lunedì 28 febbraio 2011

Torna in libreria Afra di Luisa Ruggio (Besa editrice)














Cinque donne si muovono in un’indimenticabile geografia dell’anima. Una puttana analfabeta che conserva una piccola Bibbia piena di annotazioni a margine, la grazia del fantasma di una donna tradita per il miraggio novecentesco dell’America e innamorata di una terra chiamata Afra, la forza di una monaca che ha smesso di attendere notizie dal fronte africano di El Alamein, un’adolescente scampata ai bombardamenti su Napoli e sopravvissuta alle sue sorelle nelle atmosfere surreali della seconda guerra mondiale, una domestica bambina posseduta dal dèmone dell’amore. Che cosa lega il loro destino e il loro punto di vista sensuale e disperato?

Le loro vite si sfiorano alle straordinarie altezze del pudore dell’amore, condizionato dalle ferite della Storia e l’invadenza del caso fino a diventare attesa dei ritorni mancati. Afra è la terra, alma mater, che attraversa questa storia con una forma sottilissima di erotismo ed è anche un’eco in cui riconosciamo la voce di una scrittrice italiana.

Luisa Ruggio, giornalista e scrittrice di origini pugliesi, ha pubblicato con Besa Senza Storie (2010), Menzione Speciale Premio Bodini 2010. Afra, il suo primo romanzo, ha vinto quattro premi letterari. È autrice del blog dedicato alla scrittura “Dentro Luisa”, www.luisaruggio.blogs.it

domenica 27 febbraio 2011

Arabi invisibili di Paola Caridi (Feltrinelli)





















Il mondo arabo continua anche oggi a vivere, oltre il velo dei nostri pregiudizi. In una fascia cangiante che va da Casablanca a Ryiadh si muovono milioni di arabi invisibili, schiacciati dal peso di uno stereotipo ormai imperante in Occidente, per il quale tutti coloro che hanno un passaporto mediorientale o nordafricano sono potenziali terroristi, kamikaze, seguaci di Osama bin Laden. Il catalogo odierno degli arabi invisibili, invece, è lungo, variegato, sorprendente. Ne fanno parte ragazzi che usano Internet, professionisti educati nelle nostre università, cineasti e fior di scrittori. Se la lista degli arabi che non conosciamo fosse solo questa, però, saremmo al semplice elenco di quelli bravi, buoni e simpatici. Bisogna, invece, superare il muro, e osservare quella lunga teoria di uomini e donne a cui l'Occidente non riconosce volto e fattezze: quelli che si fanno in quattro per mandare i figli a scuola, che inondano la regione delle rimesse del loro lavoro, che fanno cultura tra le maglie della censura e opposizione tra le costrizioni dei regimi. L'homo arabicus del Terzo Millennio compare, così, in tutta la sua complessità. Finita, dunque, l'era delle odalische, dei beduini, quello che si apre a un occhio attento è un mondo ricco, alla ricerca di un nuovo rinascimento considerato imperativo. Che rifiuta con stizza lezioni di democrazia e civiltà dall'Occidente.

sabato 26 febbraio 2011

L'anello inutile di Maria Pia Romano (Besa editrice)








Una prosa d’acqua, aria, terra e fuoco. Una dichiarazione d’amore al Salento. Una storia di uomini e donne uniti, ciascuno a suo modo, da un anello… Il Salento prende alla gola. E ti sa rubare l’anima. Luogo troppo selvatico per lasciarsi conquistare. Anche la sua gente è così. Qui le tarantate dicevano di sentire la noia all’inizio del male. Gli uomini andavano a fare l’olio nelle viscere della terra, incitando gli animali a spingere la ruota e stordendosi con l’oppio per non sentire la fatica. Nelle campagne che s’incontrano andando dalle Orte verso il faro della Palascia, la terra è rossa. Ci si può perdere, inseguendo il filo rosso che qui lega la terra, il cielo e l’acqua. Un sottile scoloramento di memorie adriatiche. Un annebbiamento dei sensi. Un capogiro. Cosa rimane quando non si ha più niente da perdere?

MARIA PIA ROMANO, nata a Benevento nel 1976, è iscritta all’Albo dei Giornalisti dal 2000. Scrive per testate regionali e nazionali e si occupa di comunicazione pubblica, uffici stampa ed organizzazione di eventi. Ha vinto una segnalazione in sezione Cultura al Premio “Michele Campione” Giornalista di Puglia, settima edizione 2010. Ha all’attivo quattro raccolte di poesie, “Linfa” (LiberArs, 1998), “L’estraneo” (Manni, 2005), “Il funambolo sull’erba blu”, (Besa 2008) e “La settima stella” (Besa 2008) e il romanzo “Onde di Follia” (Besa 2006). Ha ricevuto riconoscimenti in campo nazionale e internazionale per le sue poesie. I suoi libri sono inseriti nel Museo della Poesia di Perla Cacciaguerra a Cesa. E’ stata tradotta da Amina Di Munno e Cassio Junqueira per il Festival della Letteratura Italiana in Brasile, estate 2011.

