venerdì 30 novembre 2012

"Cambiare con creatività", Autori Vari (Phasar Edizioni)



Le esperienze professionali e accademiche di diversi autori, che fanno parte della community di www.psicolab.net, hanno dato il via a un progetto sulla Formazione come strumento di cambiamento. Si tratta di punti di vista diversi su un campo, quello della Formazione Outdoor, ancora poco compreso e conosciuto. Uno sguardo creativo e al contempo rigoroso di formatori, coach, professori e giornalisti sul mondo della Formazione Esperienziale. Una Formazione vitale che si rinnova nei contenuti e nelle modalità, una Formazione sempre più necessaria sia in campo aziendale che personale, una Formazione che è percorso e stile di vita.

La decontestualizzazione dall’ambiente abituale, per effettuare attività insolite e maggiormente creative, è una delle chiavi per ottenere cambiamenti duraturi. Questo permette infatti di abbattere le diffidenze e porre tutti i partecipanti allo stesso livello di partenza: su un campo da rugby, su un palcoscenico o in un rifugio di montagna poco importa il mio ruolo aziendale o sociale. Tutti devono mettersi in gioco per contribuire al raggiungimento del risultato finale. In tali contesti diventa importante collaborare per svolgere compiti elementari o difficili. Così i partecipanti possono acquisire nuove capacità di relazionarsi, abbattere precedenti schemi e diffidenze, scoprire aspetti nuovi nei propri compagni e in se stessi.

Le organizzazioni si trovano continuamente a dover fronteggiare cambiamenti di ogni tipo, adattando i propri obiettivi, la propria struttura ed il modo in cui si pongono sul mercato. Per questo chiedono uno sforzo costante di adattamento e di miglioramento ai propri membri. E le nozioni teoriche e specialistiche, per quanto importanti nello svolgimento di qualsiasi professione, non sono sufficienti perché le persone, in una qualsiasi realtà, hanno bisogno di comunicare e di imparare continuamente per raggiungere il duplice e fondamentale obiettivo che garantisce il successo: essere soddisfatti soddisfando a nostra volta le aspettative dell’organizzazione.

Autori del libro: Fabio Croci, Laura Cioni, Giovanna Coppini, Paolo Svegli, Silvia Corridoni, Valentina Ristori, Angela Cardi, Stefania Ciani.
Curatore: Lapo Baglini.

Visita il sito dell’autore

"Cambiare con creatività", Autori Vari (Phasar Edizioni), 2008, €12, ISBN: 978-88-6358-013-6, pp. 120

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giovedì 29 novembre 2012

Gli “Spacca il Silenzio” al Note di Vino



Evento Speciale al Note di Vino di Ruffano.  Domenica 2 dicembre 2012 alle ore  20.30 ci sarà il live di “Spacca il Silenzio”.  Trio campano composto dai due fratelli napoletani Luigi e Feliciano Grella e dal batterista Cristiano Delfino. La peculiarità del gruppo sta nel sound marcatamente acustico (Luigi molto raramente imbraccia l'elettrica) ma non per questo necessariamente soffice e delicato, anzi, la loro scommessa sta proprio nell' esprimere forza ed energia senza abusare dell'elettrificazione e dell'amplificazione. Luigi, autore dei testi e della musica, è scrittore e poeta prima ancora che musicista e per questo le parole delle loro canzoni hanno spessore letterario anche prese in se stesse. Nel 2012 è vincitore per la Sezione Testo Canzone (Premio Leo Chiosso), dell’ XI edizione InediTO, premio Colline di Torino, al Salone del Libro. Gli "Spacca il Silenzio!" affidano le "cose da dire" ad un impianto musicale semplice ma suggestivo: chitarra acustica, basso elettrico e batteria, che sanno dialogare fra loro attraversando con naturalezza e trasversalmente i linguaggi del pop, del jazz, del rap ma anche della canzone d’autore. Musica anche di forte impatto live, come hanno avuto modo di constatare gli spettatori dei loro concerti... Nel 2006 firmano il loro primo contratto discografico con la "NOPOP music development devices" di Guido Elmi, entrando così a far parte dell’antologia "BANDS a new adventure in Rock", distribuita da EMI Italia.

Nel 2009 promossi da Mei Audiocoop coproducono, sempre affiancati da Guido Elmi, "Extended Play 2009", che vede la partecipazione di Lucio Dalla al clarinetto.
L’EP riscuote una notevole approvazione dalla stampa di settore invogliando le molteplici radio a trasmettere i 4 brani che lo compongono.


Nel 2012 producono l’LP LIVE “Incisioni fonomeccaniche elaborate durante i concerti di”, un prodotto “vero e vivo” che corrisponde alla loro identità, un’antologia di un percorso a tappe, dove le tappe sono i concerti, ideato come un album fotografico dove ogni foto racconta una diversa location italiana ed esperienze fatte di sacrifici, sogni, gioie, sudore, vita, incontri e ovviamente musica.


Nel frattempo prosegue intensa l’attività live, In Italia e sorprendentemente anche in Europa (dal 2007 racchiuse in otto differenti tournèe, Inghilterra, Russia, Olanda, Germania, Svizzera, Austria), dove il nome "Spacca il Silenzio!" comincia a circolare e da dove sono sempre arrivate riconferme per tour futuri.


Hanno condiviso il palco con: Vasco Rossi, 99 Posse, Niccolò Fabi, Black Friday, Riccardo Sinigallia, Gem Boy, Skiantos, Pietra Montecorvino, Osdorp Posse, Nomadi, Andrea Mingardi, Gianluca Grignani, Angelo Branduardi.


PRODUZIONE

2012. CD “Incisioni fonomeccaniche elaborate durante i concerti di”
2009. CD “Extended Play 2009”
2007. CD “Bands a new adventure in Rock” - Nopop music development devices / EMI

2012. AA.VV. “Libera Veramente Vol. 3” – XL / La Repubblica / L’Altoparlante
2011. AA.VV. “La Musica libera. Libera la Musica” - MEI / Magazzini Sonori / RER
2010. AA.VV. “Pronto chi Kanta? Collection 2010” - RadiostarTv

DVD “Roxy Bar” n°15 a cura di Red Ronnie
DVD “Roxy Bar” n°20 a cura di Red Ronnie
DVD “Roxy Bar” n°24 a cura di Red Ronnie

2007/2012. Tour - 8 tour esteri (Inghilterra, Russia, Olanda, Germania, Svizzera, Austria)



