lunedì 23 agosto 2010

Il Segreto del gelso bianco di Antonella e Franco Caprio (Besa editrice)


















La terra brunita spaccata dal sole, la fragranza delle scorze degli agrumi che ardono nel braciere, il sapore della frutta appena colta dall’albero, il gracchiare delle prime radio… è la Puglia della prima metà del ‘900: una realtà rurale che rivive concretamente nelle pagine del Segreto del gelso bianco (Besa Editrice, pp. 368, euro 18). Antonella e Franco Caprio, con una prosa lirica e delicata che non disdegna la mimesi di termini e costrutti dialettali, ricostruiscono la propria saga famigliare, limitandosi a modificare solo i nomi di luoghi e persone. Scorrono, così, dinanzi agli occhi del lettore, innumerevoli personaggi di un mondo che fu: la figura arcigna del bisnonno Federico Di Lauro, che emigra in America per cercar fortuna, e forse anche per sottrarsi alle responsabilità di padre e di marito; il nonno Pietro, costretto a diventare adulto prima ancora che

ragazzo, legato alla terra non meno che ai suoi cari; la sua prima moglie Giulia, divorata dalla malattia, e poi Rosa, destinata a colmare quel vuoto; e tanti altri ancora. Gradatamente però, il centro ideale del romanzo diventa Marianna, figlia di Pietro e di Rosa e madre dei due autori, colei che «strappava alla vita i mesi, le settimane, i giorni, le ore e gli attimi, fino a poco tempo prima, perduti in un letto di ammalata». È lei ad aver trasfuso i suoi ricordi, gli aneddoti vissuti e quelli ascoltati in un diario divenuto poi questa pregevole opera letteraria… Merito di Antonella e Franco Caprio è anche quello di aver saputo bilanciare tragicità e ironia, talvolta combinandoli senza stridore, come quando Marianna è sotto i ferri del chirurgo e il padre «sentiva sua moglie parlottare e pur non credendo nella totale efficienza della preghiera, sapeva che Rosa coi santi ci sapeva fare e che aveva una certa influenza su di loro, per cui la lasciò procedere, sperando in bene». (Giovanni Turi – Puglialibre)

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