Districarsi nell’alveo del
pensiero filosofico di Emanuele Severino non è compito semplice, e la
difficoltà aumenta quando, come nel testo che qui affrontiamo, ci si propone
l’oltrepassamento del fondamento del discorso severiniano. Scevro da ogni
possibile schematismo accademico, l’autore si propone, in primis, di illustrare
le soluzioni che egli ritiene necessarie per risolvere determinate aporie
filosofiche, mostrando il nuovo volto che, in tale risolvimento, acquista il
concetto di struttura concreta dell’essere. In secondo luogo, vengono
evidenziate quelle che, usando il linguaggio dell’autore, sono le
contraddizioni presenti nell’impalcatura logica del pensiero di Severino, con
analisi di notevole spessore teoretico, al pari solo di chi è addentro da anni
alle questioni ontologiche. La filosofia è essenzialmente lo sfondo all’interno
del quale ogni contenuto, che interpretiamo come storia dell’uomo, accade. Ciò
che si crede sia lontano dal vivere quotidiano, come un discorso siffatto
potrebbe ad un’analisi semplicistica apparire, è in realtà la chiave
imprescindibile dell’esplicazione del senso di tutti i fenomeni che riteniamo
evidenti, ma che necessitano di essere fondati e riconsegnati al loro senso
veritativo. Comprendere a fondo tali tematiche ci aiuta a fare un passo avanti
in vista del superamento delle contraddizioni che attanagliano il vivere umano.
La contraddizione è isolamento e dolore. Pertanto, nell’ottica di tale
superamento ci si propone, nell’opera, di indicare l’identità di totalità e
parte – pur conservando la loro distinzione –, in modo tale che ognuno non
rimanga alla superficie e non renda quindi inutile ogni sforzo che non sia
legato all’essenza del fondamento. (Andrea Berardinelli)
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