere" e questo vale anche per i migliori di noi. Tonino ha
l'urgenza di una verità bassa e si sa questo tipo di verità non si vende. Ma
Tonino viene dalle profondità del tempo e della terra, l'anima effimera
dell'attualità non lo scalfisce, la sua arte proletaria e cafona non conosce il
crepuscolo. Si è rifatto vivo dopo tutto questo tempo incidendo "Jata
viende," un disco delle sue canzoni che nessuna moda può offuscare e
nessuna ragionevolezza può soggiogare, come se nulla fosse accaduto, non per
inconsapevolezza, ma per fedeltà a qualcosa che non puoi perdere senza perdere
te stesso. Canta ora come allora, parla ora come allora. Tocca a noi, una volta
tanto farci furbi e non perdere Tonino per nessuna ragione, tenerci a portata
di mano la voce e i suoni di qualcuno che racconta di esseri umani e non di
consumatori per ricordarci da dove veniamo per sapere dove vogliamo andare. A
me tocca con queste parole pagare un debito che ho contratto venticinque anni
fa e che contrarrò ogni volta che Tonino mi manderà i suoi canti. E' il debito
che hai con chi ti insegna a capire il cammino dell'uomo. Moni Ovadia. (http://www.ostuni.tv/Artisti/Ostuni_Artisti_ToninoZurlo.htm)
venerdì 21 dicembre 2012
"Epifanie baritonali" di Antonella Chionna edito da Lupo editore oggi alla Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca
Il circolo
culturale-cinematografico "Buster Keaton" è lieto di invitarvi alla
presentazione del libro "Epifanie baritonali" di Antonella Chionna
edito da Lupo editore che si terrà alla Fondazione Paolo Grassi a Martina
Franca in via Metastasio 20. Introduce: Gianluca Fumarola, regista, giornalista
presidente del circolo culturale-cinematografico "Buster Keaton". Ne
parlano con l’autrice: Antonio Scialpi, assessore alla cultura comune di
Martina Franca. M.Rosaria Chirulli, critico letterario, Cosimo Lupo, editore.
E’ previsto il saluto del dott. Franco Punzi, presidente Fondazione Paolo
Grassi e l’intervento della scrittrice Erika Leserri
Performance musicale -
Cool Train: Antonella Chionna,cantante
Angelo Mastronardi, pianista
Antonello Losacco, bassista
Il tempo ci consegna all’eternità
in punta di piedi, inutile negarlo. La gloria e il baratro non aspettano
nessuno, non sono di questo mondo; rammentano al cuore affannato la prossima
fermata prima dell’apocalisse. Tienilo a mente e ripetilo ad alta voce: ciò che
desidero è qui, adesso.
Antonella CHIONNA - Nasce a Taranto nel novembre del 1990. A dieci anni scrive
la sua prima poesia. A tredici anni legge “Memorie dal sottosuolo” s’innamora
della letteratura russa, per noia (nell’accezione elaborata da Moravia)
comincia a leggere qualsiasi cosa le capiti sottomano. Appassionata di filosofia
passa al setaccio i capisaldi della sua formazione letteraria dai presocratici
ai poststrutturalisti. Musicista e compositrice, ha la possibilità di formarsi
in Italia e all’estero, svolge attività concertistica con diverse formazioni
senza limiti posti alla sperimentazione, svolge attività d’insegnamento e di
produzione artistica. Epifanie baritonali è la sua prima raccolta di poesie.
La cantautrice Francesca Romana al Note di Vino a Ruffano
La musica la fa da padrona al Note di Vino nel
cuore del Salento, a Ruffano (LE) in via Vittorio Veneto 55. Nuovo appuntamento
di note il 22 dicembre 2012 a partire
dalle 22,00 questa volta con Francesca Romana. Nuova tournée dunque per la
cantautrice Francesca Romana che si è distinta in ambito nazionale per il suo
illustre percorso artistico e per aver creato nuove forme di comunicazione
all'interno della musica d’autore. Francesca segue un “filo rosso” che lega
tutte le sue canzoni: la femminilità nei suoi aspetti più reconditi,
ancestrali, discussi ed ambigui. Uno spettacolo di grande spessore artistico,
in cui la musica e le parole della rockeuse dipingeranno i suoi “ritratti di
signora”, personaggi femminili intriganti e inusuali a cui Francesca darà voce.
Potrete incontrare una Biancaneve inedita che specchiandosi vede il suo alter
ego, Eva, oppure una Maria Maddalena innamorata o ancora una piccola regina rinchiusa
in una torre, accusata ingiustamente di pazzia, Giovanna la pazza, e poi
Salomè, Francesca da Rimini. Questi brani sono volti a sostenere l’impegno
sociale, da tempo intrapreso dall’autrice, nei confronti delle donne sfruttate
o incomprese e delle loro storie spesso dimenticate. La canzone d’autore, come
elemento di cultura e non solo come mero intrattenimento, bussa alle porte
della nostra coscienza attraverso uno spettacolo musicale trascinante e
incantato. L’artista si esibirà insieme alla sua storica band, con cui ha
registrato anche il suo nuovo album “Lo Specchio” (Edel - 2011), distribuito
nei migliori negozi di dischi, nelle librerie Feltrinelli e Fnac e su iTunes.