venerdì 25 febbraio 2011

Percorsi di orientamento e pratiche di tutorato a cura di Chiara Gemma (Pensa MultiMedia)













Il volume riassumere l’esperienza di orientamento e tutorato a partire dalla testimonianza resa dai soggetti che, a vario titolo, sono stati coinvolti nella pianificazione e realizzazione del progetto “Scegli la rotta della tua vita. Ti accompagneremo”. Sono scanditi, pertanto, mediante un’analisi critica, i percorsi e le reali pratiche espletate nell’ambito delle nuove didattiche, oggi sempre più rilevanti in ambito accademico.

giovedì 24 febbraio 2011

L'amore di Silvia e Atlante di Rita Iacomino (Lab di Giulio Perrone)









Questo titolo è un tecnema che non si trova nelle retoriche istituzionali. Consiste di una specificazione dallo specificante ambiguo tra “l’amore di Silvia” e “l’amore di Silvia e di Atlante”, mancando Atlante del “di”, e non essendo certo se condivida o meno il “di” che precede “Silvia”. Si hanno dunque due possibili sintagmi: (“Amore di Silvia[;] e Atlante...?”/ Amore di Silvia e di Atlante) e la scelta dell’uno o dell’altro può determinare differenti operazioni (o effetti) di poesia, ma non potendo decidere per l’uno o per l’altro, restano in gioco ambedue, e la poesia ne è animata a trarre dal nome Silvia - nome che essa già associa a un essere silvestre, su cui la selva riversa sue musicologie e profumi e aliti di brezze – quell’amore che è in lei tutt’uno con la sua natura silvestre e, come un respiro di selva, è determinata ad alitarlo in Atlante, che ne è invaso e imbibito. (Domenico Alvino)

Rita Iacomino (1962) vive a Roma. È insegnante e si occupa di arti visive e poesia. Ha pubblicato versi e prose per antologie e riviste. Con la silloge Luoghi impraticabili della memoria vince il “Premio Montale 1989” nella sezione inediti (All’Insegna del pesce d’oro, 1990). Ha pubblicato la raccolta poetica Dura Verticale (Edizioni della cometa, Roma 1999).

mercoledì 23 febbraio 2011

Angels di Erika Ardizzoia (Edizioni Creativa)












La musica e un pizzico di immaginazione trasformano questo racconto di vita vera in una favola moderna dal sapore dolce amaro, ricca di spunti di riflessione e di piccoli grandi consigli per riuscire a gustare, anche nei momenti difficili del nostro percorso, il sapore unico e l’importanza della nostra esistenza che raggiunge il massimo livello nell’importante comprensione che il dolore fa parte naturalmente di essa e va accettato come prova a cui Dio ci sottopone per crescere e avvicinarci a Lui e che la felicità più grande è racchiusa nella forza dell’amore che guida ogni gesto e ogni scelta della protagonista, spingendola a creare e reinventarsi continuamente, soprattutto nei momenti più bui, seguendo il suo cuore e impregnando ogni sua più piccola “opera” di quella passione, motore di tutto, e di quell’immenso desiderio di condividerla con chi le sta attorno, infondendo, soprattutto nelle persone che la amano, l’incredibile voglia di vivere che mai l’abbandona e le dà la forza di lottare davanti a ogni difficoltà. Filo conduttore della storia, il potere dei sogni e della musica, che in alcuni punti assume addirittura un valore ancestrale e carico di magia, diventando quasi un’ “entità superiore” che evoca preziosi sentimenti e messaggi e che unisce davvero le persone che credono in “LEI” come massima forma di espressione. La musica è in realtà la vera protagonista, tira le fila di tutto e influenza ogni decisione e scelta di Stella che percorre la sua strada dall’età adolescenziale a quella adulta a caccia dei suoi sogni e nella costante ricerca dell’amore… e state sicuri che li troverà!