Note di Vino – Nel cuore del Salento, a Ruffano (LE), dalla passione per l’enogastronomia e per la musica nasce l’enoteca wine bar «Note di Vino». Esperienza nella selezione e nella scelta delle bevande e dei cibi, il tutto accompagnato da una ricercatissima selezione musicale: jazz, blues, rock… dai concerti che settimanalmente vengono organizzati e dalle jam session dei musicisti/ clienti a cui viene messo a disposizione il palco con tutta la strumentazione (chitarra, batteria, pianoforte

Info:
http://www.note-di-vino.it/
Tel +39 340 33 86 316/ +39 340 90 98 835
Via Vittorio Veneto, 55 – 73049 Ruffano (LE) – Italia

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C’era una donna … di Monica Negri (Phasar Edizioni)



Un racconto autobiografico, una denuncia morale sull'arroganza e l'indifferenza dei piccoli poteri. "Questa storia nasce dalla necessità di esorcizzare quanto accaduto durante pochi anni che hanno cambiato la nostra vita. Quando abbiamo assistito al disgregamento fisico e morale di una persona a noi molto vicina e alla fine di un periodo sostanzialmente sereno, quando abbiamo scoperto quanto si può essere soli in mezzo agli altri e a quali livelli di meschinità possa giungere l'animo umano. Una storia che non nasce come una denuncia, anche se moralmente deve essere considerata tale, ed è solo questa la ragione per cui non vengono volutamente fatti nomi. Una storia vera, una storia come mille altre che si consumano nel quotidiano senza che quasi nessuno ne parli" (Monica Negri)
C’era una donna … di Monica Negri (Phasar Edizioni), 2000, 7,23 euro,  ISBN: 88-87911-02-9, pp. 112
Scarica l’anteprima in pdf: 

mercoledì 28 novembre 2012

"Bus de la Lum. Foiba infame e discussa" di Silvano Mosetti (Phasar Edizioni)



Sull’estremo confine del Friuli-Venezia Giulia, pochi metri al di qua del Veneto, si apre un inghiottitoio naturale profondo 180m: il Bus de la Lum. Esplorato la prima volta nel 1924 dalla Società Alpina delle Giulie, nel 1949 l’Autore portò il suo Gruppo a una riesplorazione, trovando sul fondo i resti di parecchi infoibati. Un anno dopo, su incarico del Ministero Difesa-Esercito, lo stesso Gruppo dei triestini riportò in superficie quanto restava di ventotto salme, sospendendo il recupero per la presenza di alcune bombe inesplose. La narrazione riesce a scavare nel dolore di una madre, emblema di tutti i parenti di infoibati, un sentimento di commossa rassegnazione e consente di sperare in una totale pacificazione etnica con gli Slavi, oggi auspicata ma non ancora pienamente realizzata.
Silvano Mosetti è nato nel 1924 a Trieste, dove muore l’8 marzo 2008.
Presidente del Gruppo Triestino Speleologi dal 1949 al 1957, vi è rimasto socio per ventisei anni. Dopo vari incarichi ecclesiali, assolti sia in ambito locale sia a livello nazionale, è stato presidente diocesano di Azione Cattolica nel capoluogo giuliano per due mandati triennali conclusi nella primavera 1983. In “Chi ha sete venga”, pubblicato dalla Elle Di Ci alla fine del 1995, ha curato una copiosa raccolta di schede per i “centri di ascolto” operanti in varie diocesi italiane.
Nel concorso letterario “L’Autore”, indetto nel 2002 per opere inedite da Firenze Libri, su 1466 partecipanti anche stranieri alle tre sezioni (narrativa, poesia, varia), è risultato tra i diciassette finalisti per la narrativa con “Noi degli abissi”, stessa opera qui presentata col titolo “Bus de la Lum”.
"Bus de la Lum. Foiba infame e discussa" di Silvano Mosetti (Phasar Edizioni), 2008, 12€, ISBN: 978-88-6358-001-3, pp. 184

martedì 27 novembre 2012

"A piedi nudi sulla sabbia" di Giovanni Galperti (Phasar Edizioni)



Doveva pensare a qualcosa il profeta Isaia quando diceva: «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annunzia la pace che annunzia la salvezza». Poteva magari pensare al mio catechista Daniel, della missione di Gounou Gan al Ciad, nel bel mezzo dell’Africa. Io a Isaia e a queste sue parole pensavo ogni volta che vedevo Daniel togliersi le scarpe – se scarpe potevano essere – e venire davanti all’altare, sempre all’ombra di un albero, per commentare il Vangelo. Non ho capito né Isaia né il Vangelo. E neppure il gesto di Daniel. Daniel sorriderebbe, se leggesse, sorpreso di ritrovare qualcosa di se stesso in queste pagine scritte – a piedi nudi – dopo e prima averlo conosciuto. Qualcosa cui non aveva mai pensato.

"A piedi nudi sulla sabbia" di Giovanni Galperti (Phasar Edizioni) , Phasar Edizioni, 8,00€, 978-88-63580-63-1, pp. 112, 2010



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lunedì 26 novembre 2012

Giorgio Faletti esce per Einaudi con “Da quando a ora”. Imperdibile!



“E poi c’era la gente. Sono cresciuto sentendo raccontare aneddoti inverosimili, che erano impossibili da credere ma ai quali era un piacere prestare fiducia, non fosse altro per rispetto all’impegno e alla buona fede di chi li riportava. Il vero talento di un contaballe è quello di essere il primo a credere alle sue stesse fantasie: quelle erano innocue, non belligeranti, senza un secondo fine se non quello di passare qualche istante al centro dell’attenzione, l’unico lusso che in quei momenti era concesso concedersi. Ogni persona che ricordo era una voce, una storia, un soprannome, un abbigliamento, una piccola o grande sopportata povertà, una piccola o grande felice follia. Ognuno rappresenta oggi nel mio vissuto un esempio di ammirevole fatica per uscire dalla prima senza dimenticare la seconda. Nel campo sterminato del possibile, ognuno è una frase, ognuno è una canzone, ognuno è un romanzo. «Il libro di Faletti è una canzone d’amore alla vita, la sua e quella degli altri». (Antonio D’Orrico)


