Se i vulcani vicini a noi
iniziassero ad eruttare cosa succederebbe in Italia? Ci troveremmo ad
affrontare una situazione simile a quella del terremoto dell’Aquila del 2009 o,
ancora peggio, dovremmo far fronte ad una catastrofe come quella del Giappone
del marzo 2011? E' nostra responsabilità, per non essere colti impreparati,
informarci sulla geologia della terra su cui viviamo e sul suo divenire? Geologa
specializza in vulcanologia, Sabrina Mugnos in "Vulcani - Quali
rischi?", risponde a tutte queste domande attraverso un'appassionante
disanima scientifica dei pericoli e delle meraviglie che caratterizzano i
vulcani, incorniciato in una visione struggente della natura e del suo rapporto
con l’uomo, magistralmente colta dal suo animo umanistico. Una lettura
indispensabile per pianificare il nostro futuro sulle basi di conoscenze
inoppugnabili. L'autrice dedica ampio spazio ai vulcani italiani (anche a
quelli sommersi sotto il Mar Tirreno), in particolar modo a quelli campani, e
racconta, mettendoli a confronto, quelli del resto del mondo. Propone, inoltre,
un utilissimo prontuario da utilizzare nel caso in cui ci si trovi in mezzo ad
un'eruzione, uno tsunami o semplicemente in terreni vulcanici. Il libro, che
contiene numerosi dati, informazioni, immagini e illustrazioni, appassiona per
lo stile avvincente con il quale vengono raccontate le storie dei principali
eventi vulcanici, spesso narrati in prima persona dall’autrice nella forma di
un diario di viaggio, trasmettendo al lettore la sensazione di averli vissuti
davvero. Tutto il materiale proviene da fonti scientifiche accreditate e la
stessa prefazione è stata fatta da uno dei massimi esperti mondiali in materia.
Dalla prefazione di Augusto Neri Direttore della Sezione di Pisa dell’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: “Il libro di Sabrina, unico nel suo
genere sul panorama editoriale nazionale, è un saggio scientifico di alto
profilo, ma anche un racconto appassionato e appassionante dei processi vitali
del nostro pianeta. Sarebbe davvero un peccato non leggerlo!”
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