giovedì 4 settembre 2008

Due inediti di Caterina Stasi


La raccolta (Cunicoli di vento, Besa editrice) proposta all’attenzione dei lettori rappresenta lo sforzo di sfiorare il magma che smuove la mente, il corpo e i sentimenti umani. Cardine dell’opera è il desiderio, che assume diverse direzioni sfociando nel medesimo mare, sempre agitato, dove l’immobilità non esiste.
Cupi, torbidi, limacciosi, i versi si alternano a parole acquose e cristalline; è difficile descrivere l’efficacia e la riuscita di queste poesie in quanto esse stesse si propongono di descrivere l’efficacia e la riuscita di un impegno costante

CATERINA STASI è nata a Gallipoli nel 1981 e ora vive a Siena. Questa è la sua prima raccolta poetica.




Suonata a quattr'occhi



Che una sigaretta
davvero!
A farci vivere l'intimità degli estranei
tu pensa, noi!
Eppure!
Ponte di fumo
riavvicina
le teste
dove gli occhi
si riguardano
le voci
dove parole
civettano.

Era un'unità quando l'hai spezzata
a tuo modo
il tuo accendino trema
riconoscendomi.

Grazie
dell'astio che non riesci
Di niente
rispetto a quello che siamo stati
Come stai in fondo al respiro?
E tu che donna sei diventata?
Vorrei il dolce
che le tue ciglia sapevano
Io un bicchiere
per diluire la tua assenza

Allora prima di ritrovarci andiamo
- allora ciao -
mi ha fatto piacere ...averti ...
rivederti
e ti auguro,
anche a me anch'io,
in questo ruolo non possiamo abbracciarci
allora l'addio ti protegga
ciao



FINE







Dipinto


Certe stanchezze blu come questo mare e più infinite ancora.


Vibrano
nonostante la musica,
in cerca di solitudine,
di una passeggiata a occhi bassi,
di deserti.

Sulle tracce di una fuga,
come sempre.
Quelle porte a scomparsa nel muro
quei viaggi in un libro
quei silenzi.


Certe stanchezze rosse come il mal di testa e più profonde ancora,


non si spiegano
per troppe parole
troppi colori a ferire
di uno sdegno incontenibile.
Le vedo afferrare il mondo, schiaffeggiarlo.


Stanchezze viola e più glaciali ancora,


colano dai muri
dal quadro assente e intriso
di quel che non sa dire


Stanchezze nere


riempiono chiudono.
l'abisso raggiungono la finestra e la

4 commenti:

Unknown ha detto...

Cate sono proprio bellissime ma questo lo sai già, sono la tua prima fan!

a quando la pubblicazione dei racconti che pure loro erano carini?

scrittrice75 ha detto...

ciao sono angela. Per poterlo inviare il racconto deve essere inedito? Un saluto da angela Ti linko così ti ritrovo facilmente

paola scialpi ha detto...

ciao angela. grazie per l'attenzione. dimostrata per il mio blog. Sarebbe bello se tu potessi mandarmi un inedito, e anche qualche nota biografica ... ma poi fai tu ...
Ciao
Paola S.

Anonimo ha detto...

cara la mia sagittario, riduttive sarebbero le parole per una come me che sa esprimersi coi colori e col disegno...e proprio a proposito dei colori che descrivi, e a cui hai dato valenza negativa, penso siano proprio il contrario e che ti rappresentino appieno: il blu, simbolo dell'infinito; il viola, simbolo della ricerca introspettiva; il rosso, simbolo di una grande passione e forza...beh mia cara sagittario è arrivato il momento di "lavorare" su questo: trasformare tutta la tua esperienza di vita, anche se ancora poca ed acerba, e per quanto negativa tu possa pensare, in forza motrice che ti porti a grandissimi traguardi professionali ma soprattutto di crescita interiore e di maggior "saggezza". tvb leonessa