lunedì 8 settembre 2008

Luisa Ruggio e il suo ultimo lavoro "La nuca" nelle parole di Vito Antonio Conte













“Citarsi addosso” è il titolo di un libello di W. Allen
non amo particolarmente le citazioni
ma tant'è
in un racconto che ho scritto qualche tempo fa,
“Come un bocciolo di rosa” si chiama,
facevo dire al protagonista che
non ci sarà mai alcunchè di duraturo senza passione
in un altro racconto successivo,
titolato “Motel senza stelle”,
facevo riferimento al vero titolo di quel primo racconto
ch'è “Tatoo”
questa intro
non... per citarmi addosso,
ma perchè ci sono due parole che possono far comprendere meglio
la scrittura di Luisa Ruggio, il suo ultimo romanzo-favola “La Nuca”
e Luisa Ruggio stessa
le due parole sono: Passione e Tatoo...
io non vi dirò di Hidrunte e di un tempo improbabili
che sono stati davvero, non sono esistiti affatto
o girano ancora nell'aria
non vi dirò di quella donna troppo presto strappata all'adolescenza
e a un'altra terra e data in sposa a un pescatore di Soleto
né vi dirò di come andò tra loro: tra Hyrie e Morìs
io non vi dirò di padre Gjon,
né del suo insano desiderio che finì per fotterlo
non vi dirò di Naima, della sua locanda,
del grande noce e del mulino a vento
non vi dirò d'altro vento
di quello devastante di Gherìb e del suo Destino,
né di Matteo e della strana luce del suo sorriso
io non vi dirò di Laila
e della sua maledizione
che ancora aleggia in questo cielo
forse vi dirò di Rigmar
e di Bastet forse vi dirò
ma neanche una donna vestita da uomo
per quanto androgina
e neppure un gatto
basterebbero a farmi rendere
l'infinita tristezza
l'infinita malinconia
l'infinita solitudine
che la lettura di questa scrittura
ha lasciato dentro di me
prima di giungere all'ultimo movimento
prima cioè che potessi sentire il sapore
di un frutto nuovo e antico
in tutta la sua potenza
molto prossima al miracolo
chè la stanza che non si trova
l'ho abitata anch'io
l'ho abitata e perduta
l'ho abitata, perduta e ritrovata
chè si può abitarla davvero
quando sai che diventerà la tua prigione
e sai (che la Nannini l'ha cantato)
che la prigione è non potersi chiudere dentro
e quando dentro
la scrittura e il desiderio spingono forte
a un certo punto
come di necessità
devi fermarli
abbracciarli
stringerli
lasciandoti andare completamente
per il tempo che è concesso
per quel tempo
quantunque possa durare
ma devi viverlo, viverlo, viverlo...
chi è attraversato dalla passione
chi attraversa la passione
chi la passione conosce
comprenderà bene “La Nuca”,
quel che ho detto
e, soprattutto, quel che non ho detto
chi, invece, sente che la passione
va scemando, è scemata o non la conosce affatto
deve leggere “La Nuca”
c'è come una fiamma nella narrazione
e che dalla narrazione si sprigiona
talmente forte
da volere
in fine
la pioggia
sì da lasciarsi bagnare
dalla scrittura e dal desiderio
che
in questa meraviglia di libro
(come in certe vite)
puoi sovrapporli l'una all'altro
chè aderiscono perfettamente
soltanto allora potrà essere chiaro
come una storia
questa storia
inizialmente sospesa tra l'anima e l'arcano
possa restare indelebilmente impressa sulla pelle
proprio come un tatuaggio

Luisa Ruggio, La nuca, Edizioni Controluce, 2008

2 commenti:

scrittrice75 ha detto...

ciao ho iniziato a scrivere una breve novella. Te la manderò via mail con la mia scheda di presentazione.
L'unica cosa che volevo dirti è che dopo qualche giorno che l'avrai pubblicata tu, volevo poi inserirla anche nel mio blog... da questa prima parte vorrei poi snocciolare il mio terzo raccontino a puntate sul blog.. ciao da angela

paola scialpi ha detto...

Ciao Angela. Per me va bene e ti ringrazio per iniziare una tua avventura sul mio blog.
Ciao
Paola