Tutto comincia ad Asti, al numero 33 di corso Torino: è lì che nasce, «bambino fatto in casa», Giorgio Faletti. Sono passati 62 anni, che lui ha impiegato facendo il comico, il musicista, l’attore, il pittore, e naturalmente lo scrittore. Scorrendo l’elenco delle sue imprese (e parliamo solo di quelle professionali) sembra che Giorgio Faletti abbia vissuto mille vite. Di sicuro, scopriamo leggendo il suo nuovo libro, ne ha vissute due: Quando e Ora sono le prime due sezioni che compongono questa autobiografia fatta di musica e parole. A fare da spartiacque una frase secca che mette i brividi: «Poi, senza preavviso, sono morto». Dell’ictus che lo ha colpito nel 2002 Faletti non ha mai raccontato molto. Lo fa adesso, a dieci anni di distanza, «perché consegnare a una pagina quella confidenza significherà liberarsene una volta per tutte, sarà come appendere una carta moschicida che invece di imprigionare gli insetti blocca i brutti ricordi». Dopo quella frase nel libro la scrittura cambia, dalla prima persona si passa alla terza e Faletti gioca a raccontarsi come fosse un personaggio dei suoi romanzi. Quello che non cambia è lo sguardo che tiene insieme passato e presente, e che sceglie di raccontare, senza imbarazzo né autocompiacimento, il rovescio della medaglia. Le difficoltà, le sfide perse, i fallimenti che si nascondono dietro una vita di successi. E che, paradossalmente, di questi successi sono il nutrimento: «La felicità la vivo, - ha detto Faletti a Silvia Nucini in un’intervista per Vanity Fair. – Sono le malinconie, l’amaro in bocca che mi ispira». E nelle pagine di Da quando a ora l’autore ci racconta com’è che funziona l’ispirazione, mettendo in parole quei momenti intimi, quegli attimi di vita da cui, nel tempo, sono nate le sue canzoni. Le stesse raccolte nei due Cd, incisi per l’occasione, in cui Faletti interpreta i suoi maggiori successi (Quando) e dodici pezzi inediti (Ora). Così, ad esempio, leggiamo la storia di una fotografia e di un amore finito, e scopriamo che da quella storia è nata una canzone, Nudi, e possiamo ascoltarla, quella canzone, magari leggendo il testo pubblicato nell’ultima sezione del libro…
«Quando si arriva alla fine di un progetto come questo, - scrive l’autore nei Ringraziamenti in coda al libro, - è arduo stabilire se è stata raccontata a parole della musica o se sono stati musicati momenti di vita». In un caso o nell’altro, Da quando a ora è di sicuro un viaggio nel tempo che fa sorridere e commuove.

domenica 25 novembre 2012

Asia Argento, la vampira, con papà Dario a Cannes su GossipTv.it

 

"Dracula 3D", firmato Dario Argento, ha ricevuto pochi applausi al 65esimo Festival di Cannes. La pellicola che ripercorre il filone di alcuni classici B movie americani non ha convinto, alla sua presentazione, fuori concorso, nel 'midnight screening della manifestazione cinematografica. Ben più convincente, invece, una delle sue protagoniste. Asia Argento, arrivata sul red carpet per mano con il papà. Per lei, un'habitué del festival, tantissimi flash.



sabato 24 novembre 2012

Inni del Tempo Presente alla Città del Libro di Campi 2012



Interverranno Vito Antonio Conte, Giovanni Santese, Marcello Buttazzo, Gianluca Conte, Piera Spedicato, Elio Ria, Wilma Vedruccio, Elio Coriano, Francesco Pasca, Francesco Aprile, Stefano Cristante, Daniela Liviello, Irene Leo, Rosemily Paticchio, Nadina Foggetti

Modera Stefano Donno

La Fondazione della Città del Libro di Campi in collaborazione con Besa Editrice e Presidi del Libro , rinnovano come ogni anno il consueto appuntamento con la Poesia. Per il 25 novembre 2012 a partire dalle ore 20,00 nella Sala Pinocchio anche per il 2012 ci sarà il reading conclusivo della "XVIII Edizione della Città del Libro di Campi Salentina", dedicato alle voci della poesia e della scrittura che operano in Salento aderenti all’iniziativa. Quest'anno, in un moto corale di partecipazione poetica gli autori sono invitati a portare il loro contributo sul Qui e l’Ora della Poesia, e di fatto il titolo dell’appuntamento è emblematico: “Inni del Tempo Presente”. Non è più tempo di pensare alla crisi e alle sue problematiche, alle sue derive, la Poesia ora si concentri sul qui e ora da cui ripartire. Occorre raffinare dunque lo sguardo, modulare il canto e spendere quanta più gioia possibile nei versi, che si possa così costruire un corpo della poesia attiva e recitante che porti luce dove c’è oscurità

venerdì 23 novembre 2012

A LECCE LA FELTRINELLI POINT OSPITA IL ROMANZO “DI TUTTE LE RICCHEZZE” (Feltrinelli) di Stefano Benni



L’autore si renderà disponibile a firmare le copie del libro, accogliendo ben volentieri domande dai lettori convenuti.. L’appuntamento è previsto per domenica 25 novembre 2012 ore 11.00 alla Feltrinelli point di via Cavallotti 7/a a Lecce.  La libreria Feltrinelli non perde occasione di presentare ghiotte opere letterarie come il romanzo “Di tutte le ricchezze” - ai lettori leccesi e non - che non possono non accogliere quest’opportunità di arricchimento culturale accompagnato dalla simpatica e poliedrica figura di Stefano Benni, un autore acuto e frizzante, l’ideale insomma per una domenica mattina di novembre.  

Martin è un maturo professore e poeta che si è ritirato a vivere ai margini di un bosco: è una nuova stagione della vita, vissuta con consapevolezza e arricchita dai ricordi e dalle conversazioni che Martin intrattiene con il cane Ombra e con molti altri animali bizzarri e filosofi. In questa solitudine coltiva la sua passione di studioso per la poesia giocosa e per il Catena, un misterioso poeta locale morto in manicomio. Questa tranquillità, che nasconde però strani segreti, è turbata dall’arrivo di una coppia che viene a vivere in un casale vicino: un mercante d’arte in fuga dalla città e Michelle, la sua bellissima e biondissima compagna. L’apparizione di Michelle, simile a una donna conosciuta da Martin nel passato, gonfia di vento, pensieri e speranze i giorni del buon vecchio professore. Il ritmo del cuore e il ritmo della vita prendono una velocità imprevista. Una velocità che una sera, a una festa di paese, innesca il vortice di un fantastico giro di valzer. Leggende, sogni, canzoni, versi di un poeta che la tradizione vuole folle e suicida, telefonate attese, contattisti rock, cinghiali assassini, visite di colleghi inopportuni, comiche sorprese, goffi corteggiamenti e inattese tentazioni - tutto riempie di nuova linfa una stagione che si credeva conclusa, e che si riapre sul futuro come un’alba. Martin e tutti quelli che lo circondano sembrano chiusi in un bozzolo di misteri: si tratta di attendere la farfalla che ne uscirà.

Stefano Benni scrittore, giornalista, poeta, sceneggiatore, drammaturgo e umorista italiano. Ha collaborato con settimanali “l’Espresso” e “Panorama”, quotidiani come ”la Repubblica” e “Il manifesto”, autore televisivo. Ha scritto numerosi romanzi, autore di racconti e opere teatrali.

