giovedì 24 febbraio 2011

L'amore di Silvia e Atlante di Rita Iacomino (Lab di Giulio Perrone)









Questo titolo è un tecnema che non si trova nelle retoriche istituzionali. Consiste di una specificazione dallo specificante ambiguo tra “l’amore di Silvia” e “l’amore di Silvia e di Atlante”, mancando Atlante del “di”, e non essendo certo se condivida o meno il “di” che precede “Silvia”. Si hanno dunque due possibili sintagmi: (“Amore di Silvia[;] e Atlante...?”/ Amore di Silvia e di Atlante) e la scelta dell’uno o dell’altro può determinare differenti operazioni (o effetti) di poesia, ma non potendo decidere per l’uno o per l’altro, restano in gioco ambedue, e la poesia ne è animata a trarre dal nome Silvia - nome che essa già associa a un essere silvestre, su cui la selva riversa sue musicologie e profumi e aliti di brezze – quell’amore che è in lei tutt’uno con la sua natura silvestre e, come un respiro di selva, è determinata ad alitarlo in Atlante, che ne è invaso e imbibito. (Domenico Alvino)

Rita Iacomino (1962) vive a Roma. È insegnante e si occupa di arti visive e poesia. Ha pubblicato versi e prose per antologie e riviste. Con la silloge Luoghi impraticabili della memoria vince il “Premio Montale 1989” nella sezione inediti (All’Insegna del pesce d’oro, 1990). Ha pubblicato la raccolta poetica Dura Verticale (Edizioni della cometa, Roma 1999).

Nessun commento: