venerdì 12 dicembre 2014

Nunzio Festa, Matera Capitale - vite scavate nella roccia (Historica). Prefazione al volume di Francesca Mazzucato



Conosco bene la futura Capitale Europea della Cultura, ci sono stata spesso e ne serbo ricordi indimenticabili. Architettura e natura si fondono a Matera, la sua origine antichissima è percepibile in ogni scorcio, mai scissa dalla modernità, dalle sue contraddizioni e da quello che è accaduto, negli anni per conservare, migliorare, preoccuparsi di intervenire. Forse, a Matera si è fatto qualcosa che tutta l'Italia avrebbe meritato, nonostante qualche errore, in passato, qualche scivolamento. Per questo, la designazione a Capitale Europea della Cultura 2019 è un orgoglio per la città, per la regione e per tutto il paese. Mi è rimasta dentro, con i suoi panorami difficili, con la terra e gli elementi, mischiati, con pietre, roccia e ospitalità. Con sorrisi, echi e misteri.
 La collego alla meraviglia dei miei passi su un selciato riottoso,  cammini impervi che mi chiedevano di sfidarli, sguardi che si perdevano fra strane altimetrie, cibo e musica da assaggiare, una nota e un boccone, un boccone e una nota. Il resto era da riprendere. Da fotografare o da scrivere, da vivere e da respirare. Matera, un treno che non può arrivare, un hotel dalla vista mozzafiato,  parole intense sulla letteratura, nuovi incontri, un insieme di ricordi, letteratura e teatro, molte nostalgie. Che grandiosa singolare scommessa, il suo diventare Capitale nel 2019.  L'Unesco la scelse come Patrimonio dell'Umanità motivando così la decisione:” “L’equilibrio tra intervento umano e l’ecosistema mostra una continuità per oltre nove millenni, durante i quali parti dell’insediamento tagliato nella roccia furono gradualmente adattate in rapporto ai bisogni crescenti degli abitanti”.  A quelle parole è interessante ritornare, imparando a conoscerla. Rappresenta  il rovesciamento di tutti i luoghi comuni: quello che ti aspetti nel Sud, come pensi che  sia un borgo arroccato, una città con una morfologia particolare.
Ogni volta sono stata sorpresa dal paesaggio, dagli scherzi della prospettiva, dai panorami di una bellezza così rude e potente da risultare a tratti insopportabile: Roba da far venire in mente fughe repentine e la voglia di altrettanti repentini e costanti ritorni. Il punto cruciale è sempre stato un altro, però, quello che mi ha sedotto, affascinato. Non l'avrei detto, prima. Matera  mi ha sempre stupito per un'attività culturale costante, vivida, quasi febbrile che la caratterizza da sempre, non è cosa di adesso, nemmeno degli ultimi mesi. Premi letterari, incontri, mostre, iniziative, concerti, qualcosa di nuovo  e diverso, sempre. Come se la sfida morfologica, se la scommessa dell'intorno venisse rinnovata ogni momento. Come se si fondessero le esigenze e si desiderasse  trovare la risposta nella cultura, nell'arte, nella bellezza. Una risposta da superare, da rendere ibrida, da fare diventare  glocal,  ampia, aperta. In fondo, era già Capitale, lo è sempre stata.
Qualche anno fa infatti, con Francesco Giubilei, chiedemmo a  Nunzio Festa di scriverla, la sua Matera, di narrarla.
Ho  il piacere e il privilegio di essere amica di Nunzio che è un poeta, scrittore, critico letterario, giornalista; un intellettuale materano  che spazia negli altrove scomodi, nei lembi di vita, nelle contraddizioni sociali, a guardare quello che non  tutti hanno voglia di guardare. L'ha sempre fatto e continua, lo fa con la sua poesia, la sua narrativa, la sua critica letteraria, il suo lavoro editoriale, la sua lungimiranza. Sa vedere cose che sfuggono, sa stare nell'obliquo, con quella rocciosità di stile e particolarità di linguaggio- personalissimo, ibrido, colto e popolare- che non ha molti paragoni.
Così scrisse la sua Matera. Un gran bel libro, unico, molto apprezzato, raffinato e controcorrente, come lui, come la sua biografia di poeta e narratore. Con orgoglio  lo riproponiamo in questa versione rinnovata e attualizzata in vista della  proclamazione a futura Capitale Europea della Cultura . A pochissimo dalla nomina, ci sembra importante che questa collana riproponga il libro di Nunzio, aspettando il  2019. Questo libro è il primo, e ha,  una sua speciale valenza,di cui siamo molto fieri. Risulterà fondamentale a chiunque in vista del 2019 vorrà conoscere Matera al di fuori di tutti gli stereotipi e di tutti gli aspetti già noti. Una narrazione preziosa, inusuale, impervia e stupefacente, un testo di rara potenza narrativa, una serie di scatti e  di inquadrature della città dei Sassi e della futura Capitale, con dettagli, storie e sfumature che sarà difficile trovare altrove.


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