Info
Feltrinelli Point
via Cavallotti 7/a, 0832/331999

giovedì 22 novembre 2012

Antonio V. Gelormini presenta il suo Episcopius Troianus – il taccuino di Troia (Gelsorosso edizioni) alla Città del Libro di Campi Salentina

Sarà presentato venerdì 23 novembre 2012 alle ore 16,00 nella sala Manfred della Città del Libro 2012 di Campi Salentina da Stefano Donno, Antonella Vincenti e Don Alessandro D’Elia il lavoro di Antonio V. Gelormini edito da Gelsorosso dal titolo Episcopius Troianus – il taccuino di Troia   

«Kaspar Jr. Van Wittel era letteralmente catturato dall’imponenza affascinante delle Alpi, mentre ne sorvolava le cime innevate e mentre si apprestava a sfogliare le pagine nascoste di una storia senza fine».Il Gran Tour di Kaspar jr. si dipana sulle tracce accattivanti di linee architettoniche familiari e lungo i riverberi di sentimenti devozionali insistentemente tramandati. Un percorso tracciato negli anni della sua infanzia olandese dai racconti di una nonna “incantevole” che, come un filo d’Arianna, lo guideranno dalla Firenze di Raffaello alla Roma dei Papi, dalla Napoli carolingia alla familiare Reggia vanvitelliana di Caserta. Fino al cuore dell’entroterra dauno: Troia. Episcopius Troianus “racconta” il Palazzo Vescovile di Troia, nella percezione stessa di “soggetto episcopale”, attraverso le sue vicissitudini, quelle dei Vescovi che l’hanno abitato, quella di un’originale pala d’altare del Solimena, nonché della tribolata vicenda di preziosi volumi e codici emigrati “forzosamente” verso biblioteche più blasonate. È anche il racconto di una Diocesi e di una Città, Troia, che ha rappresentato un importante pezzo di storia di questo suggestivo angolo di Puglia.



Antonio V. Gelormini, nato a Troia (Fg) il 24 agosto 1956, vive a Bari, dove ha frequentato i corsi della Facoltà di Economia e Commercio degli Studi “A. Moro”. Ha diretto importanti strutture turistico-alberghiere di catene nazionali ed internazionali (Club Méditerranée, Accor Group e Cit Hotel). Dal 2006 è giornalista pubblicista. Editorialista del quotidiano telematico «Affari Italiani», è redattore-capo della sezione “Puglia”. È stato responsabile della pagina turismo del quotidiano «La Prealpina» di Varese, ed è corrispondente di numerose testate online. Collabora con i principali quotidiani pugliesi. È responsabile del progetto Daunia Vetus della Diocesi di Lucera-Troia, per la nascita di un Distretto Culturale (www.dauniavetus.it). Nel giugno 2009 ha ricevuto il “Premio Giornalistico Città di Riccione” assegnato ogni anno alle migliori firme del giornalismo italiano di viaggi e turismo.

CICI CAFARO E RICCI I TUOI CAPELLI - ARIE E CANTI POPOLARI DI CANNOLE con le illustrazioni di Lucio Montinaro a cura di Luigi Chiriatti




Sabato 24 novembre 2012 ore 18,00 è previsto l’appuntamento con le voci, i suoni, i  ritmi della tradizione: ci sarà la presentazione dei libri/cd editi da Kurumuny dal titolo “Cici Cafaro, Io scrivo la realtà”, “Ricci i tuoi capelli. Arie e canti popolari di Cannole, Corimondo – La strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto”,  con Luigi Chiriatti, Sergio Torsello, Eugenio Imbriani. A seguire intervento musicale delle Cantatrici di Cannole e di Cici Cafaro.
CICI CAFARO - IO SCRIVO LA REALTA’ a cura di Eugenio Imbriani. Illustrazioni a cura di B22

Una testimonianza preziosa, un lungo racconto in cui il flusso dei ricordi sembra riannodare le fila del rapporto tra passato e presente, tra memoria e appartenenza. Un’autobiografia che ci rivela una personalità emblematica e rappresentativa della cultura dell’area grica del Salento. Cici Cafaro è un uomo che sembra aver vissuto dieci vite in una: contadino, ambulante, poi emigrante e soldato, sempre cantastorie instancabile che conosce, come gli antichi aedi, il segreto del ritmo delle parole per incantare.

RICCI I TUOI CAPELLI - ARIE E CANTI POPOLARI DI CANNOLE con le illustrazioni di Lucio Montinaro a cura di Luigi Chiriatti