martedì 22 febbraio 2011

Tua di Claudia Piñeiro (Feltrinelli). Intervento di Elisabetta Liguori













Prendiamo una famiglia latina media, e forse non soltanto latina. Prendiamo una famiglia media. Una donna poco oltre i 40, non bella non brutta, casalinga frustata, dotata di madre tiranna capace di instillarle, anche da lontano, i soliti estenuanti sensi di colpa; un marito di successo ancora piacente; la sua amante adorante; una figlia adolescente, incompresa e incomprensibile, serrata perla nella sua ostrica di dolore. Prendiamo un matrimonio ventennale, comunicazione ridotta all’osso, sesso scarso e silente, solita routine: prendiamo una coppia come tante, insomma, e infiliamoci dentro un evento imprevisto. Un colpo di scena. Mescoliamo il tutto ed ecco “Tua”, romanzo di esordio di Claudia Piñeiro, classe 1960, drammaturga e romanziera, molto affermata in Sudamerica, appena edito in Italia da Feltrinelli. Un thriller ben orchestrato, con scenari che si trasformano vorticosamente fino ad un finale inevitabile. Difficile da credere, ma la forza di questo romanzo sta proprio nella consuetudine, oserei direi nella banalità dei gesti, nell’ovvietà del plot, sviluppato attraverso un lessico immediato. L’autrice narra in prima persona, guarda dritta in telecamera: prese dirette, campi corti, stacchi repentini, e tutto accade esattamente come potrebbe accadere nella vita reale di ciascuno di noi. Leggendo nulla ci disorienta, eppure tutto ci sorprende, anche questa sorta di vivisezione del cuore e delle sue manifestazioni formali e sociali. Come diceva Flannery O’Connor, per il male basta la realtà, non c’è bisogno della letteratura. Il male per Claudia Pinero ha, dunque, il colore e la consistenza collosa di un rossetto. È letteratura quasi senza volerlo essere. La storia, infatti, è sintetizzabile in poche battute: Inés, moglie devota, sospetta che Ernesto la tradisca; ne ha la conferma trovando per caso nella sua borsa da lavoro un messaggio firmato col rossetto. “Tua” è il codice condiviso dai due amanti. “Tua” è il nome del dolore di Inés, quindi, al quale la donna sceglie di reagire con tutta la dignità della quale è capace. Seguendo il marito, la sera stessa lo trova che discute con l’amante in una zona appartata della città. Dopo un’accesa discussione “Tua” viene spintonata da Ernesto e cade, battendo fatalmente e violentemente la testa su un sasso. Il morto c’è, quindi, come in tutte le storie simili; quello che invece manca è il reato. Ernesto sembra innocente. O almeno è questo ciò che Inés vuol credere. Ciò che una donna come lei deve poter credere per sopravvivere. All’inizio la donna decide di non condividere con nessuno questa scoperta, né con il fedifrago né con la figlia, e costruisce una strategia di difesa solitaria. Da qui prende il via il thriller psicologico, in cui tutto vorrebbe essere diverso da quello che sembra, mentre invece è esattamente come deve essere. Anche la tragedia che vive parallelamente la figlia dei due coniugi è un dramma estremamente comune, uno dei quali oggi sono pieni i consultori. Potrebbe accadere a me, a te, potrebbe accadere a chiunque, anche domani stesso. Quello che sembra un triangolo, infatti, è figura solida ben più complicata, ma nota. Stella a più punte, che coinvolge mogli, amanti, figli, sconosciuti, con una ironia ed una comicità tragica che coinvolge il lettore fin nel midollo. Imponendo allo stesso un’immedesimazione tanto obbligata quanto piacevole.

lunedì 21 febbraio 2011

La delinquenza giovanile in Italia. I risultati di una ricerca multicentrica a cura di Simona Traverso e Barbara Gualco (Pensa MultiMedia)














Nel tentativo di ridurre al minimo il cosiddetto “numero oscuro” dei delitti e di andare oltre i dati forniti dalle statistiche ufficiali, è sempre più frequente il ricorso ad indagini sulla delinquenza autorilevata (self-report), utilizzando strumenti quali il questionario scritto o l’intervista “faccia a faccia”. Tale metodo permette di ottenere informazioni quali le caratteristiche degli autori, delle loro famiglie, del loro ambiente, l’età di inizio del comportamento antisociale, la continuazione, l’arresto, la reazione sociale ai reati, i contatti con la polizia, ed inoltre di correlare la delinquenza con altri comportamenti o eventi (abuso di sostanze, incidenti stradali, fallimento scolastico, vittimizzazione, ecc.). Le ricerche basate sulle autoconfessioni, nelle quali gli intervistati vengono invitati a rivelare la loro eventuale partecipazione ad attività antisociali o delinquenziali, con specifico riferimento al tipo ed alla frequenza di tali attività, dimostrano che nella nostra società i reati registrati costituiscono una piccola quota di un fenomeno molto più vasto in quanto, a fronte di moltissimi individui che commettono reati, soltanto una piccola parte viene individuata e perseguita.
In questo volume vengono riportati i risultati della ricerca sulla delinquenza minorile autorilevata nel territorio italiano nell’ambito dell’International Self-Report Delinquency Study 2 (ISRD2), al quale prendono parte i più qualificati enti di ricerca europei ed extraeuropei. La presente indagine fa seguito al primo International Self-Report Delinquency Study, realizzato nel 1992 sotto l’egida del Centro di Ricerca e Documentazione del Ministero della Giustizia Olandese. Lo scopo dell’indagine è la rilevazione della frequenza e dell’andamento dei comportamenti devianti nella popolazione giovanile, dei fattori di rischio della devianza minorile e della vittimizzazione. All’indagine hanno partecipato quindici città italiane differenti per dimensioni ed aree geografiche. L’indagine si è rivolta a studenti di seconda e terza media inferiore e di prima e seconda superiore. Lo strumento utilizzato, elaborato dal gruppo internazionale, è stato il questionario scritto compilato in forma anonima. I risultati dello studio hanno evidenziato la relazione tra alcune caratteristiche dei giovani, quali l’età, il genere, il tipo di scuola frequentata, ecc. e la commissione o meno di un reato nonché la scelta di un particolare tipo di comportamento antisociale.

domenica 20 febbraio 2011

Il profumo del tempo di Sara Cavarero (Edizioni Creativa)




















