domenica 22 agosto 2010

Ho sposato un Indù di Maria Grazia Gemelli (Besa editrice)












Per una coincidenza, Sofia riallaccia i rapporti con un’amica, Silvia, che probabilmente è implicata in un giro di contrabbando in cui ha coinvolto con l’inganno il suo partner indiano, Ramesh, commerciante in pietre preziose. Sofia, che sta uscendo da una storia amorosa con un tipo stravagante, Jorge, alla sparizione di Silvia decide di aiutare Ramesh, raggiungendolo in India.

In un disperato inseguimento lungo le città del Rajasthan, fino al deserto, nella speranza che Guendalina, amica di Silvia, sia portatrice di nuove commesse o di buone novelle, i due giovani esplorano i pregiudizi delle reciproche culture, si amano, non si comprendono e tentano di capire se stessi, sovrastati da un’India terribile e ancora bellissima.


Maria Grazia Gemelli vive e lavora a Roma. Sociologa, esperta in psicologia del lavoro e nella conduzione di gruppi di crescita e di formazione, secondo l’approccio della complessità e nella prospettiva dell’integrazione corpo-mente, ha pubblicato i romanzi Nessuna traccia d’uomo (1977), Vuoto a rendere (1982), Astronave terra (1986), Rogaska (1990), Dai fatti alle parole (1993), Iolavoro (1994) e i saggi Donna e lavoro (1989), Il lavoro nella scuola elementare (1989), Lavorare in ospedale (1990), Il senso del futuro, sentimenti politici dei giovani (1994), «Il lavoro nella narrativa italiana» in La metamorfosi del lavoro (1995) a cura del professore Francesco Avallone e «Ridefinizione del sentire politico di destra e di sinistra» in Disaggregazioni e riaggregazioni psicopolitiche a cura del professore Giancarlo Trentin (2004).

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