Esiste un altro Salento, diverso da quello da cartolina. È il Salento più autentico e vero, quello della quotidianità, fatto di storie, di gente, di paesi arsi dal sole che vivono all’ombra delle chiese e delle masserie in pietra leccese. Dopo aver apprezzato la forma, la curiosità richiede, necessita che venga svelata anche la sostanza, l’anima, il cuore di questa terra. Lontane o solo lambite dai circuiti turistici sopravvivono, infatti, tante piccole realtà piene di fascino dove la memoria dell’antico resiste al lento scorrere del tempo e all’incessante galoppare della modernità. Incorniciati da teorie di ulivi che procedono senza soluzioni di continuità, i paesi del Salento nascondono e custodiscono piccoli grandi tesori, e tocca alla curiosità del turista o del ricercatore scoprirne la bellezza più profonda, quella che riannoda i fili del tempo. Uno di questi è senza dubbio Cannole, piccolo paese situato nella zona centro-orientale del Salento, noto ai più per la famosa sagra della Municeddha (lumaca), oltre che per lo splendido parco Torcito, che conserva una meravigliosa masseria fortificata del XVII secolo. Qualche altro, tra i cinefili, ricorderà certamente che la sua vecchia stazione fu una delle tappe dello splendido road movie ferroviario Italian Sud Est della Fluid Video Crew di Davide Barletti, ma in pochi rammentano che nel 1480, questa area accolse gli otrantini sopravvissuti al sanguinario sacco della loro città ad opera di Gedik Ahmed Pashà e soprattutto che fino agli inizi del XIX secolo questo paesino era uno dei decatría choría, ovvero i tredici paesi della Terra d’Otranto che conservavano la lingua e le tradizioni greche, oggi meglio noti come Grecìa salentina. E lo spirito musicale qui è ancora vivo, infatti questa piccola cittadina custodisce anche un altro piccolo grande patrimonio culturale rappresentato da Rosaria Campa, Vincenza Agrosì, Assuntina Tomasi, Gina Luperto, Eva Serra, Rosalba De Lorenzis, e Ada Nocita, sette donne fra i cinquanta e settanta anni, che quasi per caso si sono ritrovate a cantare insieme e da quel momento non hanno smesso di condividere questa comune passione. Nel corso degli ultimi anni la loro attività, fatta di piccole esibizioni, per lo più private, ha suscitato l’interesse di diversi musicisti e ricercatori salentini che si sono avvicendati per studiare e approfondire il loro repertorio, ma sono state poi loro a cercare Luigi Chiriatti, spinte dal desiderio di lasciare una traccia dei loro canti. Le donne di Cannole hanno cominciato a cantare insieme in diverse e svariate circostanze: quando andavano insieme sul pullman che le portava alle terme, in giro nelle scampagnate con gli amici. Cantare per loro significa incontrarsi, cucinare, mangiare, dialogare, spettegolare in un tempo che non è caratterizzato dal ricordo del passato, ma che è il presente, il loro modo di esserci e di vivere oggi la loro presenza. Il canto come categoria espressiva del bello che non serve, come in passato, a esorcizzare la morte, la durezza della vita e il destino di una non umanità, ma che rappresenta se stesse in relazione alla loro comunità. Canto come gioia, socializzazione, un modo di ironizzare su altri e su se stesse, alternativa ai luoghi comuni della televisione e della globalizzazione. Per loro cantare è stare insieme, giocare, ricavarsi uno spazio libero dalle trame tradizionali dei rapporti ufficiali sottomessi a regole di facciata, un luogo e un tempo della contemporaneità che sfugge a qualsiasi tipologia della ricerca e della documentazione classica. Per loro cantare è fare partecipi gli altri del loro benessere psicofisico: la loro memoria non è spezzata. Il loro repertorio è come un grande magazzino, un “granaio della memoria” senza categorie, dove i canti hanno uguale importanza e diventano belli ed emozionanti quando decidono di eseguirli siano essi di origine propriamente salentina o di altra derivazione. Le donne di Cannole quando cantano ci regalano emozioni che ci coinvolgono e ci fanno gioire del presente del loro incontro. La maggior parte del loro repertorio è rappresentato dai canti diffusi in tutta la Penisola: canti narrativi e romanze delle opere liriche diffuse dalle bande locali. Questo elemento conferma, ancora una volta, come la poesia popolare e la sua musica, che toccano corde del sentire comune, sono conosciute ovunque, appartengono a tutti e suscitano uguali sentimenti anche se il “modo” di esecuzione assume caratteristiche diverse e le fanno appartenere al luogo e al tempo in cui vengono eseguiti. Al centro dell’indagine che ha dato vita a questa pubblicazione è la voce che è corporeità, spessore, timbro, calore comunicativo, ma che significa anche riannodare i fili della memoria, narrare, testimoniare. Non è un dato casuale, considerata la preponderanza che la voce, vista nel suo profilo performativo, ha assunto nell’odierna analisi demo-etno-antropologica. E il Salento è terra di voci e di canti, benché lo si associ più spesso al battito del tamburello e alla danza. I canti a sole voci di questa raccolta possiedono una marcata valenza emozionale. Sono storie conosciute o meno, nel segno delle sfaccettature dell’amore, della fatica del lavoro, delle relazioni sociali, della quotidianità, dell’emigrazione, della lontananza. Canto giocoso e nudo, senza orpelli e senza palchi e riflettori, un cantare distante dai codici spettacolari. La proposta delle cantatrici di Cannole è il segno di quanto l’analisi della pluralità sonora salentina non possa darsi del tutto completata e riveli ancora tesori, al di là del mare, sole, mieru (vino) e pizzica, giustamente celebrati, ma più spesso spacciati e consumati con superficialità. Il volume è corredato da due Cd che contengono un’antologia di brani scelti, per un totale di 42 tracce. Nel repertorio delle donne di Cannole sono confluite arie, romanze e canti narrativi provenienti da tutta Italia: probabilmente ciò è dovuto al fatto che in questo gruppo ci sono donne che hanno vissuto all’estero per venticinque, trent’anni e che certamente hanno avuto rapporti con connazionali provenienti da altre zone della nostra penisola. Anche i canti salentini del loro repertorio provengono da zone diverse come il Capo o le aree di Martano e altre zone del Salento. Alcune di queste donne infatti non sono native di Cannole: una proviene da Martano, un’altra da Poggiardo, un’altra ancora è originaria di Galatina, trasferitesi poi a Cannole per ragioni di lavoro o piuttosto perché hanno sposato qualcuno del posto. Probabilmente da bambine hanno ascoltato i canti del loro luogo di origine e poi li hanno conservati come antichi ricordi di famiglia.

Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal Comune di Cannole.




Info: Officine Cantelmo_Lecce
Contatto : Tel. 0832.720683 - Fax 0832.720684


500 gatti di tutto il mondo in mostra a Salò. L’insolita collezione è stata donata al Comune dal chirurgo plastico Giovanni Botti, che l’ha realizzata in 30 anni. Grazie alle sue pazienti.



Provengono da ogni angolo del mondo, hanno forme, dimensioni e colori diversi. Sono gli oltre 500 gatti protagonisti di "Gattarte 500 + 1 felini”, la mostra in corso a Salò organizzata dal telefono Difesa animali e dal comune di Salò che sarà aperta fino al 27 gennaio 2013. Un’iniziativa curiosa, che ha come obiettivo la raccolta di fondi per prevenire il randagismo gattile. Ancora più curiosa è la storia che riguarda questa collezione, che comprende in tutto mille pezzi e che è stata donata al comune di Salò dal chirurgo plastico Giovanni Botti, presidente dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica.
Definiti da Leonardo da Vinci dei “capolavori”, i gatti sono gli animali che più rappresentano l’ideale di bellezza e perfezione delle proporzioni. E proprio un micetto di ceramica, è l’animale con cui Botti decise di abbellire il suo studio all’inizio della sua carriera, oltre 30 anni fa. «Amo tutti gli animali, ma ho una predilezione per i felini – afferma il chirurgo -. Certo, non avrei mai pensato di dar vita a una collezione così assortita. Tutto è iniziato con un piccolo gattino di ceramica: una paziente lo notò e, dopo essere stata operata, me ne regalò un altro pensando, a ragione, che mi piacessero i mici. Vedendo due gattini nella sala d'attesa del mio studio altre pazienti fecero la stessa riflessione e me ne regalarono ancora. Poco alla volta le statuette di gatti si sono moltiplicate a dismisura, fino a raggiungere l'incredibile numero di mille. Sono tutti esemplari regalati dai miei pazienti, ad eccezione del primo. E provengono da ogni paese del mondo».
Gatti artistici, gatti utili, gatti decorativi, gatti “griffati”. Insomma, “tutti i gatti che non ti aspetti”.  Una collezione unica nel suo genere e di considerevole valore, che Giovanni Botti ha deciso di donare al Comune di Salò che, come recita la lettera di donazione, “ne potrà disporre liberamente per gli scopi culturali, sociali, turistici e didattici oltre che di prevenzione del randagismo gattile o per promuovere raccolte, aiutare associazioni libere o riconosciute che si occupino della sterilizzazione, cura e manutenzione dei gatti randagi”.
Lo scopo di Gattarte è sensibilizzare tutti i visitatori a favore dei gatti meno fortunati per antonomasia, ossia i randagi. La mostra, che è stata allestita nella Torre dell’Orologio, in centro a Salò, senza costi per il Comune grazie all’opera dei volontari, al sostegno di alcuni sponsor, e a Publiradio srl, è stata inaugurata il 21 settembre e sta riscuotendo molto interesse e partecipazione. E’ possibile visitarla nei pomeriggi di venerdì, sabato e domenica fino al 27 gennaio 2013. L’ingresso è a offerta libera, il ricavato sarà devoluto all’Associazione Telefono Difesa Animali.

