Un'inchiesta appassionata che ridisegna il ventennio leghista dagli anni del
"celodurismo" all'ossessione del federalismo fiscale. I lati oscuri
di un partito pieno di contraddizioni: minacce di secessione che si alternano
ad abili mosse politiche per acquisire un peso sempre maggiore nel governo del
nostro Paese; vilipendi alla bandiera, diti medi alzati e pernacchie in TV che
fanno da contrappunto a raffinate strategie orchestrate nei palazzi e nelle
ville del potere. Ma come ha fatto questo movimento, da sempre spina nel fianco
della democrazia italiana, a ottenere un simile consenso? Eleonora Bianchini,
con una prosa secca e incisiva, mette al muro il partito del Carroccio,
svelando i falsi moralismi di chi grida contro "Roma ladrona" ma
chiude un occhio sugli scandali finanziari della "Padania ladrona".
"Il nostro popolo", affermava Bossi, "è pronto ad attaccare. Si
dice che il Paese stia andando a fondo, ma io conosco un solo Paese, che è la Padania. Dell'Italia
non me ne frega niente". Ma una volta scoperti i verdi scheletri
nell'armadio anche il leghista duro e puro potrebbe vacillare.
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