Un 'ambulanza del 118 a
Torino cerca di raggiungere, a sirene spiegate, l'Ospedale delle Molinette. Sta
trasportando un uomo che ha subito un'emorragia interna. Ad un tratto l'autista
si accorge che se dovesse seguire il tragitto normale impiegherebbe molto tempo
per una serie di ingorghi. Allora decide, poiché ha paura che l'uomo
trasportato possa morire, di fare un'inversione di marcia ed imboccare una
strada in controsenso. Qui scatta l'assurdo. Due detentori dell'ordine pubblico
ad ogni costo gli sbarrano la strada. Non ascoltano ragioni : l'ambulanza deve
tornare indietro. Si tenga presente che nelle norme che regolano l'uso dei
mezzi di soccorso è permesso senza ovviamente creare incidenti, andare anche
contromano con serena spiegata che indicherebbe urgenza per salvare una vita
umana. Ma i due osservatori della legge hanno solo pensato forse che qualcuno
li avrebbe acclamati, che avrebbero avuto una qualche onorificenza. Forse però
è troppo pensare anche questo. Il povero paziente ha soltanto avuto la sfortuna
di trovare sulla sua strada due esseri ottusi con un bassissimo quoziente di
ragionamento per non dire altro. Per fortuna non è morto ma ai due personaggi
io edificherei un monumento con sotto la famosa frase di Albert Einstein
"Due cose per me sono infinite : l'Universo e la stupidità umana ....ma
sull'Universo ho qualche dubbio"
Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
venerdì 31 marzo 2017
“The Doors” – The Doors in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB Edizioni di Stefano Donno) all’Associazione Culturale "Musica e dintorni"
“The Doors” – The Doors in direzione del prossimo
whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB Edizioni di Stefano Donno) sarà
presentato DOMENICA 2 APRILE 2017 alle ore 18,30 presso l’Associazione
Culturale "Musica e dintorni", via Gorgoni 16, a Cavallino (LE) da
Stefano Donno e Leda Cesari.
“Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole molto coraggio nel
chiedermi di scrivere una prefazione a un libro su di una band degli anni ’60.
Perché, anche a voi che leggete, qual è il primo pensiero che vi viene in
mente? Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi frikkettoni, hippie,
pacifisti, lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas o Jefferson Airplane
(ne sono certo). Per fortuna, anche in quegli anni terribili dal punto di vista
musicale qualche luce affiorava nel buio. E, forse, una luce più di tutte,
quella di The Doors! Ed è di questa luce che questo libro vi parla. Meglio, ve
la racconta. E Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa mia debolezza, ha saputo
trovare lo strumento e il coraggio giusto. Ma, forse, è necessario andare per
ordine… Il 4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro primo album omonimo. Non
siamo in un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la storia degli Stati Uniti,
prima, e dell’intero mondo occidentale, poi. Già da qualche anno le forze
armate di Washington combattono lontano da casa una guerra non ufficiale.
Dall’inizio del suo mandato presidenziale, il “progressista” John F. Kennedy ha
cominciato a prendere i ragazzi del suo paese per scaraventarli dall’altra
parte del mondo. The Golden One (citando The Human League), figlio di una
famiglia arricchitasi spropositatamente grazie al commercio illegale di alcol,
ha precipitato gli Stati Uniti nel fango del Vietnam. Il suo successore, Lyndon
B. Johnson, ha continuato il lavoro. Anzi, lo ha portato alle estreme
conseguenze. Il 7 agosto 1964, il Congresso americano – approvando la H.J. Res.