Fonso e Alfonso. Un'unica persona in due diversi contesti temporali. Fonso il presente. Alfonso il suo passato. Presente, futuro e passato si combinano in un dipanarsi di ricordi, suggestioni e moti del cuore. La vista descrive i particolari che rendono speciale la maestosa Barcellona, il gusto assapora i piatti poveri ma saporiti di una normale famiglia spagnola, il suono vitale dei corpi che si incontrano e comunicano e quello sordo della morte che lascia un vuoto esistenziale sono gli ingredienti che trascinano il lettore in una realtà che prima o poi tutti dovranno incontrare e accogliere: la vecchiaia.

sabato 19 febbraio 2011

Una forma di vita di Amélie Nothomb (Voland)



















"Quella mattina ricevetti una lettera diversa dal solito". Inizia così l'ultimo libro di Amélie Nothomb, in cui la scrittrice si confronta con un genere che conosce bene, quello epistolare. Amélie infatti passa parte del suo tempo a rispondere alle lettere dei suoi numerosissimi fan. La lettera arriva da un soldato americano di stanza a Bagdad, Melvin Mapple. Siamo agli inizi della presidenza Obama. L'uomo spera di tornare a casa. Come molti soldati americani in Iraq è afflitto dalla bulimia e da un'obesità sempre più preoccupante, legate alla paura degli attentati, all'orrore della repressione e alle costrizioni della vita militare. Poco a poco Amélie si affeziona al soldato Mapple e ai suoi compagni obesi, quelli di taglia XXXXL. Per aiutarlo a trovare una via d'uscita, gli suggerisce di praticare la body art fotografando sé stesso e il cibo in ogni momento della giornata. All'improvviso però Melvin Mapple smette di scriverle e Amélie, sconcertata, tenta di ritrovarlo... Il finale è naturalmente del tutto inatteso. In questo romanzo l'autrice torna ad affrontare temi a lei profondamente congeniali, come la bulimia, la solitudine e la fuga nella monomania.

venerdì 18 febbraio 2011

AGLI ALBORI DELLA NAZIONE. Dall'identità calabrese a quella nazionale (Pensa MultiMedia) di Patrizia Resta








Vincenzo Padula, scrittore calabrese di metà Ottocento, cela nella sua produzione letteraria insospettabili caratteri di modernità. Affresca negli anni immediatamente post-unitari un ritratto della Calabria schietto e vivace. Lettura utile per le giovani generazioni di oggi e per quanti vogliono scoprire come gli intellettuali si occuparono, all’epoca, di valorizzare il sentimento di appartenenza che aveva congiunto gli italiani nel nuovo Stato. La pedagogia nazionalista che ispirò la sua prosa giornalistica propone, quindi, una riflessione sulla origine dell’identità nazionale che è tornata in primo piano nel dibattito scientifico contemporaneo. A confronto con il giornale di viaggio di G. Galanti di fine Settecento e del racconto del viaggio in Calabria della Pigorini-Beri, folklorista di fine Ottocento, la prosa di Vincenzo Padula appare scevra di pregiudizi. Né inchiesta, né resoconto, il suo è un mirabile esempio di “scrittura della nazione” italiana.

giovedì 17 febbraio 2011

Tutto torna di Giulia Carcasi (Feltrinelli)




















Diego lavora alla revisione di un vocabolario. Nei barattoli delle parole chiude tutto quello che riesce a definire. È pratica che gli viene naturale anche nella vita. Cataloga ogni istante: luogo data ora. In uno dei suoi continui spostamenti tra Roma e Pisa, dove insegna, il treno si ferma in galleria per un guasto, le luci si spengono. Nel buio Diego sviene. Una voce arriva lontanissima a tirarlo fuori dalla vaghezza: Antonia. Ieri diventa oggi e domani ieri, l'ordine e la memoria di Diego si allentano. È come se Antonia ci fosse sempre stata eppure non c'era. La loro è una storia d'amore che vuole la perfezione. Più sono vicini, più forte è il rischio che il cerchio si spezzi. Basta una menzogna. Contro ogni logica, l'inganno si rivela più forte della verità e la verità più forte dell'inganno.

martedì 15 febbraio 2011

Consiglio quest'appuntamento con Antonio Galdo il 18 febbraio a Nardò con il suo "Basta poco" (Einaudi)










Il Comune di Nardò, Presidi del Libro, Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo, Porta di Mare, Oasi Club Nardò, Costruire Insieme per la Giornata del risparmio energetico presentano a Nardò il 18 febbraio alle 18,00 presso il Chiostro dei Carmelitani, Antonio Galdo, con “Basta Poco” (Einaudi). Presentano l'autore Biagio Valerio e Giuseppe Tarantino. Lo spreco è stato il motore truccato di un capitalismo senza anima. Ma la grande crisi ci costringe a cambiare. Che fare? Basta poco per una nuova vita, ma può valere molto. Basta poco per cambiare il mondo, passo dopo passo. E basta poco a chi vuole vivere bene, felice e senza sprechi.

