Dove sono finiti i modi eleganti ed educati dei politici di un
tempo come Alcide De Gasperi, Pietro Nenni, Giorgio Almirante, Enrico Berlinguer,
Aldo Moro, Bettino Craxi, Giulio Andreotti per citarne solo alcuni.
Combattevano per i loro ideali con determinazione, estrema conoscenza, grande
cultura, ma mai un insulto verso l'avversario, mai volgarità in aula. Si dice
che la classe politica rappresenti il popolo che governa. Allora noi italiani
stiamo messi proprio male. Non viene risparmiato nessuno. S'insulta la
Presidente della Camera, una donna, con appellativi volgari. Si classifica il
Presidente del Consiglio tra le tisane. Spesso assistiamo a gesti da bassifondi
da parte di parlamentari uomini verso qualche collega donna. Per non parlare di
politici che spostano Oceani o
Continenti posizionandoli altrove come un puzzle venuto male. Come si fa, dico
io, da parte dei cittadini a dare fiducia a queste persone?! Oppure dobbiamo
considerarli come dei qualsiasi imbonitori che invece di merce, vendono
speranze. Noi tutti sappiamo però che fine fa chi vive di speranza.
Quando l'arte diventa un mezzo per raccontarsi e per mostrarsi autentici, anche nel farsi cogliere da un lieve rossore, dato da un piccolo moto dell'animo o dal palpitare del cuore per un amore ricambiato. Quando con l'arte si cerca di attirare l'attenzione verso tutto ciò che sembra anonimo e che ci sfugge. Quando l'arte è denuncia delle condizioni della donna, e non solo. Quando l'arte è poesia e colore.
martedì 14 marzo 2017
La volgarità nella politica di oggi. Intervento di Paola Scialpi
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