1145 (conosciuta come la “Risoluzione del Tonchino”) – ha consegnato al
Presidente un assegno in bianco per portare le truppe ovunque ritenesse
necessario. È l’inizio della presidenza imperiale. E’ anche l’inizio, in
pratica, della coscrizione obbligatoria per i giovani americani. Quella carne
fresca serve. È indispensabile per combattere nelle paludi e nelle giungle del
sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben 500.000 i soldati impiegati in Vietnam
(con infiltrazioni anche in Cambogia e Laos per inseguire i charlie). In questo
clima, le Università sono le istituzioni che, più di altre, risentono della
guerra. I ragazzi che “vincono” alla perfida lotteria della coscrizione hanno
solo tre scelte: 1) accettare l’arruolamento; 2) scappare, magari in Canada
(come Jack Nicholson); oppure 3) scegliere la strada dell’obiezione di
coscienza. La terza è una scelta difficile, ti mette fuori dalla società e, per
questo, ci vuole un coraggio enorme. Un campione sportivo all’apice della
carriera rifiuterà più volte l’arruolamento e il 20 giugno del 1967 sarà
giudicato colpevole di tradimento. Quell’uomo era Muhammad Ali! Una nuova
strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà fondamentale come mezzo di
aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare qualcosa. Il 1967 regalerà
alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer of Love e al Vecchio
Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in Europa inizierà nel
maggio dell’anno dopo. La scintilla partita dall’Università di Berkeley, in
California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per trasformarsi in incendio
a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 sarà il pretesto che
permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e cogliere tutti i segnali che
artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal palco. Segnali che, in un modo
o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The Doors sono figli e, insieme,
strumento di quella rabbia e di quella società americana che è confusa e
terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che ha visto cadere i propri
miti politici con l’assassinio di Kennedy, o quelli sportivi, con l’arresto di
Ali, e che vede, continuamente, partire i propri ragazzi verso luoghi lontani e
impronunziabili per tornare, poi, in casse avvolte dalla bandiera a stelle e
strisce. Una generazione di giovani e adolescenti che si rifugia sempre più
nelle droghe. Magari nuove droghe come l’LSD, che aprono nuove porte. E queste
porte sono quelle già narrate da William Blake e che Jim Morrison, Ray
Manzarek, Robby Krieger e John Densmore faranno proprie e attraverseranno con l’arroganza,
l’incoscienza e la rabbia dell’età. Arroganza, incoscienza e rabbia che non si
possono non condividere e abbracciare. Abbracciare anche da parte di chi, come
me, è cresciuto con e nel punk, prima, e nella new wave, dopo. Un triade di
valori e sentimenti che tutti insieme risiedono in quella prima prova
discografica e che, qui, Giuseppe Calogiuri analizza e descrive con sapienza
tecnica assolutamente invidiabile (almeno da parte di chi crede che conosciuti
due accordi si possa e si debba formare una band!). Quello che avete tra le
mani non è un ennesimo libretto sulla band di Los Angeles, no. Sono pagine che
vi faranno fare un passo avanti sulla strada della conoscenza di un album
fondamentale. Un disco con veri gioielli. E alcuni sono gioielli sfrenatamente
gotici: come non citare la bellezza fulminante di The Crystal Ship. Pezzo che,
per il chiaro riferimento a leggende celtiche, avrebbe sicuramente fatto
innamorare i membri della Confraternita Pre-raffaellita di vittoriana memoria.
Il dolore che trasuda freddo e umido da End of the Night o l’incestuoso sangue
che sgorga da The End. Pezzo, quest’ultimo, che non può non ricordare In Cold
Blood di Truman Capote e a causa del quale, soprattutto, sono certo, il Re
Inchiostro Nick Cave avrebbe venduto l’anima per poter scrivere una murder
ballad come quella. Insomma, ora basta, inutile aggiungere altro. Giuseppe
Calogiuri vi ha invitato, vi ha aperto le porte e, come avrebbe cantato Ian
Curtis: “This is the Way… step inside!” (Prefazione di Daniele De Luca)
Giuseppe Calogiuri (1978) è nato a Lecce e qui vive e
lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Alla
professione affianca l’attività di chitarrista ed ha all’attivo un decennio di
militanza nella prima tribute band salentina dei Doors, con la quale ha portato
il sound della band di Los Angeles in giro per la Puglia. Giornalista e
scrittore, tra i suoi lavori “Una buona giornata” (premio “Corto Testo”),
“Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro” (Lupo Editore, 2016).
