In passato i bambini si
divertivano con giochi semplici a volte creati da loro stessi, e ciò faceva
crescere la loro fantasia. Giocavano anche in strada, ridevano, si divertivano
e se tornavano a casa con un ginocchio sbucciato i grandi dicevano che era
"un prodotto tipico dell'infanzia". C'erano gli amici, le prime
occhiate alle bambine del quartiere e poi i primi amori raccontati ai coetanei.
Certo sono passati tanti anni da quella società con tanti problemi, ma tanta
umanità. Oggi dopo pochi anni i ragazzi non ricordano quasi più i compagni di
classe, hanno voglia di andare avanti e il passato è passato. E questo è anche
giusto se muoversi così velocemente non facesse perdere man mano i valori
importanti dell'amicizia. A supportare tutto ciò si aggiungono i produttori di
giocattoli che avendo negli occhi solo la prospettiva di guadagno non
considerano i grossi rischi che l'uso di
un giocattolo può produrre in chi lo adopera. Da poco è stata immessa nel
mercato una bambola di nome Cayla in grado di ascoltare e di rispondere alle
domande delle bambine. Una bambola che tramite internet si sostituisce a
chiunque sia preposto ad ascoltare ed educare i propri figli. Il danno che si
produce con questi oggetti si aggiunge ai danni che l'uso spasmodico della
tecnologia sta apportando alla società soprattutto dei più giovani .Siamo, è
vero, nel pieno di un'era all'insegna della robotica e ci stiamo dimenticando
che l'essere umano va protetto. Egli ha un'anima che se si guasta non si può
riparare con una pinza, un cacciavite e dei fili elettrici. Stiamo producendo
robot umani che andando avanti così perderanno completamente l'uso della vera
comunicazione interpersonale. In Germania è stata vietata la vendita della
bambola. Sospettano che potrebbe anche essere usata come spia per entrare nella
vita privata delle persone. Basterà questo provvedimento ad arginare il continuo attacco tecnologico
all'animo umano ?
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