Patrizia e Michele, due ragazzi
di opposta estrazione sociale, ribelli verso il proprio destino. Sullo sfondo,
il mito della rivoluzione: non più prerogativa solo degli oppressi e degli
emarginati, ma anche dei figli della Roma bene, come succede in Rosso totale,
intenso romanzo di Fabio Calenda.
Sotto i nostri occhi scorrono gli
anni Settanta, vividi come non mai, ripresi da un’angolazione del tutto
inedita. Oltre a Patrizia e Michele ci sono Paolo, Lisa, Guido e via via gli
altri, sempre più immersi in un clima di sfida. Una sfida contro il potere
della politica e della società, di volta in volta compiacente o repressivo a
seconda degli interessi in gioco? Oppure contro il potere che si cela
all’interno delle mura domestiche? In ogni caso un potere mascherato da
indifferenza, ma che può anche rivelarsi più feroce quando si manifesta nel
rancore irriducibile di una madre nei confronti di sua figlia. In un continuo
mutamento di prospettiva, tra pulsioni ideali e deliri ideologici, tra impegno
sociale e protagonismo narcisistico, Rosso totale ci dice anche quello che non
sapevamo sugli Anni di piombo. E oltre.
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