giovedì 23 febbraio 2017

Ancora una volta un crimine contro una donna. Intervento di Paola Scialpi





Era il 1997 e una bambina fu trovata agonizzante sul ciglio di una strada con chiari segni di violenza e di percosse. Era stato il compagno della madre al quale era affidata, quando la madre era al lavoro. L'uomo abusava ripetutamente della bimba che all'epoca aveva solo sette anni. Il processo fu avviato, ma solo per percosse, lesioni aggravate e l'uomo andò in carcere per soli cinque anni. Poi qualcuno vuole vederci chiaro. Si riapre il processo questa volta per stupro e l'uomo viene condannato a dodici anni. E' il 2007. Al difensore non va bene la sentenza.  Ricorre in appello e il fascicolo viaggia da Alessandria a Torino dove giace nel dimenticatoio per nove anni fino a quando piano piano il tempo scorre inesorabile e tutto va in prescrizione. Il mostro è  di nuovo libero. Quel fascicolo per nove anni è rimasto dimenticato ma comunque erano carte. Molto più grave dimenticarsi di una bambina e poi donna abbandonata  al suo inferno. Non sono solo i femminicidi dei crimini  ma sono dei crimini anche gli errori della giustizia quando  riguardano le donne.  I giudici hanno chiesto scusa ma scusa di cosa? Basta chiedere scusa e dire che ci si vergogna per sanare ferite tanto profonde da non rimarginarsi mai più?  Provo molta rabbia perchè mi sembra a volte che  la coscienza di alcuni uomini sia come qualcosa di liquido, qualcosa che sfugge dalle mani, qualcosa di trasparente, di inconsistente. Un uomo che ha abusato di una bimba, che andrebbe curato perchè malato è libero, in circolazione in mezzo a noi. La giustizia italiana ci ripetono da molto tempo è lenta, i processi sono lunghi. Intanto gli errori si ripetono. La bimba di un tempo, oggi donna si è rifiutata di comparire dinanzi ai giudici, ha detto che vuole solo dimenticare. Doveva dirlo lei, altrimenti ai giudici il concetto non sarebbe arrivato.

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