iQdB edizioni di Stefano Donno / Sede Legale e
Redazione: Via S. Simone 74 / 73107 Sannicola (LE) / Mail – iquadernidelbardoed@libero.it
Redazione – Mauro Marino / Social Media Communications
– Anastasia Leo, Ludovica Leo
Segreteria Organizzativa – Dott.ssa Emanuela
Boccassini (ema.boccassini@gmail.com)
Public Relations – Raffaele
Santoro
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Antologia di poeti contemporanei. Tradizioni e innovazione in Italia a cura di Daniela Marcheschi (Ugo Mursia Editore)
Chi sono i poeti più
significativi del nostro tempo? Travolti dall'iperproduzione amplificata dai
nuovi media, disorientati dalla latitanza dei critici, spesso i lettori di
poesia si muovono confusi tra le pagine, privati di solidi strumenti di analisi
e valutazione. Questo volume, firmato da Daniela Marcheschi, uno dei critici
oggi più autorevoli, propone l'opera di 21 poeti italiani, giudicati variamente
rappresentativi e validi da molteplici angolazioni; di ciascuno fornisce un
profilo bio-bibliografico e critico fondamentale per comprenderne genesi ed
evoluzione dell'opera artistica. Il risultato è un'antologia in prima persona
che, non solo, riapre il dibattito sulla poesia italiana di oggi su basi
critiche rinnovate, ma fornisce al lettore le linee-guida per comprendere
caratteristiche e peculiarità del "movimento" poetico italiano.
Un'opera che parla al pubblico, ai poeti e al mondo della critica.
giovedì 30 marzo 2017
I grandi centri commerciali e la disgregazione sociale. Intervento di Paola Scialpi
Ci sono odori e profumi
che rimangono nella nostra mente e segnano periodi precisi della nostra
esistenza, della nostra infanzia. Il gelsomino a casa dei nonni è stato per me
qualcosa di nostalgico e bello. Piccolissima passeggiavo mano nella mano con il
nonno nel suo giardino incantato pieno di quel profumo delizioso che ho
ricreato nella mia casa delle vacanze in campagna. Anche i profumi e gli odori
che ricordo della piccola salumeria del paese o di quella in città sotto casa.
IL salumiere era quasi un amico di famiglia ed io anche piccina andavo a fare
le piccole spese. Mi diceva - " Ciao, bella signorina, ( non ho mai
pensato che quella frase nascondesse qualcosa di losco) cosa posso servirti?” -
. Poi dopo aver fatto le compere di rito mi diceva - “ … salutami mamma e papà”. Era come uno
zio che aveva tutte quelle cose buone: i biscotti a forma di animaletti con la
crema dentro, l'odore della mortadella, il pane appena sfornato, i formaggini di cioccolato. Era tutto genuino
ma soprattutto lo erano i rapporti interpersonali fatti di molta umanità. Si
informavano della vita degli altri con affetto e non con invadenza, avevano
sempre una parola di conforto con l'anziano o con chi non stava bene. Umanità
questa è la parola che abbiamo dimenticato. Camminiamo come zombies nei grandi
centri commerciali per stordirci e non pensare a niente. Contenitori enormi di
disgregazione sociale dove ci si incontra senza neanche vedersi. Nella società attuale
ognuno pensa solo a sè e non ha il tempo nè la voglia di pensare agli altri. Si
passa una giornata ai grandi magazzini i bambini si divertono e poi si torna
nelle proprie case ed è passato un altro giorno del … nulla.
mercoledì 29 marzo 2017
La danza teatrale dei nostri politici. Intervento di Paola Scialpi
Quando mi soffermo un
pò di più ad osservare i nostri personaggi politici, mi sembra di assistere ad
uno spettacolo teatrale dove gli attori si muovono sulla scena , ognuno con il
proprio ruolo, rispettando tutti
indistintamente il copione. Solo che in
uno spettacolo teatrale quando si chiude il sipario non si creano dei gravi
danni. Al massimo si può rimanere delusi, annoiati o divertiti. Con la politica
il discorso cambia. I danni sono gravi e nella maggior parte dei casi irreversibili.