Antonio Galdo, giornalista e scrittore, ha pubblicato per Einaudi Fabbriche, il romanzo della fabbrica italiana. Per molti anni si è occupato nei suoi libri degli sprechi, denunciando fatti e misfatti della vita pubblica, da Ospedale Italia a Guai a chi li tocca fino a Saranno potenti? In Non sprecare (Einaudi, 2008) ci racconta lo spreco peggiore: quello che ognuno di noi coltiva nell'indifferenza e nell'egoismo. E ci porta a scoprire uomini e donne straordinari: quelli che non sprecano. Nel 2011 ritorna con Basta poco raccontando le grandi idee che potrebbero salvare il pianeta, ma anche i comportamenti quotidiani che migliorano il mondo intorno a noi.

I suoi siti sono www.nonsprecare.it e www.antoniogaldo.it

lunedì 14 febbraio 2011

ARTE E COMUNICAZIONE NELL'ITALIA DEL CONSENSO. La politica teatrale a Bari di Maria Vinella (Pensa MultiMedia)














Dopo un'ampia analisi delle direttive politiche che la dittatura fascista impostò e mantenne nei riguardi sia della cultura artistico-letteraria sia dei mezzi di comunicazione di massa (stampa, radio, cinema), l'Autrice si sofferma ad analizzare il consumo teatrale nella città di Bari nel quinquennio 1929-1933.
Nella ricerca, condotta anche attraverso documenti d'archivio e articoli a stampa dell'epoca, si osservano tutte le attività e gli spettacoli realizzati nei teatri (Petruzzelli, Piccinni, Margherita, Garibaldi) e nei cinema (Kursaal Santalucia, Oriente, Umberto) di Bari.
L'analisi dei dati raccolti e i quadri statistici elaborati confermano un consumo teatrale locale specchio fedele del dibattito estetico nazionale, sterilmente svilito dal monopolio culturale della politica del consenso, finalizzata unicamente alla propaganda di regime.

domenica 13 febbraio 2011

I segreti del cielo di Lucia Tiziana Mignosa (Edizioni Creativa)












Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha provato a diventare poeta per merito di un grande amore o per colpa di un infinito dolore…Tiziana è magicamente riuscita, con un mezzo così inusuale com'é una silloge di poesie, a narrare e a descrivere lo sbocciare, il crescere ed il doloroso e lento dissolversi di una dolcissima storia d’amore tra due anime… La poesia è sentimento, è amore, è passione e tormento, se riuscissimo a viverla in ogni aspetto della nostra vita, sicuramente vivremmo vite più intense e vere.

sabato 12 febbraio 2011

L'orlo del caos di Ines Bianchedi (Lab di Giulio Perrone editore)














Ha l’impressione di vagare in una sconfinata irrealtà la cui fisionomia dipende esclusivamente dalla volontà dei suoi abitanti. Una realtà virtuale che altro non è se non tutto ciò che quelli che la frequentano decidono che sia. Un’illusione collettiva in grado di mutare in continuazione il proprio aspetto. A cambiarla, è sufficiente un piccolo comando proveniente anche da uno solo dei più di cinque milioni di computer in grado di accedervi da qualunque parte del mondo. Che fare se, in un giorno come un altro, scopri che il tuo pupillo è morto e tua moglie ti tradisce? Che fare se il tuo fratellastro ti manda una mail ambigua poco prima di morire? Che fare se entrando in un mondo virtuale scopri che insospettabili avatar progettano sconvolgimenti mondiali? A metà strada tra l'Eur e la Toscana, come si fosse parte di un videogioco, incastrati tra ciò che è e ciò che potrebbe essere, i personaggi di questo noir si muovono tra cascine e scenari futuristi, trascinando il lettore alla ricerca di una verità nascosta in uno scenario irreale eppure pericolosamente, brutalmente, vero.

Ines Bianchedi è nata a Parma e vive a Roma dove si occupa, all’interno di una agenzia governativa, di progetti di formazione e assistenza tecnica a sostegno dei percorsi di innovazione delle pubbliche amministrazioni. In particolare segue iniziative di intervento nel campo dell’istruzione, delle pari opportunità e della comunicazione interpersonale.

venerdì 11 febbraio 2011

Wikileaks. Il libro dei fatti che non dovevate sapere di Ludovica Amici (Editori Riuniti)
















La rete è libera e non segue le regole finora conosciute dell'informazione. Wikileaks ne è la dimostrazione più evidente e dirompente. Centinaia di migliaia di documenti segreti hanno messo in imbarazzo i governi di tutto il mondo, a partire dagli Usa, coinvolgendo anche l'amministrazione Obama. Un vero e proprio fenomeno mondiale, che vede milioni di utenti connettersi al portale creato dall'enigmatico Dulian Assange e consultare una mole poderosa di materiale finora sconosciuto - o solo immaginato. Una rivoluzione dell'informazione ai tempi del web 2.0, una finestra finalmente spalancata sugli orrori delle guerre, sui soprusi dei governi e delle multinazionali, sulla corruzione e sul reale funzionamento delle diplomazie. Nulla sarà più come prima dopo Wikileaks.

giovedì 10 febbraio 2011

La badessa di San Giuliano di Marisa Di Bello (Besa) per la prima volta nel Salento