mercoledì 21 novembre 2012

FEDERICA DE BENEDETTO E GIANLUCA PASCA A RIFORMATTARE IL PDL? LA SFIDA VIENE ACCOLTA DA DUE GIOVANI SALENTINI



Che l'Italia stia attraversando una crisi storica di identità politica senza precedenti non è una novità.  E non lo è nemmeno il fatto che in giro serpeggi, quasi prepotentemente, una gigantesca confusione che sta letteralmente mandando in frantumi alcuni pilastri alla base del vivere sociale, politico e civile. Una confusione cieca, che ha distrutto una concezione della politica come servizio al cittadino, una politica che rappresenti davvero il popolo “sovrano” come dovrebbe essere a livello costituzionale. Un forte disorientamento c'è, è innegabile, lo si legge sui quotidiani di tutto il paese, ma ci sono ora dei volti, delle identità politiche che stanno lanciato un “innovativo” imperativo categorico: per voltare pagina occorre essere “formattatori” o  meglio ancora dei “formattatori-rottamatori”, ovvero esser protagonisti di un cambiamento radicale in tutta Italia, puntando sulla serietà, sulla professionalità sulla meritocrazia, sulla possibilità quindi di ri-associare finalmente alla politica una parola scomparsa quasi del tutto, e che è la credibilità. Mai come oggi, si ha bisogno di persone che amano l’Italia, che amino profondamente questo paese, che siano competenti, che abbiano insomma un percorso sociale e un background professionale adeguati. Oggi si ha bisogno di persone pulite in tutti i sensi, che abbiano le idee chiare su come iniziare a combattere questa crisi, a tentare di risolverla, creando team di persone qualificate, che possano dare risposte concrete ai territori, alla gente e soprattutto coinvolgendo seriamente le associazioni di categoria, e non strumentalizzarle,  di coinvolgere i cittadini nelle scelte, e non illuderle o addirittura comprarsele per due denari. L’Italia non val più di una messa! Oggi, lo si sente fortemente da più parti si ha bisogno di credere nel futuro dei nostri figli, si ha bisogno di credere che l'onestà paga, la professionalità premia.... e dopo aver creduto fortemente occorre agire, entrare  nella pratica, perché un altro orizzonte per il domani sia possibile. Un contributo alla causa, viene proprio da Lecce, e ad accogliere l’invito di questo “nuovo sentire” è un rottamatore puro, che si sente pronto per il salto di paradigma e diventare un “formattatore” a tutti gli effetti: il leccese Gianluca Pasca. Libero professionista nell’ambito della consulenza aziendale, è da sempre con e per i cittadini soprattutto nell’impegno politico, associazionistico e lavorativo. Ora scende in campo, ci mette la faccia, per la “formattazione” del Pdl, e lo fa con una scelta coraggiosa schierandosi con Alessandro Cattaneo. Ha 33 anni, è sindaco di Pavia dal 2009, è arbitro, tifa per l’Inter ed è uno che nelle sfide ci crede. E’ diventato uno dei protagonisti di spicco di #Formattiamo il Pdl, il movimento nato dalla base, che usa prodigiosamente il web, e che ha l’hashtag di Twitter come segno distintivo. Una scelta condivisa da una formattatrice del Pdl tout court, Federica De Benedetto, imprenditrice salentina, opinion leader, agguerrita frequentatrice dei salotti televisivi buoni della politica sulle principali emittenti nazionali dal Rai Due a La7: “ Mi sembra un’ìidea non solo coraggiosa, ma forse anche inevitabile per uno come Pasca, che ha fatto dell’impegno politico, dell’impegno professionale, dell’ìimpegno civile, solo e soltanto, ed esclusivamente una questione di onestà e meritocrazia. Gli intenti sembrano quasi speculari a quelli di Cattaneo … dunque perché no!”.


Milena Magnani con Delle volte il vento (Kurumuny) a Folk Books a Lecce



Ci sarà la presentazione del libro di Milena Magnani edito da Kurumuny dal titolo "Delle volte il Vento" venerdì 23 novembre 2012 alle ore 22, 00.  L’appuntamento è previsto nell'ambito della rassegna Folk Books voluta  dalla Città del Libro di Campi che si tiene  a Lecce presso le Officine Cantelmo in Viale De Pietro. E’ prevista dopo la presentazione dell’autrice l’improvvisazione musicale di Maria Mazzotta e Redi Hasa.