Ancora con speranza però, aspetto che nasca un partito o un movimento dove non
ci sia nessun indagato, dove tutto proceda in maniera onesta nell'interesse dei
cittadini. E ovviamente senza tutti quei
politici che parlano bene e poi " razzolano male". Un male grosso e
oscuro, come se non bastassero i malanni della politica, è la burocrazia ancora lenta, molto lenta e ci
sono lungaggini inverosimili di processi che non vedono mai la conclusione … e ci
viene il dubbio che si aspetti solo la prescrizione. Silvio Berlusconi sempre
sulla cresta dell'onda. Circa due
milioni e mezzo di euro prestati per
generosità a Lele Mora , processo che vede implicato per altri versi Emilio
Fede. Processo per il figlio di Bossi detto il " Trota" che nel breve
soggiorno politico ha comprato con i soldi del partito tra le altre cose, anche le cartucce per la caccia. Qualche
politico inoltre ha utilizzato cifre enormi per cene e altro, sempre con lo stesso discutibile sistema. Sono
anni che la "giustizia" si occupa di
queste persone e intanto i terremotati aspettano le case che vengono
assegnate con il contagocce, le macerie sono ancora visibili egli agricoltori
di Castelluccio (Norcia) rischiano di perdere tutta la produzione di lenticchie
, il loro oro, perchè non riescono a raggiungere i luoghi per seminare. Io intanto
continuo a sperare pur sapendo come muoiono i tipi come me.
martedì 28 marzo 2017
Ancora mostruosità ... e ancora una volta Roberto Benigni ha ragione ... Intervento di Paola Scialpi
I mostri sono intorno a
noi con una facciata sempre di assoluta normalità. Genitori affettuosi, persone
in armonia con i vicini di casa. Giornate del quotidiano simili a moltissime
altre persone. Poi improvvisamente, almeno questo appare, si trasformano in
mostri al di là di ogni immaginazione … anche la più fervida. Il cadavere di
una donna viene rinchiuso in una valigia e gettato in mare, uomini che danno
fuoco alle donne che dicono di amare solo perchè non vogliono rinunciare al
loro possesso, uomini che massacrano a morte un ventenne forse per motivi
banali, un padre che uccide i due suoi figli con un martello e poi si suicida
buttandosi da un dirupo. Potremmo intervistare i più grandi psicologi e
ascoltare le loro opinioni ma purtroppo le atrocità non si fermano e quindi
dovremmo indagare, come altre volte ho scritto, su cosa è successo nella
società odierna da vent'anni a questa parte. Purtroppo non è facile sciogliere
questa orrenda matassa. Ci possono far riflettere le parole pronunciate da
Roberto Benigni ieri al Quirinale dove il Presidente Mattarella ha accolto i
candidati al David di Donatello. Come sempre viene fuori la sua grande poesia.
Benigni ha detto che in questi ultimi anni si è curato molto e velocemente il
corpo, ricercando sempre di più la bellezza esteriore. Questa corsa per il
corpo è stata così veloce che le anime non ce l'hanno fatta a tenere il passo e
sono rimaste indietro. Bisogna quindi fermarsi e dare la possibilità alle anime
di rientrare nei corpi. Credo che ci sia molta verità in queste parole. Il
corpo è vuoto, è un involucro senza senso e può essere violato, deturpato,
offeso, distrutto e schiacciato come fosse un piccolo verme.
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