Arcadia Lecce e Besa editrice presentano l’11 febbraio 2011 ore 19,30 presso Cibus Mazzini per la prima volta nel Salento, “La Badessa di S. Giuliano” di Marisa Di Bello. Questa è una storia d’altri tempi, di un’epoca lontana per usi, costumi, linguaggio. Di luoghi immobili nel loro isolamento. Essa prende spunto da vicende realmente accadute agli inizi del secolo scorso in un convento del Sud. Attestati da un fitto carteggio tra Curia e convento, i fatti che si svolgono esattamente un secolo fa parlano di disordini, contrasti e malignità varie che determinano la chiusura di quel convento e la secolarizzazione di molte suore. Su questa trama di eventi storici si inserisce l’infelice e travolgente storia d’amore di suor Crocifissa, badessa di San Giuliano, e il ricco proprietario terriero Pietro Forzano, come storia emblematica, summa di tante storie di donne, della loro impossibilità di sceglier e liberamente e consapevolmente il proprio destino.

Marisa Di Bello è nata a Pisticci (MT) e vive a Bari. È pubblicista iscritta all’Albo dei Giornalisti di Puglia dal 1983 e ha iniziato a pubblicare dal 1979. Ha collaborato a numerosi periodici tra cui “Cosmopolitan”, “Noi Donne” e da oltre venti anni collabora alla rivista di cultura ed economia “Nelmese” con rubriche e interviste. Tra le inchieste pubblicate: “Le Ragazze degli Anni Ottanta” per le Edizioni Levante, Bari; “Viaggio nei Pianeti Diversi” sui gruppi di tendenza per “Nelmese”; “Donne Nere” per “Cosmopolitan” sulle mutilazioni sessuali subite

da donne musulmane presenti a Bari; “Isole”, inchiesta radiofonica in 10 puntate trasmessa da Radionorba, sui vari gruppi etnici presenti sul territorio.

DIRE L'INDICIBILE. Primo Levi tra testimonianza e racconto di Vanna Zaccaro (Pensa MultiMedia)














Questo volume ha come destinatari lettori che vogliano avvicinarsi in maniera consapevole alla vicenda umana e alle opere di Primo Levi (1919-1987), scrittore ebreo, il quale ha vissuto, prigioniero in un campo di sterminio nazista, l’annichilimento della dignità e della ragione dell’uomo.
Primo Levi, di professione chimico, tale orrore vuole ricordare, descrivere, testimoniare, raccontare e dunque capire, perché non accada più. È un impegno alla memoria, sostenuto da una intelligenza lucida, ‘illuminista’, da una sostanziale fiducia nell’homo faber, nel lavoro, nell’impegno. A ciò corrisponde una scrittura sorvegliata, chiara, di timbro ironico, di stampo classico e nello stesso tempo vibrante e intensa. L’impegno etico quindi non fa rinunciare alla ricerca dello stile, alle esigenze della ‘rappresentazione’ dei fatti narrati. Anzi proprio questa ricerca “guarisce e matura” l’urgenza memoriale.
Il profilo che qui si traccia dello scrittore e l’analisi delle sue opere documentano l’impegno di Levi e vorrebbero corrispondere alla sua tremenda esigenza di “capire e far capire”.

mercoledì 9 febbraio 2011

Diviso due di Susanna Sarti (Edizioni Creativa)













Sally, la protagonista di questa quarta opera di Susanna Sarti, è sì un avvocato penalista di successo, ma è soprattutto una donna con tutte le sue insicurezze e le sue voglie, le sue certezze e i suoi dolori. Una splendida donna dai capelli rossi, gli occhi azzurri, e un paio di gambe mozzafiato, una donna che ama tanto e che tanto viene amata. Alla sua morte, lascia dietro di sé ricordi pieni di musica, colore, vita, amore, sofferenza, ma soprattutto un'incredibile forza di carattere che sconvolgerà gli altri protagonisti di questa struggente e commovente storia d'amore.

martedì 8 febbraio 2011

Calabria 1 strumenti. Zampogna e doppio flauto (Besa editrice) a cura di Roberta Tucci









