Mi chiamo Sigrid, sono belga, ho
33 anni, sono bilancia (e si nota, sempre a esitare fra una cosa e l’altra…) e
sarei, nell’ordine cronologico, fiamminga, poi francofona e infine italiana
d’adozione (beh, eh…), tra i miei errori d’infanzia c’è da segnalare una laurea
in lettere, un baccalaureato in filosofia e un master (molto meno serio quello
lì) in comunicazione enogastronomica. Ho sempre voluto scrivere (quando dico
sempre intendo ‘fin da quando ricordo’, ché prima di sei anni non ricordo cosa
volessi fare da grande, boh, forse pompiere… :-), l’ho fatto in belgio prima su
delle riviste letterarie poi su dei giornali, dopodiché sono emigrata a Roma
(da quasi credo sette anni ormai – posso dire ‘per motivi familiari’? ecco…), e
poco a poco, al desiderio di raccontare si sono aggiunte altre fisse, la
gastronomia e sopratutto la foto. Ora, dopo aver lavorato per due anni al
Gambero Rosso, lavoro come fotografa indipendente (mi sento ancora male a usare
il termine fotografa :-), e continuo a raccontare, in genere di cucina in senso
lato e spesso con le immagini al posto delle parole (o quasi, sono anche un
filino logoroica). (la foto qui sopra è di Maurizio Camagna)
IL BLOG - ‘Il cavoletto di
bruxelles’ esiste dal marzo 2005. L’idea di partenza era semplicemente di
tenere un quaderno di ricette, il mio, per me e magari anche per chi di
passaggio ci fosse interessato, in modo da raccogliere le ricette fatte a casa.
Un tentativo di sostituire con qualcosa di pulito e ordinato il vecchio faldone
pieno di ritagli macchiati, ecco. Inutile dire che quel faldone esiste ancora,
ma cinque anni e passa più in là, ci sono qui dentro oltre mille ricette, e
ovviamente non mi sono ancora del tutto stancata di cucinare. Comunque sia, il
cavoletto è e rimane il mio personalissimo terreno di gioco, il luogo dove
racconto liberamente umori, esperimenti, viaggi e qualsiasi altra cosa che quel
giorno mi passa per la mente. Le ricette che trovate qui sono la mia cucina di
casa, i miei luoghi e sapori del cuore, criticabili e parziali e con tutti i
limiti e i difetti di una cosa che è chiaramente più un diario personale che
una testata giornalistica.
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