Di volta in volta la cantautrice verrà affiancata da un attore di riconosciuta fama
nazionale, sempre diverso, che sarà l’inedita voce narrante dello spettacolo.
Il progetto è già stato presentato in occasione
della festa delle donne dall’Ufficio Pari Opportunità del Comune di Riccione,
presso il Teatro del Mare; al Teatro Paisiello di Lecce, patrocinato dalla
Commissione Pari Opportunità della Provincia e dall’Assessorato alla cultura
del Comune di Lecce (http://www.youtube.com/watch?v=DZBHo8rhkwI);
al Teatro Verdi di Cesena, in collaborazione con L’Ufficio Politiche delle
Differenze della Provincia di Forlì-Cesena e il Centro Donna del Comune, ed ha
sempre ricevuto un ottimo riscontro da parte del pubblico e delle stesse
Amministrazioni e organizzazioni.
INFO E
PRENOTAZIONE TAVOLI 3403386316/3409098835
Note di
Vino – Nel cuore del Salento, a Ruffano (LE), dalla passione per
l’enogastronomia e per la musica nasce l’enoteca wine bar «Note di Vino».
Esperienza nella selezione e nella scelta delle bevande e dei cibi, il tutto accompagnato
da una ricercatissima selezione musicale: jazz, blues, rock… dai concerti che
settimanalmente vengono organizzati e dalle jam session dei musicisti/ clienti
a cui viene messo a disposizione il palco con tutta la strumentazione
(chitarra, batteria, pianoforte
Info
Su
Facebook
cell. +39 340 33 86 316/ +39 340 90 98 835
via Vittorio Veneto, 55 - 73049 Ruffano (LE) -
Italia
giovedì 20 dicembre 2012
“Io adoro i misteri”, di Marco Castagna (Phasar Edizioni)
Anni ‘60. Questa volta se l’è proprio andata a
cercare il maresciallo capo Badalucco Ricciero, comandante della caserma dei carabinieri
di Brescello. Difatti, se a suo tempo avesse accettato il suggerimento
dell’appuntato Ferlizzi, che consigliava di non partecipare a quel “famoso”
corso di perfezionamento per sott’ufficiali, adesso loro due non sarebbero a
Mantova a spremersi le meningi per cercare di risolvere quel difficile caso
giudiziario, ma nella tranquillità di Brescello, dove è insolito che qualcuno
commetta un illecito così grave da rendere necessario l’intervento dei
carabinieri o quello della Bice, che purtroppo o per fortuna adora i misteri…
Marco Castagna è nato a La Spezia e vive con la
propria famiglia a Viadana dove esercita la professione di medico di famiglia.
Ha già pubblicato diversi racconti su antologie e riviste di letteratura,
nonché il suo primo romanzo: "Oggi è martedì signorina Bellimbelli"
(Phasar Edizioni, 2010).
"Io adoro i misteri", Marco Castagna, Phasar Edizioni – 2010,
€10, pp. 112, ISBN: 978-88-6358-073-0
SCARICA L’ANTEPRIMA DEL LIBRO IN FORMATO PDF
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mercoledì 19 dicembre 2012
"Introduzione al quarto vangelo e alle tre lettere di Giovanni" di Fabio La Gioia (Phasar Edizioni)
Il primo argomento qui esaminato
è quello relativo alla cosiddetta «questione giovannea», ovvero la tematica che
concerne l’autore del quarto vangelo. Per un lettore al corrente del fatto che
il quarto vangelo fu composto dopo gli altri tre (verso la fine del primo
secolo), comprensibilmente potrebbe sorgere una domanda sul perché Giovanni
abbia aspettato tanto, in una vecchiaia inoltrata, prima di scriverlo.
Affrontando la questione giovannea l’autore cerca di chiarire gli eventuali
dubbi e le domande del lettore. Accanto a questo primo argomento sono valutati
più specificamente una datazione ed un luogo di composizione del quarto
vangelo. Si analizza poi che tipo di relazione si può stabilire con i primi tre
vangeli (i sinottici). Un ulteriore passo è quello della rilevazione dei temi
più importanti del quarto vangelo, cominciando a gustare la sua ricchezza
profonda, per la quale l’evangelista è stato raffigurato nelle vesti di
un’aquila, simbolo di un volo altissimo e di una vista acutissima. L’individuazione
di una struttura fornisce quindi delle chiavi di lettura e intelligibilità del
quarto vangelo. Per quanto concerne le tre lettere di Giovanni l’autore si
sofferma per lo più sugli stessi temi, cercando peraltro i fili che le legano
al vangelo di Giovanni. Grazie alle questioni introduttive, più speditamente è
avviato il commento di alcuni brani del vangelo e delle lettere, con degli
spunti di attualizzazione per il nostro vissuto oggi.