Nel 1979 Diego Carpitella – il grande studioso di cui nel 2010 ricorre il ventennale della morte – diede avvio alla collana discografica “I Suoni - musica di tradizione orale”, per la Fonit Cetra, con il disco Calabria 1 strumenti, curato da Roberta Tucci. La collana, impostata secondo criteri rigorosi, intendeva, fra l’altro, “valorizzare le ricerche di studiosi, soprattutto italiani che, con una moderna documentazione sonora, abbiano contribuito sostanzialmente, in questi anni, alla conoscenza musicale delle culture tradizionali”. Ciascun disco lp era corredato da un ampio opuscolo, che, oltre a fungere da necessaria guida all’ascolto della documentazione sonora, offriva un’articolata analisi degli esiti di ricerca. Dedicato alle zampogne e ai doppi flauti calabresi, Calabria 1 strumenti è derivato da una felice esperienza di ricerca sul campo, condotta nell’estate del 1977 da Roberta Tucci: una campagna di registrazioni etnico-musicali, depositate in copia presso la Discoteca di Stato, oggi Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, con la denominazione di Raccolta 146M. Il disco conteneva una selezione delle registrazioni musicali, oltre a un nutrito apparato documentale, anche visivo, a un’analisi organologica e musicale, a una prima organizzazione classificatoria dei due principali aerofoni polifonici di tradizione agro-pastorale della regione. La pubblicazione di Calabria 1 strumenti ha messo in circolazione una quantità di dati di valore primario, riguardanti nomi e luoghi di suonatori e di costruttori, repertori, forme, stili musicali: tutto un mondo di tradizione orale di grande vitalità, che all’epoca era fondamentalmente sconosciuto e che è divenuto così un patrimonio di conoscenze a disposizione di ricercatori e appassionati. Con questo volume si rende nuovamente fruibile tale documentazione, a distanza di oltre trent’anni, con uno sguardo arricchito dal racconto personale e dalla messa in luce delle teorie e delle pratiche che hanno guidato la ricerca sul campo e la successiva realizzazione discografica. Il volume contiene testi nuovi e testi rivisitati. È corredato da 39 fotografie e accompagnato da un cd con 17 brani musicali – due in più rispetto ai quindici originariamente presenti nell’lp – tutti rimasterizzati secondo criteri tecnici pertinenti e riprodotti nelle loro originarie durate. Oltre a restituire l’intensità performativa di esecuzioni musicali ormai divenute storiche e a ricordare i nomi, i volti e le sonate di maestri della musica “contadina” oggi quasi tutti scomparsi, questo volume accompagna il lettore “dietro le quinte” della ricerca etnomusicologica professionale, avvicinandolo a modalità e procedure derivate dalla consapevole applicazione della metodologia scientifica.

lunedì 7 febbraio 2011

Se cade il mondo mi sposto di Alessandra Dragone (Lab - Giulio Perrone editore)









Uscii dal meraviglioso MAXXI e mi guardai intorno: sotto le colonne oblique e satinate mi sentii schiacciare dalle linee irreali della struttura. Sentii odore di mare e pensai che l’architettura ha un effetto poderoso sulla psiche umana. Feci due passi nel sole e mi venne voglia di un caffè. Voci e parole fra le strade di Roma. Angoli, stanze e luoghi come pretesto per raccontare un’emozione, uno scambio, una paura. Un uomo curioso in un museo a cielo aperto e gli strani risvolti dell’acquisto di un cassettone bianco. Le ingegnose idee di chi il lavoro non se l’è potuto scegliere, purtroppo. E tè allo zenzero, furti improvvisati, magici incontri su un treno. Con la costante di un imprevisto che per un attimo destabilizza, fa vacillare, ma con la voglia sempre di spostarsi se, per caso, cade il mondo.

Alessandra Dragone è nata a Roma, dove vive e lavora in ambito istituzionale. È laureata in scienze politiche, si è specializzata in filosofia politica e giuridica e ha scritto diversi articoli in materia. Nel 2004 ha scelto la narrativa. Nel 2005 e nel 2007 è stata finalista al Premio Solinas – Storie per il cinema, rispettivamente con Alla Controra e con Non ti darò un nipote. Nel 2008 ha pubblicato Bambine cattive per Salerno editrice – I Sostenibili.

domenica 6 febbraio 2011

DIRE L'INDICIBILE. Primo Levi tra testimonianza e racconto di Vanna Zaccaro (Pensa MultiMedia)













Questo volume ha come destinatari lettori che vogliano avvicinarsi in maniera consapevole alla vicenda umana e alle opere di Primo Levi (1919-1987), scrittore ebreo, il quale ha vissuto, prigioniero in un campo di sterminio nazista, l’annichilimento della dignità e della ragione dell’uomo.
Primo Levi, di professione chimico, tale orrore vuole ricordare, descrivere, testimoniare, raccontare e dunque capire, perché non accada più. È un impegno alla memoria, sostenuto da una intelligenza lucida, ‘illuminista’, da una sostanziale fiducia nell’homo faber, nel lavoro, nell’impegno. A ciò corrisponde una scrittura sorvegliata, chiara, di timbro ironico, di stampo classico e nello stesso tempo vibrante e intensa. L’impegno etico quindi non fa rinunciare alla ricerca dello stile, alle esigenze della ‘rappresentazione’ dei fatti narrati. Anzi proprio questa ricerca “guarisce e matura” l’urgenza memoriale.
Il profilo che qui si traccia dello scrittore e l’analisi delle sue opere documentano l’impegno di Levi e vorrebbero corrispondere alla sua tremenda esigenza di “capire e far capire”.

sabato 5 febbraio 2011

Il terrazzino dei gerani timidi di Anna Marchesini (Rizzoli)

















