giovedì 14 aprile 2011

La voce del ventre di Giovanna Politi (Aletti)





















La Voce del ventre è il racconto di un “sentire” esplorato nelle sue diverse manifestazioni: dalle infinite sfumature affettive della percezione sensoriale alla vicenda degli stati d’animo, dagli umori alle emozioni, dai sentimenti alle passioni. Libera da ogni metrica, come la vibrazione di un suono profondo, questa raccolta esprimere la verità di ciò che vuole trasmettere attraverso l’incarnazione della poesia nel corpo stesso dell’autrice.
Sono infatti soprattutto le sensazioni del corpo a descrivere la scoperta di un’alterità in ciò che appare più prossimo e scontato. L’amore, gli affetti, la solitudine, la passione, la femminilità sono spesso scoperti con i cinque sensi, sempre pronti a cogliere le vibrazioni tra coscienza e mondo.
Ma se la prima caratteristica di questi scritti è la bella descrizione sensoriale, la seconda è quella di trattare con stile i temi di un’esistenza vissuta con grande intensità. Raccolti nell’arco di tempo di due decenni, i brani sembrano scandire il tempo di una vita intensa, dolorosa, felice. Per questo motivo, la poetica di Giovanna Politi dà la sensazione di essere vera, dove la verità, com’è qui intesa, non può essere detta ma solo mostrata. E così, alla fine, ne vien fuori una poesia che prima accarezza, con la sua attenzione ai sensi, e poi lascia il segno dentro, con una chiusura forte, delegata di solito alle ultime graffianti parole conclusive. Infine, tra i luoghi abitati dalle suggestioni dell’autrice, è il mare a regalare le più profonde introspezioni: nelle parole di Solitudine, tra il rumore delle onde, ognuno può ritrovare un po’ di se stesso. E qui, ad esempio, tra l’empatia suscitata da quelle righe che La Voce del ventre può diventare un canto.

Antonio Alemanno dalla Prefazione

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