lunedì 6 marzo 2017

Walt Disney e la visione del mondo. Intervento di Paola Scialpi




















La generazione degli under sessanta è cresciuta con Walt Disney: Cenerentola, Biancaneve, la bella addormentata, Cappuccetto Rosso per citarne solo alcune. Nelle immagini la linea occupava un posto importantissimo per l'attività percettiva. Se ci fermiamo un pò a riflettere, anche se non le abbiamo sottomano, pensiamo alle figure, ai paesaggi, agli animali che popolavano le fiabe Disney. La linea predominante era quella morbida, sinuosa. I colori non erano mai violenti ma anch'essi morbidi con passaggi tonali dolci. Chi ha creato questi capolavori sapeva quanto il tipo di linea poteva influenzare la mente. Ovviamente c'era la storia a muovere i fili dell'interesse, ma aveva negli elementi figurativi un aiuto fondamentale. Poi è arrivata l'era dei cartoons giapponesi di Goldrake, e le sue alabarde spaziali, Mazinga Z e Dragon Ball, a popolare la fantasia dei quarantenni di oggi.  La linea spigolosa angolare dinamica ha sostituito quella sinuosa di Disney.  Ma anche i messaggi sono cambiati. C'è la forza di chi vuole combattere le ingiustizie, dove il cattivo soccombe e vince l'eroe, dove la donna si conquista un ruolo importante anche se non sempre vincente. Le favole di Disney portavano al sogno ma svelavano aspetti della vita un pò fuorvianti. Pensiamo a Cenerentola sottomessa alla matrigna e alle sorellastre che con l'aiuto della fata si conquista una serata di libertà ma solo fino a mezzanotte, poichè finiva l'incantesimo. Praticamente un'ora d'aria. In Biancaneve abbiamo una potenziale assassina, la matrigna con la mela avvelenata. Cappuccetto rosso è una bambina a dir poco sprovveduta che non solo se ne va in giro da sola per il bosco infestato da furbi lupi ma poi non si accorge neanche che al posto della nonna c'è il lupo, quindi anche miope. Queste sono in linea di massima le figure femminili. Poi ci sono gli eroi salvatori, quasi sempre il principe biondo e con gli occhi azzurri. La generazione delle sessantenni di oggi ha dovuto faticare non poco poi per scoprire che nella vita te la devi cavare soprattutto da sola … che pochi sono i principi affidabili e che non sono certo tutti biondi con gli occhi azzurri. Le storie sono  lo specchio  della società che le accoglie. Negli anni cinquanta -sessanta avevamo bisogno di sognare, avevamo sempre la speranza che arrivasse il principe azzurro per esaudire i nostri sogni.  Negli anni ottanta-novanta si è incominciato a sognare meno e a vedere la realtà con il filtro della tecnologia. Però ..... quanto è bello sognare!

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