venerdì 18 febbraio 2011

AGLI ALBORI DELLA NAZIONE. Dall'identità calabrese a quella nazionale (Pensa MultiMedia) di Patrizia Resta








Vincenzo Padula, scrittore calabrese di metà Ottocento, cela nella sua produzione letteraria insospettabili caratteri di modernità. Affresca negli anni immediatamente post-unitari un ritratto della Calabria schietto e vivace. Lettura utile per le giovani generazioni di oggi e per quanti vogliono scoprire come gli intellettuali si occuparono, all’epoca, di valorizzare il sentimento di appartenenza che aveva congiunto gli italiani nel nuovo Stato. La pedagogia nazionalista che ispirò la sua prosa giornalistica propone, quindi, una riflessione sulla origine dell’identità nazionale che è tornata in primo piano nel dibattito scientifico contemporaneo. A confronto con il giornale di viaggio di G. Galanti di fine Settecento e del racconto del viaggio in Calabria della Pigorini-Beri, folklorista di fine Ottocento, la prosa di Vincenzo Padula appare scevra di pregiudizi. Né inchiesta, né resoconto, il suo è un mirabile esempio di “scrittura della nazione” italiana.

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