Dall'autrice del romanzo Il circo capovolto (Feltrinelli 2008)
DELLE VOLTE IL VENTO - Delle volte il vento fa uno strano giro e genera destini nuovi, in rapido divenire. Un viaggio verso una terra promessa che non c’è. L’approdo su una spiaggia di fuoco che è avamposto di un altro domani e gabbia dorata di un’idealità perduta. La nostalgia del ritorno compressa in mille ricordi sedimentati senza valigia e un Salento sempre sospeso tra un passato e un futuro troppo lenti. In mezzo due donne scandalosamente forti e radicate nel loro vissuto ma esposte a un’incertezza nucleare. Un continuo misurarsi con l’orizzonte di un mare che unisce e divide, esaspera la percezione, adultera i colori. Delle volte il vento. Lume è una fervente comunista e seguace di Hoxha, incarcerata per dieci anni dal suo stesso padre padrone per aver inteso il comunismo come punto di vista critico e mai ortodosso. Questa donna senza più mondo arriva nel Salento, nel vuoto di storia e di prospettive esistenziali e culturali dell'altra protagonista, Carmelina. Arriva con altri albanesi in cerca di povere ricchezze, a caccia di delusioni. Ma lei non è come gli altri: non è più in Albania ma non vuole essere nemmeno in Italia. Non è più all'Est ma neppure all'Ovest, forse solo nel mare, perché nel mare delle volte ci si può illudere di essere da qualche parte senza essere veramente in nessun luogo. Lume rifiuta quell'Occidente che è la negazione di tutta la sua vita e si accampa chiusa, difesa, recintata, in faccia al mare. Senza parlare con nessuno, in una specie di autismo politico-culturale. L'anomalia di questo comportamento così ostinato e diverso da quello degli altri profughi affascina Carmelina, che intuisce una richiesta profonda in quella radicalità. Una radicalità che è anche la sua, la radicalità di chi non rinuncia a cercare qualcosa tra l'orizzonte e il nostro essere qua. La tenerezza di un’amicizia fatta di molti ostinati silenzi, quelli di Lume, arroccata in riva al mare, e di altrettanto ostinate parole, quelle di Carmelina, per convincere, per smuovere, per salvare.


Info: Officine Cantelmo_Lecce
Contatto : Tel. 0832.720683 - Fax 0832.720684



martedì 20 novembre 2012

IMMAGINA LA GIOIA DI VITTORIA COPPOLA ALLA FELTRINELLI POINT DI LECCE IL 22 NOVEMBRE 2012



La libreria Feltrinelli non perde occasione di presentare ghiotte opere letterarie come l’ultimo romanzo di Vittoria Coppola dal titolo “Immagina la gioia” edito da Lupo editore. L’appuntamento è previsto per giovedì 22 novembre 2012 ore 18,00 alla Feltrinelli Point di Lecce in via Cavallotti 7/a.
L'inquietudine fa di Eva una giovane donna schiva ma curiosa del mondo, abituata ad esprimere la propria creatività nella scrittura e a mascherare la fragilità sotto l'abbigliamento colorato che sceglie con attenzione quasi maniacale. Cresciuta nella adorata Mira e nel calore di una famiglia siciliana, tra le marmellate di nonna Annina ed esperienze di viaggio, a dispetto di tali certezze Eva nutre un'intima lesione affettiva che la rende gelosa di Pietro, il fratello minore che – dieci anni dopo di lei – ha allietato i genitori con la sua attesissima nascita. Contrariamente alla sorella, il ragazzo ha un carattere solare, sostenuto da una sfrenata passione per il calcio e arricchito dal primo amore adolescenziale. Forse è anche la percezione di questa sua forza interiore a suscitare in Eva un bisogno quasi competitivo di riscatto, il desiderio di riuscire a completare il suo romanzo, a trovare il colpo di scena, il finale perfetto che convinca un editore a pubblicarlo. È nella casa avita di Sciacca, su suggerimento di nonna Annina, che la ragazza cerca la giusta ispirazione per portare a termine la sua fatica. Ma la vita spariglia le carte e nel giro di pochi mesi la realtà si impone sulle fantasie e sul tranquillo scorrere del tempo, mentre nuove presenze e vecchi segreti spuntati da cassetti polverosi aprono gli occhi e il cuore di Eva.
Dall'autrice di Gli occhi di mia figlia un'altra storia familiare, una vicenda di unione autentica, fatta di parole non dette e verità dolorose che fanno crescere.

“Animal Faber” ovvero il controcanto irriverente di Aldo Pezzarossa (Lupo editore)



Fucine Letterarie, in collaborazione con la Feltrinelli Point di Lecce, presenta mercoledì 21 novembre, alle ore 20.00,  “Animal Faber” del poeta Aldo Pezzarossa, presso la Feltrinelli Point di Lecce. Mercoledì 21 novembre, alle ore 20.00, presso la Feltrinelli Point, sita in via Felice Cavallotti 7/a a Lecce, sarà presentato il volume “Animal faber. Controcanto irriverente” (Lupo Editore) del poeta manduriano Aldo A. Pezzarossa. Si tratta di un'opera composta di quattro volumi: Gl'Incipit; Terna di Omaggi (in tre Tomi); I Minimi Cibi; Tecniche di Esistenza (in nove Tomi), nel corso dei quali Pezzarossa, professore di lingue straniere, si diverte a reinventare la tradizione poetica italiana ed internazionale, con una serie di omaggi ad autori noti oppure a poeti non solitamente frequentati dalla cultura ufficiale. Il volume è corredato anche da una serie di disegni di Enzo Coletto, che aiutano il lettore ad inserirsi al meglio in questo gioco letterario curioso e divertente. L’azione letteraria sarà curata da Michelangelo Zizzi.

La giustizia punitiva di George Herbert Mead. A cura di Raffaele Rauty (Kurumuny)



La psicologia della giustizia punitiva (1918) è un testo nel quale Mead riflette sul senso e sull’efficacia della pena, in una fase nella quale lo sviluppo e l’attività dei tribunali giovanili pongono il problema di una sua considerazione rinnovata, svincolata da una dimensione meramente remunerativa e deterrente, e dai suoi risvolti apparentemente aggregativi della comunità.
L’analisi del rapporto tra la comunità e le sue relazioni interne, al presentarsi di un “nemico”, è occasione di riflessione, come in altri interventi simili, anzitutto sul contributo che l’approccio scientifico può offrire all’interpretazione e alla soluzione dei problemi sociali. Nel caso delle istituzioni “del diritto criminale”, come le chiama Mead, una loro riforma, in rapporto con la dinamica  razionale degli individui e delle comunità, è mezzo per uno sviluppo positivo dell’organizzazione sociale. Nel modificarsi e determinarsi delle condizioni sociali che lo rendono possibile, sta la verifica del successo di questa politica. È un percorso non facile del cui esito positivo è premessa un rapporto con una capacità intellettiva che, nel caso specifico, sfida la presenza sociale ripetuta della guerra, riproponendo il senso dell’azione democratica autonoma degli individui.

