venerdì 26 luglio 2013

Massimo Donno con Amore e Marchette (Ululati, Lupo editore) alla Vineria San Sebastian a Copertino domani 27 luglio



Massimo Donno con Amore e Marchette (Ululati, Lupo editore) suonerà alla Vineria San Sebastian a Copertino in via Malta domani 27 luglio  alle ore 21.30

Nelle undici tracce che compongono l’esordio di Massimo Donno c’è il segno di un cantautore che conosce la materia umana, e che ama mescolare l’ironia e la poesia alla quotidianità surreale dell’amore, fino a includere non solo le atmosfere – in un dialogo costante – ma anche le voci del passato prossimo di Pier Paolo Pasolini (nel brano “Tango”) o del grande Alberto Sordi (in “Bologna A.D. 2012″), mescolandole al presente delle sue suggestioni autobiografiche, come fa ad esempio nella traccia dal titolo “Il mio compleanno”. Un cantautore, Massimo Donno, che non ha paura di guardarsi e, soprattutto, guardarci dentro con il ritmo di una musica leggera e ironica. “Amore e marchette”, nuova produzione dell’etichetta Ululati, vanta, tra le collaborazioni di eccellenza, quelle con Massimo Geri (presente anche nel video del singolo “Amore e Marchette”, realizzato dal talentuoso regista Gianni De Blasi), Nilza Costa (nel brano “Il bianco ed il nero”) e Guido Sodo, nel brano intitolato “La colpa”. «Massimo Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d’autore italiana prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le parole tra surrealismo e neorealismo. E’ una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su fragili vascelli». Oliviero Malaspina.

Inizia lo studio della chitarra a tredici anni. Tra il 2000 – 2001, insieme a Luca Barrotta e ad altri musicisti, avvia il suo primo progetto di folk d’autore, “Allegra brigata Bodhran”, ensemble che, ai testi di Massimo, unisce i suoni tradizionali del sud Italia, dei Balcani, del klezmer. I lavori realizzati sono “Memorie” (2001), “In cerca d’autore” (2003), “Demo” (2006), (demo-cd autoprodotti), con una semifinale al “Premio De Andrè” dentro questo percorso. Dal 2005 ad oggi, realizza diversi spettacoli tra cui “Ti saluto dai paesi di domani…” sulla vita di Fabrizio de Andrè; “Le Otto ore” ispirato alle musiche tradizionali di lavoro e immigrazione di tutta Italia; “One hand Jack”, tratto da un monologo di Stefano Benni, con musiche di Fred Buscaglione.

Negli anni Donno è ospite di progetti altrui, in cui opera da turnista. Collabora con l’attore Simone Franco, con Alberto Bertoli (figlio di Pierangelo), con l’osservatorio astronomico di Bologna e l’associazione per la Divulgazione delle Scienze Sofos, per la realizzazione dello spettacolo di osservazione astronomica/divulgazione scientifica dal titolo Racconti di cielo – Armonie tra mito e scienza. Insieme al cantautore Gigi Marras, guadagna la finale al premio Bindi 2011 e la finale al Premio Musicultura 2012 (Ex Premio Città di Recanati), entrando nel cd ufficiale con i brani dei 16 finalisti. A giugno, con un suo brano “Amore e Marchette”, vince “Promo”, mini-concorso su Ciao Radio, radio Emiliana, ricevendo il maggior numero di voti. A luglio 2012 è stato finalista al Premio Bindi riscuotendo ottimi risultati di pubblico e critica. A settembre 2012 è stato finalista al Festival delle Arti di Bologna, contest organizzato da Andrea Mingardi.

È stato finalista alla 14esima edizione di Biella Festival autori e cantautori 2012, classificandosi tra i primi cinque. È stato semifinalista al Tour Music Fest, il più grande festival europeo dedicato alla musica emergente, con la commissione artistica presieduta da Mogol.

Scrive di lui Oliviero Malaspina: “Massimo Donno è un gatto che salta sui tetti della canzone d’autore italiana prendendosene la parte più nobile. Come un gatto ci fa le fusa, ci conquista per poi graffiarci quando meno ce lo aspettiamo. Come un prestigiatore muove le parole tra surrealismo e neorealismo. Ci concede una musica tra sogno e realtà. Il disco in ogni traccia è una capriola, una giostra un pugno e uno sberleffo un bacio e uno schiaffo. Cartina tornasole delle nostre vite imbarcate su fragili vascelli. Semantica del testo e sintassi musicale si armonizzano perfettamente nel suo creato di opposizioni binarie. Dalle quali scaturisce una bellissima opera, un’opera aperta. Un’opera che perdere è come fare peccato”.

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Ufficio Stampa OverecoAgenzia

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