FABIO LA GIOIA,
sacerdote della Diocesi di Gorizia, ha conseguito il dottorato in teologia
biblica alla Gregoriana nel 2003 con la tesi: La glorificazione di Gesù Cristo
ad opera dei discepoli. Ha pubblicato per l’AdP Comprendere il Nuovo Testamento
(2007) e per Aracne Apocalisse. Rivelazione di Gesù Cristo alla sua Chiesa
(2008). Dal 2005 insegna Sacra Scrittura nell’Istituto Superiore di Scienze
Religiose di Trieste.
"Introduzione al quarto
vangelo e alle tre lettere di Giovanni" di Fabio La Gioia (Phasar Edizioni)
"Introduzione al quarto vangelo e alle tre lettere di
Giovanni", Fabio La Gioia
– Phasar Edizioni, 2010, €15, pp. 258, ISBN: 978-88-63580-58-7
Scarica l’anteprima del libro in
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Le carte da gioco “LE SALENTINE” da ANGIULINO
Nel cuore del barocco leccese, l’Osteria “da
Angiulino”, nota per il cibo gustosissimo, per il buon vino e i valori della
tradizione, ospiterà la presentazione delle originali e uniche carte da gioco
salentine – un intero mazzo da gioco disegnato a mano, ideato da B22 in
collaborazione con Kurumuny che ha curato la produzione, e firmato dalla
prestigiosa azienda “Modiano S.p.a.”, che ne conferma l’eccellenza qualitativa.
“Le Salentine” saranno presentate come è d’obbligo ad amici e non dell’Osteria
da Angiulino da Gianluca Pasca (CRF=Centro Ricerca e Formazione), Francesco
Cuna, Alessandro Sicuro (B22) e Giovanni Chiriatti (Kurumuny Edizioni).
Vi aspettiamo, dunque, venerdì 21 dicembre
2012 ore 19.30 all’Osteria “da Angiulino”, via Principe di Savoia 24, Lecce.
Quest’anno, a Natale,
giochiamo con “le Salentine”…
«Fanno parte della tradizione familiare di
tutte le case del Sud, si legano al periodo natalizio, alla scoperta di trucchi
e memoria, ai nonni, ai bar della piazza, alla storia dei nostri luoghi. Sono
le carte da gioco, il segreto ventaglio della scopa o della briscola»
[Corrieresalentino.it].
Le salentine nascono dal desiderio di creare
un mazzo di carte da gioco legato al territorio e alla sua storia, pur
mantenendo una giocabilità pari a quella delle carte regionali napoletane, cui
si ispirano e di cui conservano la peculiarità dell’aspetto cromatico. Il mazzo
è composto da quattro semi che si richiamano alla tradizione e ne diventano
sintesi simbolica.
Qualche anticipazione
Otranto. Il retro delle carte si
ispira al soffitto della Cattedrale di Otranto. Il celebre soffitto a lacunari
lignei, con dorature su fondo nero e bianco, è stato elaborato in un’accurata
sintesi grafica. (fig. 1).
Lecce. Nella caratterizzazione
dei semi, ce n’è uno dedicato e ispirato a Lecce, alla bellezza del barocco e
alla sua storia. Il volto del tre di “bastoni” è un elemento decorativo
presente sulla Basilica di Santa Croce, precisamente sul capitello della
colonna destra rispetto al portone centrale. (fig. 2).
Cutrofiano. Gli abiti del cavaliere di
“coppe” sono ispirati ai costumi tradizionali di Cutrofiano del periodo
Borbonico. (fig. 3). In omaggio alla cultura contadina, la figura è in sella ad
un asino, anziché un cavallo.
Per maggiori dettagli sulle scelte artistiche
e la caratterizzazione, rimandiamo al pieghevole, presente all’interno di ogni
astuccio. Sul retro del pieghevole, una foto d’archivio ritrae una scena di
gioco in ambiente familiare.
Da venerdì 11 gennaio
2013, partirà il concorso fotografico che si concluderà con la pubblicazione
sul pieghevole delle tre foto più belle (Il regolamento sarà pubblicato a breve
sul nostro sito).
Per ulteriori approfondimenti e godere a
pieno del processo creativo, si può visitare il sito dedicato, www.cartesalentine.it
(online dal 21 dicembre 2012). A completamento del progetto, è in corso una
ricerca sul gioco delle carte in relazione ad avvenimenti storici, tra fatti
realmente documentati e racconti popolari.
Come prenotare il tuo
mazzo - Le Salentine escono in edizione limitata. Prenota ora il tuo mazzo.
Riceverai, via e-mail, un coupon con il quale potrai ritirare le carte durante
l’evento di presentazione.
Chi non avesse dimestichezza con i sistemi di
vendita on-line, può prenotare il proprio mazzo inviando un’e-mail con i propri
dati (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico) all'indirizzo:
ordini@kurumuny.it. Riceverà il coupon da presentare il 21 dicembre, durante la
serata di presentazione ufficiale.
Per info
www.cartesalentine.it
(online dal 21 dicembre)
Alessandro Sicuro,
3289683018
Per prenotare il tavolo e
restare a cena
OSTERIA “DA ANGIULINO”,
via Principe di Savoia 24, Lecce – Tel 0832 245146
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