Tutto il mondo è stato testimone
della tragedia che ha colpito Amatrice e tutti i paesi coinvolti dal terribile
sisma che dal 24 agosto non ha lasciato scampo distruggendo tutto, rendendo
degli splendidi paesini un ammasso di macerie. Le perdite anche in vite umane
sono state enormi e molte persone hanno perso tutto ciò che avevano costruito
con una vita di sacrifici. Ferite che lasciano il segno e naturalmente non
parliamo delle perdite di vite umane, che creano ferite nell'animo che non si
cicatrizzeranno mai. Parliamo delle perdita di beni materiali: case, esercizi
pubblici, terreni, stalle, fabbriche con conseguenti perdite di lavoro. Poi il
mondo gira lo sguardo da un'altra parte e dimentica. Ma tutti noi dovremmo
prendere come esempio il modo di reagire di queste popolazioni probabilmente
abituate a rimboccarsi le maniche e a guardare avanti. Potremmo dire che altro
ci sarebbe da fare. Chi non ha subito questa tragedia dovrebbe chiedersi perchè
il benessere ci fa dimenticare cosa significa il "bicchiere mezzo
pieno". Ci lamentiamo sempre di qualsiasi cosa, lo stipendio che è poco, e
che non basta mai senza pensare a chi non ce l'ha proprio. Ci lamentiamo che la
spesa costa troppo senza pensare a chi rovista nei cassonetti per poter
mangiare, ci lamentiamo che qualche ruga sta lievemente danneggiando il nostro
volto senza pensare che molte donne, non si guardano allo specchio perchè non
ce l'hanno e poi perchè dormono per strada. Dovremmo insegnare ai ragazzi che
crescono a non attaccarsi morbosamente alle cose materiali e curare molto di
più l'anima che nei giovanissimi sembra sia andata a farsi un giro. Rialzarsi
dalle macerie vuol dire sentire alto il valore della vita, viverlo come un dono
del cielo e se un giorno tutto ciò che possediamo viene portato via, il dono
della vita ci consentirà di riemergere e lottare nuovamente con la convinzione
che nulla è eterno tranne la fede profonda nella vita.
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