Attraverso racconti familiari trasmessi nel tempo, rivivono storie di donne straordinariamente sensibili e appassionate, ma costrette dai canoni di una tradizione atavica, che fa dell'onore un valore assoluto e alienante, all'imperativo categorico dell'essere moglie e madre, pena il perdere per sempre se stesse. Sullo sfondo, circa cento anni di vicende montenegrine, dai fasti della corte dei principi Petrovic, dalla dominazione austriaca nel territorio di Cattaro, fino alla Jugoslavia di Tito. Sapientemente caratterizzate dalla prosa vigile di questo romanzo, in mezzo a un mondo di mercanti avventurieri, sacerdoti ortodossi, militari ribelli e aristocratici arbitri della vita altrui, emergono a tutto tondo figure femminili fermate per sempre al momento del disincanto e del precipizio interiore, mentre rimane sotteso il cupo senso dell'ineluttabilità della sofferenza.
Ljiljana Habjanovic Djurovic è nata 1953 a Krusevac in Serbia. Laureata in scienze economiche, ha lavorato in un'agenzia turistica "Putnik" a Belgrado e come giornalista del mensile "Duga" . Dal 1995 si dedica esclusivamente alla scrittura. Il suo primo romanzo, L'uccello pubblico (1989), è stato il primo romanzo erotico femminile in ligua serba; tutti gli altri suoi libri - Anna Maria non mi amava (1991), Iva (1994), Genealogia femminile (1997) e La piuma di pavone (1999) - sono di carattere autobiografico e sono incentrati su storie di donne in Serbia e Montenegro negli ultimi due secoli.
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