George Herbert Mead (South Hadley, 27 febbraio 1863 – Chicago, 26 aprile 1931) è stato un filosofo, sociologo e psicologo statunitense, considerato tra i padri fondatori della psicologia sociale. George Mead nacque in una famiglia della media borghesia di culto protestante composta dal padre, Hiram Mead, dalla madre, Elizabeth Billings, e dalla sorella Alice Mead. Suo padre, discendente da una stirpe di agricoltori e uomini di culto, era un ex pastore della Chiesa congregazionale di South Hadley che ricoprì un incarico speciale nel seminario teologico di Oberlin nell’Ohio. Nel 1879, George Mead si iscrisse all'Oberlin College dove si diplomò nel 1883. Si interessò inoltre di letteratura, poesia e storia e pubblicò un saggio su Charles Lamb nel 1882. Dopo la laurea, Mead insegnò per circa quattro mesi in una scuola elementare. Per i successivi tre anni lavorò con mansioni di geometra per la Wisconsin Central Rail Road Company. Nell'autunno del 1887, Mead si iscrisse presso la Università di Harvard dove seguì in particolar modo i corsi di filosofia e psicologia. Ad Harvard, Mead fu allievo di Josiah Royce, che ebbe grande influenza sul pensiero di Mead, e di William James, dei cui figli fu precettore. Nel 1888, Mead si laureò ad Harvard conseguendo il dottorato in filosofia e quindi si trasferì a Lipsia in Germania per seguire le lezioni del psicologo Wilhelm Wundt, da cui apprese il concetto di "gesto" che sarà fondamentale in seguito nelle sue opere. Nel 1891 Mead sposò Helen Castle, la sorella di un amico conosciuto ad Oberlin. Nonostante non avesse completato la tesi, Mead riuscì ad ottenere, in quello stesso anno, un posto nella Università del Michigan. In questa Università, Mead fece la conoscenza di Charles Horton Cooley e John Dewey, i quali avrebbero influenzato molto il suo pensiero. Nel 1894 Mead si trasferì, insieme a Dewey, presso la Università di Chicago, dove svolse la sua carriera accademica fino alla fine dei suoi giorni. L'influsso di Dewey spinse Mead ad interessarsi alla teoria pedagogica, ma il suo pensiero ben presto si discostò da quello di Dewey e si sviluppò nelle sue famose teorie psicologiche della mente, dell'io e della società. Mead fu un filosofo impegnato, si occupò delle questioni sociali e politiche di Chicago; in modo particolare, tra le sue tante attività, si dedicò all'attività del City Club of Chicago, una organizzazione indipendente, senza scopo di lucro dedita a promuovere le questioni pubbliche e fornire un forum per il dibattito politico. Mead riteneva che la scienza può essere usata per affrontare i problemi sociali e svolse un ruolo importante nel condurre le ricerche presso la Settlement House di Chicago. Mead morì di infarto il 26 aprile 1931.


lunedì 19 novembre 2012

"50 sfumature di fritto. Piccolo manuale untologico" (Lupo Editore) a Natale in libreria



Vi piace la frittura nonostante il parere negativo del vostro medico? Vi piace la pastella? Vi piace impanare e "calare" qualunque cosa nell’olio bollente? Siete fan di "P per Purpetta"? Pensate che per preparare la parmigiana di melanzane servano le dovute autorizzazioni edilizie? Pensate che la frittura sia sensuale e afrodisiaca? Avete trovato il libro giusto. Il 15 dicembre esce in tutte le librerie d'Italia e in edicola con quiSalento, "50 sfumature di fritto. Piccolo manuale untologico" (Lupo Editore). Il libro, nato da un’idea del giornalista Pierpaolo Lala, patron del concorso di cucina dozzinale "Fornelli Indecisi", raccoglie cinquanta ricette (rigorosamente fritte) pensate e scritte da una pattuglia di giornalisti e docenti universitari, casalinghe e pensionate, professori e professioniste, nonne e nipoti, mamme e figli. Cinque categorie (antipasti, primi, secondi, dolci e cibo di strada) per assaporare verdure e pesce, carne e cremose leccornie. Completano il manuale, un’introduzione di donpasta, i consigli di frittura di Giuseppe Barretta e il tentativo di Pino De Luca di rispondere all’eterno dilemma tra vino e birra. E se la frittura è un orgasmo (a volte anche multiplo) pericoloso, il libro vuole concedersi alla passione e all'eccesso con due racconti molto intensi di Osvaldo Piliego e Manila Benedetto. La copertina è un'idea della information designer Angela Morelli, la pastellatura e la frittura del papillon sono opera di Paola Basso e Cenzina Cavaliere. Il progetto grafico interno e l'impaginazione sono a cura di PazLab. Circa 100 pagine per assaporare l'olio e le sue sfumature.

Fornelli Indecisi è un concorso di cucina dozzinale, nato dall’esperienza dell’omonimo gruppo su Facebook. Casalinghe disperate, single buongustai, nonne con la frittura nel sangue, mamme con la polpetta facile, zii con il vizio della crostata, nonni avvezzi alla pasta con le cozze, quelli che dicono “non so chi sia Antonella Clerici”, quelle che pensano che “la Parodi era meglio cotta e mangiata” sono i concorrenti ideali di questo concorso dedicato a tutti. La terza edizione, anticipata dalle Primarie del Centrotavola, è attesa per la primavera 2013.

Il trentacinquenne leccese Pierpaolo Lala, socio-lavoratore della Cooperativa Coolclub, prova a fare il giornalista sin dalla tenera età. Vive prettamente su Facebook e quando ha tempo a San Cesario di Lecce. Suona la chitarra e compone canzoni brutte. A tempo perso si occupa di neologismi della politica. Ha ideato Fornelli Indecisi solo per poter rubare e provare ricette. Considera la carne fritta come un contorno.

In cucina c'è sempre da impanare...

50 sfumature di fritto - Piccolo manuale untologico a cura di Fornelli Indecisi
Ideazione e coordinamento editoriale / Pierpaolo Lala
Concept, foto e design di copertina / Angela Morelli
Imapanatura e friggitura del papillon / Paola Basso e Cenzina Cavaliere
Progetto grafico interno e impaginazione / PazLab
Ispirazione / la pastella, l’olio d’oliva, mamma Renata e tutte le mamme e le nonne del mondo
Ricette / Anna Lisa Gaudino, Caterina Massari, Antonietta Rosato, Assunta Rugge, Giovanna, Giuseppe e Debora De Fazio, Gabriella Basso, Marcello Aprile, Viviana Amati, Laura Casciotti, Lori Albanese, Renata Leone, Antonella Pece, Zia Narduccia, Pino De Luca, Lucia Grieco, Severino Malerba, Simona Covolo, Roberto Covolo

ISBN 978-88-6667-076-6
Formato 14 x 18 cm
100 pag. - 10 euro

per ordini (anche all'estero)

Lupo Editore
Via Prov.le Copertino-Monteroni (Km III – cp 93)
73043 Copertino (Le)
Tel 0832949510 Fax 0832937767
www.lupoeditore.com
ordini@lupoeditore.com

per presentazioni e informazioni

Fornelli Indecisi
Rubrica di cucina dozzinale
un’idea di Pierpaolo Lala
mail: cucina@fornellindecisi.it - 3394313397