sabato 8 ottobre 2011

Antonietta Rosato consiglia “Fino alla fine del giorno” di Osvaldo Piliego (Lupo editore)






















Il pub di Settimio è l’approdo di generazioni perdute, il punto d’incontro di storie confinanti, di solitudini che annaspano nell’illusione di risolversi in cerca di una free way destinata a rivelarsi una diàspora. Le radici si sgretolano insieme alla sassosa terra salentina, incapaci di trattenere valori e tradizioni nell’incalzare disordinato di tempi nuovi e non certo migliori. C’è chi, inseguito dalla propria fragilità, fugge da un sud che lo richiama a un drammatico appuntamento; chi, soffocato da una vita troppo stretta, si esplora nella trasgressione; chi si adatta, in una sorta di dolente pigrizia, all’estraneità dei figli; chi torna – perché «qui è meglio, no?» – nel vano tentativo di riconoscersi in un’identità.
Luca, Francesca, Dora, zio Franco, Emanuele… dalle storie della famiglia Peschici e dalla costellazione dei personaggi che incrociano le vicende di Danilo (l’Io narrante) emerge un quadro di gente a volte ignara di tradire se stessa, totalmente partecipe delle inquietudini e delle corruzioni che segnano l’oggi in modo globale, immersa in un disorientamento a mala pena illuminato da barlumi di autocoscienza e dai legami affettivi che hanno nutrito l’infanzia.
Dal coraggioso e coinvolgente romanzo di Piliego esce il Salento oscuro, nascosto a chi insiste a rifugiarsi in una pizzica mitizzata come emblema di purezza primigenia; è la denuncia di una penna “giovane” che, pur intrisa di nostalgia, rifiuta le panoramiche da cartolina per guardare ad occhi aperti la realtà e interrogarsi sui rischi che essa comporta.

OSVALDO PILIEGO - Ha trentadue anni, vive a Lecce. È laureato in lettere. Ha scritto per diverse riviste locali e nazionali. È giornalista pubblicista. Attualmente è direttore di Coolclub.it e collabora con il Quotidiano di Lecce e Rockerilla. Ha organizzato centinaia di concerti e suona male la batteria da 15 anni.

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