martedì 1 febbraio 2011

Anche i pesci affogano di Chiara Cerri (Lab di Giulio Perrone editore)








Seconda mano.
Piatto vinto.
Ora Dio era lì seduto al tavolo da gioco, nella cantina di una tabaccheria.
Dio fumava una camel ogni tre minuti.
Dio aveva le mani callose e ruvide a causa della pesca.
Dio erano quattro mesi che non vedeva i suoi vecchi.
Ai suoi vecchi Dio non era mai andato a genio e lui forse in fondo in fondo ne soffriva.
Dio aveva vinto un bel gruzzoletto di soldi quel pomeriggio: era indeciso se andarseli a giocare o affittarsi una puttana per una serata.


Come scandita dal ritmico battito di pinne di un pesce, la vita di Rosario, stretta tra la prua della “Speranza” di suo padre e le filastrocche di una fattucchiera, alterna i colori della tavolozza da cui trae l’unico piacere della sua adolescenza difficile e i bianco e nero del rapporto con un padre-padrone più orgoglioso del mozzo dedito al gioco d’azzardo della sua barca, che di quel figlio sensibile e, troppo, sfacciatamente, diverso.
Nel raccontare di una famiglia logorata da ruoli antichi e scricchiolanti sotto il peso dell’apparenza, Chiara Cerri spiega silenzi e gesti di adolescenze tormentate, eccessi di cattiverie familiari e rapporti umani che, troppo spesso, di umano non hanno nulla.
Come si fosse pesci in procinto di annegare.

Chiara Cerri nasce a Viareggio nel 1983 sotto il segno dei gemelli. La sua passione per l'arte è intrecciata a tutti i campi della comunicazione che vanno dalla fotografia alla scrittura. Ha ottenuto riconoscimenti in concorsi di poesia e narrativa. Anche i pesci affogano è il suo primo libro.

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