Per la bambina che attraversa le pagine del racconto, come per ogni bambino, le esperienze sono tutte prime volte, che si tratti di avvertire il frullo d'ali di una farfalla che trema dentro le sue dita e poi ruzzola a terra senza vita, oppure del timore permanente che anche la mamma farà come quella farfalla. La vita scoppia dentro la sua minuscola esistenza, la vita sì ma anche la morte, tuttavia le cose, le voci, le impressioni e le vite degli altri non si possono sentire nel tramestio quotidiano che scorre col tempo dell'orologio. La bambina che abita "II terrazzino dei gerani timidi" scopre piano piano che può ascoltarle nel silenzio immenso in cui annega quell'angolo di casa che si affaccia sui tetti, il luogo solitario che col tempo diventerà la sua stanza tutta per sé. Là dentro le sarà possibile riconoscere le invisibilità che corrono sotto la crosta del mondo e avvertire il turbamento che suscita in lei l'offerta della vita. Proprio quella bimba, cui la mamma ha insegnato a camminare sul dolore, in silenzio assisterà alla nascita del sogno e ancora per lei, seduta là dove solo regnano silenzio e piccioni, finalmente emergeranno, vita della vita, la poesia, gli scrittori, la letteratura e le parole dei libri, la scoperta che le vite sbucciate e naufragate, che nella realtà non fanno che nascondersi, che cessare di amare, invece nel sofisticato rammendo che l'arte è in grado di ricamarvi intorno, possono diventare esistenze immortali.

venerdì 4 febbraio 2011

MACCHINE PER RACCONTARE. Introduzione alla Hyperfiction di Alessandra Squeo (Pensa MultiMedia)














La hyperfiction segna la fine del racconto o semplicemente la sua emancipazione dalla logica sequenziale e unidirezionale imposta dalla stampa e dalle categorie concettuali ad essa connesse? Questo studio propone un’introduzione al complesso dibattito suscitato dalle applicazioni narrative dell’ipertesto e, parallelamente, l’analisi di uno tra gli esempi più recenti, Patchwork Girl (1995) di Shelley Jackson.

giovedì 3 febbraio 2011

Pargola Linfa di Antonella Bellugi (Edizioni Creativa)












Vita, morte, natura, amicizia, passione, amore si intrecciano nei versi di questa raccolta, frutto di una naturale vocazione – la scrittura – che da sempre contraddistingue l’esistenza dell’autrice, Antonella Bellugi (Siena, 1969). Temi universali, tuttavia affioranti da un altrove. Un altrove nello spazio, nel tempo, dentro di sé. Una “sfasatura fra ciò che è terreno e la mai avvenuta nascita”. Un senso primitivo e puro. Una pargola linfa che scorre attraverso queste poesie, microcosmi nel contempo elementari e complessi, accessibili e oscuri, gioiosi e cupi.

mercoledì 2 febbraio 2011

Svelata di Pamela Giorgi (Lupo editore)






















[...]
Perché le rive non esistono
se mai giungerò in qualche luogo
Sarà per breve sosta
Saluto veloce
Sogno protratto di una vita possibile
Tutta la mia vita di legno galleggiante
Consiste in questo levitare sull’acqua
In esilio a me stessa
[...]

“Le parole delle donne fanno paura; e bisogna farle tacere, quelle parole.
Solo la poesia palpitante e dolorosa può rispondere ad un dito severo e razionale, piantato sulle labbra dolci per ammutolire. E baciarlo”. Carla Bino

Pamela Giorgi nasce a Brescia nel 1973 dove compie i suoi studi e la sua formazione professionale. Lavora nel settore della comunicazione per grandi gruppi industriali. Vive in un’area montana del bresciano, la Vallecamonica, con la famiglia.

martedì 1 febbraio 2011

Anche i pesci affogano di Chiara Cerri (Lab di Giulio Perrone editore)








Seconda mano.
Piatto vinto.
Ora Dio era lì seduto al tavolo da gioco, nella cantina di una tabaccheria.
Dio fumava una camel ogni tre minuti.
Dio aveva le mani callose e ruvide a causa della pesca.
Dio erano quattro mesi che non vedeva i suoi vecchi.
Ai suoi vecchi Dio non era mai andato a genio e lui forse in fondo in fondo ne soffriva.
Dio aveva vinto un bel gruzzoletto di soldi quel pomeriggio: era indeciso se andarseli a giocare o affittarsi una puttana per una serata.


Come scandita dal ritmico battito di pinne di un pesce, la vita di Rosario, stretta tra la prua della “Speranza” di suo padre e le filastrocche di una fattucchiera, alterna i colori della tavolozza da cui trae l’unico piacere della sua adolescenza difficile e i bianco e nero del rapporto con un padre-padrone più orgoglioso del mozzo dedito al gioco d’azzardo della sua barca, che di quel figlio sensibile e, troppo, sfacciatamente, diverso.
Nel raccontare di una famiglia logorata da ruoli antichi e scricchiolanti sotto il peso dell’apparenza, Chiara Cerri spiega silenzi e gesti di adolescenze tormentate, eccessi di cattiverie familiari e rapporti umani che, troppo spesso, di umano non hanno nulla.
Come si fosse pesci in procinto di annegare.

Chiara Cerri nasce a Viareggio nel 1983 sotto il segno dei gemelli. La sua passione per l'arte è intrecciata a tutti i campi della comunicazione che vanno dalla fotografia alla scrittura. Ha ottenuto riconoscimenti in concorsi di poesia e narrativa. Anche i pesci affogano è il suo primo libro.